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[CC25] Partita a tre

Posted: Sun Mar 09, 2025 1:18 am
by Sienna
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Traccia: "La riunione decisiva per il futuro dell'azienda sta per iniziare, ma il posto del CEO è vuoto. Nessuno ha sue notizie."

Boa: Penna con scossa.


Il giorno prima
«Stefano, sei certo che non sarà una mossa azzardata?»
«Sì, nonno. Siamo notevolmente cresciuti, e abbiamo bisogno di un sistema di distribuzione più adeguato. La Rinaldi Autotrasporti probabilmente chiuderà entro la fine dell'anno licenziando un centinaio di persone, oltre la perdita nell'indotto. L'azienda era sana, ha solo perso il momento per diversificare il suo potenziale, e non si è ripresa. L'acquisizione del loro know-how e del personale ci consentirebbe un'operatività immediata e competente.
«Carli e Martini sono ancora contrari?»
«Purtroppo sì, anche se per motivi diversi. Sono agitati e nervosi perché come Direttore Operativo e delle Risorse Umane non hanno voce sulle decisioni del Cda, ma ne subiranno ovviamente le conseguenze. Carli preferirebbe progettare una logistica di distribuzione inter nos sotto il suo controllo, e Martini insiste che non abbiamo bisogno di almeno il 50% del personale della Rinaldi. Posizioni che non possiamo sostenere. Abbiamo avuto anche ieri una piccola discussione, e so che hanno tentato di portare Riccardo dalla loro parte.
«Pensi di negoziare con un'offerta al ribasso?»
«Assolutamente no. Non vogliamo solo dei subalterni, a noi occorrono collaboratori attivi e motivati. Inoltre Layla non mi permetterebbe mai di fare una cosa del genere.» Stefano sorrise, pensando che Layla poteva anche apparire come una bambolina, 
poi tirava fuori gli artigli ed eri fritto.
«Quella ragazza ti piace, vero?»
«Beh, sì. Quando l'hai fatta venire qui dagli Stati Uniti avevo qualche dubbio. Invece ha cervello e sa fare maledettamente bene il suo lavoro.»
Il presidente della CantiniPel attivò l'interfono: «Melissa, saresti così gentile da portarci due caffè?»
«Certo Paolo.»
«Hai intenzione di fare qualcosa, o pensi di continuare a guardarla da lontano?»
«Ci sto pensando nonno, ma lei non mi dà segnali abbastanza per buttarmi senza rovinare tutto.»
«Devi considerare anche la sua situazione: essere la mamma single di un bambino di due anni probabilmente è un deterrente, o magari pensa che lo sia per gli altri.»
Un leggero bussare anticipò l'ingresso dell'assistente personale di Paolo Cantini, nonché zia acquisita di Stefano: il secondogenito di Paolo era morto diversi anni prima.
«Grazie Melissa. A proposito Stefano, Riccardo è ancora indeciso?»
«Direi che è cauto: come te, teme di fare un passo troppo lungo, ma spero di convincerlo definitivamente con dati e cifre alla mano. D'altra parte lo abbiamo messo di buon grado nel Cda proprio perché faccia da freno alle mie innovazioni, no?» Un sorriso di simpatia affiorò sulle labbra di Stefano, pensando all'anziano contabile che era, con il nonno, un'icona dell'azienda. 
«Melissa, ti dispiacerebbe andare a prendere quella cosa?»
Melissa raccolse le tazze sorridendo al cognato. «Vado.»
Tornò con l'astuccio di un noto orafo veneziano che porse a Paolo.
«Sai che ho intenzione di approfittare della fusione per ritirarmi dalla presidenza dell'azienda: vorrei passare gli ultimi anni a prendermi cura di tua nonna, che ha dovuto condividermi con il lavoro per tutta la vita. Non sapevo se sarei stato ancora in carica a Pasqua o a Natale, perciò mi sono anticipato con un regalo di Carnevale.»
Stefano aprì perplesso l'astuccio che gli aveva messo in mano il nonno. La penna era in metallo color antracite, il marchio della CantiniPel racchiudeva una S in minuscole pietre preziose. Stefano la prese, e istintivamente fece pressione sul meccanismo a scatto, sobbalzando dalla sorpresa per la scossa elettrica ricevuta. Paolo rideva divertito, mentre lui quasi lasciava cadere la penna.
«Nonno! Che cavolo!»
