[RnT-FC1] Musical ad Atene
Posted: Mon Aug 09, 2021 10:10 am
[RnT-FC1] Musical ad Atene
Traccia 5: 461 A.C. L'Atene di Pericle durante i fermenti politici che daranno vita alla democrazia ateniese. I personaggi si ritroveranno all'interno della città.
Donatella. Team leader all'interno di un call center. Determinata, combattiva e con ottime capacità di organizzazione e motivazione. Da ragazzina sognava di diventare una ballerina, ora è appassionata di musical e balletti. Scrive storie sognando di farle adattare come musical, ma non è mai riuscita a farsi pubblicare nulla.
Musical ad Atene
- Chiunque tu sia, il tuo posto non è qui, donna! -
Chi ha parlato è un uomo in toga dalla testa a cipolla, sereno con serietà, dalla parlata decisa e col tono sicuro di chi sa quello che dice.
- Lo penso anch’io - risponde lei, che è piacevolmente stupita della visione dell’Acropoli e del Partenone che ha di fronte. Donatella lo può raffrontare a come l‘ha visto nel tour della Grecia che aveva fatto a suo tempo e quello che ha di fronte, pur incompiuto, è uno spettacolo da brividi.
- Una donna deve stare a casa. Lei ha le sue funzioni, come l’uomo ha le sue.
- Non è che tu sei Pericle?
- Sì, lo sono. E tu chi sei? Un’etera estera?
Donatella se la ride: - So chi sono le etere per voi: le donne che non restano a casa. Donne compagne dell’uomo, cortigiane di alta o bassa classe, anche se non sempre partner sessuali. Donne libere, a differenza delle sposate o delle ragazze chiuse in casa.
Per quanto mi riguarda, io non sono rimasta a casa, anzi, oltre al paese ho anche cambiato epoca per trovarmi sulla tua strada, Pericle!
- Uhm… Avveniristico…
- Infatti. Ti va di fermarti a parlare con me? Qui dal tuo splendido tempio che celebra la gloria della tua polis che domini dall’alto di questa Acropoli? Il kleos…
- Di cosa sei in grado di parlare con me, tu che sei donna?
- Se l‘educazione e la cultura che hai ricevuto tu, Pericle, ti fossero state date anche se fossi nato femmina, oggi, nel mio lontano paese, saresti una statista.
- Non può essere, né sarà. È sempre stato così e le cose non possono cambiare così tanto.
- C’è sempre stata la democrazia a Atene?
- No, ce l’ho portata io.
- Capisco… Com’è che nessuno ti ha detto: “È sempre stato così e non sarai tu a far cambiare le cose?”
- Tu non capisci certe differenze. Per forza: sei donna.
- Già. Cerco di spiegarmi meglio. Correggimi se sbaglio: in pratica tu, da nobile, hai perorato la causa della parità tra nobili e cittadini comuni. Questi ultimi erano considerati inferiori ai primi?
- Sì.
- Io, da donna, considerata qui razza inferiore, difendo e peroro la condizione di parità tra donne e uomini.
- Ah ah ah. Mi dicono che io sia di ampie vedute, ma non arriverei mai a vedere tanto.
- Sì, non ci arriverai, lo so. Però adesso so perché sono stata mandata qui. – Con un gesto, indica il Tempio.
- Spiegati, donna.-
Penso a una rappresentazione teatrale come a un peana di riconoscenza da parte della bellezza e della grazia femminili tributato a Atena e ad Atene. posso sfruttare a beneficio di tutta Atene una mia passione, il Musical.
Io lo chiamo musical. A differenza del vostro teatro, sia commedia, satira o tragedia, e del vostro coro greco, tutti i personaggi sia maschi che femmine sono interpretati da soli uomini. Io posso prepararti in pochi giorno uno spettacolo teatrale con sole etere per celebrare sia Atena che Atene. Io, l’etera estera (gli strizza l’occhio). Sarà kleos!
- Il concetto è: se mi appoggi l’idea, faremo un grande tributo alla città e alla vostra prima dea. Cerco giovani donne brave a danzare, a mimare, a muoversi e a parlare all’unisono. Qui c’è la più bella scenografia che possa desiderare.
Pericle ha sotto gli occhi una donna entusiasta della vita, piombata dal nulla, ma perfettamente inserita nel contesto dell’Acropoli, illuminata, come il tempio di Atena, dai dolci raggi del tramonto.
