Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Mina ha scritto: Il mio corpo di metallo abbandona l’atmosfera e il silenzio mi avvolge.
Mina ha scritto: l’emozione travolge il mio cuore di metallo
Mina ha scritto: Le onde magnetiche mi solleticano l’epidermide di metallo
Mina ha scritto: capolino dalle loro abitazioni di pietra e metallo
Mina ha scritto: stringere il tuo corpo di metallo
Mina ha scritto: Sollevo una lastra di metallo arrugginita,
Mina ha scritto: Un ricordo lontanissimo, sepolto nella memoria del mio nucleo: lo facevi sempre, quando eravamo umani.
Bello!


Ciao @Mina. È dolce-amara questa storia d’amore. L’atmosfera è sospesa, eterea (nonostante il metallo che è diffuso a profusione). Ho adorato tutta la parte finale. Adamo ed Eva, l’inizio dell’umanità, così carnali, così pieni di difetti, sublimati in robot  metallici che cavalcano il tempo ma, insieme ai loro difetti, perdono la capacità di sognare. Una eutanasia robotica, un amore che durerà oltre lo spazio-tempo.
Ottima la resa di alcune descrizioni intense e poetiche. Forse utilizzi troppo la parola metallo, metalli ecc. asciugherei un po’.  

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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@Mina  È molto difficile commentare un racconto per me ineccepibile.
La tua é una trama di ampio respiro che tocca temi come la relativitá del tempo,  l'eutanasia,  l'amore e la vita eterna. Proponi domande banali come "Che ci faccio con la mia vita eterna se ció che abito eterno non é?"
Insomma un racconto completo con amore, avventura, dramma, romanticismo, fantascienza che lascia soddisfatto il lettore.
Mi hanno intrigato le descrizioni degli altri mondi e i nuovi sensi del protagonista grazie ai quali setaccia l'universo in lungo e in largo. Mi é iaciuto che fosse tutto abbastanza famigliare da cogliere subito il dettaglio che lo rendeva estraneo e speciale.

Certo che al posto loro avrei voluto vedere cosa succedeva dopo la fine dell'universo, dove mi sarei collocata. O forse il fatto di essere rimasti nucleo e basta é funzionale ad affrontare la fine?
Insomma sono rimasta soddisfatta dal tuo racconto e mi ha dato molto da pensare.

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @Mina  :)

Il monaco in riva al mare

Sai che per me sarebbe stato un titolo migliore. Ma l'autore sei tu.  :si:

E comunque ti chiedo: perché hai scelto il tedesco?

Procedo con le mie osservazioni:
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmMi sollevo in volo, è tempo di lasciare questo pianeta. Il mio corpo di metallo abbandona l’atmosfera e il silenzio mi avvolge.
Il genere è la fantascienza, e l'incipit vede questo robot che cerca la sua amata: bene!
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmMa per quanto viaggi, non riesco a trovare il tuo segnale, Hava.
Per fare bene l'inciso, manca la virgola dopo "Ma".
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmEsseri senzienti fanno capolino dalle loro abitazioni di pietra e metallo per osservare il mio passaggio, ma io non mi fermo: non è quello il metallo che sto cercando. È duttile, malleabile, distruttibile, a differenza del mio nucleo. E del tuo, Hava. Ti prometto che lo troverò, che ti troverò.
Che metallo sta cercando? Non mi sembra che lo spieghi a sufficienza, ne qui né in seguito... Qualcosa che gli dia l'immortalità?
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pml mio errore è stato scambiare l’invulnerabilità per immortalità.
(y)
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmFischio qualche ultrasuono e resto in attesa del loro ritorno. Ma no, il tuo nucleo non è neanche qui.
Buona anche questa idea!
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmÈ questo che sono diventato: un monaco che contempla l’eterno, e il mutare delle stagioni, e il presente, e i ricordi di te. 
E perché tedesco?
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmLo scompartimento a al centro del petto è aperto e dentro è vuoto. Sollevo il tuo nucleo e la luce azzurrognola illumina i rottami attorno a noi. Lo sfioro con le labbra, in un bacio leggero, e lo inserisco nel petto dell’automa. Si chiude, e il buio torna su questo pianeta morto. Resto immobile, in attesa di sentire il suono dei tuoi processori azionarsi oltre il fischio del vento.
Costruzione avvincente: bravo!
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmSollevi la mano che stringe la mia, afferri ognuna delle mie dita tra pollice e indice, una per una, e quando hai finito mi baci il palmo
Hai anche saputo inserire immagini umane romantiche con efficacia, come questa.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmSai cosa mi è mancato di più di quando ero umana, Adam?
Cosa?
Sognare.
Bello!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Due mini appunti, le uniche cose che toccherei di questo racconto:
Mina ha scritto: Alzo lo sguardo al cielo, dove una coltre di nubi grigie e bianche nasconde le stelle. L’orizzonte nero è squarciato dai lampi e i tuoni portano il boato della tempesta
"nero" rompe il ritmo della frase ed è perfettamente inutile: il cielo è coperto di nuvole, l'orizzonte è squarciato dai lampi... il cielo me lo immagino nero senza che tu me lo debba precisare


