[CN2021/RL] Non più

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Il Link al mio commento

Traccia 4


-Cosa ti succede? Sembri uno che ha visto la morte in faccia.
Davide alzò gli occhi dalla mail che stava rileggendo ancora una volta; non aveva sentito il collega avvicinarsi e abbassò il coperchio del portatile con un gesto rapido. Non voleva che Teo sbirciasse quel testo, non sapeva se potersi fidare.
Lo scatto di chiusura del computer fu l’unico suono nella stanza e Davide Turri, capo redattore di cronaca nera per la MilanoVox, si rese conto che tutte le scrivanie erano vuote, che l’ambiente intorno a loro era insolitamente deserto.
Era stato talmente concentrato sulla mail, da non aver notato gli altri andar via. Si sentì a disagio. Non capitava mai che la redazione fosse così deserta. Anche alle ventuno e trenta della vigilia.
Tornò con lo sguardo a Teo Bernati, che lo stava fissando dai suoi occhietti scuri, nell’attesa di una risposta. Era appoggiato a braccia tese alla scrivania, con il mento puntato agli occhi di Davide. Affilato, il mento, così come il naso e, più in generale, l’intera figura dell’uomo.
-Dove sono andati tutti?- chiese Davide, ignorando la domanda iniziale.
L’altro si raddrizzò meravigliato:
-Ma dove hai la testa? Sono alla vineria per il brindisi. Manchi solo tu. Cosa ti succede?
Ancora una volta rispose il silenzio, mentre l’uomo seduto scrutava quello in piedi. “Non è lui”, si diceva per convincersi, “non può essere lui”. Finché, infine, non ruppe l’indugio:
-Sai tenere un segreto, Teo?
E senza dargli nemmeno il tempo di replicare, rialzò lo schermo del portatile e lo fece ruotare.
Matteo dapprima non capì, continuando a guardare Davide, poi abbassò lo sguardo e, finalmente, si concentrò sulla email che vi era scritta. Leggendo, rialzò un paio di volte lo sguardo incredulo e quando ebbe terminato, emise un lungo fischio. Tanto colpito che rilesse a voce alta:
-Caro Davide, anche quest'anno ho deciso di ravvivare la monotonia delle prossime Festività con un pensierino per te. Devo dire che sono rimasto un po' deluso dall'accoglienza che hai riservato ai miei regali degli ultimi Natali... Nemmeno ti sei accorto che la puttanella con i fuseaux rosa nella metro e l'assicuratore al capolinea del tram della linea cinque erano miei doni per te. E pensare che io mi aspettavo qualche bel titolo come “Il killer di Natale colpisce ancora”... e invece niente, dovrei tirarti le orecchie! Va be', a Natale siamo tutti più buoni, perciò ti do la possibilità di rifarti: vediamo se saprai apprezzare il mio dono quest'anno. Te lo consegnerò allo scoccare della mezzanotte del ventiquattro; mi piacerebbe che tu fossi presente, per cui ti lascio questo piccolo indovinello... Non mancare, mi raccomando!
Terminato, guardò Davide negli occhi:
-C’è qualcosa di vero o è un millantatore?
L’altro estrasse un fascicolo dal cassetto e mostrò due bozze di articoli: uno sull’accoltellamento di una donna in un corridoio della metro e l’altro su quello di un uomo al capolinea del 5.
Teo fischiò di nuovo. Prese una sedia e si accomodò con i gomiti sulle ginocchia:
-Quindi è una minaccia vera. Io però queste due vicende non le ricordo.
-Non puoi, non sono mai state pubblicate- spiegò, mettendo via l’incartamento, -Il Direttore non ha voluto. O meglio, le ha fatte mettere in trafiletti di cronaca locale.
-Strano. Perché? Non è da Guido.
-Credeva fossero legati alla droga.
-Ma non ha senso.
Davide alzò le spalle per dire che anche lui non capiva. Girò il computer nuovamente verso di sé e lesse l’indovinello minaccioso con cui terminava la mail:
-Da terra puoi ancora sollevarti,
ma quando vedi il firmamento
sai che da lì dovrai allontanarti
però fa' attenzione al movimento
altrimenti sarai tu
il prossimo regalo
Il testo si chiudeva con Tuo per sempre e il post-scriptum Mi raccomando, dammi un nome carino.
-Simpatico il tuo killer- commentò ironico Teo, aggiungendo poi un: -Hai avvisato la polizia?
-No.
-Cosa aspetti?
Di nuovo, Davide scrutò il collega chiedendosi se non fosse lui la persona che cercava, e ancora una volta si disse di no. Non riusciva a vederlo in quel ruolo e quindi sganciò la bomba:
-L’autore della mail è uno del giornale.
Teo sgranò gli occhi:
-Uno di noi? Vuoi dire che il killer è un collega? Come puoi affermarlo?
-Il mio account è bloccato verso l’esterno perché ho fatto casino con i certificati di sicurezza. Posso ricevere mail solo dalla rete locale. Anche se il mittente è fittizio, non può che venire dal nostro interno.
-Merda. Hai idea di chi possa trattarsi?
-Ci sto riflettendo.
-E?
-E… sei tu, Teo?
-Io?- si accigliò lui -Se fossi io, pensi che te lo direi?
Davide si stupì, non era la risposta che si aspettava: perché non aveva negato?
Non ebbe il tempo di chiederlo perché la porta d’ingresso si aprì e Elisa Regelli entrò, sospesa su tacchi alti, fasciata in un tubino stretto e nero quanto i suoi lunghi capelli. Era una giornalista formidabile e normalmente non vestiva così. Evidentemente aveva un appuntamento.
Elisa avanzò verso di loro con rapidi passettini. Davide la sbirciava semi nascosto e gli parve che la donna sorridesse in direzione di Teo. Che gli occhi le brillassero, addirittura.
Poi venne notato e l’atteggiamento della collega mutò. Si fece seria e cambiò direzione, dirigendosi ora verso la propria postazione, farfugliando che era in ritardo e che non trovava qualcosa.
Davide vide l’uomo davanti a sé arrossire imbarazzato.
Capì che Teo era ancora lì per incontrarla di nascosto: lui e Elisa erano sposati, sì, ma non tra di loro.
E adesso la sua presenza aveva rovinato la loro tresca.
“Meglio così” pensò Davide, mentre seguiva con lo sguardo la donna uscire dalla stanza.
Tornò a osservare il collega.
S’era rabbuiato. Non sembrava la persona che poco prima si interessava alla mail del presunto killer. Un cambiamento inquietante. Tanto più che si alzò di scatto dalla sedia:
-Devo andare…
Ma la porta si aprì nuovamente.
Questa volta fu Guido Stucchi, il loro Direttore, a fare il proprio ingresso. Un uomo alto, dalle spalle larghe e capelli corti, leggermente brizzolati. Entrò nel suo ufficio col solito passo deciso, senza notarli, e loro lo videro cercare qualcosa nei cassetti, nel cestino, per terra.
Qualcosa che non dovette trovare, perché scuoteva il capo per il disappunto.
Fu allora che li notò, arrestandosi sorpreso in mezzo alle scrivanie.
Il suo sguardo andò a Teo e poi a Davide e di nuovo dall’uno all’altro.
A Davide parve che si soffermasse più su di lui. Digrignò i denti. La pancia gli diceva che era Guido. La pancia e la testa, perché era da lungo tempo che ci rifletteva sopra.
Ora, osservando lo sguardo ambiguo del Direttore, si convinse di avere ragione: era lui.
Guido si voltò indietro verso il suo ufficio e poi di nuovo guardò loro. Infine, fece un cenno con la mano e uscì senza aver detto una sola parola.
Fu allora che, per la seconda volta, Teo disse qualcosa di inaspettato:
-Si dice che Elisa e Guido siano amanti…- e mentre pronunciava quella frase, i suoi occhi erano duri. Lo sguardo, quello di un uomo geloso. E arrabbiato.
Davide non commentò. Si limitò a osservarlo mentre s’infilava il piumino azzurro e usciva anche lui, fendendo l’aria come la lama di un coltello.
Anche lui libero per l’appuntamento di morte a mezzanotte.
“Spero di non essermi sbagliato” pensò Davide, mentre estraeva dal cassetto un plico e un mazzo di chiavi. Quelle dell’appartamento di Guido Stucchi. Quelle che il Direttore stava cercando e che lui gli aveva sottratto.
“Devo sapere”, si ripeté mentre prendeva una locandina dal plico: Guido era tra gli ospiti di una conferenza al Planetario. Dalle 21.30 alle 23.30. “Devo sapere e ne ho tutto il tempo…”

