[CN2021/RL] Nascosto dietro la paura
Posted: Thu Dec 30, 2021 2:28 pm
Traccia n. 4
Io non penso che l'indovinello sia brutto. È il personaggio che lo dice. Giuro!
Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura
(Jack Canfield)
(Jack Canfield)
Odio la neve, l’auto sarà ghiacciata. Laura e la bambina saranno già partite, spero che la strada sia libera. Questo comune ha bisogno di un’amministrazione seria, ma lo so, sono io che qui sono fuori posto. La casa in campagna, temo resterà un sogno. Non troverò mai il coraggio. Ho sempre avuto l’impressione di vivere in un luogo che non mi appartiene, svolgere in lavoro che non mi soddisfa, tutto questo mi sta massacrando.
— Hai letto Andrea? Come possono accadere fatti cosi aberranti da dover tenere costantemente aggiornata una testata giornalistica? Io non l’ho mai capito anche se faccio questo lavoro da vent’anni. Non arriverò alla pensione, guarda, le mani hanno ricominciato a tremarmi. E adesso? Arriva pure questa mail che addirittura sembra volermi scaraventare dentro la cronaca stessa. Perché doveva capitare proprio a me? — Io non so cosa pensare, Davide, per me chi ha scritto questa roba non è sano di mente, non credo ce l’abbia con te in particolare. Vuole coinvolgerti, vuole costringerti a scrivere su di lui. Forse è solo uno di quei pazzi che vogliono fama, tu sei un giornalista no? E poi quell’indovinello, lo vogliamo dire? Fa davvero cagare! Che cosa ne dovremmo tirar fuori?
— Non lo so, io davvero non ci capisco niente. Chiudi tu l’ufficio, io devo andare, mia moglie mi sta aspettando a scuola, Giada ha la recita. Domattina deciderò cosa fare.
— Ahi! Che dolore, Il periodo dei saggi, recite, e feste di fine anno, lo odio quanto i grupponi di genitori isterici su whatsApp.
— A chi lo dici! Senti, Andrea, per stasera tieni la bocca chiusa, non dire niente a nessuno. Stanotte farò delle ricerche riguardo omicidi menzionati nella mail. Devo trovare qualcosa, un motivo meno apparente di quello che suggerisce il nostro Edward Nigma. Se scopro qualcosa, ti chiamo.
— Va bene, come dici tu, A domani.
Lo sapevo. Maledizione, neve ghiacciata! Spero solo che a scuola funzionino i riscaldamenti. Vediamo, io non mi ricordo per niente della ragazza con i fuseaux rosa ma, dell’assicuratore ricordo lo sfondo natalizio in contrasto con l’efferatezza del delitto: ventiquattro coltellate alla schiena, poveraccio non ha nemmeno visto il suo assassino in faccia. Ma, perché scrivere proprio a me: lavoro in un giornaletto nemmeno troppo famoso, se vuole fama, come dice Andrea, poteva mandare una lettera a chissà quanti altri giornalisti. C’è sicuramente un dettaglio, un piccolo particolare che mi sfugge, qualcosa che mi riguarda e che dovrei sapere. L’indovinello mi dovrebbe suggerire anche il luogo dell’appuntamento, ma a me non fa venire in mente proprio niente. Ha ragione Andrea, è senza senso, però ragioniamo, io non so chi sia, ma lui certamente mi conosce. Conosce me? La mia famiglia? I miei amici? Cazzo, chi potrebbe essere? Non posso pensarci, mi prenderà un attacco di panico. Ecco la macchina di Laura, sono arrivate. Come il solito, nessuno sgombra la neve sul vialetto della scuola. Parcheggerò sulla via laterale.
— Bella recita, non è vero Davide? Roberta è davvero una brava insegnante. Hai visto i costumi? E le canzoni? Sembrava una vera rappresentazione… Davide?
— Sì, oh scusami, sì, è stato tutto molto bello, davvero. Senti, stasera ho delle notifiche da controllare e anche del lavoro arretrato, tu comincia a mettere a letto Giada, arrivo tra poco.
