[CN2021/RL] Un compagno di giochi
Posted: Sun Jan 02, 2022 12:34 pm
Traccia n. 2 - racconto scritto in coppia con @bestseller2020
Commento
Babbo Natale si alzò, un po' a malincuore ma rinfrancato dalla gioia che era riuscito a portare in quella casetta misera, e si mise in piedi aggiustandosi la giacca d'ordinanza, che tirava un po' sulla pancia. Poi si fermò di nuovo.
-Dimenticavo.
Si frugò in tasca e ne estrasse un sacchetto bianco.
-Cos'è?- domandò la bambina.
-Un pacchetto di sale grosso.
-E che cosa ci devo fare?
-È un regalo per la tua amica, la capretta. Anzi, se mi porti a vederla, le diamo insieme il suo regalo. Ah, e poi mi devi dire come ti chiami. Non mi piace chiamarti “bambina” e basta. Ormai siamo amici, e gli amici devono sapere tutto l'uno dell'altro. E poi, ma dove sono la mamma e il papà? Li vorrei conoscere, salutarli, presentarmi.
La bambina rimase in silenzio e continuò a giocare con la bambola alta quasi quanto lei.
-I miei genitori sono a lavorare.
-Ooooh, poverina, ti lasciano da sola la Vigilia di Natale? E che cosa fanno? Lavorano in un supermercato o in una pescheria?
-Nooooo- rispose lei ridendo- Tutti gli anni scelgono una persona, la uccidono e la mandano come regalo a un giornalista. Stavolta gli hanno anche spedito una lettera con un indovinello in rima per aiutarlo a risolvere il caso, ma lui è talmente scemo che non capirà niente. Come sempre.
Babbo Natale sgranò gli occhi incredulo.
-Ma... bambina, ti pare il caso di fare questi discorsi? Ma dove li hai sentiti? Alla televisione?
-Certo che mi pare il caso. Mamma e papà sono bravissimi nel loro mestiere. Però, certo, mi lasciano spesso sola.
-Ed è per questo che hai la capretta, vero? La tua compagna di giochi?
-Veramente la capretta adesso è là- e indicò una grossa pentola di rame da cui proveniva un borbottio sommesso. Poi, tranquilla, continuò a spiegare.
-Così sta al caldo, no? Mamma e papà dicono che devo fare pratica, che sono già abbastanza grande.
-Ehm, grande per cosa?
-Beh, per iniziare a lavorare anch'io come loro.
Babbo Natale rimase fermo in mezzo alla stanza, circondato da tutti i giocattoli.
-Io credevo...- balbettò.
La bambina continuò ad accarezzare i capelli setosi della bambola.
-Stai tranquillo. In fondo il regalo più bello me lo hai portato davvero. Adesso tu resterai qui con me, vero? Sarai tu il mio compagno di giochi, vero? Almeno fino a quando non tornano mamma e papà, poi magari facciamo giocare un po' anche loro, vero?
Commento
“Trallalà trallalà, che magnifico Natale è questo qua!
Trallallà, che bontà, sempre bei giochi a tutti portar
Cattivi e tristi, lo sanno già
Cattivi e tristi, lo sanno già
che tutto il male svanirà, Trallalà Trallalà”.
Babbo Natale si alzò dal letto dal letto, ancora con le mutande mezzo calate, con gran parte del solco delle grosse natiche in mostra, e si sgranchì i muscoli canticchiando.
La scimmietta Pelosetta, passando per la canna fumaria, sbucò dall'interno del caminetto. Si scrollò di dosso cenere e neve e brontolò perché ogni volta, per entrare dentro casa, doveva passare da quel posto. La puzzola Ariosetta, a sua volta, volta sbucò da sotto il letto mentre sollevava minacciosamente la coda. Al suo apparire Pelosetta si metteva sempre a urlare:
La scimmietta Pelosetta, passando per la canna fumaria, sbucò dall'interno del caminetto. Si scrollò di dosso cenere e neve e brontolò perché ogni volta, per entrare dentro casa, doveva passare da quel posto. La puzzola Ariosetta, a sua volta, volta sbucò da sotto il letto mentre sollevava minacciosamente la coda. Al suo apparire Pelosetta si metteva sempre a urlare:
-Puzzetta Puzzzetta! Meglio scappare e al ghiaccio stare!
