Re: Fuori fiorire

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Il fascino della Poesia consiste nel fatto che ci permette di avere a che fare con l'indicibile. Attraverso le parole si riesce, a volte, a compiere un avvicinamento al mistero del mondo. Ma è un'alchimia complessa, delicatissima. Se dentro pulsa un'urgenza, è ottima cosa: ma il rischio, in quel caso, è di illuminare in modo eccessivo il dolore. Lo considero controproducente. Il rischio contrario è di trattenere l'emozione finché non si spegne. Controproducente anche questo, ai fini della Poesia.
Quando, invece, il linguaggio è usato come qui nel tuo testo, allora il senso nascosto si coagula attorno alle parole, scelte con cura una a una, e si crea un reticolo solido e lucente da cui il significato balza agli occhi e al cuore pur nella totale assenza di denotazione.
L'io lirico, nei primi tre versi, delinea una situazione personale di fragilità, forse di malattia, resa più ambigua dall'anomala presenza della preposizione "per", la quale potrebbe alludere sia a un complemento di moto attraverso un luogo sia a un complemento di tempo continuato e che amplifica, per questa sua ambiguità, la possibilità di una malattia mentale; negli ultimi tre versi, introdotti da una turgida congiunzione avversativa, l'io lirico si rivolge a un interlocutore, e la visione angusta di prima lascia il posto a orizzonti vasti.
La donna è consapevole di essere "per metà non vista", ma altrettanto certa di essere "luce" per l'interlocutore, e molto più di questo: lei sa di essere "sentita in ogni poro": un modo per rivelare al destinatario, vale a dire a noi che leggiamo, la vertiginosa profondità (o altezza?) che può raggiungere l'amore.
Secondo me, @Ton, è un testo molto riuscito. Se dovessi tradurre in immagine le tue parole, esse avrebbero l'aspetto di una donna seduta, vestita di bianco lucente, sola, in uno spazio vuoto. L'interlocutore cui si rivolge non è lì con lei, ma protetto nei suoi vertiginosi ricordi.
Un saluto, e grazie.
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Re: Fuori fiorire

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Sono per metà non vista,
a me stessa, la mia pelle
un ripararsi per di ognuno.
Ma per te, la luce.
Oltre lo sguardo,
mi senti, in ogni poro.

@Ton Ciao, la poesia è enigmatica, induce a più letture perché si colga il senso. Però s'intuisce che sotto nasconde un significato interessante, che c'è del pensiero. Proviamo a delucidarlo insieme.
Il verso "sono per metà non vista" fa subito pensare a una persone che non riesce a farsi apprezzare pienamente dagli altri. O forse (qui ci metto dal mio) che si sente nascosta rispetto a un ente metafisico. Questa sensazione è subito smentita dal verso successivo, ma rimane ad aleggiare nell'aria (almeno, al mio modo di leggere.) A quanto pare, la protagonista della poesia non è evidente a sé stessa. Questo è qualcosa di molto vero, di molte comune. Quante volte ci rendiamo conto che i nostri comportamenti, il nostro modo d'essere, non è chiaro a noi stessi, e qualcun altro lo deve evidenziare? Spesso ci facciamo castelli in aria sulle nostre doti o, al contrario, pensiamo di essere peggio di quanto siamo in realtà. E' sempre l'altro a dirci il vero. A rimetterci in carreggiata, a volte. Poi arriva il verso centrale della poesia, e non solo da un punto di vista spaziale:
"un ripararsi per di ognuno." Questo verso colpisce perché crea come un cortocircuito fra la prima e la seconda interpretazione che ti ho posto. A un tempo nasconde e scopre. Bello.
I tre versi finali (che potrebbero essere uno solo, o anche non esserci) introducono la persona che introduce chiarezza, tanto al componimento quanto al percorso di pensiero della protagonista di questa poesia. Non sappiamo chi sia questa persona. Noi tutti, in fondo, ci sentiamo così. In cerca di risposta dall'altro. Qui, abbiamo un felice lieto fine, che risolve le inquietudini iniziali, senza cancellarle. In questo, il componimento tocca delle note di universalità.
Da quando leggo, sei nuovo alla scrittura di poesie. Anch'io lo sono, perciò il mio giudizio vale quel che vale. Anzi, mi se forse ho tracimato, con la mia interpretazione forse eccessiva, da verboso laureato in filosofia. Comunque ti invito a scrivere e condividere ancora, questa mi ha colpito molto. Se posso fare una critica, devo dire che si sente una nota d'ingenuità. Non è neanche una vera e propria critica, anzi la freschezza degli esordi andrebbe preservata, ma via via diventarai più esperto. A presto.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Fuori fiorire

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Ciao, Ton. Ho letto qualche poesia per entrare in confidenza con l'Officina, e ho deciso di commentare la tua nella maniera più istintiva possibile perché ha immediatamente acceso in me nuovi occhi. Trovo originale l'essere "per metà non vista" , la parte di noi che è sconosciuta agli altri che al verso successivo diventa sconosciuta a noi stessi, che vogliamo -forse inconsapevolmente- preservare. Poi, l'esteriorità, l'apparenza, la pelle, che lasciamo abusare a chi si presenti "per" e offriamo a tutti "di ognuno". Io interpreto così il gioco delle preposizioni che mi è piaciuto. Infine, l'esclusività dell'amore, l'essere luce per chi ci ama e chi sentiamo di amare e che ci sente senza mediazioni nella carne e nell'anima.
Anch'io la trovo ben riuscita.
Complimenti, alla prossima.
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