Mina ha scritto:  Mi fermo dove un ruscello precipita da una montagna e si infrange in un grosso lago.
"grosso" è uno di quegli aggettivi che sconsiglio sempre di usare in una descrizione, perché è troppo generico. Per di più mi sembra stonare riferito a "lago", semmai "grande", altrettanto generico e sconsigliabile, ma comunque più adatto al sostantivo. Userei "vasto" o al più "ampio".


Del resto, ripeto, non toccherei nulla. 
Sono le quattro di mattina e le palpebre iniziano a farsi pesanti, ma mi sono detto: vediamo se riesco a leggere qualcosa senza che gli sbadigli abbiano la meglio. E il tuo racconto mi ha trasportato, parola dopo parola, immagine dopo immagine: sono arrivato al punto finale senza mai staccare gli occhi dalla pagina. Il ritmo che gli hai impresso è trascinante e le immagini mi hanno ricordato "2001 Odissea nello spazio": lo vidi a dodici anni e rimasi a bocca aperta per la magnificenza delle immagini (era il 1968) e perché non riuscii ad afferrare il senso di quel monolito finale. Qui non ci sono monoliti, invece, ma una storia d'amore venata di tristezza, molto nelle tue corde, e un senso di spaesamento che deriva da quell'universo che sta esaurendosi, un tema che non può certo lasciare indifferenti.
A mio parere hai svolto l'esercizio proposto dal laboratorio in maniera esemplare, perché al di là delle immagini bellissime hai saputo sfruttare tutti i cinque sensi, e hai creato un racconto che ha saputo emozionarmi e che vorrò rileggere tra qualche tempo, più lentamente, per gustarmi i singoli dettagli.
Complimenti.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
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Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @Mina, che bello ritrovarti qui. Ormai sono tanti anni che ci incrociamo e da molto ti apprezzo come autore, ma sempre scusandoti qualche impurità nello stile. Io non incolpavo te ma l'età, perché eri (e resti) uno dei più giovani qua dentro. Mi sa che ci ho preso in pieno visto che, a giudicare da questo racconto, sei cresciuto tantissimo come scrittore! 