«Volevo una cosa che vi rimanesse come un bel ricordo di questo vecchio pazzo, ma non vi facesse perdere di vista il fatto che la vita non è solo impegno e lavoro, ma ha bisogno anche un sano momento per ridere e scherzare... Ho già messo quelle di Layla e Riccardo sulle loro scrivanie con un biglietto, ma a te volevo darla di persona. Promettetemi solo di usarle con cognizione, e in tutte le loro funzionalità, se occorre.» Paolo Contini scoppiò a ridere di nuovo immaginando il suo impeccabile CdA che faceva saltare sulle poltrone qualche rappresentante di aziende concorrenti o fornitrici.
A casa, Stefano osservò di nuovo con affetto la penna. Forse un po' kitsch per i suoi canoni, e anche piuttosto pesante: pensò alle mani snelle e agili di Layla che si sarebbero stancate presto se avesse dovuto usarla a lungo. Strano però: la tendenza con le moderne leghe era ottimizzare leggerezza e consistenza, e una penna di quel genere era tutt'altro che pratica. Istintivamente svitò la penna per capire se il meccanismo interno che produceva la scossa, o forse la batteria, erano la causa di quel peso eccessivo. 
Non lo erano.
Rimase immobile a osservare sconvolto ciò che spuntava dalla metà della penna aperta. Il suo passato di Operatore EOD gli urlava nella testa #PERICOLO#. Si procurò pinzette, occhiali, mascherina e guanti di lattice. Lentamente cercò di estrarre anche l'altra metà dei circuiti dall'involucro, trovando la resistenza di due piccoli fili elettrici, che recise. Individuò un sensore di calore collegato a un micro contenitore grande come una capsula medicinale. Un'altra capsula simile era poco distante, collegata a un minuscolo timer. Non aveva strumenti per determinare l'esatto funzionamento, ma di certo non era uno scherzo di Carnevale.
Layla e Riccardo! Anche le loro penne erano state manomesse? Forse Riccardo... No, assolutamente no.
Prese il telefono e fece il primo numero.
«Riccardo, sono Stefano.... Hai la penna che ci ha regalato il nonno?... Sì, ascoltami bene. Non.Toccarla. Anzi, per precauzione mettila fuori dalla finestra... No, non ho tempo di spiegarti, devo avvisare Layla... Ti richiamo appena posso...»
La risposta alla seconda telefonata lo raggelò:
«Il numero da lei chiamato non è al momento ragg...»
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Layla non abitava lontano, Stefano prese al volo le chiavi della BMW e corse come mai in vita sua.
Layla avrebbe voluto ringraziare il nonno, ma era già uscito.
Lui aveva insistito che lo chiamasse così, ma non era davvero suo nonno: il figlio minore di Paolo aveva sposato sua madre quando Layla aveva già 10 anni. A San Francisco lei aveva un buon posto in una azienda Import-Export, e quando Paolo Cantini, un anno e mezzo prima, le aveva offerto di entrare nel CdA della sua azienda in Italia, era rimasta perplessa. Le aveva detto che l'azienda doveva rimanere in famiglia, e che lei, con il suo curriculum e le sue capacità, erano esattamente quello di cui c'era bisogno. 
«Paolo, ti ricordi che sono single con un bambino piccolo?» Davvero non voleva mettere la famiglia pubblicamente in imbarazzo.
«Ah... Troppo piccolo per salire in aereo?»
Erano scoppiati a ridere tutti e due e lei aveva promesso che ci avrebbe pensato seriamente.
Due mesi dopo, era partita per l'Italia. Un cambio radicale, ma l'Italia era bellissima... e poi c'era Stefano: lo aveva visto spesso alle riunioni di famiglia, e gli era rimasto impresso come può farlo una cotta adolescenziale: solo che adesso aveva trent'anni e un figlio, e aveva pensato che probabilmente, stando a contatto con lui, quell'infatuazione sarebbe svanita.
Purtroppo non era andata così. Niente affatto.
Sospirando entrò mestamente in casa: Kevin dormiva nel suo lettino, e quando la tata se ne fu andata, corse a fare una doccia e cambiarsi, prima che il piccolo si svegliasse per la cena.
Stava finendo di rivestirsi, quando sentì Kevin: «Butta!» stump «Butta!» stump stump. Si precipitò a vedere cosa erano quei colpi e trovò Kevin che infieriva con uno dei suoi cubi delle costruzioni sulla penna del nonno. Non fece in tempo a fermare l'ultimo colpo che ne fece saltare una metà sotto al tavolo.
«Kevin, fermati e dammi il cubo. Perché hai rotto la penna?»