Babbo Natale a quel punto, come tutti gli anni, richiamò Pelosetta all'ordine e le disse di smetterla con quelle lagne profumate. Ma Pelosetta rincarò la dose:
Babbo Natale a quel punto, come tutti gli anni, richiamò Pelosetta all'ordine e le disse di smetterla con quelle lagne profumate. Ma Pelosetta rincarò la dose:
-Babbo Natale mangia troppi fagioli e non si accorge di quanto puzza questa camera puzzolosa!
-Dai, Pelosetta, smettila di fare la bertuccia. Piuttosto, dammi le lettere arrivate stamattina e spera che non mi accorga che le hai lette prima di me!
-Qualcuna, Babbo! Giuro sul mio alberello rampicoso e dondorello!
-Dai, Pelosetta, smettila di fare la bertuccia. Piuttosto, dammi le lettere arrivate stamattina e spera che non mi accorga che le hai lette prima di me!
-Qualcuna, Babbo! Giuro sul mio alberello rampicoso e dondorello!
Babbo Natale fece finta di non sentire, si sedette sulla sua sedia a dondolo preferita e iniziò a scorrere le richieste appena arrivate.
-Allora, vediamo un po' che cosa mi hanno chiesto i bambini questa volta. Ecco qua, vediamo: Roberto per regalo chiede il travestimento di Darth Vader? E quest'altro, Nathan, mi ha chiesto la maschera di Sauron?
-Allora, vediamo un po' che cosa mi hanno chiesto i bambini questa volta. Ecco qua, vediamo: Roberto per regalo chiede il travestimento di Darth Vader? E quest'altro, Nathan, mi ha chiesto la maschera di Sauron?
Babbo Natale ridacchiò con fare nervoso.
-Si devono essere sbagliati, poveri cari: mi hanno chiesto i costumi dei cattivi più cattivissimi che conosco.
-Ehm, Babbo? Guarda che Darth Vader alla fine si pente e diventa buono.
-Zitta, Ariosetta, o ti mando a pulire le stalle. Andiamo avanti con la lettura. Vittorio mi ha chiesto il costume di Ronaldo, e il suo gemello Roby quello di Balotelli? Ma insomma, non sono proprio dei gran esempi per dei bambini. E questo? Kevin ha chiesto un abbonamento a You Porn? Daniele un lanciafiamme per sfidare il Governatore De Luca? Sonia chiede una comparsata da tronista a Uomini e donne? Ginny il reggiseno di squame di Elettra Lamborghini? Fabiana il copri capezzoli della bassista dei Maneskin? Ronnie James... che razza di nome, Ronnie James mi chiede l'ultimo disco dei Cadaveric Crematorium? Per mille decorazioni fulminate, che cosa sta succedendo? Quest'anno i bambini sono tutti impazziti? Insomma, si vogliono tutti mascherare e apparire supereroi del calcio, della televisione, e poi a loro cosa rimane?
Fu la puzzola Ariosetta a spiegargli il perché di quelle richieste.
Fu la puzzola Ariosetta a spiegargli il perché di quelle richieste.
-Babbo, i bambini, in questi due anni in cui sono stati rinchiusi dentro casa, non hanno fatto altro che guardare la scatola delle immagini immaginose e non sanno più chi sono. Hanno perso la fantasia e la voglia di giocare, non hanno più sogni propri e usano quelli degli altri. Ecco perché si vogliono tutti mascherare da altri personaggi personaggiosi, ecco perché non distinguono gli eroi buoni dai cattivi cattivissimi.
Babbo Natale si accasciò ancora di più sulla sedia.
-Hanno perduto il gusto del gioco giocoso. Povero me! E io che avevo fatto scorta di trenini elettrici, soldatini di legno, case per le bambole, T-rex, ippopotami, gru, attrezzi per il fai da te, il falegname, l'allegro chirurgo! Eppure, al corso di aggiornamento sui regali per bambini di questa estate, nessuno mi ha detto niente di tronisti e reggiseni di squame. Adesso che me ne faccio di tutti questi giocattoli? E dove trovo quello che mi chiedono? Insomma, l'hanno scorso ho distribuito telefonini a iosa e pensavo che quest'anno avrei ripreso con i veri giocattoli.
