[MI176] Casalinghitudine
Posted: Wed Jun 21, 2023 10:28 pm
Traccia n. 3 - il vaso di Pandora
„Ma tu l’hai letto?“
„Cosa? “rispondo a Lina mentre palpo le zucchine.
“Casalinghitudine. Sai, quel nuovo libro di quella tizia americana che non si sa chi sia.”
“Tu dici quello scandaloso?”
“Scandaloso è dire poco.”
Passo a scegliere i finocchi che al forno assieme al salmone mi piacciono parecchio.
Lina prosegue abbassando la voce. “Sai, l’ho letto tutto.”
Lo dice come se avesse affrontato il decamerone.
“L’ho letto di nascosto non volevo che i ragazzi vedessero che la mamma legge cose di quel genere.”
Questi datterini sono fantastici per il pranzo di domani.
“E quindi?” la incalzo.
“Quindi cosa?” risponde un po’ piccata.
“Ti è piaciuto oppure no?” chiedo mentre davanti al frigo del pollame scelgo le coscette di pollo. Stasera le faccio al forno con le patate, così quando la famiglia torna a casa la cena è pronta. Stasera esco e li ho già avvisati.
“Si, molto. Devo ammettere che è anche eccitante.”
Guardo Lina con più attenzione.
“In che senso?”
Torno indietro, ho dimenticato l’insalata e le pere.
Lina mi segue come un barboncino senza smettere di parlare.
“Allora, ti dirò, questa Ronda Wanslow usa un linguaggio molto esplicito. Scrive proprio cazzo, fica e culo, ma li combina con certe situazioni che proprio si capisce che non poteva dire diversamente. E mi sono venute le caldane a leggere quelle. Devi leggerlo assolutamente, ti cambia la vita.”
“Addirittura?” scelgo due baguette senza aggiungere altro, ormai Lina è partita e mi racconterà tutto per filo e per segno.
“Guarda, lei descrive tutto nel minimo dettaglio, a certe cose nemmeno ci credevo e sono andata a controllare di persona. Nel senso che mi sono toccata lì dove lei scrive che il piacere è maggiore. Non solo, alcune cose le ho anche provate con Franco…”
La spesa è finita, ma il discorso si fa interessante.
“Spiegami bene, che non ho capito.”
“Casalinghitudine parla di questa donna che lavora dalla mattina alla sera, tutto un trantran e un’abitudine, fino a quando non conosce un tizio che la guarda come una donna. Lei non vuole lasciare la famiglia, ma lui la introduce ai piaceri del sesso. Non ti dico come descrive quelle scene, da brividi davvero. Comunque, grazie a lui, lei si rende conto di essere potente, non le basta più un uomo, ne vuole tanti e vuole vedere fin dove riesce a spingersi. Contemporaneamente deve fare tutto di nascosto dai figli e dal marito, dai vicini e dai colleghi di lavoro, deve mantenere la sua immagine di donna noiosa e poco appariscente. Però giorno dopo giorno la sua realtà le va stretta, questi uomini che frequenta non fanno solo l’amore con lei, le raccontano anche cose che le fanno capire che c’è una vita che vale la pena di essere vissuta, che l’amore non è quella cosa tradizionale che ci hanno inculcato, piena di possesso e gelosia. Scopre anche di non volere più una relazione a due, vuole una coppia aperta. Il marito, che non ha capito niente, non vuole separarsi. Allora lei decide di farsi beccare, così lui la lascia per orgoglio e lei può fare la propria vita. Addirittura, cambia lavoro alla fine, perché è davvero tanto sicura di sé, finalmente basta a sé stessa e può fare quello che vuole.”
“Ma cos’è un manifesto femminista? Avevo letto una recensione che diceva che è un romanzetto d’amore arricchito di scene pornografiche per vendere di più.”
“Ma no, Michela, guarda, è un po’ porno, però ti fa anche pensare. Per dire, io mi sono chiesta perché mi scandalizzavo quando lei ultracinquantenne si porta a letto un ragazzo di scarsi trent’anni, che poteva essere suo figlio; però poi con i vari Berlusconi e Briatore basta che siano maggiorenni. E poi diciamocelo, prova tu ad andare dal parrucchiere a dire che ti piacciono gli uomini, tanti e diversi. Lì al momento tutte a fare le gallinelle entusiaste, ma poi ti chiedi perché non ti salutano più e ti fanno passare per quella un po’ zoccola. Gli uomini no però, più ne hanno e più giovani sono, più fanno bella figura.”