Il bambino la guardò inquieto stringendo le labbra, poi indicò la penna «Butta! Mae Kein!»
«La penna è brutta e ha fatto male a Kevin?» Il piccolo fece ripetutamente sì con la testa. Layla guardò meglio la scena e notò la sua borsa a terra con tutto sparpagliato intorno. Kevin l'aveva tirata giù dal mobile dove era appoggiata, poi probabilmente era stato attratto dalla penna, una di quelle che davano una piccola scossa, ed era riuscito ad attivarla, spaventandosi. Lo tranquillizzò e lo mise sul divano mentre raccoglieva tutto. Per ultima raccolse la penna, e si accinse a cercare di rimetterla insieme.
Stefano fece due a due le scale che portavano alla porta di Layla e suonò ripetutamente il campanello, ma non poteva aspettare: «Layla! Layla! Rispondi! Mi senti?» Pochi secondi gli parvero una vita, appoggiò angosciato la fronte al muro. Era arrivato tardi?
Stefano? Layla aveva sentito la sua voce alterata, e quando aprì la porta se lo trovò davanti un po' pallido e scarmigliato. Wow, gli stavano bene i capelli scuri così selvaggi, in azienda erano sempre ben pettinati all'indietro, così lo ringiovanivano di 10 anni. Si riscosse dai suoi vaneggiamenti.
«Stavo preparando la cena a Kev...» Lui era alto quasi 1,90, lei era poco più di 1,60. Quando la afferrò per la vita sollevandola e stritolandosela al petto, a Layla sembrò di volare. Quando le sussurrò con il volto nascosto fra i suoi capelli «Dio! Sei viva...» Le sembrò di essere in paradiso. Quando la baciò con furia, pensò che alla fine poteva morire lì, e adesso, se non ci fosse stato Kevin...
Kevin!
Si staccò a fatica da quella bocca e scivolò a terra guardandosi intorno guardinga: Kevin li stava osservando con aria curiosa «Tefao?»
«Sì, tesoro, è Stefano, che adesso ci darà una spiegazione, possibilmente logica, di tutto questo.»
Stefano le rivolse uno sguardo cupo. «Alcune spiegazioni le gestiremo in privato, prima purtroppo ci sono cose più urgenti: la penna che ti ha regalato il nonno dov'è? Perché non rispondevi al telefono?»
Layla arrossì violentemente pensando alla penna. Il telefono? Non lo aveva raccolto con le altre cose, è vero, forse era finito sotto qualche mobile.
Si schiarì la voce «Ecco... Kevin ha fatto cadere la mia borsa sparpagliando tutto. Il telefono sarà scivolato da qualche parte. E la penna... Mi dispiace, ma Kevin deve averci preso la scossa, e ci ha sbattuto sopra un cubo di legno delle sue costruzioni, così si è aperta in due...»
Stefano si appoggiò al muro pallidissimo. «Quello che c'era dentro si è rotto? L'avete toccato?» Aveva la voce roca e Layla non capiva.
«No, la penna si è aperta con l'ultimo colpo di Kevin, poi gli ho tolto l'arma dalle mani.» Fece un sorrisino contrito. «E quando ho tirato fuori il meccanismo della scossa con le pinze sono stata attenta a non romperlo, ma si sono staccati due fili e...»
«Quando lo hai tirato fuori con le... Oddio!»
«Lasciami finire, accidenti! Ti ho detto che sono stata attenta a non romperlo, ma poi... l'ho appoggiato sul pavimento e Kevin, ancora arrabbiato con la penna, gli ha dato un calcio ed è finito sotto la poltrona. E' ancora lì.»
«Sei davvero sicura che non fosse danneggiato e di non averlo toccato a mani nude?»
«Sicura. Ma perché?»
«Fammelo vedere.»
Layla si avviò, seguita da Stefano. «Ecco. E' ancora qua sotto.»
Stefano trascinò avanti la poltrona: sul pavimento, più lontana, c'era la batteria del cellulare; il telefono era appoggiato al muro, accanto al meccanismo estratto dalla penna, e nel punto in cui erano a contatto, risultava praticamente liquefatto. Il meccanismo invece era quasi completamente ridotto in polvere: tutti e due i processi progredivano a vista d'occhio e Stefano si affrettò a fare qualche foto con il cellulare.
«Cosa significa questo?» Fu solo un mormorio sconvolto che uscì dalla bocca di Layla, incapace staccare gli occhi da quella scena.
«Qualcuno ha manomesso le penne.»
«Non penserai che il nonno...!»
«No, naturalmente. E ho già avvisato Riccardo di tenerla lontana. Non ero sicuro se rilasciasse un liquido o un gas. Poi ho chiamato te, e non eri raggiungibile.» Si passò una mano tra i capelli. «Ho guidato come un pazzo immaginando tutti gli scenari che potevo trovare qui. Io...»
