[Lab3] Metamorphose III
Posted: Fri Jul 15, 2022 9:38 pm
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Mina wrote: «Ciao. Un caffè e un limoncello.»Nella prima versione, mi è saltato all'occhio questo abbinamento strano. È voluto? Perché mi pare un po' fuori contesto, o forse hai voluto inserire un piccolo elemento premonitore di quello che avverrà in seguito? Non mi è chiaro...
Mina wrote: Con uno scroscio assordante, centinaia di calamari presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare i gamberi che, saltando, erano finiti sull’imbarcazione.Nella seconda versione, eri in dubbio tra i due?
Mina wrote: L’acqua prese come a ribollire tutt’attorno e lui fermò la barca. Con uno scroscio assordante, centinaia di sarde presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore bestemmiò tra i denti e corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare le sarde che, saltando, erano finite sull’imbarcazione."Show". Decisamente. Anche il ritmo della scrittura è più veloce rispetto a tutta la parte iniziale, che invece ho trovato più narrata che mostrata, ma il finale che mostra il pescatore in azione bilancia molto bene tutto il resto. Però, nonostante tu abbia scelto di raccontarla, la prima parte, lo fai con padronanza di linguaggio, la lettura è piacevole e scorre senza intoppi.
Poi si guardò attorno, ma non c’era nessun altro abbastanza vicino per aver potuto assistere al fenomeno. Era finito su una secca e riusciva a vedere bene il fondo. Tra la sabbia, un grosso oggetto di forma rettangolare. Cercò di raggiungerlo con la gaffa, ma non era abbastanza lunga. Allora si tolse la camicia e si tuffò. Evitando le meduse fece un paio di bracciate verso il basso e agganciò la cassa. Era pesante, ma riuscì a sollevarla dal fondale. Riemerse, inspirando ampie boccate d’aria. Risalì a bordo, senza mai mollare la gaffa.
Riuscì a portarla alla superficie, ma non a issarla sulla barca. La lasciò agganciata a fianco della Jetta. Era un lungo cassone di legno dipinto di nero, chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Dal mare si sollevò un’onda altissima, che colpì la Jetta e investì il pescatore.
Mina wrote: L’acqua prese come a ribollire tutt’attorno e lui fermò la barca. Con uno scroscio assordante, centinaia di calamari presero a saltare sulla superficie del mare, nuotando a tutta velocità verso la costa. Il pescatore corse a prendere la rete. Il banco era immenso e non sembrava avere fine, ma quando lui calò la rete lo aveva già superato, e si dedicò allora e recuperare i gamberi che, saltando, erano finiti sull’imbarcazione.Qui come sopra: lo "show" c'è, e riesco a percepire, come in Metamorphose (I), l'agitazione del pescatore, i suoi movimenti convulsi, e c'è un ulteriore elemento di "evoluzione" nella storia: l'onda lo investe ma lo trascina in acqua. Certo, è un dettaglio, quindi vuol dire che pretendi molto dal lettore, il quale, nel corso della lettura, dovrà mettere costantemente a confronto le due parti del brano per capire se vi sono dei dettagli significativi che muteranno le sorti del pescatore e che magari gli sono sfuggiti. Non lo so. È una cosa che mi lascia perplessa, ma ne parleremo alla fine.
Poi si guardò attorno, ma non vedeva nulla. La sua torcia illuminò un grosso oggetto di forma rettangolare che sembrava fluttuare sott’acqua. Cercò di raggiungerlo con la gaffa, ma non era abbastanza lunga. Allora si tolse la felpa e si tuffò tra le onde. Evitando le meduse fece un paio di bracciate verso il basso e agganciò la cassa. La sollevò e andò su fluttuando leggera. Riemerse, inspirando ampie boccate d’aria, e risalì a bordo.
Riuscì a portarla alla superficie, ma non a issarla sulla barca. La lasciò agganciata a fianco della Jetta. Era un lungo cassone di legno dipinto di nero, chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Al terzo tentativo si ruppe. Dal mare si sollevò un’onda altissima, che colpì la Jetta e investì il pescatore, trascinandoselo in acqua.