La città è ricoperta da un sottile velo di neve e il freddo punge fino alle ossa.
Le volanti illanguidiscono, lasciate ferme in mezzo alla strada.
I loro lampeggianti falciano la notte milanese roteando sugli alberi scheletrici dei giardini Montanelli, sulla facciata del museo delle Scienze Naturali e sulle finestre dirimpetto dei palazzi di corso Venezia.
Da poco più di un’ora è Natale, ma sulla scena del crimine, dentro al Planetario, nessuno ci sta pensando. Lavorano silenziosi, concentrati.
Il sangue è ovunque, il corpo orrendamente dilaniato. E poi ci sono altri due cadaveri da ricomporre.
Un agente esce all’aperto, riesce a trattenere a stento un conato di vomito, mentre impreca a bassa voce. In siciliano.
Lo raggiunge un collega, decisamente più controllato. Alita nell’aria una lenta nuvoletta di condensa prima di dare una pacca sulla spalla all’altro:
-Che merda, eh?- ha la parlata un po’ ottusa delle valli di confine.
-Minchia, mai visto niente del genere. Quanto tempo ci avrà messo per morire?
Il secondo risponde con un’alzata di spalle.
Sentono dei passi scricchiolare sulla neve e un leggero cigolio di ruote. Anticipano due barellieri con la loro lettiga.
I poliziotti li osservano in silenzio. Li salutano con un cenno del capo e rimangono nuovamente soli sulla soglia, senza più dirsi nulla e con negli occhi il corpo legato e sventrato, i brandelli dell’abito nero come le dita della morte, ancora avvinghiata alla carne.
Trasalgono, quando dall’interno qualcuno grida che uno degli altri due cadaveri non lo è affatto, che respira ancora, e che portassero subito il kit medico.
I poliziotti si guardano:
-Quale dei due sarà? Quello con la pistola o l’altro?
-Chiunque sia, ne avrà da spiegare, se sopravvive.
-Già, e magari ci dirà cosa minchia è successo stanotte.