Layla si avvicinò e, appoggiandosi a lui, lo baciò su una guancia. «Grazie... ne dovremo parlare con calma: finisco di sistemare Kevin e lo metto a letto.»
«Layla, ti dispiace se faccio venire qui un amico dei Carabinieri?»
«Ovviamente no. E dovremo anche studiare un piano.
*****
Oggi
La riunione decisiva per il futuro dell'azienda sta per iniziare, ma il posto del CEO è vuoto. Nessuno ha sue notizie.
Paolo, Layla e Riccardo sono ai loro posti, insieme a Melissa, in qualità di segretaria. Fuori la vetrata, Carli e Martini vanno avanti e indietro parlottando nervosamente. Paolo, preoccupato, cerca di contattare Stefano, senza riuscirci. Dopo dieci minuti prova a chiamarlo Riccardo, ma il cellulare risulta irraggiungibile. Paolo telefona allora alla guardia giurata che sorveglia la portineria del condominio dove vive Stefano: 
«Sono Paolo Cantini, mio nipote è già uscito questa mattina?»
«Aspetti, controllo... Mi dispiace, signore, risulta che il signor Stefano sia uscito ieri sera prima di cena e non sia rientrato.»
«Paolo...» Melissa cerca di rasserenare suo cognato. «Se è uscito ieri sera e non è rientrato stanotte, magari potrebbe essere con una donna.»
«Stefano non si comporterebbe così.»
«E' vero nonno, ma è inutile stare qui ad aspettare: chiudiamo questa riunione e vediamo di capire dov'è.»
«Ma per la riunione può essere nominato un altro Presidente pro tempore...»
«E' vero Melissa, ma il CdA può comunque decidere all'unanimità di annullarla, se non è presente il CEO. Nonno, Riccardo, siete d'accordo?»
Ai cenni di assenso degli altri due membri, Layla prende un foglio di carta bollata dalla sua valigetta. «Redigo il verbale, fate entrare Carli e Martini, visto che sono lì fuori, faranno da testimoni.»
Tuffa ancora le mani nella valigetta, attende che tutti siano presenti, poi tira fuori la sua nuova penna.
Inizia a scrivere, ma nessun segno appare sul foglio. Prova più volte. «Nonno, cos'è? Uno scherzo nello scherzo?»
Paolo la guarda e si stringe nelle spalle, preoccupato solo di cosa sia successo a Stefano.
«E va bene, vediamo cos'ha questa penna!» Layla inizia a svitarla quando un grido risuona nella stanza.
«NO! Ferma! Non puoi aprirla!»
E' Melissa che balza in piedi e guarda la penna con occhi sgranati.
Layla la osserva cupa. «Perché no? Vuoi provarla prima tu?»
«Sì, signora Cantini, ci illustri cortesemente perché non si debba aprire quella penna.»
La voce appartiene a uno dei tre Carabinieri che fanno il loro ingresso accompagnati da Stefano, che si reca prima a rassicurare il nonno, poi scivola al fianco di Layla.
Melissa fissa lo sguardo su loro due, mentre grottescamente diverse espressioni appaiono e scompaiono sul suo volto. Rimane, alla fine, con il solito amabile volto sorridente, ma la voce in falsetto che esce dalle sue labbra mette i brividi.
«Credevo oramai che fossi morto, Stefano, non è stato carino riapparire così! E tu,» rivolgendosi a Layla, «Contavo che non avresti resistito a provare la penna ieri sera. Perché sapete,» rivolgendosi affabilmente ai Carabinieri, «Loro non dovrebbero essere qui. E' tutta una ignobile truffa. Dovevo essere io l'Amministratore Delegato, sono la moglie di uno dei fondatori. E lei non dovrebbe essere qui, perché non è una Cantini. Io sono una Cantini, lei ha usurpato l'altro posto che mi spettava di diritto. Quindi non c'era altro da fare: via i denti, via il dolore, si dice così, vero?»
Il Carabiniere che aveva parlato prima lancia uno sguardo pietoso ai presenti e sospira.
«Sì, signora Cantini, si dice così. Adesso la prego di venire con noi, sistemeremo questo increscioso imbroglio, vuole?»
Avviandosi, Melissa sorride compiaciuta. «Naturalmente, Comandante. Li querelerò tutti.»
Nella stanza cala un silenzio pieno di turbamento; ognuno che segue un suo pensiero su quell'epilogo disarmante. Paolo, più di tutti, si sente oppresso e stanco. Posa gli occhi sulle mani intrecciate del suo Stefano e di Layla, e un po' di serenità rischiara quella triste giornata: in fondo è dal buio che nascono le stelle.