Ma rimaneva ancora una lettera da aprire:
-Hanno perduto il gusto del gioco giocoso. Povero me! E io che avevo fatto scorta di trenini elettrici, soldatini di legno, case per le bambole, T-rex, ippopotami, gru, attrezzi per il fai da te, il falegname, l'allegro chirurgo! Eppure, al corso di aggiornamento sui regali per bambini di questa estate, nessuno mi ha detto niente di tronisti e reggiseni di squame. Adesso che me ne faccio di tutti questi giocattoli? E dove trovo quello che mi chiedono? Insomma, l'hanno scorso ho distribuito telefonini a iosa e pensavo che quest'anno avrei ripreso con i veri giocattoli.
Ma rimaneva ancora una lettera da aprire:
”Caro Babbo Natale,
Che lo so che sei tu e sono una bambina fortunata a vivere vicino a Babbo Natale. Ma forse non mi conosci anche se tu sicuramente conosci tutti i bambini.
Io mi impegno sempre a fare la brava e mi lavo i denti tutte le sere anche se non mi va e faccio tutti i compiti e solo qualche volta quando c’è il minestrone allora dico che ho il maldipancia per non mangiarlo. Ma poi se ci mettono il formaggino lo mangio piano piano.
Però prometto che sono una bambina buona.
Ci sono tante cose che vorrei per Natale, però io sono solo una bambina e sono sicura che tu conosci tantissimi regali che io nemmeno mi immagino. Allora per Natale vorrei una sorpresissimissima di quelle che mi lasciano a bocca aperta. Tanto tu hai i poteri magici di Babbo Natale. Prometto che poi mi impegnerò a mangiare sempre tutto il minestrone".
-Ohhh!!! una bambina bambinissima dolcissima!- esclamò Pelosetta facendo una piccola capriola.
Babbo Natale quasi si commosse nel constatare che, tra le tante lettere senza sentimento, ce n'era una con quel sapore antico che tanto aveva soddisfatto con felicità in duecento anni di onorata carriera.
-Una lettera sincera, finalmente. Pelosetta e Ariosetta, andate subito a questo indirizzo qui vicino, trovate questa bimba e riferitemi come vive, con chi, e di cosa avrebbe bisogno! Senza litigare, o vi mando a lucidare tutti i campanellini della slitta.
Le due aiutanti si diressero verso quella casa poco lontano. Raggiunsero così una vecchia fattoria semi sepolta dalla neve e si infilarono per l'unica via che conoscevano, la canna fumaria. Una volta entrate, Pelosetta notò che all'interno della casa faceva piuttosto freddo. L'unica fonte di calore era un caminetto, e di fianco videro un albero di Natale piccolo e decorato poveramente, con pigne e fiocchetti di fieno.
-Triste tristezza! Ma dov'è bimba dolcissima? Lacrimuccia, lacrimuccia!- si domandarono le due bestioline all'unisono.
Presero a girare per la casa, ma senza trovarla. Dopo avere vagato da una stanza all'altra, fra un brivido di freddo e l'altro, furono attratte da una canzone che proveniva dalla stalla. La videro lì, tra il fieno, mentre canticchiava e si intratteneva con una capretta bianca:
-Stella stellina, brilla vicina, ogni bella mattina, arrampicata sulla cima, di questa collina, le foglie alte con la lingua piglia, tante smorfie nel musetto, latte caldo nel secchiello.
-Ohhh!!! che dolce canzonuccia! Lacrimuccia, lacrimuccia!
Tornarono di corsa a casa e raccontarono a Babbo Natale di avere trovato la bambina, che però non se la passava molto bene. Gli dissero che nella sua camera da letto avevano trovato soltanto una bambola con gli occhi storti e un servizio di pentole giocattolo, e che sembrava trascorrere il tempo con una capretta di nome Stella. Babbo Natale si commosse e decise all'istante di farle una sorpresa sorpresissima, che l'avrebbe fatta felice.
Che lo so che sei tu e sono una bambina fortunata a vivere vicino a Babbo Natale. Ma forse non mi conosci anche se tu sicuramente conosci tutti i bambini.