Mina wrote: Dall’uscio di casa qualcosa gli toccò una spalla. Trasalì e si voltò.L'ombra che prima, nella Metamorphose (II) svaniva, (il pescatore si voltava e non vedeva nessuno), adesso si materializza e fa paura. In questa terza e ultima versione lo "show", a mio parere, si manifesta da subito, spezzando il ritmo più lento e meno ansiogeno che hai adottato nelle altre due versioni. Ecco, è come se avessi voluto "giocare" col concetto di mutamento anche per quanto concerne le trame, che, contemporaneamente, incidono, tutte, sull'unico personaggio: questo poveretto di un pescatore a cui fai succedere tutto e il contrario di tutto. Ma di questo tuo "giocare" ti dirò dopo.
Un uomo, del tutto identico a lui, lo teneva saldo artigliandogli la spalla, e sorrideva in modo stupido. Il pescatore aprì la bocca in un urlo silenzioso. Si divincolò e lo colpì al mento con la cassetta. Lasciò giù gli attrezzi e si precipitò di corsa lungo le scalinatelle del paese di pietra, ma i suoi passi non facevano alcun suono
Mina wrote: Si strinse nel giubbotto, ma non aveva guanti, e le dita gli erano diventate blu.Lo "show" è rispettato anche in questo ultimo finale, che stravolge per l'ennesima volta tutto. Avverto un forte simbolismo che in questa terza metamorfosi culmina nell'apocalisse. La jetta che prende a roteare impazzita, e quel mare in tempesta. Tutto, per la verità, qui è in tempesta. Quindi la tua è una scelta precisa; snocciolare, attraverso le tre metamorfosi, anche il cambiamento climatico, oltre che il cambiamento di stato d'animo del pescatore: leggero e sereno all'inizio, e via via più teso e cupo.
Il pescatore prese la coperta col pranzo da sotto la panca. La aprì, e vi trovò un bambino dagli occhi intelligenti, blu come il mare. Piangeva in silenzio. Lui lo addentò in fronte e il sapore dolciastro del cervello gli invase la bocca. Creature alate scesero in picchiata, ma lui le scacciò col remo.
La tempesta prese a risospingere la Jetta alla deriva, e un’onda gli tolse dalle mani il corpo del bambino. Centinaia di sarde presero a saltare tra i frangenti, diventavano gabbiani non appena si staccavano dall’acqua e poi tornavano pesci, nuotando e volando a tutta velocità verso la costa.
Il pescatore era aggrappato con tutte le forze alla barca. Vide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime. Distese di meduse spinte dal vento fluttuavano in cielo.
La Jetta prese a roteare e scendere in una corrente a spirali sempre più strette, e un lungo cassone di legno dipinto di nero vi si agganciò. Era chiuso da una serratura di un metallo giallo su cui era scolpita una scritta, DIO. Nel mare in burrasca i corpi dei suoi conoscenti lo fissavano con occhi vitrei e muovevano le labbra in parole mute.
Prese il coltello per l’impugnatura, lo sollevò e colpì la serratura. Al terzo tentativo si ruppe e il pescatore aprì la bara. La Jetta roteava sempre più veloce e in quel momento precipitò nell’abisso.
Mina wrote: l pescatore lasciò le monete sul bancone e uscì all’aria fresca del mattino. Sotto alla tettoia c’era un nido di vespe e gli insetti facevano vibrare appena le ali nel torpore del primo sole. Si accese una sigaretta e socchiuse gli occhi ad ammirare gli esagoni perfetti. Andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e prese a remare.
Dal mare poteva vedere il paese che si arrampicava sui monti. Montò la canna e fece il primo tiro della giornata. Il fischio del filo tagliò il silenzio dello sciabordio sulla chiglia. Stappò una birra e attese.
Mina wrote: La porta del locale era chiusa. Abbassò la maniglia, ma era serrata, e da dentro non veniva luce. Fece spallucce e si accese una sigaretta. Sotto alla tettoia c’era un nido di vespe. Dagli esagoni perfetti stavano uscendo falene, che si sollevavano in volo nella notte senza luna e senza stelle. Il pescatore andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e prese a remare.