Abbiamo messo la spesa in macchina. Lina si mette al volante, ma ormai è inarrestabile e continua a parlare.
“Qui non ci sente nessuno e te lo posso dire. Ma sai quante cose si possono fare a letto? Ne ho lette di tutti i colori in quel libro, addirittura la protagonista lo prende nel, cioè, com’è che si dice, si fa sodomizzare. Ma lo descrive così bene, che quasi quasi ti verrebbe voglia di provare anche tu. Ho provato a toccare l’argomento con Franco, ma mi sa che non ha capito.” Sospira con fare deluso.
“Fagli leggere il libro, magari ci arriva. Mi pare che ti sia piaciuto così tanto, che vuoi provare tutto?”
“Si, Michela, davvero, questo libro trasmette così tanta voglia di vivere, di libertà, che le voglio provare anch’io. Non voglio tradire Franco, ma se anche lui mi prendesse sul bancone della cucina o mi sorprendesse da sotto il tavolo, certo non mi rifiuterei. Se vuoi te lo presto, così magari anche tu e Paolo.”
“Grazie, Lina, ma non è il caso. Poi sai come la pensa Paolo su certe cose, e non ho nemmeno il tempo di leggere in questo periodo.”
“Michela, lasciatelo dire, proprio tu che scrivi i racconti per la rivista della parrocchia, stasera guarda la TV: Ronda Wanslow sarà in collegamento diretto durante Che sera che è! Casalinghitudine è diventato un caso letterario, adesso poi che ha venduto anche i diritti per il film, non può più fare finta di niente. Tutti vogliono sapere chi sia, se tutte quelle cose le ha fatte anche lei per descriverle così bene.”
Mi aiuta a portare la spesa in casa. Lina è una vera amica, di quelle a cui si racconta tutto, ma oggi mento anche a lei.
“Scusa Lina, ma adesso devo preparare cena che stasera ho la pizzata con la contabilità.”
“Però, Michela la cena se la potrebbero anche preparare per una volta. Dai ti do una mano a sbucciare le patate.”
In fono sono grata che lei sia qui, non ho tanta voglia di stare da sola coi miei pensieri inquinati da Ronda Wanslow.
“Allora cosa ti metti stasera?”
“Il solito: gonna, camicetta e golfino se fa freddo. Tanto siamo al chiuso.”
“Vabbè sei la solita, almeno mettiti la camicetta verde acqua, quella che ti ho regalato che ti fa così bella. Dovresti davvero leggere Casalinghitudine, capiresti quanto è importante sentirsi belle e desiderabile.”
“Si, si non ti preoccupare, Lina”
“Dai, vai a prepararti, metto in forno io finché ti cambi, perché mi sa che sei in ritardo.”
È vero, sono in ritardo come quando non voglio fare le cose. È un ritardo piccolo, recuperabile, ma è lì come una via di scampo. Ci penso mentre abbottono la camicetta e la liscio sui fianchi.
“Michela, sei bellissima, quelli della contabilità sbaglieranno i conti per una settimana a vederti così: semplice, ma bella”
Mi scappa da ridere, solo un’amica come Lina può dire una cosa del genere, solo un’amica che ti vuole bene.
“Sai, cosa dice ancora la Wanslow? Dice che siamo tutte belle. Nessun uomo si preoccupa della sua pancetta, della calvizie, del sorriso un po’ storto, a noi piacciono così, con qualche difetto; e allora anche noi dobbiamo volerci bene con i nostri difetti, perché siamo sempre bellissime, perché siamo donne vere che hanno vissuto.”
Ci salutiamo, lei si affretta a casa per non perdere la Wanslow e io vado al Grand Hotel. Un lieve senso di colpa mi accompagna mentre supero la pizzeria, attraverso la hall a testa alta come se non volessi ancora ammettere il motivo per cui mi trovo lì.
L’indice affonda nel cinque e l’ascensore sale morbido.
La terza porta a sinistra, suite 508.
Farei ancora in tempo a girare i tacchi, ma la porta si apre come se fossi attesa.
“Prego, signora”
Un uomo mi fa accomodare su una poltrona. Immediatamente compare una donna, ritocca i miei capelli, mi passa delle polveri sul viso. Mi fisso allo specchio. Va bene. Non ha esagerato, sono ancora io, quella che stende la biancheria alle due di notte perché si è dimenticata la lavatrice.