Io mi impegno sempre a fare la brava e mi lavo i denti tutte le sere anche se non mi va e faccio tutti i compiti e solo qualche volta quando c’è il minestrone allora dico che ho il maldipancia per non mangiarlo. Ma poi se ci mettono il formaggino lo mangio piano piano.
Però prometto che sono una bambina buona.
Ci sono tante cose che vorrei per Natale, però io sono solo una bambina e sono sicura che tu conosci tantissimi regali che io nemmeno mi immagino. Allora per Natale vorrei una sorpresissimissima di quelle che mi lasciano a bocca aperta. Tanto tu hai i poteri magici di Babbo Natale. Prometto che poi mi impegnerò a mangiare sempre tutto il minestrone".
-Ohhh!!! una bambina bambinissima dolcissima!- esclamò Pelosetta facendo una piccola capriola.
Babbo Natale quasi si commosse nel constatare che, tra le tante lettere senza sentimento, ce n'era una con quel sapore antico che tanto aveva soddisfatto con felicità in duecento anni di onorata carriera.
-Una lettera sincera, finalmente. Pelosetta e Ariosetta, andate subito a questo indirizzo qui vicino, trovate questa bimba e riferitemi come vive, con chi, e di cosa avrebbe bisogno! Senza litigare, o vi mando a lucidare tutti i campanellini della slitta.
Le due aiutanti si diressero verso quella casa poco lontano. Raggiunsero così una vecchia fattoria semi sepolta dalla neve e si infilarono per l'unica via che conoscevano, la canna fumaria. Una volta entrate, Pelosetta notò che all'interno della casa faceva piuttosto freddo. L'unica fonte di calore era un caminetto, e di fianco videro un albero di Natale piccolo e decorato poveramente, con pigne e fiocchetti di fieno.
-Triste tristezza! Ma dov'è bimba dolcissima? Lacrimuccia, lacrimuccia!- si domandarono le due bestioline all'unisono.
Presero a girare per la casa, ma senza trovarla. Dopo avere vagato da una stanza all'altra, fra un brivido di freddo e l'altro, furono attratte da una canzone che proveniva dalla stalla. La videro lì, tra il fieno, mentre canticchiava e si intratteneva con una capretta bianca:
-Stella stellina, brilla vicina, ogni bella mattina, arrampicata sulla cima, di questa collina, le foglie alte con la lingua piglia, tante smorfie nel musetto, latte caldo nel secchiello.
-Ohhh!!! che dolce canzonuccia! Lacrimuccia, lacrimuccia!
Tornarono di corsa a casa e raccontarono a Babbo Natale di avere trovato la bambina, che però non se la passava molto bene. Gli dissero che nella sua camera da letto avevano trovato soltanto una bambola con gli occhi storti e un servizio di pentole giocattolo, e che sembrava trascorrere il tempo con una capretta di nome Stella. Babbo Natale si commosse e decise all'istante di farle una sorpresa sorpresissima, che l'avrebbe fatta felice.
Per prima cosa, Babbo Natale espose fuori dalla porta di casa un cartello rosso e verde con scritto “Chiuso per orecchioni. Si prega di non disturbare”.
Poi andò nel laboratorio e si mise all'opera. Dimenticò tutti i pensieri negativi e tutte quelle letterine con richieste incomprensibili, e si dedicò corpo e anima a realizzare quello che, secondo lui, sarebbe piaciuto alla bambina.
Il pomeriggio della Vigilia Babbo Natale si mise in spalla un sacco di iuta e andò a trovare la piccola vicina di casa. Suonò il campanello e attese qualche momento. La porta d'ingresso si aprì e Babbo Natale vide per la prima volta di persona colei che gli aveva scritto quella lettera così sincera. Fu tutto come aveva sperato. La bambina sgranò due occhi di maiolica celeste al vederlo, saltellò in giro, esplosiva come un tappo di champagne, e si profuse in un repertorio di gridolini gioiosi.
-Lo sapevo che eri tu, lo sapevo! - continuò a ripetere senza sosta. Poi lo fece entrare in casa per vedere meglio la sorpresissima.
Babbo Natale entrò in un ingresso dall'aria spoglia, poi passò in una sala da pranzo, dove vide il famoso alberello decorato poveramente.
