Ciao, grazie della lunga e gradita risposta. Allora, i miei saggi non sarebbero strettamente "tecnici", nel senso che amo inserire nel testo delle considerazioni - diciamo così - ad ampio spettro. I saggi che amo scrivere riguardano questioni di attualità, come il cambiamento climatico, l'inquinamento, la divulgazione delle materie moderne più diffuse (e poco capite) come l'informatica, l'elettronica, la fisica e magari perché no - anche le auto elettriche. Ed in particolare una cosa FONDAMENTALE: l'energia! E' importante!
Vorrei scrivere qualcosa che metta il lettore in grado di capire l'essenza di quelle materie senza necessariamente doversi laureare in ingegneria.
Altrimenti, a mio avviso, si commette un errore quasi paradossale. Chi si occupa di materie umanistiche tende a snobbare materie definite molto tecniche (aggiungo: all'apparenza) e tende ad occuparsi di politica, di filosofia, di arte. Ma è un fatto che il mondo è dominato dalle materie oggetto dei miei saggi e che, se mal comprese, possono dar origine a dei malintesi di proporzioni bibliche ... il paradosso consiste proprio in questo: diventa facile manipolare chi ha una vaga idea delle mie materie, e la manipolazione è molto sottile, serpeggia tra la rete, nei siti che dicono e non dicono, oppure dicono cose parzialmente vere (talvolta in apparente buona fede), confondono energia e potenza, dicono che un pannello fotovoltaico ha un basso rendimento

e che inquina più di un'auto termica (mi sganascio!) oppure dicono che stiamo perdendo il treno del nucleare (e per questo in parte mi sganascio ed in parte no). E potrei continuare a lungo, passando per l'intelligenza artificiale sino ad arrivare alle discariche a cielo aperto. Insomma, secondo me la consapevolezza di alcune problematiche è fondamentale, e deciderà i destini del mondo.
Altrimenti, le decisioni "vere" non le prenderà la politica, ma chi padroneggia ben altre conoscenze.
Io scrivo libri e pubblicazioni scientifiche per addetti ai lavori, che probabilmente non legge nessuno tranne pochi specialisti: per questo vorrei trasmettere a tutti quello che ho capito, è l'unico modo per contribuire alla costruzione di un mondo migliore.
Poi...purtroppo io sono uno qualsiasi, non sono Carlo Rubbia, non sono Rovelli e nemmeno Piero Angela.
Però mi diverto un sacco a scrivere. E chissà se scrivo in maniera comprensibile! A me sembra di si ma si sa: ogni scarrafone è bello a mamma sua.
Il mio saggio chiarisce tante cose, ma non so, in effetti, in quanti sarebbero disposti a leggerlo facendo un minimo di sforzo per assimilare i concetti di fondo. Peccato, perché poi sarebbero completamente "autonomi" e potrebbero farsi delle idee proprie.
Per concludere...qualche primavera l'ho vista, e mi sono accadute tante cose (come a tutti i miei coetanei), e molto spesso mi è venuta un irrefrenabile desiderio di mettere tutto nero su bianco. E qualche volta ho provato usando uno stile del tutto personale. Ho il terrore di fare la fine di Totò: vi ricordate quel film (non ricordo il titolo) in cui Totò, generale in pensione, inizia a scrivere la storia della sua vita ... una cosa terribile e commovente.
Per concludere bis: saggi di psicologia, beh, anche quelli perché no: mi è sempre piaciuta e un po' mi sono dato da fare in questi anni. Non sono a zero, ma certamente non al livello di poter scrivere qualcosa. Ma "fondere" temi psicologici con i miei saggi scientifici, quello si: un po' l'ho già fatto nel mio ultimo lavoro.
Vabbè, scusate per la chiacchiera.