Torna l’uomo gentile, mi accompagna nel vero salotto della suite.
Telecamera e schermo gigante sono pronti.
Mi siedo, controllo che il cellulare sia silenziato e lo appoggio sul tavolino di fianco ad auricolare e microfono.
“Le serve qualcosa, signora, prima che si inizino i giochi? Si sente a suo agio? Ci saremo solo noi e l’operatore come da lei richiesto. Indossi per cortesia auricolare e microfono, a breve si parte con lo spettacolo.” Me lo dice strizzando l’occhio con fare malizioso e non riesce a levarmi gli occhi di dosso. Lo capisco, ci eravamo accordati via mail con il mio indirizzo fasullo, avevo posto tutta una serie di condizioni altrimenti l’incontro sarebbe saltato.
Adesso manca un minuto, una donna elegante si siede sull’altra poltroncina dopo avermi stretto la mano. Non ci diciamo nulla.
Una voce all’auricolare dice “In linea” e la donna parte da zero a mille
“Signori e signore sono lieta di presentarvi in esclusiva per Che sera che è Ronda Wanslow, autrice di Casalinghitudine!”
Uno scroscio di applausi, sullo schermo si vede il presentatore che mi saluta, la telecamera mi inquadra. Non faccio in tempo a sorridere e a dire buonasera a mia volta che il cellulare inizia a vibrare.
Mentre ci scambiamo due convenevoli, sullo schermo vedo le chiamate di Lina che si alternano a una serie infinita di messaggi. Vibra talmente tanto che cade dal tavolino.
“Signora Wanslow, siamo molto onorati di essere i primi ad averla come ospite. Se non sbaglio fino ad oggi solo la responsabile della casa editrice ha avuto il piacere di conoscerla in questa veste?”
Confermo, bevendo un sorso d’acqua. Pensavo fosse più facile svelare la mia seconda identità, offrirmi a tutte quelle persone che si chiedono se ho scritto di vita vissuta.
“Come mai ha deciso di farlo proprio in questo momento? È legato al fatto che il suo libro diventerà un film?”
“In un certo senso sì. Non avevo idea di come dire alla mia famiglia, ai miei parenti, a mio marito, che quella donna insignificante, oberata dalla biancheria da stirare, che si divide fra casa e parrocchia, che non sopporta la suocera, che ha la pancia da menopausa; che proprio quella donna sfiorita e stanca è l’attuale regina della letteratura pornografica. Non sapevo come far sapere al mondo che sono stufa e stanca, che voglio godermi il successo e il denaro che ho guadagnato grazie ai miei fan. E lo voglio fare alla luce del sole a testa alta.”
Gli applausi mi sorprendono, non li percepisco come miei, arrivano attraverso lo schermo, non mi riguardano
“Di fatto lei adesso è l’icona della letteratura erotica. Quali sono i suoi futuri progetti?”
“Un critico letterario dice che sono la classica cometa commerciale. Può essere vero, caro signore, ma non voglio sapere dove teneva le mani, mentre leggeva il mio libro, per criticarlo in maniera tanto dettagliata. Per il futuro voglio essere semplicemente un esempio, l’esempio di una persona che sa quello che vuole e che ha trovato il modo di farlo e che non rinuncerà più alle proprie idee.”
“Per avere l’onore di intervistarla per primi ci siamo accordate sul fatto che non avremmo posto più di tre domande. Ora che ha svelato che davvero nessuno conosceva la sua seconda identità, é pronta ad affrontare la fama, ma anche le critiche ce le verranno rivolte in quanto madre e moglie?”
“Ronda Wanslow é appena nata, non é ancora abituata a muoversi nella realtá, ci accopagneremo a vicenda in questa esperienza, e vediamo cosa ne viene fuori."
Finisce con una stretta di mano l'entrata in societá di Ronda.
Davanti all'albergo un sacco di gente. Qualcuno ha fatto la spia.
Mi faccio fare qualche foto rientro ed esco dall'altra parte.
Torno a casa facendo i vicoli, sono a stomaco vuoto, pensavo mi offrissero almeno un tramezzino e invece niente.
È avanzata una coscetta con quattro patate, prendo un piatto e mi siedo sul divano di fianco a mio marito davanti alla partita.
"Chi vince?" gli chiedo
"Non gufare!"
"Hai per caso visto l'intervista a Ronda Wanslow?"
"Chi? Quella zoccola che scrive porcate? Ma nemmeno per idea!"