-Allora, che cosa mi hai portato? Qual è la mia sorpresa sorpresissima?
Babbo Natale ridacchiò e diede un timbro squillante al suo vocione.
-Apri il sacco, cara, è tutto per te.
-Per meeee? Davveroooo?
-Sì, perché te lo meriti. La tua lettera era così bella, così spontanea e sincera, non potevo fare altro se non darti tutto quello che potevo.
La bambina si precipitò a sciogliere i lacci del sacco, ci infilò una mano e per prima cosa estrasse una bambola alta quasi quanto lei; seguirono un corredo di vestitini, un cavallo a dondolo con i finimenti dorati e un servizio di piattini giocattolo da cinquantasei pezzi. Il sacco conteneva anche una pantera nera di peluche con un vezzoso fiocco rosso al collo, una scatola di costruzioni e almeno altri quindici giocattoli assortiti. Babbo Natale si sedette al tavolo della sala mentre la bambina scopriva a più riprese tutti i regali destinati a lei.
-Per me? Per me? Anche questo è per me? -chiese tutte le volte alla vista di un nuovo regalo. Babbo Natale annuì e la lasciò fare, troppo contento per l'entusiasmo sincero della bambina.
Quando il sacco fu svuotato dal contenuto, la bambina si guardò intorno con aria compiaciuta.
-È tutto bellissimissimo. Proprio una sorpresa sorpresissima. Adesso, che si fa?
-Adesso, piccina, puoi giocare tutto il tempo che vuoi. E buon Natale!Babbo Natale si alzò, un po' a malincuore ma rinfrancato dalla gioia che era riuscito a portare in quella casetta misera, e si mise in piedi aggiustandosi la giacca d'ordinanza, che tirava un po' sulla pancia. Poi si fermò di nuovo.
-Dimenticavo.
Si frugò in tasca e ne estrasse un sacchetto bianco.
-Cos'è?- domandò la bambina.
-Un pacchetto di sale grosso.
-E che cosa ci devo fare?
-È un regalo per la tua amica, la capretta. Anzi, se mi porti a vederla, le diamo insieme il suo regalo. Ah, e poi mi devi dire come ti chiami. Non mi piace chiamarti “bambina” e basta. Ormai siamo amici, e gli amici devono sapere tutto l'uno dell'altro. E poi, ma dove sono la mamma e il papà? Li vorrei conoscere, salutarli, presentarmi.
La bambina rimase in silenzio e continuò a giocare con la bambola alta quasi quanto lei.
-I miei genitori sono a lavorare.
-Ooooh, poverina, ti lasciano da sola la Vigilia di Natale? E che cosa fanno? Lavorano in un supermercato o in una pescheria?
-Nooooo- rispose lei ridendo- Tutti gli anni scelgono una persona, la uccidono e la mandano come regalo a un giornalista. Stavolta gli hanno anche spedito una lettera con un indovinello in rima per aiutarlo a risolvere il caso, ma lui è talmente scemo che non capirà niente. Come sempre.
Babbo Natale sgranò gli occhi incredulo.
-Ma... bambina, ti pare il caso di fare questi discorsi? Ma dove li hai sentiti? Alla televisione?
-Certo che mi pare il caso. Mamma e papà sono bravissimi nel loro mestiere. Però, certo, mi lasciano spesso sola.
-Ed è per questo che hai la capretta, vero? La tua compagna di giochi?
-Veramente la capretta adesso è là- e indicò una grossa pentola di rame da cui proveniva un borbottio sommesso. Poi, tranquilla, continuò a spiegare.
-Così sta al caldo, no? Mamma e papà dicono che devo fare pratica, che sono già abbastanza grande.
-Ehm, grande per cosa?
-Beh, per iniziare a lavorare anch'io come loro.
Babbo Natale rimase fermo in mezzo alla stanza, circondato da tutti i giocattoli.
-Io credevo...- balbettò.
La bambina continuò ad accarezzare i capelli setosi della bambola.
-Stai tranquillo. In fondo il regalo più bello me lo hai portato davvero. Adesso tu resterai qui con me, vero? Sarai tu il mio compagno di giochi, vero? Almeno fino a quando non tornano mamma e papà, poi magari facciamo giocare un po' anche loro, vero?