Non resto facilmente impressionato, ti dirò la verità, e mi rendo conto di pretendere sempre troppo da me come scrittore e dagli altri come lettore. Siamo tutti dilettanti allo sbaraglio, ma io cerco nei nostri scritti quello che trovo nei libri dei grandissimi. E in questo racconto ho trovato qualcosa di simile.
Sono poco meno di diecimila caratteri, ma sembrano meno, no, sembrano molti di più. Ok, voglio dire che il testo fila liscio come l'olio e allo stesso tempo non si fa leggere in fretta. Sembra un controsenso ma non lo è. Considera un racconto come un fiume. Nella maggior parte dei casi capita che il fiume si ingolfi, nei punti dove si ammassano troppi detriti, e passa a fatica, si sfascia, schizza dappertutto. Quei detriti sono sempre le descrizioni, spiegoni, infodump, che fermano l'azione, ti costringono a rallentare l'occhio, ti fanno due palle tante, ti fanno dire "ma chi me lo fa fare?". Li considero il cancro che miete più vittime nei testi di noi dilettanti. E il tuo testo è pieno di detriti che rallentano il fiume, ma sono sparsi a piccoli grumi lungo il coso lì, il letto del fiume. Hai spalmato le descrizioni sull'azione come il burro sul pane. Per questo il racconto va letto con calma, perché ogni frase è densa, ogni metro di fiume pieno di bei sassoni lisci e lucidi da toccare, soppesare. Hai usato queste microdescrizioni per imporre il tuo ritmo.
E sono sempre descrizioni o microdescrizioni utili. Hai portato mezzo universo in diecimila caratteri e l'hai caricato di colori:
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmnubi grigie e bianche
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmNebulose arancioni, buchi neri
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmatterro su un pianeta verde
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmla bioluminescenza violacea delle meduse
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmquesti colori sfavillanti nell’ultravioletto
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmil sole è un grumo nero in cielo
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmla luce azzurrognola
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmUn bagliore giallo in fondo agli occhi
E passiamo da un ambiente all'altro, da una galassia all'altra in una ricerca veloce, impaziente, perché presto l'universo finirà e noi dobbiamo trovare Hava, non è che possiamo stare qui le ore a guardare le meduse. Per carità, belle, ma ciccio, daje. E infatti:
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmVado oltre.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmma io non mi fermo
Eppure riesci sempre a regalarci, qua e là, una forma e un colore per permetterci di orientarci, di vedere la scena. Il tuo è un racconto molto cinematografico. Si vede tutto.

Applausi in generale per il modo in cui sei riuscito a gestire il ritmo, la musica del testo, grazie alle descrizioni ma anche alla giusta alternanza di frasi brevi e frasi più lunghe. Non mi è mai capitato di restare senza fiato (frasi troppo lunghe) o ritrovarmi col singhiozzo (frasi troppo brevi, una dietro l'altra). Non è cosa da poco. Unico appunto che voglio farti: ti arrendi spesso alla stessa struttura, una frase di due coordinate legate da una "e".
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pml’oceano si infrange sul promontorio e mi spruzza in viso spuma salata
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmL’orizzonte nero è squarciato dai lampi e i tuoni portano il boato della tempesta in arrivo.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmIl mio corpo di metallo abbandona l’atmosfera e il silenzio mi avvolge.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmLe onde magnetiche mi solleticano l’epidermide di metallo e io le seguo
Esempi presi dalle primissime righe del racconto. Libero di mandarmi a cagare, ci mancherebbe, è una piccolezza che più piccola non si può, ma può portare a un effetto cantilena fastidioso.

Per il resto, cose che ho pensato mentre leggevo:
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pm«Dove sei finita, Hava?» Il mio sussurro si perde nello sciabordio delle onde. Scansiono il mare davanti a me
Meno di venti parole e sappiamo dove siamo (davanti al mare), quale sarà il tema del racconto (la ricerca di Hava) e quale il genere (fantascienza). 
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmIl mio corpo di metallo abbandona l’atmosfera e il silenzio mi avvolge.
La luce di miliardi di corpi celesti mi si riflette negli occhi e l’emozione travolge il mio cuore di metallo.
Attento alla ripetizione. Non so come puoi evitarla, ma un modo va trovato.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmQuando sei andata hai detto che mi amavi ancora, e io non riesco a capire.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmMa mi fa una tal rabbia che debba tutto finire.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmTuttavia neanche l’universo è eterno.
Ho apprezzato molto il modo in cui riesci a rifilarci informazioni senza ricorrere a infodump. In poche parole sappiamo che Hava se ne è andata di sua spontanea volontà e che l'universo deve finire. Non serve spiegarci di che morte sta morendo l'universo o tornare indietro al momento dell'addio con un flashback.
Mina ha scritto: dom ago 21, 2022 3:50 pmIl nulla avanza e consuma pezzo dopo pezzo l’infinito.
Molto conciso e bello.

Concludo con un: complimenti Mina, ottimo racconto!