Capisco che é ora di essere Ronda per sempre e non tornare piú.
„Ma tu l’hai letto?“
„Cosa? “rispondo a Lina mentre palpo le zucchine.
“Casalinghitudine. Sai, quel nuovo libro di quella tizia americana che non si sa chi sia.”
“Tu dici quello scandaloso?”
“Scandaloso è dire poco.”
Passo a scegliere i finocchi che al forno assieme al salmone mi piacciono parecchio.
Lina prosegue abbassando la voce. “Sai, l’ho letto tutto.”
Lo dice come se avesse affrontato il decamerone.
“L’ho letto di nascosto non volevo che i ragazzi vedessero che la mamma legge cose di quel genere.”
Questi datterini sono fantastici per il pranzo di domani.
“E quindi?” la incalzo.
“Quindi cosa?” risponde un po’ piccata.
“Ti è piaciuto oppure no?” chiedo mentre davanti al frigo del pollame scelgo le coscette di pollo. Stasera le faccio al forno con le patate, così quando la famiglia torna a casa la cena è pronta. Stasera esco e li ho già avvisati.
“Si, molto. Devo ammettere che è anche eccitante.”
Guardo Lina con più attenzione.
“In che senso?”
Torno indietro, ho dimenticato l’insalata e le pere.
Lina mi segue come un barboncino senza smettere di parlare.
“Allora, ti dirò, questa Ronda Wanslow usa un linguaggio molto esplicito. Scrive proprio cazzo, fica e culo, ma li combina con certe situazioni che proprio si capisce che non poteva dire diversamente. E mi sono venute le caldane a leggere quelle. Devi leggerlo assolutamente, ti cambia la vita.”
“Addirittura?” scelgo due baguette senza aggiungere altro, ormai Lina è partita e mi racconterà tutto per filo e per segno.
“Guarda, lei descrive tutto nel minimo dettaglio, a certe cose nemmeno ci credevo e sono andata a controllare di persona. Nel senso che mi sono toccata lì dove lei scrive che il piacere è maggiore. Non solo, alcune cose le ho anche provate con Franco…”
La spesa è finita, ma il discorso si fa interessante.
“Spiegami bene, che non ho capito.”
“Casalinghitudine parla di questa donna che lavora dalla mattina alla sera, tutto un trantran e un’abitudine, fino a quando non conosce un tizio che la guarda come una donna. Lei non vuole lasciare la famiglia, ma lui la introduce ai piaceri del sesso. Non ti dico come descrive quelle scene, da brividi davvero. Comunque, grazie a lui, lei si rende conto di essere potente, non le basta più un uomo, ne vuole tanti e vuole vedere fin dove riesce a spingersi. Contemporaneamente deve fare tutto di nascosto dai figli e dal marito, dai vicini e dai colleghi di lavoro, deve mantenere la sua immagine di donna noiosa e poco appariscente. Però giorno dopo giorno la sua realtà le va stretta, questi uomini che frequenta non fanno solo l’amore con lei, le raccontano anche cose che le fanno capire che c’è una vita che vale la pena di essere vissuta, che l’amore non è quella cosa tradizionale che ci hanno inculcato, piena di possesso e gelosia. Scopre anche di non volere più una relazione a due, vuole una coppia aperta. Il marito, che non ha capito niente, non vuole separarsi. Allora lei decide di farsi beccare, così lui la lascia per orgoglio e lei può fare la propria vita. Addirittura, cambia lavoro alla fine, perché è davvero tanto sicura di sé, finalmente basta a sé stessa e può fare quello che vuole.”
“Ma cos’è un manifesto femminista? Avevo letto una recensione che diceva che è un romanzetto d’amore arricchito di scene pornografiche per vendere di più.”
“Ma no, Michela, guarda, è un po’ porno, però ti fa anche pensare. Per dire, io mi sono chiesta perché mi scandalizzavo quando lei ultracinquantenne si porta a letto un ragazzo di scarsi trent’anni, che poteva essere suo figlio; però poi con i vari Berlusconi e Briatore basta che siano maggiorenni. E poi diciamocelo, prova tu ad andare dal parrucchiere a dire che ti piacciono gli uomini, tanti e diversi. Lì al momento tutte a fare le gallinelle entusiaste, ma poi ti chiedi perché non ti salutano più e ti fanno passare per quella un po’ zoccola. Gli uomini no però, più ne hanno e più giovani sono, più fanno bella figura.”