—Tesoro, così hai? Sei stato vago tutta la sera, sembri preoccupato.
— Sì, in effetti, c’è qualcosa, ma non posso parlartene stasera. Domani ti dirò di più.
— Ok, va bene, ma io devo dirti dello spettacolo canoro che stiamo organizzando con Padre Giovanni. Noi dell’associazione vorremmo che tu scriva due righe o che ci menzioni sul canale, siamo così orgogliosi. Sarà un evento pazzesco. Potresti cominciare ricordando lo sforzo che tutta la comunità sta sostenendo per restaurare la volta della cantoria, Sarà un’emozione vederla come com’era nel seicento. Padre Giovanni è così determinato… se non fosse stato per lui, nessuno avrebbe mai potuto godere la bellezza di quell’opera, dice che sarà una bellissima sorpresa. Nessuno sa cosa ci sia stato, per secoli, sotto lo strato d’intonaco, sarà svelato solo la notte di Natale.
—Passerò in chiesa domani per prendere qualche appunto, te lo prometto. Adesso però devo andare.
— Certo, vai. Ah, dovremmo cercare una baby sitter per il ventiquattro, Perché tu non potrai mancare sai?
— Ok, faremo il possibile. Buonanotte.
— A domani tesoro, Ti amo.
Spero che tutto si risolva prima e che quella mail sia solo uno scherzo, altrimenti, uno dei due appuntamenti dovrò disertarlo di sicuro.
—Pronto, Andrea?
— Davide, ma sono le sei e mezzo, che succede?
— Ti aspetto alle sette e mezzo, al bar di Ive, Ho trovato qualcosa di molto interessante, penso di aver quasi decifrato l’indovinello.
— Ah, la mail, cerco di fare più presto possibile.
— A dopo.
Non so se faccio bene a parlarne con lui. Questo cappuccino fa schifo, avrei dovuto mandarlo indietro. Andrea è in ritardo, adesso lo richiamo e gli dico di lasciar stare. Oh, finalmente, eccolo.
— Davide, mi ha buttato giù dal letto! Spero che tu abbia scoperto il mittente.
— Buongiorno, Vieni, siediti qui e guarda, ho scaricato tutto sul portatile. Seguimi e mettici un po' di fantasia. Questa è un’immagine della ragazza morta. La prima vittima.
— Accidenti, Davide, di prima mattina.
— E questa, aspetta, questa è la seconda: l’uomo è riverso sotto la pensilina, la foto non è molto chiara ma, osserva il cartello pubblicitario sul lato del montante, lo vedi? Ora torniamo alla ragazza, lei non è morta immediatamente, ferita, ha tentato di scappare, l’assassino le ha sparato altri due colpi ed è caduta a sei metri più lontano dal punto dove ha ricevuto il primo. Esattamente laggiù. Ora aspetta, ingrandisco la foto.
— Ebbene?
— Il cartello pubblicitario, Andrea, lo vedi?
— Sì, ma il mondo è pieno di affissioni pubblicitarie, che ci trovi di strano?
— Le parole, sono le parole. Osserva, sul primo cartello la pubblicità di un progetto di comunicazione e design declama: Entra nella storia, poi sotto, quasi illeggibile, made in genesi. Ho fatto una ricerca e ho trovato una foto più grande.
Il cartello vicino all’uomo, invece, riguarda la pubblicità di sistemi d’illuminazione, ci stai arrivando?
— Veramente no, non riesco a seguirti.
— il cartello dice: Progetto luce, sistemi per l’illuminazione. Ti ricordi l’indovinello?
Da terra puoi ancora sollevarti,
ma quando vedi il firmamento
sai che da lì dovrai allontanarti
però fa' attenzione al movimento
altrimenti sarai tu
il prossimo regalo.
Dopo la luce, Dio creò il firmamento. Dovrò sollevarmi fino a vedere il firmamento, capisci? Dobbiamo pensare a un luogo in alto, all’aperto, qualcosa che crei un movimento. Un ascensore, una scala. Non sai mica di un punto d’osservazione da dove si veda il cielo senza inquinamento luminoso? Oppure, il movimento potrebbe essere proprio quello dell’orologio della chiesa che scatta sulla mezzanotte, non credi?