Dieci minuti a mezzanotte, Davide camminava deciso verso il Planetario.
Avanzava ingobbito contro il freddo, attento a non scivolare sulla neve ghiacciata e con in tasca il peso di una pistola. Trovata frugando negli armadi di Guido, alla ricerca di qualcosa che confermasse la sua ipotesi.
L’uomo era divorziato e Davide era stato invitato lì più volte, con sua moglie Sara; quindi, muoversi nell’oscurità e frugare nei possibili nascondigli era stato semplice. Certo, aveva dovuto aprire un numero assurdo di cassetti e ante, e scatole, prima di trovare qualcosa di utile.
Come la pistola.
Si trovava in uno scatolone, in mezzo a sciarpe e guanti, dentro a un ripostiglio. Davide l’aveva rigirata tra le mani più volte, affascinato dal lucido nero della sua forma. Dopo aver indugiato alcuni minuti, si era deciso. Aveva infilato l’arma nella tasca del cappotto e invece lasciato nella scatola, nascosta come la pistola sotto le sciarpe, la busta con le fotografie delle due vittime descritte nella mail: Guido era l’uomo che cercava, adesso doveva solo chiudere il cerchio. Ma doveva fare in fretta, perché il tempo era agli sgoccioli.
Estrasse dalla tasca la locandina dell’evento cui stava partecipando Guido, l’ultima riga era quella che gli interessava: Organizzato dall’Ass.ne Amici del Planetario, presieduta dalla dott.sa Sara Regis.
Sua moglie era là, dov’era anche Guido. Doveva fare in fretta.
Camminando a passo spedito, Davide ripeteva nella mente le frasi dell’email.
…vediamo se saprai apprezzare il mio dono… allo scoccare della mezzanotte…
Accelerò, mancavano pochi minuti.
…mi piacerebbe che tu fossi presente…
Varcò il cancello semi chiuso dei giardini. Davanti a lui la sagoma del Planetario, con le quattro colonne e il timpano triangolare.
Da terra puoi ancora sollevarti…
L’edificio era buio, la conferenza era conclusa da quasi mezz’ora e la gente si era spostata per brindare al Natale.
“Non tutti”, era sicuro Davide. “Non Guido. E non…” il pensiero tremò, “…non Sara”
Spinse la porta che si aprì silenziosa.
…ma quando vedi il firmamento…
Cercando di non fare neanche il minimo rumore, entrò nella stanza a cupola dove venivano proiettate le stelle. Sentiva il proprio respiro fragoroso nelle orecchie, la bocca asciutta. Gli sembrava di muoversi troppo lentamente, ma non voleva che Guido lo sentisse avvicinarsi.
Quanto mancava a mezzanotte?
…sai che da lì dovrai allontanarti…
C’era una porta in fondo alla stanza. Davide vi appoggiò delicatamente la mano, mentre estraeva la pistola con l’altra.
…però fa' attenzione al movimento
altrimenti sarai tu
il prossimo regalo
Era già stato lì più volte con sua moglie, sapeva bene che quella serratura, quella porta, cigolavano. Lei ci scherzava su. Diceva che era un antifurto per chi si nascondeva nello stanzino lì dietro.
Ma Davide non poteva permettersi che l’altro uomo avesse il tempo di reagire. Inspirò a fondo e, trattenendo il fiato, aprì di scatto.
Si lanciò oltre la porta.

Adesso i due agenti sono vicino all’ambulanza. Altri colleghi più qualificati stanno gestendo la scena del crimine.
Qui, invece, c’è solo una dozzina di curiosi.
Silenziosi, finché una delle donne presenti geme, portandosi una mano alla bocca. I due si voltano e vedono i barellieri arrivare con il loro carico. Coperto fino al mento e legato a due flebo.
La lettiga scricchiola sulla neve verso di loro.
“Le ruote non cigolano più”, nota il primo agente, “Forse per il peso del corpo e…”
-Mio Dio, ma è Davide!
-Signora, lo conosce?- chiede il secondo agente alla donna che ha parlato. Ha i capelli neri e lisci; il cappotto, aperto, lascia intravvedere un vestitino scuro e fasciante.
Non è lei a rispondere, ma l’uomo che l’accompagna. Un tizio magro e dal profilo affilato, rinchiuso in un piumino azzurro.
-Siamo colleghi- dice, e: -Ce la farà?- urla ai barellieri.
Questi annuiscono e uno rassicura che è stato fortunato, perché la coltellata non ha toccato organi vitali.
L’uomo, evidentemente rassicurato, torna a rivolgersi agli agenti:
-Nel Planetario c’è uno di nome Guido Stucchi?
-Il secondo cadavere, sì, ma lei come…
-E l’altra vittima è la moglie del ferito, sbaglio?
-Non sbaglia, ma cosa?
-Vi spiego agenti: Davide evidentemente non ha fatto in tempo…

Vede Teo, Davide, e sorride dentro al dolore. Il collega racconterà alla polizia della mail e delle due morti precedenti. Degli articoli non pubblicati. Ogni cosa.
Non può sperare di meglio.
Uno scossone gli strappa un gemito. Non credeva che sarebbe stato così doloroso, quando aveva pianificato di accoltellarsi. Gli era parso semplice, ma in realtà, al momento pratico, aveva esitato.
Però c’erano i due cadaveri e se voleva che la polizia credesse alla sua storia, ferirsi era indispensabile.
Così come farlo con un coltello da rimettere tra le dita di Guido.
Avrebbe spiegato che al suo arrivo Sara era già morta e che durante la collutazione con Guido, pur ferito, gli aveva strappato la pistola e sparato.

Chiude gli occhi mentre lo spingono nell’ambulanza. Rivede i due dietro la porta, avvinghiati nell’amplesso. La loro paura al suo irrompere armato. Le implorazioni, i falsi giuramenti di fedeltà…
Aveva ordinato a Guido di legarla. Poi lo aveva ucciso con due colpi, a bruciapelo.
Ed era toccato a Sara:
-Sapevo che avevi un amante- aveva voluto spiegarle mentre spingeva la lama nel suo ventre, -Ma solo quando ho visto la locandina ho pensato a Guido. E oggi ho capito che avevo ragione.
Il sangue sgorgava a fiotti e la donna si contorceva follemente.
-Allora ho scritto la finta mail, i finti articoli su due casi del Natale scorso. Ho persino recuperato foto d’archivio da nascondere a casa del tuo amante.
Davide voleva godersi ogni istante; con lentezza, aveva aperto un altro squarcio:
-Quel babbeo di Teo è capitato a proposito. Così come trovare la pistola. Pura fortuna.
Si era rialzato in piedi:
-Il bello è che né tu né Guido ci sarete per negare.
E con un rantolo gorgogliante, sua moglie si era infine spenta.