Abbiamo messo la spesa in macchina. Lina si mette al volante, ma ormai è inarrestabile e continua a parlare.
“Qui non ci sente nessuno e te lo posso dire. Ma sai quante cose si possono fare a letto? Ne ho lette di tutti i colori in quel libro, addirittura la protagonista lo prende nel, cioè, com’è che si dice, si fa sodomizzare. Ma lo descrive così bene, che quasi quasi ti verrebbe voglia di provare anche tu. Ho provato a toccare l’argomento con Franco, ma mi sa che non ha capito.” Sospira con fare deluso.
“Fagli leggere il libro, magari ci arriva. Mi pare che ti sia piaciuto così tanto, che vuoi provare tutto?”
“Si, Michela, davvero, questo libro trasmette così tanta voglia di vivere, di libertà, che le voglio provare anch’io. Non voglio tradire Franco, ma se anche lui mi prendesse sul bancone della cucina o mi sorprendesse da sotto il tavolo, certo non mi rifiuterei. Se vuoi te lo presto, così magari anche tu e Paolo.”
“Grazie, Lina, ma non è il caso. Poi sai come la pensa Paolo su certe cose, e non ho nemmeno il tempo di leggere in questo periodo.”
“Michela, lasciatelo dire, proprio tu che scrivi i racconti per la rivista della parrocchia, stasera guarda la TV: Ronda Wanslow sarà in collegamento diretto durante Che sera che è! Casalinghitudine è diventato un caso letterario, adesso poi che ha venduto anche i diritti per il film, non può più fare finta di niente. Tutti vogliono sapere chi sia, se tutte quelle cose le ha fatte anche lei per descriverle così bene.”
Mi aiuta a portare la spesa in casa. Lina è una vera amica, di quelle a cui si racconta tutto, ma oggi mento anche a lei.
“Scusa Lina, ma adesso devo preparare cena che stasera ho la pizzata con la contabilità.”
“Però, Michela la cena se la potrebbero anche preparare per una volta. Dai ti do una mano a sbucciare le patate.”
In fono sono grata che lei sia qui, non ho tanta voglia di stare da sola coi miei pensieri inquinati da Ronda Wanslow.
“Allora cosa ti metti stasera?”
“Il solito: gonna, camicetta e golfino se fa freddo. Tanto siamo al chiuso.”
“Vabbè sei la solita, almeno mettiti la camicetta verde acqua, quella che ti ho regalato che ti fa così bella. Dovresti davvero leggere Casalinghitudine, capiresti quanto è importante sentirsi belle e desiderabile.”
“Si, si non ti preoccupare, Lina”
“Dai, vai a prepararti, metto in forno io finché ti cambi, perché mi sa che sei in ritardo.”
È vero, sono in ritardo come quando non voglio fare le cose. È un ritardo piccolo, recuperabile, ma è lì come una via di scampo. Ci penso mentre abbottono la camicetta e la liscio sui fianchi.
“Michela, sei bellissima, quelli della contabilità sbaglieranno i conti per una settimana a vederti così: semplice, ma bella”
Mi scappa da ridere, solo un’amica come Lina può dire una cosa del genere, solo un’amica che ti vuole bene.
“Sai, cosa dice ancora la Wanslow? Dice che siamo tutte belle. Nessun uomo si preoccupa della sua pancetta, della calvizie, del sorriso un po’ storto, a noi piacciono così, con qualche difetto; e allora anche noi dobbiamo volerci bene con i nostri difetti, perché siamo sempre bellissime, perché siamo donne vere che hanno vissuto.”
Ci salutiamo, lei si affretta a casa per non perdere la Wanslow e io vado al Grand Hotel. Un lieve senso di colpa mi accompagna mentre supero la pizzeria, attraverso la hall a testa alta come se non volessi ancora ammettere il motivo per cui mi trovo lì.
L’indice affonda nel cinque e l’ascensore sale morbido.
La terza porta a sinistra, suite 508.
Farei ancora in tempo a girare i tacchi, ma la porta si apre come se fossi attesa.
“Prego, signora”
Un uomo mi fa accomodare su una poltrona. Immediatamente compare una donna, ritocca i miei capelli, mi passa delle polveri sul viso. Mi fisso allo specchio. Va bene. Non ha esagerato, sono ancora io, quella che stende la biancheria alle due di notte perché si è dimenticata la lavatrice.
Torna l’uomo gentile, mi accompagna nel vero salotto della suite.