Dal mare poteva vedere le sagome dei monti nel buio. Montò la canna e fece il primo tiro della giornata. Il fischio del filo tagliò il silenzio del mare agitato. Stappò una birra e attese.
Mina wrote: Arrivò alla piazzola sul porto, ansimante. Il vento freddo soffiava nuvoloni neri e il sole stava iniziando a sorgere. Si precipitò nel locale. C’era un altro cliente. Su tutti i tavoli vuoti c’erano scacchiere di legno. La donna gli servì un caffè e un bicchiere di limoncello caldo. L’altro cliente gli fece un cenno col mento e fecero tintinnare i loro bicchieri, poi l’uomo lo ingollò.Bellissimo.
Il pescatore lasciò le monete sul bancone e uscì all’aria gelida del mattino. Sotto alla tettoia c’erano ghiaccioli appuntiti dalle forme di esagoni perfetti. Andò alla Jetta, salì, sciolse gli ormeggi e la corrente lo trascinò lontano dalla costa.
Mina wrote: Si sollevò un’onda che spinse la Jetta a largo e lui si tenne stretto per non cadere. La chiglia della barca sbatté contro blocchi di pack e schegge gli volarono in faccia. La Jetta restò bloccata in un campo di ghiaccio. Si strinse nel giubbotto, ma non aveva guanti, e le dita gli erano diventate blu.E poi la chiusa psichedelica, che era in agguato dall'incipt e hai fatto esplodere come una promessa mantenuta.
Il pescatore prese la coperta col pranzo da sotto la panca. La aprì, e vi trovò un bambino dagli occhi intelligenti, blu come il mare. Piangeva in silenzio. Lui lo addentò in fronte e il sapore dolciastro del cervello gli invase la bocca. Creature alate scesero in picchiata, ma lui le scacciò col remo.
La tempesta prese a risospingere la Jetta alla deriva, e un’onda gli tolse dalle mani il corpo del bambino. Centinaia di sarde presero a saltare tra i frangenti, diventavano gabbiani non appena si staccavano dall’acqua e poi tornavano pesci, nuotando e volando a tutta velocità verso la costa.
Il pescatore era aggrappato con tutte le forze alla barca. Vide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime. Distese di meduse spinte dal vento fluttuavano in cielo.
ivalibri wrote: Nella prima versione, mi è saltato all'occhio questo abbinamento strano. È voluto? Perché mi pare un po' fuori contesto, o forse hai voluto inserire un piccolo elemento premonitore di quello che avverrà in seguito? Non mi è chiaro...Conosco una persona che fa spesso questo abbinamento, al mattino, non mi sono mai posto domande su quanto sia bizzarro... Ottima osservazione
Poeta Zaza wrote: Nella seconda versione, eri in dubbio tra i due?Esatto
ioly78 wrote: Ecco, ti lascio questo spunto di riflessione.Grazie mille, mi hai dato molto a cui pensare. Quello che temevo era non essere in grado di tenere assieme le tre parti in maniera organica. Non volevo porre troppa attenzione sui dettagli di una singola parte, ma sul disegno generale, con la realtà che a ogni iterazione diventa più inquietante secondo un filo logico. Ma insomma, ci devo ancora riflettere, e intanto ti ringrazio ancora un sacco
Bardo96 wrote: sia che si volesse rendere più fantastico o più folle l'ultima parte, l'avrei anticipata di più in qualche modo nella seconda, così da creare un passaggio più graduale tra le tre coseLa gradualità era nelle mie intenzioni, ma non sono molto bravo
Nightafter wrote: Un racconto che si cala nella sfera dell'iniziatico come un film di Alexander JodorowskyAddirittura, figata! Grazie
Mina wrote: Fri Jul 15, 2022 9:38 pmVide il paese dove la pioggia aveva fatto esondare il fiume, e le case che affogavano sembravano piangere, e lui rispose alle lacrime.Questo, invece, è un riferimento all'alluvione del fiume Dragone del 2010 (Atrani).
ivalibri wrote: Beh, @Mina, questo non fa che rendere ancora più prezioso il tuo racconto. Ma allora svelaci gli artisti a cui ti sei ispirato nei labocontest precedenti. Quello dei riflessi a chi si ispira? Sono curiosissima...Ma grazie