Riapre gli occhi, soddisfatto nonostante il dolore.
Non poteva andare meglio.
Sorride.
Tra i portelloni che si chiudono, intravvede rami scheletrici illuminati dai lampeggianti e una sagoma intrufolarsi.
-Posso augurargli buona fortuna?
È la voce della collega Elisa. Davide pensa che sia davvero gentile, mentre lei gli sfiora la guancia con un bacio.
Le labbra della donna sono calde sulla pelle. Ne ha un brivido di piacere.
Anche quando indugiano vicino all’orecchio.
Almeno fino a che lei non sussurra:
-Io e Teo abbiamo capito. Sappiamo. Mentiremo, ma dovremo parlare dell’eredità di Sara...
Si rialza e:
-Buon Natale- chiosa sgusciando via.

Nella fredda notte di Natale l’ambulanza parte a sirene spiegate.
Al suo interno Davide non sorride più.
Non più.

Re: [CN2021/RL] Non più

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L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmEra già stato lì più volte con sua moglie, sapeva bene che quella serratura, quella porta, cigolavano. Lei ci scherzava su. Diceva che era un antifurto per chi si nascondeva nello stanzino lì dietro.
Qui ho cominciato a capire. Anche perché in casa di Guido prende solo una pistola.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmIo e Teo abbiamo capito. Sappiamo. Mentiremo, ma dovremo parlare dell’eredità di Sara...
Si rialza e:
-Buon Natale- chiosa sgusciando via.
Fregato! Ben gli sta.
Complimenti, Ha tutti gli ingredienti giusti.

Re: [CN2021/RL] Non più

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L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pm-Uno di noi? Vuoi dire che il killer è un collega? Come puoi affermarlo?
-Il mio account è bloccato verso l’esterno perché ho fatto casino con i certificati di sicurezza. Posso ricevere mail solo dalla rete locale. Anche se il mittente è fittizio, non può che venire dal nostro interno.
Prima trovata del giallo: ineccepibile.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pme lui libero per l’appuntamento di morte a mezzanotte.
“Spero di non essermi sbagliato” pensò Davide, mentre estraeva dal cassetto un plico e un mazzo di chiavi. Quelle dell’appartamento di Guido Stucchi. Quelle che il Direttore stava cercando e che lui gli aveva sottratto.
Seconda trovata del giallo: una furbata.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmma quando vedi il firmamento…
Cercando di non fare neanche il minimo rumore, entrò nella stanza a cupola dove venivano proiettate le stelle. 
Terza trovata: far coincidere gli indizi.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmsapeva bene che quella serratura, quella porta, cigolavano. Lei ci scherzava su. Diceva che era un antifurto per chi si nascondeva nello stanzino lì dietro... aprì di scatto.
Quarta trovata: conoscere gli ostacoli per superarli.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pme sorride dentro al dolore.
Questa espressione fa il paio con "calda di conforto" dell'altro racconto. Bravo!
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmSapevo che avevi un amante- aveva voluto spiegarle mentre spingeva la lama nel suo ventre, -Ma solo quando ho visto la locandina ho pensato a Guido. E oggi ho capito che avevo ragione.
Il sangue sgorgava a fiotti e la donna si contorceva follemente.
-Allora ho scritto la finta mail, i finti articoli su due casi del Natale scorso. Ho persino recuperato foto d’archivio da nascondere a casa del tuo amante.
Davide voleva godersi ogni istante; con lentezza, aveva aperto un altro squarcio:
-Quel babbeo di Teo è capitato a proposito. Così come trovare la pistola. Pura fortuna.
Già è un bell'epilogo, pensavo...    Truce il giusto, ma per un giallo è ok.  :si:
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pm-Posso augurargli buona fortuna?
È la voce della collega Elisa. Davide pensa che sia davvero gentile, mentre lei gli sfiora la guancia con un bacio.
Le labbra della donna sono calde sulla pelle. Ne ha un brivido di piacere.
Anche quando indugiano vicino all’orecchio.
Almeno fino a che lei non sussurra:
-Io e Teo abbiamo capito. Sappiamo. Mentiremo, ma dovremo parlare dell’eredità di Sara...
Si rialza e:
-Buon Natale- chiosa sgusciando via.

Nella fredda notte di Natale l’ambulanza parte a sirene spiegate.
Al suo interno Davide non sorride più.
Non più.
Wow! Non me l'aspettavo questo ribaltamento. Ma sei un maestro del noir! @L'illusoillusore   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN2021/RL] Non più

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Solo una nota sulla formattazione dei dialoghi:
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pm-Cosa ti succede? Sembri uno che ha visto la morte in faccia.
il trattino va lungo – (Alt+0150) e occorre lasciare uno spazio:
– Cosa ti succede?

Bravissimo, hai saputo sviluppare la traccia creando falsi indizi e facendo scivolare i sospetti ora sull'uno ora sull'altro dei protagonisti: un'impresa difficilissima in un racconto così breve, e lo dico per esperienza personale.
Complimenti davvero.
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: [CN2021/RL] Non più

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Ciao L'illusoillusore,
Un ottimo thriller a mio parere. Scorrevole, coinvolgente e ben congegnato.
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmlampeggianti falciano la notte milanese roteando sugli alberi scheletrici dei giardini Montanelli, sulla facciata del museo delle Scienze Naturali e sulle finestre dirimpetto dei palazzi di corso Venezia.
Bella l'ambientazione milanese e la scelta suggestiva del planetario. 
L ha scritto: lun gen 03, 2022 12:53 pmSi limitò a osservarlo mentre s’infilava il piumino azzurro e usciva anche lui, fendendo l’aria come la lama di un coltello.
La lama di coltello che fende l'aria viene considerato un cliché. A me non ha dato fastidio ma te la segnalo comunque. 
Ottima prova su una traccia che secondo me non era affatto facile.
Piaciuto!