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Sun Mar 09, 2025 4:38 pm
by Poeta Zaza
@Sienna   :o

per essere una "aspirante autrice alle primissime armi" la tua "penna" mi ha colpito eccome!  (y)

Hai tirato su un bel noir nel mondo delle grandi aziende, sui rapporti tra soci familiari, invidie e serpi in seno comprese, E un lieto fine con retrogusto amaro.

Forse un po' troppo frettolosa la spiegazione del colpo di scena finale. Inoltre, se la colpevole è pazza, come si evince qui:
Sienna wrote: Sun Mar 09, 2025 1:18 am«Naturalmente, Comandante. Li querelerò tutti.»
come avrebbe potuto avere le competenze per predisporre quei tre diabolici meccanismi?

Brava e benvenuta nel mondo dei Contest di CdM!  :libro:

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Sun Mar 09, 2025 6:06 pm
by @Monica
Ciao @Sienna, bentrovata!

Racconto (o sinossi di un romanzo?) molto denso. Ci sono personaggi e storie che s’intrecciano in una girandola di informazioni e situazioni.
Si notano una bella penna, una fantasia ricca, e la passione per la scrittura.
Per essere un racconto breve ci sono molti personaggi quindi è quasi impossibile riuscire a dare profondità e spessore a ciascuno. Tanti nomi da tenere a mente (a volte cognomi) dialoghi che spesso contengono informazioni (infodump) messe lì per il lettore ma che tendono, in generale, a essere poco naturali. La trama, ignegnosa, s’intravede nel fitto della boscaglia e , a mio parere, necessiterebbe di un bello sfrondamento. La chiusa finale con la frase “cliché” è da rivedere.
Tutto ciò per dirti che più che con tutti gli elementi messi in campo avresti materiale per scrivere un romanzo! 
A rileggerci!  :sss:

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Sun Mar 09, 2025 6:44 pm
by Sienna
@Poeta Zaza 
I 5000 caratteri che ho dovuto tagliare contenevano come Melissa si era procurata le penne e come funzionavano  :facepalm:


@Monica 
I personaggi erano in effetti 4, ovvero Stefano, Layla, il colpevole e al limite il nonno, che mi serviva da collante. Ho dovuto inserire Riccardo perchè un CdA di due persone non era credibile, e i due Direttori per confondere leggermente l'attenzione sul colpevole, anche se non ho rimarcato troppo .