 

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @Mina 
ho letto il tuo racconto tutto d'un fiato, mi è piaciuto, è ben scritto, scorre bene, non è banale.
Non ho da suggerirti altro, ci hanno già pensato prima di me.
In particolar modo io avrei preferito all'inizio meno ripetizione della parola metallo e un approfondimento sulla tipologia dello stesso, visto che è così importante per rintracciare la sua amata, oltre che per la traccia.
È stato un piacere leggerti.
Complimenti
<3

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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@@Monica @Almissima @Poeta Zaza @Marcello @Kuno @Modea72 grazie mille a tutti quanti  :love:  lo dico una volta sola perché, conoscendomi, finirei per ripetere cento volte "grazie grazie grazie"  :hm:
@Monica ha scritto: Forse utilizzi troppo la parola metallo, metalli ecc. asciugherei un po’.
Ciao, sono molto contento il racconto ti sia piaciuto. Su questo aspetto hai ragione, in revisione asciugherò, non mi ero reso conto di quanto fosse ridondante
Almissima ha scritto: È molto difficile commentare un racconto per me ineccepibile.
Ciao, sei troppo buona   :arrossire:
Almissima ha scritto: Certo che al posto loro avrei voluto vedere cosa succedeva dopo la fine dell'universo, dove mi sarei collocata. O forse il fatto di essere rimasti nucleo e basta é funzionale ad affrontare la fine?
Il finale è una delle parti su cui sono rimasto più combattuto. Io non lo avrei fatto, immagino, ma io ho vissuto solo ventitré anni, non i miliardi che hanno vissuto loro  :asd: penso che sia un gesto necessario affinché Adam accetti davvero il destino
Poeta Zaza ha scritto: Ciao @Mina  :)

Il monaco in riva al mare

Sai che per me sarebbe stato un titolo migliore. Ma l'autore sei tu.  :si:

E comunque ti chiedo: perché hai scelto il tedesco?
Ciao  :D sui titoli in genere sarei d'accordo, anche io li preferisco in italiano. Ma in questo caso è diverso, la spiegazione l'avevo data sotto al racconto del precedente labocontest:
  ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Quello che mi piacerebbe fare con questi Labocontest, e che ho fatto finora con i primi tre, è di ispirarmi a un artista per ogni contest. La sfida sarebbe rispettare la poetica di ogni artista, che quindi deve essere attinente alla traccia del Labocontest.[/font]
Per questo i titoli dei racconti sono i titoli dei quadri, e per questo ho scelto di tenerli in lingua originale  :sss:
Poeta Zaza ha scritto: Per fare bene l'inciso, manca la virgola dopo "Ma".
Non ci credo mi sia sfuggita una cosa del genere, grazie  :aka: è uno degli errori che, personalmente, detesto di più 
Marcello ha scritto: A mio parere hai svolto l'esercizio proposto dal laboratorio in maniera esemplare, perché al di là delle immagini bellissime hai saputo sfruttare tutti i cinque sensi, e hai creato un racconto che ha saputo emozionarmi e che vorrò rileggere tra qualche tempo, più lentamente, per gustarmi i singoli dettagli.
Ciao, le tue parole mi hanno commosso  :arrossire: specialmente perché vengono da te, e perché so che sono sincere. Grazie anche degli appunti, su cui sono d'accordo 
Kuno ha scritto: Ciao @Mina, che bello ritrovarti qui. Ormai sono tanti anni che ci incrociamo e da molto ti apprezzo come autore, ma sempre scusandoti qualche impurità nello stile. Io non incolpavo te ma l'età, perché eri (e resti) uno dei più giovani qua dentro. Mi sa che ci ho preso in pieno visto che, a giudicare da questo racconto, sei cresciuto tantissimo come scrittore
Ciao, sentire questo mi manda al settimo cielo, nell'ottica di un costante miglioramento  :arrossire: anche le tue parole mi hanno fatto scendere una lacrimuccia, mai mi sarei aspettato questa risposta a un mio racconto, ti ringrazio dal profondo del cuore
Kuno ha scritto: Esempi presi dalle primissime righe del racconto. Libero di mandarmi a cagare, ci mancherebbe, è una piccolezza che più piccola non si può, ma può portare a un effetto cantilena fastidioso.
Ma che, anzi: grazie infinite; non me n'ero reso conto, so che bisogna prestarci attenzione, quindi sono felice di poter migliorare su questa cosa
Modea72 ha scritto: In particolar modo io avrei preferito all'inizio meno ripetizione della parola metallo e un approfondimento sulla tipologia dello stesso, visto che è così importante per rintracciare la sua amata, oltre che per la traccia.
Ciao, hai ragione; in revisione potrei aggiungere dettagli sulla sua origine, o la sua scoperta
:love:

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Letto e riletto. Gustato e assaporato. Poetico, romantico e desolato, imprime al monaco del dipinto di Friedrich il falso movimento della ricerca estrema.
Davvero bravo @Mina 
Certo, il guaio di commentare dopo è che ti hanno già detto tutto: struttura, ritmo, sapienza descrittiva, pulci e contro-pulci.
Ma non posso tirarmi indietro e dunque aggiungerò che, come ci ha già bacchettato @Poldo, il riferimento al metallo, più che ridondante,  non trova la sua funzione essenziale. E' un dato di fatto, una specie di cornice che. fosse di cristallo o plastica (quella sì immortale) non avrebbe cambiato granché.
Un'ultima cosa, non me ne volere.
Non mi ha convinto troppo nemmeno come hai costruito il ritrovamento di Hava.
Adam batte in lungo e in largo tutti gli universi  e poi la trova sotto casa?
Forse avrei usato il suo viaggio come fuga dalla nostalgia.
Mina ha scritto: Come ci si potrebbe mai stancare di questa meraviglia?
E, invece che centrarlo sulla ricerca di lei,  l'avrei reso un tentativo di raccoglierne lo splendore disseminato oltre il tempo e lo spazio. 
E alla fine la resa.
Mina ha scritto: È tra queste rovine che si svolge il tuo sonno ?  Sollevo una lastra di metallo arrugginita, rottami in brandelli di automi imperfetti, e alla fine i miei occhi si posano sul tuo nucleo. 
Un arrendersi a quel desiderio piccolo di stare ancora insieme. Desiderio a cui lei, regina coraggiosa, restituirà grandezza cosmica.
Così la chiusa (struggente)
Mina ha scritto: Il nulla avanza e consuma pezzo dopo pezzo l’infinito.
Da resa, diventerebbe riconquista. Di quell'infinito che si portano dentro, che non può morire.
Almeno finché le loro mani resteranno intrecciate.
<3
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Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @Mina 

Questo racconto crea nel lettore un’overdose immaginifica e visionaria di luoghi e percezioni fisiche.
Si viaggia col tuo robot protagonista negli spazi interstellari e dimensionali dell’intero universo, vivendo con lui questa ricerca spasmodica dell’amata persa chissà dove, con l’urgenza di ritrovarla prima del termine del tempo e della fine dell’eternità.
Si vive un sentimento tragico del rimpianto, delle cose sbagliate e delle occasioni perdute,
C’è un ritrovarsi per attendere insieme la fine, perché una fine c’è sempre ed è inevitabile per ogni cosa creata: a nulla serve la scienza e la tecnica che apparentemente possono dare un’illusione d'eternità.

Esse possono solo dilatare in maniera esponenziale il tempo della loro esistenza, ma alla fine dovranno arrendersi, perché sono materia e fanno parte di ciò che compone il cosmo, che alla fine, primo o dopo, avrà termine.

Il racconto va goduto nello spirito che quelli della mia generazione definivano un “trip”.

Pertanto è inutile domandarsi quali siano le premesse tecniche che hanno consentito a degli umani di divenire delle macchine pensanti (nella speranza di ottenere l’immortalità), così come del perché si sia scelto di dare alle ultime cose esistenti e pensanti gli stessi nomi dei progenitori dell’umanità secondo una narrazione biblica.
( infatti, personalmente, è una scelta che trovo banalizzi un po’ la storia. Ma è un mio gusto personale)

Bravo, bella performance narrativa.
Mi resta un dubbio: ma per scriverle di che “roba” ti fai?

Un saluto e a presto rileggerci.