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Marcello ha scritto: mer gen 05, 2022 1:01 pm Solo una nota sulla formattazione dei dialoghi:

il trattino va lungo – (Alt+0150) e occorre lasciare uno spazio:
– Cosa ti succede?

Bravissimo, hai saputo sviluppare la traccia creando falsi indizi e facendo scivolare i sospetti ora sull'uno ora sull'altro dei protagonisti: un'impresa difficilissima in un racconto così breve, e lo dico per esperienza personale.
Complimenti davvero.
@Marcello  ciao!
Grazie per il commento.
Che posso dire? Alt+0150 è il codice della cassaforte, l’algoritmo delle vita che non conoscevo, grazie!
A parte gli scherzi, grazie davvero per il tuo commento, vista la tua competenza sull’ambito, è una lusinga!
A rileggerti!

Re: [CN2021/RL] Non più

10
ivalibri ha scritto: mer gen 05, 2022 3:37 pm Ciao L'illusoillusore,
Un ottimo thriller a mio parere. Scorrevole, coinvolgente e ben congegnato.

Bella l'ambientazione milanese e la scelta suggestiva del planetario. 

La lama di coltello che fende l'aria viene considerato un cliché. A me non ha dato fastidio ma te la segnalo comunque. 
Ottima prova su una traccia che secondo me non era affatto facile.
Piaciuto!
@ivalibri  grazie per il commento, sono felice che tu abbia gradito!
Riguardo al cliché, me ne rendo conto. A mia giustificazione, avevo pochi caratteri per creare e rafforzare l’immagine Teo = lama, con lo scopo di instillare dubbi nel lettore. Farò meglio!
A rileggerti!

Re: [CN2021/RL] Non più

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ciao @L'illusoillusore ... ho notato che ti piace ingarbugliare le tracce... :D il tuo racconto per fortuna non è criptico come l'altro e qui si legge senza intoppi, considerato che l'intrigo deve per forza creare confusione costringere il lettore a mettere insieme i puzzle della vicenda...

L'unico appunto che ti faccio è che l'estremizzazione degli omicidi e lo sventramento di lei mi pare andare oltre la natura di Davide... ma forse è solo una mia impressione...  comunque grande impegno a elaborare questa trama intrigata... ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

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bestseller2020 ha scritto: gio gen 06, 2022 12:10 pm ciao @L'illusoillusore ... ho notato che ti piace ingarbugliare le tracce... :D il tuo racconto per fortuna non è criptico come l'altro e qui si legge senza intoppi, considerato che l'intrigo deve per forza creare confusione costringere il lettore a mettere insieme i puzzle della vicenda...

L'unico appunto che ti faccio è che l'estremizzazione degli omicidi e lo sventramento di lei mi pare andare oltre la natura di Davide... ma forse è solo una mia impressione...  comunque grande impegno a elaborare questa trama intrigata... ciao a presto
@bestseller2020  grazie per il commento.
Ciao

Re: [CN2021/RL] Non più

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Ciao pericolosissimo @L'illusoillusore,
bravo, intrigante, molto noir il tuo giallo. Bello. Inutile dire che ti preferisco tremila volte di più in veste poetica. Mi piace quando scruti l'anima perché lo sai fare in maniera superba ed è una rarità. Qui fai la stessa cosa, ma con un coltello affilato nel cuore. 
Difficile assonare qui, non mi fa impazzire il genere anche se ti riconosco grandissime capacità. 
Va beh, ciao.  :)
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/RL] Non più

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Ciao pericolosissimo @L'illusoillusore,
bravo, intrigante, molto noir il tuo giallo. Bello. Inutile dire che ti preferisco tremila volte di più in veste poetica. Mi piace quando scruti l'anima perché lo sai fare in maniera superba ed è una rarità. Qui fai la stessa cosa, ma con un coltello affilato nel cuore. 
Difficile assonare qui, non mi fa impazzire il genere anche se ti riconosco grandissime capacità. 
Va beh, ciao.  :)
@paolasenzalai  eccomi!
Addirittura pericolosissimo?  Ma dai!
Capisco il tuo commento, ma tenere il vibrato dell’altro racconto per il doppio dei caratteri sarebbe titanico. Diciamo che qui ho scrutato l’animo umano con lenti diverse….
Ciao!

Re: [CN2021/RL] Non più

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@L'illusoillusore  ciao.
L'idea della mail come indizio "inventato" da quello che doveva essere la vittima e che invece è il carnefice, è la stessa che ho avuto anch'io, ma così, senza la voglia di scriverci su niente
Mi è venuta in mente dopo avere letto i primi due o tre racconti che sviluppavano questa traccia; mi sono detto: ma perché nessuno ha pensato di fare di  Davide il colpevole?
Bel racconto,

A rileggerti!
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: [CN2021/RL] Non più

17
Louca c. ha scritto: mer gen 12, 2022 6:09 pm @L'illusoillusore  ciao.
L'idea della mail come indizio "inventato" da quello che doveva essere la vittima e che invece è il carnefice, è la stessa che ho avuto anch'io, ma così, senza la voglia di scriverci su niente
Mi è venuta in mente dopo avere letto i primi due o tre racconti che sviluppavano questa traccia; mi sono detto: ma perché nessuno ha pensato di fare di  Davide il colpevole?
Bel racconto,