Mi piacerebbe approfondire questa tua analisi, ma non sono ancora molto pratica qui, e non so se è la sede adatta.
Per il finale... lo so, quando arrivo a chiudere spesso sono davvero terribile  :P

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Wed Mar 12, 2025 9:39 am
by Almissima
Un racconto molto affollato che dalle prime battute vuole essere decisamente di più ampio respiro, come tu stessa hai sottolineato.
Ho trovato i dialoghi molto ben scritti anche se abbondanti.
Però nella trama una cosa non mi è parsa particolarmente credibile: il nonno che vuole fare uno scherzo con le penne elettrizzanti. In qualche modo queste penne entrano in scena in maniera troppo forzata per i miei gusti.
Nel complesso, per quanto i personaggi siano ben delineati, Melissa mi risulta un po'monca (e la spiegazione l'hai data).
Mi sarebbe piaciuto più lungo, più dettagliato, ma capisco che le battute ti hanno strozzato un po'.

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Wed Mar 12, 2025 9:02 pm
by aladicorvo
Ciao @Sienna e  benvenuta!
Una storia bella davvero, insaporita da intrighi e complotti aziendali che, come ti hanno già fatto notare, troverebbe la sua dimensione in quattrocento pagine corpo undici.
Ma andarci pesante di forbici senza averne chiaro il criterio farebbe più danni che altro.
Piuttosto ripenserei a un paio di cose
Il disegno dei personaggi, per esempio, che usi perché servono a mandare avanti la storia. 
Secondo me invece dovrebbe essere il contrario. È la storia che scaturisce dai loro modi di essere, di sentire e dunque dai loro comportamenti.
Non serve conoscere tutte le dinamiche aziendali, serve sapere come le vivono. E per fare questo non è necessario riferire, ma dire. Toni di voci, andature, gesti e modi di fare. Poche parole che possono fare la differenza.
Il dialogo iniziale. Nonno e nipote. Si sono detti un mucchio di cose, tutte indispensabili ad apparecchiare la storia, ma non li ho visti, non li ho sentiti. Non so chi siano né che rapporto abbiano davvero. Eppure Paolo Cantini è uno speciale, un vecchio imprenditore che ha costruito un impero e si diverte a fare scherzi del cavolo, non è cosa da poco.
Melissa, personaggio decisivo e hai fatto bene a svelarla solo alla fine. Ma prima? Se la volevi opaca doveva esserlo di più, ogni suo gesto doveva raccontarci l’ombra in cui si nascondeva e che pure la corrodeva da dentro.
E poi Riccardo, Layla, chi sono? Per conoscerli non basta sapere cosa hanno fatto prima di entrare in scena, devo vederne il segno che gli ha lasciato addosso.
E qui mi fermo, cara Sienna, non vorrei ritrovarmi anche io una penna regalo  :s

Re: [CC25] Partita a tre

Posted: Wed Mar 12, 2025 11:00 pm
by Sienna
@aladicorvo 
:lol: Ma figurati! Anche perché in linea generale sono perfettamente d'accordo con te :)
  wrote:E per fare questo non è necessario riferire, ma dire. Toni di voci, andature, gesti e modi di fare.
Show, don't tell. Che purtroppo, mi porta generalmente a scrivere testi ancora più lunghi: il "raccontare", che sia fatto in terza persona o tramite dialoghi che "spiegano" cose, (lo so che non sono il massimo), mi permetteva di rientrare (a fatica) nei caratteri consentiti.
L'esempio è proprio Melissa, che in effetti era nata "opaca", ma il comportamento da "opaca" l'ho dovuto tagliare, lasciandola solo tranquilla-sorridente-disponibile  :(

@Almissima 
  wrote:il nonno che vuole fare uno scherzo con le penne elettrizzanti. In qualche modo queste penne entrano in scena in maniera troppo forzata per i miei gusti.
Beh, il nonno non regala le penne per fare uno scherzo: le penne sono principalmente un costoso regalo di addio. Il fatto che abbiano anche "la scossa" è spiegato dallo stesso nonno: un uomo che sente di aver trascurato un po' la famiglia per l'azienda, e auspica che i suoi successori non facciano lo stesso errore, donando un oggetto che sia al tempo stesso strumento di lavoro e promemoria che esiste anche altro...


In ogni caso, Grazie, ho avuto delle conferme che cercherò di approfondire (y)