Insomma, penso che il nostro Nigma abbia voluto porre l’accento su quel primo omicidio. Secondo me teneva quella ragazza sotto controllo, forse, lei ripeteva ogni giorno lo stesso tragitto e ogni volta sostava vicino a quel cartello, mentre attendeva il treno. Per l’assicuratore, invece, secondo le indagini era sicuramente un’abitudine. Si fermava su quella panchina ad aspettare sua figlia, parcheggiava lì vicino e poi sostava sotto la pensilina fino al suo arrivo. Quello della ragazza, credo che sia stato il suo primo assassinio in assoluto. È la sua genesi. La creazione di un’omicida.
—Davide, io davvero, forse è meglio andare dalla polizia.
Mi sta guardando come se fossi uno scemo, meglio lasciar stare, avrei dovuto immaginarlo e non farlo venire fino a qui. Come farò a spiegarlo a dei poliziotti? E poi, che ci capisco io d’indagini?
— Ok, d’accordo, ho lavorato troppo di fantasia. Non ci credo nemmeno più io adesso, stanotte mi sembrava tutto così chiaro. Lasciamo stare. Andrò alla polizia.
— Scusami, Davide, ma è troppo presto, non riesco a pensare e non mi hai dato nemmeno il tempo per prendere un caffè.
— No, scusami tu, non dovevo nemmeno perdere tempo a scovare chissà quali messaggi nascosti dentro quella mail. Non ho nemmeno fatto la barba, torno a casa, faccio anche una doccia e vado alla centrale, che ci pensino loro.
— Sì, forse è meglio, tra pochi giorni è Natale, avranno una bella rogna, risalire al PC da cui è stata spedita la mail, sarà un gioco da ragazzi, ma di certo non si aspetteranno di trovarlo facilmente.
—Vengo al giornale dopo pranzo, faccio anche un giro in chiesa, devo parlare con padre Giovanni, sai l’articolo sull’affresco che stanno restaurando? Te l’ha detto tua moglie? Poi andrò alla polizia.
— Certo, Bruna me ne ha parlato.
—Ok, a dopo.
—A più tardi e non pensarci, vedrai, lo prenderanno prima del ventiquattro.
Anche la polizia mi piglierà per matto se gli dico la mia tesi. È assurdo, forse dovrei fare qualcosa, non posso restare con le mani in mano. Mi servono prove. Devo scoprire qualcosa in più da dire alla polizia. C’è traffico anche a quest’ora, per fortuna la chiesa è qui vicina. Il parcheggio è vuoto, pensavo stessero lavorando al dipinto, ma qui non c’è nessuno. Vorrei tanto sapere perché di neve accumulata davanti alla chiesa non c’è mai traccia. Miracolo? Oh, c’e una donna che sta andando via. Scendo dall’auto al volo, faccio in tempo a fermarla.
— Salve signora, c’è il parroco in chiesa?
— Buongiorno, sono due giorni che non lo vediamo, i lavori senza di lui sono fermi, lei? Chi è lei?
— Io sono un giornalista, devo scrivere un articolo sul restauro, lei sa dov’è andato padre Giovanni?
— Mi hanno detto che dovrebbe tornare nella mattinata, ma dove sia stato no, non lo so. Sa, ogni tanto, anche loro hanno bisogno di … evadere.
— Grazie per l’informazione, si può entrare a dare un’occhiata? Magari, mentre prendo appunti, arriverà.
— Certo vada, vada pure, la chiesa è aperta. C’è Giulio che fa le pulizie se ha bisogno chieda a lui.
Resto sempre senza parole davanti alla bellezza di una cattedrale. L’umanità ha tracciato sentieri impossibili su tutto il pianeta, ha scalato montagne, attraversato gli oceani, perfino Marte sembra più vicino, ma le cattedrali dagli altari ai colonnati, dalle vetrate alle volte, continuano a celare i misteri degli antichi costruttori. Che meraviglia!