A rileggerti!
@Louca c. ciao e... grazie! Pensavo di avere la mente deviata ma almeno siamo in due!  :)

Re: [CN2021/RL] Non più

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Andrò un po' controcorrente, rispetto al generale consenso che ho visto negli altri commenti.
Fammi ricostruire la trama e, via via, ti mostrerò i limiti che ha, a mio parere.
Davide, brillante giornalista sta cercando fra i colleghi l'amante della propria consorte e mette a punto un piano per stanarlo e punire adeguatamente, sia lui, sia la moglie infedele. Facendolo al contempo risultare autore dell'omicidio di lei e del tentato omicidio di Davide, che dovrà risultare ferito e non accusabile in quanto avendo agito per legittima difesa.
Per fare ciò decide di mettere in scena il ricevimento di una mail minatoria, che contiene la presunta confessione di altri due omicidi seriali, che ha costruito e si è inviato (la storia non rivela da quale indirizzo di posta elettronica, ma certamente interno al giornale. Questa trovata è molto buona, ma:
1) impossibile non lasciare tracce informatiche evidenti che consentono di risalire al mittente effettivo, alla postazione di lavoro che l'ha inviata, a data e ora dell'invio;
2) ovvio che un mittente anonimo cancellerebbe dalla propria posta la mail inviata, ma nei server di posta restano le tracce.
3) Davide potrebbe aver già agito dal PC di Giulio, sospettandolo, ma deve averlo fatto mentre Giulio non era presente. La ricostruzione dell'assenza di Giulio, per gl'inquirenti è una cosa estremamente banale (dal controllo accessi del giornale, dalla localizzazione del suo telefono, da eventuali testimonianze, che fornirebbero al presunto colpevole un alibi quasi inscalfibile).
 
Continuiamo con la trama:
La sera di Natale, alla chiusura della redazione del quotidiano, troviamo Davide assorto nell'ennesima rilettura della mail. (Si innesca il meccanismo, di per sé legittimo, dell'equivoco interpretativo: il lettore crede che lui stia meditando sulle minacce e sull'indovinello che contiene, mentre, probabilmente, lui sta ripassando il proprio piano, e mettendone alla prova eventuali punti deboli.
Intanto, non si è accorto che i colleghi sono già tutti usciti per recarsi al rinfresco natalizio.
Teo, uno dei colleghi e, a quanto pare, compreso nel novero dei sospettati, capita in redazione. Davide si domanda se sia lui, (altro equivoco, ma:
1) se si sta chiedendo se sia lui l'amante, vuol dire che il piano è alquanto improvvisato, dovrà necessariamente basarsi su una serie di circostanze fortunate e Davide non può credere che la soluzione sia imminente. Qui, per me, inizierebbe ad incrinarsi un po' la forza di questa trama.
2) L'alternativa è peggiore e comporta che tu, autore, conduca la storia basandoti sull'inganno del lettore: focalizzando su Davide e mostrando i suoi pensieri non puoi far credere che si stia chiedendo se è Teo il mittente della lettera. L'equivoco sarebbe indotto da un falso indizio che gli fornisci. L'equivoco corretto, non c'è biasogno che io te lo dica, è quello che, alla rilettura, costringe il lettore ad ammettere che non c'erano elementi oggettivi che lo portavano a interpretare in modo errato, ma è stata errata soltanto la sua interpretazione.
 
Procediamo:
nel colloquio che segue, Davide pare mettere alla prova Teo: sta sempre cercando di capire se è lui l'amante, ma al lettore arriva la chiara sensazione che stia cercando l'autore della lettera. La storia presenta altri indizi, alla rilettura abbastanza ben costruiti, direi:
Di nuovo, Davide scrutò il collega chiedendosi se non fosse lui la persona che cercava, e ancora una volta si disse di no. Non riusciva a vederlo in quel ruolo
(Ok non dici che sta cercando l'autore, né qual è "quel ruolo"), e:
Davide si stupì, non era la risposta che si aspettava: perché non aveva negato?
Ottimo, alla rilettura, quando sarà chiaro che Davide sa benissimo che non può essere Teo l'autore e sarebbe ovvio che lui neghi. Un po' meno comprensibile alla prima lettura, ma questo non è un grave problema.
 
Davide, a questo punto, decide di usare Teo come testimone (buona trovata, ben presentata sempre giocando sull'equivoco del lettore), gli mostra le due notizie (anche se passate quasi nell'indifferenza dei media) dei due omicidi che l'autore della mail confessa di aver commesso.
Nella situazione che si viene a creare dai spazio ancora all'equivoco, in modo non scorretto dal punto di vista degl'indizi, ma "giocando" un po' sul pov ballerino (cosa che, ti confesso, non mi piace proprio).
Entra in scena il direttore (cerca qualcosa che non troverà, scopriremo poi che erano le chiavi di casa) e Davide si convince che "è lui". (Siamo sempre nell'equivoco, correttamente gestito, qui).
Le chiavi sono state sottratte a Giulio da Davide (altro problema che fa risultare molto debole il suo piano, e con esso, purtroppo, la trama: non sapeva se era Guido la persona che stava cercando e commette un gesto grave come il sottrargli le chiavi di casa? D'accordo: non sa se le userà, potrà sempre farle "ricomparire", ma vedo un problema di forte contrasto fra l'artata creazione di prove a proprio discarico con un piano così elaborato, e la totale improvvisazione nella messa in atto che si sta prefigurando.
 