Telecamera e schermo gigante sono pronti.
Mi siedo, controllo che il cellulare sia silenziato e lo appoggio sul tavolino di fianco ad auricolare e microfono.
“Le serve qualcosa, signora, prima che si inizino i giochi? Si sente a suo agio? Ci saremo solo noi e l’operatore come da lei richiesto. Indossi per cortesia auricolare e microfono, a breve si parte con lo spettacolo.” Me lo dice strizzando l’occhio con fare malizioso e non riesce a levarmi gli occhi di dosso. Lo capisco, ci eravamo accordati via mail con il mio indirizzo fasullo, avevo posto tutta una serie di condizioni altrimenti l’incontro sarebbe saltato.
Adesso manca un minuto, una donna elegante si siede sull’altra poltroncina dopo avermi stretto la mano. Non ci diciamo nulla.
Una voce all’auricolare dice “In linea” e la donna parte da zero a mille
“Signori e signore sono lieta di presentarvi in esclusiva per Che sera che è Ronda Wanslow, autrice di Casalinghitudine!”
Uno scroscio di applausi, sullo schermo si vede il presentatore che mi saluta, la telecamera mi inquadra. Non faccio in tempo a sorridere e a dire buonasera a mia volta che il cellulare inizia a vibrare.
Mentre ci scambiamo due convenevoli, sullo schermo vedo le chiamate di Lina che si alternano a una serie infinita di messaggi. Vibra talmente tanto che cade dal tavolino.
“Signora Wanslow, siamo molto onorati di essere i primi ad averla come ospite. Se non sbaglio fino ad oggi solo la responsabile della casa editrice ha avuto il piacere di conoscerla in questa veste?”
Confermo, bevendo un sorso d’acqua. Pensavo fosse più facile svelare la mia seconda identità, offrirmi a tutte quelle persone che si chiedono se ho scritto di vita vissuta.
“Come mai ha deciso di farlo proprio in questo momento? È legato al fatto che il suo libro diventerà un film?”
“In un certo senso sì. Non avevo idea di come dire alla mia famiglia, ai miei parenti, a mio marito, che quella donna insignificante, oberata dalla biancheria da stirare, che si divide fra casa e parrocchia, che non sopporta la suocera, che ha la pancia da menopausa; che proprio quella donna sfiorita e stanca è l’attuale regina della letteratura pornografica. Non sapevo come far sapere al mondo che sono stufa e stanca, che voglio godermi il successo e il denaro che ho guadagnato grazie ai miei fan. E lo voglio fare alla luce del sole a testa alta.”
Gli applausi mi sorprendono, non li percepisco come miei, arrivano attraverso lo schermo, non mi riguardano
“Di fatto lei adesso è l’icona della letteratura erotica. Quali sono i suoi futuri progetti?”
“Un critico letterario dice che sono la classica cometa commerciale. Può essere vero, caro signore, ma non voglio sapere dove teneva le mani, mentre leggeva il mio libro, per criticarlo in maniera tanto dettagliata. Per il futuro voglio essere semplicemente un esempio, l’esempio di una persona che sa quello che vuole e che ha trovato il modo di farlo e che non rinuncerà più alle proprie idee.”
“Per avere l’onore di intervistarla per primi ci siamo accordate sul fatto che non avremmo posto più di tre domande. Ora che ha svelato che davvero nessuno conosceva la sua seconda identità, é pronta ad affrontare la fama, ma anche le critiche ce le verranno rivolte in quanto madre e moglie?”
“Ronda Wanslow é appena nata, non é ancora abituata a muoversi nella realtá, ci accopagneremo a vicenda in questa esperienza, e vediamo cosa ne viene fuori."
Finisce con una stretta di mano l'entrata in societá di Ronda.
Davanti all'albergo un sacco di gente. Qualcuno ha fatto la spia.
Mi faccio fare qualche foto rientro ed esco dall'altra parte.
Torno a casa facendo i vicoli, sono a stomaco vuoto, pensavo mi offrissero almeno un tramezzino e invece niente.
È avanzata una coscetta con quattro patate, prendo un piatto e mi siedo sul divano di fianco a mio marito davanti alla partita.
"Chi vince?" gli chiedo
"Non gufare!"
"Hai per caso visto l'intervista a Ronda Wanslow?"
"Chi? Quella zoccola che scrive porcate? Ma nemmeno per idea!"
Capisco che é ora di essere Ronda per sempre e non tornare piú.