La parete a volta sopra la cantoria è schermata da teli, non riesco a vedere niente. Salirò dalle scale, se arriva padre Giovanni, dirò che non sapevo della sorpresa che vuol fare ai fedeli. I gradini di pietra, stretti e consumati, accolgono i passi con rispetto, non rilasciano alcun rumore, la luce arriva fioca sulle pareti che curvano un poco e mi lisciano la spalla, sembra m’incoraggino a salire, in effetti, ho un po' di timore. Ecco, l’ultimo gradino, stringo forte le palpebre: dalla vetrata di lato filtra una luce che pare scendere direttamente dal paradiso. Accecante. Mi volto col viso di fronte alla nicchia che accoglierà il coro, riapro gli occhi, mio Dio! È bellissimo, Un firmamento esplode di una luce blu cobalto e una miriade di stelle brilla lontano: dagli astri più vicini, dove la prospettiva non inganna più la vista e che posso toccare con la punta delle dita, a quelli persi nello spazio infinito. L’inganno intatto di questo cielo che sembra reale, mi sgomenta. Dal basso, ognuno penserà che questa sia una finestra aperta su una vera notte stellata.
È forse questo il luogo?
— Il primo giorno la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Il secondo assassinio sotto il cartellone pubblicitario “sistemi per l’illuminazione”.
Da terra puoi ancora sollevarti,
ma quando vedi il firmamento.
— Il secondo giorno Dio crea il cielo azzurro che avvolge la terra e disse: Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque.
E qui entro in gioco io. È possibile che questo sia il luogo dell’appuntamento? Ma chi…
— E poi, Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Buongiorno Davide.
— Padre Giovanni, mi ha spaventato, credevo che lei fosse fuori città. Stavo dando un’occhiata per l’articolo.
— Bello vero? Il dipinto, intendo. Stavi recitando la creazione. Hai notato quanto rimane poco della sua bellezza? Dopo il firmamento, gli astri, le stelle, la luna, il sole e poi? Poi dopo tanta bellezza Dio ha creato l’uomo. Ha creato noi che non la meritiamo, noi, che abbiamo sporcato ogni cosa meravigliosa con la nostra presenza.
—Padre, ma cosa dice.
— Non dovevi venire quassù adesso, tu eri il prescelto. Ti avrei chiesto di salire a sciogliere i lacci della velatura, avresti aperto gli occhi dei parrocchiani sul firmamento.
— Padre! È stato lei, la mail… Ma cosa fa, mi lasci. Mi sta spezzando il braccio
— Ma, i veli sarebbero caduti insieme a una porzione d’impalcatura ben celata, ho chiesto agli operai di nasconderla perche non avrebbero fatto in tempo a toglierla, e tu non avresti potuto evitarla. Hai rovinato tutto maledetto, non mi hai lasciato chiudere la mia terza opera.
— Ma perché? Perché io? Stia fermo, non spinga.
— Tua moglie, ne era entusiasta, me l’ha suggerito lei, voleva farti una sorpresa.
—La smetta, o mi ammazzerò giù per le scale.
— Tu sei già morto, Davide, è stato solo un incidente. Lasciati andare, via!
— Padre, mi sta facendo male, torni in se. Come spera di …
— Recita con me, Davide, Luca 12 49-53, . Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. Parola del Signore.
Riesco a malapena a contenerlo, potrei farlo volare giù per le scale ma, non ne ho il coraggio.
— Padre, potrei farle del male e non voglio, la smetta, torni in sé.
—Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua, Salmo 15:2-3
Maledizione sta avendo il sopravvento. Le suole perdono aderenza sulla pietra liscia degli scalini, non ce la faccio. O io o lui.
Rabbrividisco al rumore d’ossa spezzate, mi tappo le orecchie con i palmi, resto accovacciato sul primo gradino, il suo grido disperato mi lacera.
Giada sta tornando a casa, dopo pranzo la porteremo sulla spiaggia, la nuova casa è piccola e la strada d’accesso è sconnessa, d’inverno sarà un letto di fango. Io e mio padre abbiamo grandi progetti, avremo una nostra azienda agricola. Laura è felice come non mai, e io non mi tirerò mai più indietro di fronte ai nostri sogni.