Il ragazzino che non conoscevo

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IL RAGAZZINO CHE NON CONOSCEVO



Un tempo erano grandi lune
poi piccole voglie rosse
d’ambizione intellettuale, compromessi
discutibili luci e ombre che non vedono l’alba
Ho esorcizzato la paura delle cene mondane
in cui mangiarsi vivi al primo sangue
dei fallimenti prelibati
Ho confessato la fame
di solitudine che non capivo
al ragazzino dagli occhi pesti
d’adolescenza, che non sapeva
non poteva sapere

Sì, credevo
di avere un sogno
e invece
il sogno ero io

Ora mi raccolgo, quanta fatica
per nulla, la vita aspettava
dietro e io davanti, coglione
credevo di rincorrerla
Il silenzio è sempre stato
una moneta difficile da spendere
ma ora è qui, mi toglie il respiro
e lo libera intorno
Paradossalmente
adesso che non ti cerco
mi cadi fra le mani
languida, e io libero
di accarezzarti, ridere
fino all’alba tersa
di questi ultimi giorni
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