- Va bene. Sarai ospite di mia madre Agariste, nei suoi spazi. Penso andrete d’accordo. Lei ha avuto la voglia e la possibilità di studiare, di farsi una cultura in varie materie. Potrai esporle le tue idee sullo spettacolo. Lei mi riferirà.
Scendono insieme dal declivio, a piedi, perché lui ha licenziato i servi con la portantina.
L’ha invitata a seguirlo sempre, come farebbe un’etera.
Nel tragitto, non troppo lungo, Donatella si sente gli occhi di tutti addosso, con voglie turpi, desiderio, supplica, disprezzo, in un coacervo di emozioni altrui che le stimola l’indole combattiva. Stringe i pugni, tiene le spalle dritte e la testa eretta, altera. Non abbassa gli occhi, anzi, li fiammeggia e li dardeggia in continuo mentre segue Pericle, che procede verso casa sua come se fosse solo. Nessuno la tocca e osa parlarle.
Arrivata nella oikia di famiglia, una serva l’accompagna nel gineceo.
Donatella fa una riverenza a Agariste, perché la figura della matrona sorridente e accogliente la ispira così, e si presenta:
- Non sono un’etera estera, come ha pensato vostro figlio. Sono una donna straniera nata libera, perché nel mio paese lo sono tutti, senza distinzione di sesso o di condizione sociale. Ma non posso svelare di più. Sono qui perché credo in un’operazione di avvicinamento delle nostre culture e sarei onorata del vostro aiuto, oltre alla vostra squisita ospitalità.
Agariste è stupita favorevolmente dalla sua ospite. A cena, mangiano una zuppa di cereali e di pane, accompagnata da olio d 'oliva, ortaggi, vino e qualche pezzetto di formaggio di pecora. Per l’indomani, le promette pesce e crostacei.
L’ateniese fa sperimentare all’ospite la zona bagno, con la vasca circolare su un treppiede, col basamento svasato. L’acqua è stata scaldata prima in un paiolo.
Donatella ci resta finché l’acqua non diventa fredda. Dopo, si avvolge nei freschi lini e va nella zona notte. Agariste le ha offerto un peplo e un chitone di lino tra i quali scegliere per vestirsi il giorno dopo. Si addormenta di colpo, dopo le forti emozioni della giornata.
Musical “Ad Atena e per Atene”
Il giorno dopo, nel portico fresco e ombroso, le due donne progettano l’azione.
- La mia passione è la danza e la musica. Qui non avete tutti gli strumenti musicali che mi servirebbero ma vedremo di organizzare le melodie in funzione delle odi poetiche da “cantare” dal coro.
Agariste offre i suoi consigli.
- Vediamo. Per primo, gli strumenti musicali. Noi ti possiamo fornire questi: flauti e cetre, tamburi, cimbali e piatti. Non so se serviranno bene il ritmo e la melodia alla tua canzone-ode, ma insomma, questo abbiamo. Per le interpreti, sono sei etere musicanti compresa una maestra a dirigerle, Selene, e dodici etere ballerine. Ti cerco le più brave a danzare e le più entusiaste della vita!
- Non ti posso descrivere il suono di una chitarra o di una fisarmonica, ma ci arrangeremo con i suoni che abbiamo. Soprattutto, con lo strumento musicale primario: le nostre voci. Sono emozionatissima, non vedo l’ora di cominciare. Dove facciamo le prove?
- Qui nel cortile interno, quello più grande. La prossima linea sulla meridiana che vedrai saranno tutte presenti.
Così succede, in casa dell’organizzata Agariste, e le prove hanno inizio. Con gioia, empatia, fichi e uva.
C’è da combinare le odi vecchie con un’ode-canzone nuova per la dea da cui la grande città di Atene prende il nome: Atena, protettrice della sapienza, della guerra e di tutte le arti. C’è da omaggiare sia la dea, simbolo dell’inespugnabilità della città, sia la polis Atene, una città invidiata che sta vivendo in pace ma deve essere pronta a combattere da un momento all’altro…
Il canovaccio del musical prevede che la dea Atena prenda le sembianze di una bella ateniese e venga in mezzo alle donne di Atene. Queste le possono rivolgere domande e rapportarsi con lei.
Agariste, nel suo cortile, fa la controfigura di Atena e le risposte che dà alle domande delle ragazze, spontanee e sagge, vengono raccolte da Donatella. Forse Pericle gliele censurerà, forse no… Nel tempio di Partenone ci sarà la statua di Fidia, e far dare le risposte da qualcuna nascosta dietro… può sembrare troppo… avveniristico.