Guido si deve recare al Planetario per una conferenza, Sara, la moglie di Davide, è la presidente dell'associazione che lo gestisce l'installazione: Davide si recerà là per smascherare la tresca tra i due e mettere in atto la propria vendetta.
Va, prima, a casa di Guido; fortunosamente (troppo!) trova una pistola di cui si appropria (ma come pensava di commettere un doppio omicidio senza un'arma adeguata al piano architettato?), sparge false prove a carico di colui che dovrà risultare l'assassino (sie dei due delitti irrisolti citati nella mail, sia della moglie di Davide) e poi giunge al planetario, dove la conferenza si è ormai conclusa e dove rimagono solo i due amanti, colti da Davide nel corso di un amplesso (del quale, anche se non consumato completamente, sarà piuttosto difficile che le indagini non trovino tracce).
E insomma: in una climax di ulteriori indizi e sensazioni che passi al lettore, dei quali non starò ad approfondire punto per punto la non correttissima gestione, in una narrazione con focalizzazione su Davide (sono già stato anche troppo pedante :asd: ), sotto la minaccia dell'arma ordina a Giulio di legare Sara (legare una persona in modo da immobilizzarla realmente è cosa non proprio semplice: servono corde adatte, arte (o calma, se non la si possiede) e tutti questi particolari non erano stati preparati. La storia deve sorvolare totalmente su questo, perché in effetti Davide ha improvvisato tutto. Davide uccide quindi Giulio con la pistola, sevizia e uccide la moglie con un coltello (spuntato da dove? Se non mi sono perso negli indizi non se ne parla prima dell'uso), con lo stesso coltello si ferisce gravemente per poter sostenere che:
- ha trovato l'assassino (dal quale è stato attirato con l'indovinello contenuto nella mail) che ha già ucciso Sara;
- nella colluttazione che segue viene accoltellato, ma riesce a disarmare Giulio della pistola (un assassino seriale ha una pistola in tasca e un coltello in mano e si fa disarmare della pistola da un accoltellato?)
- ha ucciso Giulio per legittima difesa a colpi d'arma da fuoco.
Chiaro che la mia è un'analisi severa (fin troppo per un noir che deve rispettare il limite di sedicimila caratteri, pochissimi per questo genere, partendo da un tema difficile come quello proposto. Inoltre, pur avendo riletto tre volte il racconto e cercando di farne un'analisi il più oggettiva possibile, potrei comunque non aver colto o aver mal intepretato - non per equivoco creato, ma per mia disattenzione - qualche dettaglio), ma in questo genere non si può chiedere sospensione d'incredulità al lettore. Se mi proponi un giallo ben costruito (e questo tuo mostra per ampi tratti una costruzione accurata) non puoi "pretendere" che io (lettore) non rifletta con attenzione su indizi ed eventi sui quali basi la tua costruzione.
 
A questo punto la chiusura a sorpresa (il piano che pareva a Davide infallibile, grazie alla testimonianza di Teo e fortunosissimamente, portato a compimento) viene un po' meno, nella mia lettura.
Prima di decidere "se" farla, consiglierei a Teo a a Elisa di studiare molto accuratemente la propria (falsa) testimonianza, che in un'indagine penale è un reato piuttosto grave e, laddove smascherata, è tutt'altro che augurabile... :asd:
 
Se condividi le mie note, secondo le quali dovrei aver messo in crisi la tua trama, non è comunque escluso che tu possa rivedere un po' di dettagli e,in uno svuiluppo appena un poco più lungo (ma non molto!) tu non possa porvi rimedio, mantenendo il buono che, devo riconoscerlo, hai comunque saputo metterci dentro.

A rileggerti!

Re: [CN2021/RL] Non più

20
queffe ha scritto: dom gen 16, 2022 12:50 pm
Ciao @queffe 
mi scuso se opto per un copia e incolla ma non posso citare:

Andrò un po' controcorrente, rispetto al generale consenso che ho visto negli altri commenti.
Fammi ricostruire la trama e, via via, ti mostrerò i limiti che ha, a mio parere.
Ben venga il tuo controcorrente, lo scopo di CdM è raccogliere ogni pto di vista per crescere, no?

Davide, brillante giornalista sta cercando fra i colleghi l'amante della propria consorte e mette a punto un piano per stanarlo e punire adeguatamente, sia lui, sia la moglie infedele. Facendolo al contempo risultare autore dell'omicidio di lei e del tentato omicidio di Davide, che dovrà risultare ferito e non accusabile in quanto avendo agito per legittima difesa.
Per fare ciò decide di mettere in scena il ricevimento di una mail minatoria, che contiene la presunta confessione di altri due omicidi seriali, che ha costruito e si è inviato (la storia non rivela da quale indirizzo di posta elettronica, ma certamente interno al giornale. Questa trovata è molto buona, ma:
1) impossibile non lasciare tracce informatiche evidenti che consentono di risalire al mittente effettivo, alla postazione di lavoro che l'ha inviata, a data e ora dell'invio;
2) ovvio che un mittente anonimo cancellerebbe dalla propria posta la mail inviata, ma nei server di posta restano le tracce.
3) Davide potrebbe aver già agito dal PC di Giulio, sospettandolo, ma deve averlo fatto mentre Giulio non era presente. La ricostruzione dell'assenza di Giulio, per gl'inquirenti è una cosa estremamente banale (dal controllo accessi del giornale, dalla localizzazione del suo telefono, da eventuali testimonianze, che fornirebbero al presunto colpevole un alibi quasi inscalfibile).
Capisco tutto e nella mia testa c’era l’opzione
4) Davide è tutt’altro che un genio del crimine ed è lui stesso a pensare di cavarsela: non c’è la parte investigativa.