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Nightafter ha scritto: Il racconto va goduto nello spirito che quelli della mia generazione definivano un “trip”.
Mi resta un dubbio: ma per scriverle di che “roba” ti fai?
Eh, caro @Nightafter, noi della vecchia guardia siamo rimasti indietro. Ti sembra normale che per cercare l'ispirazione si debba ricorrere a certi sotterfugi?
Infatti domenica mattina io parto per Amsterdam, la mia trentesima volta...  :D
Però, prometto: niente coffeeshop, quelli appartengono davvero a un tempo passato  ;)
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Marcello ha scritto: Eh, caro @Nightafter, noi della vecchia guardia siamo rimasti indietro. Ti sembra normale che per cercare l'ispirazione si debba ricorrere a certi sotterfugi?
   No, però ricordo che con un buon "acido" certi viaggi cosmici come questo
mi venivano alla grande :D
Ma ad Amsterdam oltre ai coffeeshop
han tolto anche le fanciulle in vetrina?

Se è così, che ci vai a fare in quel luogo
umido come una risaia dell'interland pavese? :P

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Nightafter ha scritto: Se è così, che ci vai a fare in quel luogo
umido come una risaia dell'interland pavese?
Ammirare i quartieri nuovi a nord della stazione, studiare le location per il prossimo romanzo, gustare un dutch coffee...
Per il resto ormai devo dare ragione alla Cinquetti, anche se la sua prospettiva era diversa all'epoca
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Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @aladicorvo@Nightafter e grazie mille  <3
aladicorvo ha scritto: Adam batte in lungo e in largo tutti gli universi  e poi la trova sotto casa?
Forse avrei usato il suo viaggio come fuga dalla nostalgia.
Grazie del consiglio, hai ragione. La mia idea era qualcosa del genere, ma non sono sceso nei dettagli anche per il limite di caratteri
Mina ha scritto:
MinaHo sempre guardato al futuro, ma tra non molto non ce ne sarà più uno. Tu non hai mai avuto paura del passato, è per questo che sei sempre stata la più forte tra noi due. Inverto la rotta. Filamento dei Pesci-Balena. Laniakea. Superammasso della Vergine. Gruppo Locale. Via Lattea. Arresto il mio pellegrinare: sono a casa.
È una fuga dal suo passato, solo alla fine decide di affrontare quel pianeta lontanissimo nello spazio e quei ricordi lontanissimi nel tempo
Nightafter ha scritto: Mi resta un dubbio: ma per scriverle di che “roba” ti fai?
Cose che mi rendono incapace di formulare frasi di senso compiuto  :asd:
Marcello ha scritto: Infatti domenica mattina io parto per Amsterdam, la mia trentesima volta...  :D
Grande, che spettacolo  :D

Re: [Lab 4] Der Mönch am Meer

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Ciao @Mina
Il tuo racconto ha due livelli di lettura. Il primo è quello di un viaggio ipnotico attraverso immagini, frasi musicali, colori, suoni e sensazioni. Il secondo è quello del significato: una ricerca tra spazio e tempo, in cui l'osservatore, umano sublimato, è parte di quell'universo che tenta di capire.
Mina ha scritto: Tu hai passato questo tempo a contemplare il tutto, io il nulla. Sono due facce della stessa medaglia
L'interpretazione del mistero dell'esistenza racchiusa in queste frasi semplici e profonde.
Ciò che mi ha colpito del tuo racconto è che i due livelli sono inscindibili, legati in modo indissolubile, tanto che si fatica a commentare senza tenerli insieme.
Ho letto più volte, ma la sensazione di vertigine rimane.
L'unica cosa che modificherei è l'insistenza sul termine metallo e affini, che mi pare più motivata dal desiderio di rispettare la tematica del contest che da un effettivo bisogno descrittivo. Poi, per gusto personale, asciugherei un pochino il lato romantico del racconto, o meglio lascerei che la motivazione amorosa venga fuori solo dai gesti, come qui:
Mina ha scritto: Sollevi la mano che stringe la mia, afferri ognuna delle mie dita tra pollice e indice, una per una, e quando hai finito mi baci il palmo. Un brivido mi percorre la schiena. Cado in ginocchio, incapace di reggere l’emozione.
e che venga ribadita un po' meno nel corso del testo, come ad esempio in frasi del genere:
Mina ha scritto: Quanto vorrei che fossi qui per ammirarlo con me, Hava.
Ho infatti avuto la lieve sensazione (ribadisco: lieve, il racconto è bellissimo) di un romanticismo un pochino stucchevole. 
Comunque davvero bravissimo, complimenti!
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