Quali domande alla dea Atena?
1 - Tu sei la dea della guerra, ma di quali conflitti?
Per i conflitti violenti e sanguinari rivolgetevi al mio fratellastro, Ares.
La guerra per la quale vi dico di armarvi non è – o almeno non solo – quella basata su una conflittualità violenta, ma su mezzi e tecniche di composizione pacifica. I vostri uomini devono attrezzarsi dentro per essere in grado di forzare l’allontanamento dei nemici. E fuori, con la messa in mostra di opere d’arte e di protezione della città di grandi proporzioni e bellezza. Se poi mi metteranno come padrona di casa nel mio Tempio tanto meglio!
2 – Quali ritieni siano le qualità maggiori per un mortale?
Ragione e controllo mentale.
3 – Come sei diventata la dea protettrice di Atene?
Ho fatto dono alla Terra del primo albero di ulivo qui in Attica. Zeus lo ha decretato il dono migliore tra quelli offerti dagli dei. Ironia della sorte, in virtù di un dono di pace ha vinto la dea della guerra…
4 - Oltretutto sei dea delle arti e della filosofia. Hai insegnato agli uomini la navigazione, il commercio, ad arare i campi, aggiogare i buoi, a cavalcare. A noi donne a tessere, ricamare, filare e tingere. Dobbiamo limitarci a queste occupazioni?
Limitarvi? Le fatiche lasciatele agli uomini, se siete furbe! Il meglio della vita sono le arti per chi le ama e ne sa essere un degno esponente. La pittura, la danza, il canto, l’ode poetica non vi sono preclusi. E toccano le corde più profonde dell’animo umano. Quello che vi è negato, donne, quasi a tutte voi, è il contesto pubblico: l’applauso, il riconoscimento. Però pensateci: quello che conta è essere appagate dentro.
Cosa conta l’applauso per sentirvi importanti senza domandarvi: per chi? E questo vale per tutti: uomini e donne. Cercate solo il mio favore.
Intanto, Donatella parla con la maestra di musica Selene:
- Non ti posso descrivere il suono di una chitarra o di una fisarmonica, ma ci arrangeremo con i suoni che abbiamo. Soprattutto, con lo strumento musicale primario: le nostre voci.
Lei risponde:
- Anche se noi non abbiamo gli strumenti musicali che ti servirebbero meglio, ce la metteremo tutta per fare del nostro meglio.
Selene, le musicanti e le danzatrici non hanno problemi nel gestire le melodie e le danze sperimentate nelle ricorrenze religiose. Le odi ad Atena recitate dal coro sono all’unisono.
Selene dice:
- Suoni del tamburo e del cimbalo a “chiamare” il pubblico.
Poi insieme continuano a cercare la giusta strategia:
La rappresentazione si aprirà con due file di ballerine schierate. La musica di una cetra suonerà leggera in sottofondo, mentre un’etera di spalle reciterà la classica orazione declamata nelle ricorrenze religiose, rivolta alla statua di Atena, collocata centrale in fondo allo scenario.
Le altre staranno disposte su due linee, rivolte al pubblico. La brava Dafne, dopo il suo ruolo, rientra nei ranghi, a passo di danza. Alla cetra si aggiunge il flauto. Sarà lei, la più bella, ad assumere le sembianze di Atena con una maschera, in caso di “intervista”.
In caso di netto rifiuto di Pericle, che volesse magari vederci una mancanza di rispetto, quando assisterà alla prova generale, il musical farà a meno dell’intervista.
Per la danza della canzone finale, Donatella pensa un tango di gruppo: precisamente, a un bachatango, e schiera le ballerine davanti a sé chiedendo loro di imitare i suoi passi. Lei comincia a cantare. Si ripeterà tante e tante volte. Il coro deve riuscire a cantare all’unisono nel ritornello - Armami ancora - e flauti e cetre e cimbali rincorrere il ritmo delle parole come le gambe delle danzatrici.
- Qui non avete tutti gli strumenti musicali che mi servirebbero ma ce la faremo lo stesso a organizzare le melodie in funzione delle odi poetiche da “cantare” dal coro?
Selene e le musicanti non hanno problemi con i cori iniziali. Il difficile – e il più bello – verrà alla fine, con la canzone-ode ad Atena, cantata da Donatella, e le danzatrici a ballare il bachatango, accompagnate dalle musicanti.