Teo, uno dei colleghi e, a quanto pare, compreso nel novero dei sospettati, capita in redazione. Davide si domanda se sia lui, (altro equivoco, ma:
1) se si sta chiedendo se sia lui l'amante, vuol dire che il piano è alquanto improvvisato, dovrà necessariamente basarsi su una serie di circostanze fortunate e Davide non può credere che la soluzione sia imminente. Qui, per me, inizierebbe ad incrinarsi un po' la forza di questa trama.
2) L'alternativa è peggiore e comporta che tu, autore, conduca la storia basandoti sull'inganno del lettore: focalizzando su Davide e mostrando i suoi pensieri non puoi far credere che si stia chiedendo se è Teo il mittente della lettera. L'equivoco sarebbe indotto da un falso indizio che gli fornisci. L'equivoco corretto, non c'è bisogno che io te lo dica, è quello che, alla rilettura, costringe il lettore ad ammettere che non c'erano elementi oggettivi che lo portavano a interpretare in modo errato, ma è stata errata soltanto la sua interpretazione.
Pensavo a un Davide che ha messo in atto il suo piano (chiavi, falsi articoli…) ma non essendo un killer ha ancora dubbi di star sbagliando persona. Ha iniziato lo scivolamento verso il delitto ma ancora si pone domande. Sul punto 2), non mi sembra di aver scritto che Davide si chiede se Teo sia l’autore della lettera. Certo, ho forzato per la brevità dei caratteri, ma ho provato a ingannare il lettore con lealtà: omettendo, sì, ma mai scrivendo il falso.

…Le chiavi sono state sottratte a Giulio da Davide (altro problema che fa risultare molto debole il suo piano, e con esso, purtroppo, la trama: non sapeva se era Guido la persona che stava cercando e commette un gesto grave come il sottrargli le chiavi di casa? D'accordo: non sa se le userà, potrà sempre farle "ricomparire", ma vedo un problema di forte contrasto fra l'artata creazione di prove a proprio discarico con un piano così elaborato, e la totale improvvisazione nella messa in atto che si sta prefigurando.
Nella mia intenzione Davide pensa che sia Guido (e quindi il suo piano), ma fino all’ultimo si pone i dubbi del non criminale: “ e se sto sbagliando?”. Non potevo sviluppare il pensiero per non togliere il velo, ma speravo che la rilettura lo lasciasse trasparire (ho sbagliato!)

…Va, prima, a casa di Guido; fortunosamente (troppo!) trova una pistola di cui si appropria (ma come pensava di commettere un doppio omicidio senza un'arma adeguata al piano architettato?)…
Come? Con il coltello che ha in tasca

…sparge false prove a carico di colui che dovrà risultare l'assassino (sie dei due delitti irrisolti citati nella mail, sia della moglie di Davide) e poi giunge al planetario, dove la conferenza si è ormai conclusa e dove rimagono solo i due amanti, colti da Davide nel corso di un amplesso (del quale, anche se non consumato completamente, sarà piuttosto difficile che le indagini non trovino tracce)…
Vero: volevo togliere il riferimento all’amplesso, ma mi son scordato!

… sotto la minaccia dell'arma ordina a Giulio di legare Sara (legare una persona in modo da immobilizzarla realmente è cosa non proprio semplice: servono corde adatte, arte (o calma, se non la si possiede) e tutti questi particolari non erano stati preparati. La storia deve sorvolare totalmente su questo, perché in effetti Davide ha improvvisato tutto. Davide uccide quindi Giulio con la pistola, sevizia e uccide la moglie con un coltello (spuntato da dove? Se non mi sono perso negli indizi non se ne parla prima dell'uso)…
Ahimè! Mancavano così pochi caratteri che nelle riflessioni finali di Davide non sono riuscito a spiegare (ex post) del coltello è delle corde ☹

Chiaro che la mia è un'analisi severa (fin troppo per un noir che deve rispettare il limite di sedicimila caratteri, pochissimi per questo genere, partendo da un tema difficile come quello proposto. Inoltre, pur avendo riletto tre volte il racconto e cercando di farne un'analisi il più oggettiva possibile, potrei comunque non aver colto o aver mal interpretato - non per equivoco creato, ma per mia disattenzione - qualche dettaglio), ma in questo genere non si può chiedere sospensione d'incredulità al lettore. Se mi proponi un giallo ben costruito (e questo tuo mostra per ampi tratti una costruzione accurata) non puoi "pretendere" che io (lettore) non rifletta con attenzione su indizi ed eventi sui quali basi la tua costruzione.
Non so se sia severa o meno: è la tua analisi ed è onesta, questo è importante. Sicuramente ho tanti spunti su cui riflettere per una (eventuale) prossima volta, che è lo scopo di stare qui.

…Prima di decidere "se" farla, consiglierei a Teo a a Elisa di studiare molto accuratemente la propria (falsa) testimonianza, che in un'indagine penale è un reato piuttosto grave e, laddove smascherata, è tutt'altro che augurabile... 
Sono d’accordo al 100%

Se condividi le mie note, secondo le quali dovrei aver messo in crisi la tua trama, non è comunque escluso che tu possa rivedere un po' di dettagli e, in uno sviluppo appena un poco più lungo (ma non molto!) tu non possa porvi rimedio, mantenendo il buono che, devo riconoscerlo, hai comunque saputo metterci dentro.
Rivedere? No, non lo faccio mai con i racconti di “gare e tornei” , non ne vedo il senso: faccio miei i suggerimenti, le critiche e gli apprezzamenti per la volta dopo, ma un racconto di questo ambito ha una genesi talmente specifica (molto spesso su tracce che mai avrei scritto) che esaurisce il suo scopo una volta postato.
Piuttosto, se volessi fare da Beta reader a un mio giallo che sto revisionando, ne sarei lusingato!

A rileggerti!
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