Per questo canto di gloria, Donatella ha rielaborato il testo della celebre (per i suoi tempi) “Amandoti” di Giovanni Lindo Ferretti, e la canterà forse con il solo strumento della sua voce, roca e poi intensa e struggente come quella di Gianna Nannini nella sua cover.
- Atene ancora -
splende la Fiorente,
per i millenni ognora
magnificente.
- Atena mi consiglia -
mi attrezza dentro
qualcosa che assomiglia
a un prepararmi.
- Atene la idolatra -
Le dà il suo culto:
Lei vuol darti la gloria
nella vita, la tua.
- Armami ancora -
fammi combattente
per i millenni ognora
fammi potente.
Pericle, dal canto suo, ha chiesto e ottenuto dall’amico Fidia di avere in prestito per la rappresentazione la statua di Atena a grandezza umana, che il grande scultore ha appena ultimato come prova generale per la grande statua che progetta per il Partenone. Una volta informato dalla madre che lo spettacolo è pronto, autorizza la spesa per i costumi, fissa la data per la “prima” e dirama gli inviti agli uomini che vuole assistano all’opera. Agariste non presenzierà. Punto e basta.
Le ragazze sono uno spettacolo. I bordi delle bianche vesti sono attraversati da strisce colorate in porpora le quali, a seconda del trattamento scelto nella tintura, hanno variegate tonalità di ogni gamma dal rosso al blu.
Tutte in lino, in peplo con una fibbia le danzatrici e in chitone le musicanti, sono l’immagine della bellezza e della gioia di vivere, mentre si esibiscono nella prova generale.
“Davvero è così” pensa Donatella:"se rifletti la bellezza le appartieni; ne fai parte, come una pennellata a un quadro”.
Pericle autorizza “tutto”: fiero e commosso, dispensa sorrisi.
Il gruppo del musical esce spavaldo e gioioso dalla oikia di Agariste, che abbraccia Donatella:
- Mi hai aperto un mondo dove nessuno può impedirmi di vivere: l’arte. Grazie, amica mia straniera.
- Grazie a te per avermi aperto a questa impagabile esperienza che mi ha fatto provare il "soffio" dell’ebbrezza di esistere, che porterò nel mio mondo. Domani. Nel mondo che è il mio musical.
Traccia 5: 461 A.C. L'Atene di Pericle durante i fermenti politici che daranno vita alla democrazia ateniese. I personaggi si ritroveranno all'interno della città.
Donatella. Team leader all'interno di un call center. Determinata, combattiva e con ottime capacità di organizzazione e motivazione. Da ragazzina sognava di diventare una ballerina, ora è appassionata di musical e balletti. Scrive storie sognando di farle adattare come musical, ma non è mai riuscita a farsi pubblicare nulla.
Musical ad Atene
- Chiunque tu sia, il tuo posto non è qui, donna! -
Chi ha parlato è un uomo in toga dalla testa a cipolla, sereno con serietà, dalla parlata decisa e col tono sicuro di chi sa quello che dice.
- Lo penso anch’io - risponde lei, che è piacevolmente stupita della visione dell’Acropoli e del Partenone che ha di fronte. Donatella lo può raffrontare a come l‘ha visto nel tour della Grecia che aveva fatto a suo tempo e quello che ha di fronte, pur incompiuto, è uno spettacolo da brividi.
- Una donna deve stare a casa. Lei ha le sue funzioni, come l’uomo ha le sue.
- Non è che tu sei Pericle?
- Sì, lo sono. E tu chi sei? Un’etera estera?
Donatella se la ride: - So chi sono le etere per voi: le donne che non restano a casa. Donne compagne dell’uomo, cortigiane di alta o bassa classe, anche se non sempre partner sessuali. Donne libere, a differenza delle sposate o delle ragazze chiuse in casa.
Per quanto mi riguarda, io non sono rimasta a casa, anzi, oltre al paese ho anche cambiato epoca per trovarmi sulla tua strada, Pericle!
- Uhm… Avveniristico…
- Infatti. Ti va di fermarti a parlare con me? Qui dal tuo splendido tempio che celebra la gloria della tua polis che domini dall’alto di questa Acropoli? Il kleos…
- Di cosa sei in grado di parlare con me, tu che sei donna?
- Se l‘educazione e la cultura che hai ricevuto tu, Pericle, ti fossero state date anche se fossi nato femmina, oggi, nel mio lontano paese, saresti una statista.
- Non può essere, né sarà. È sempre stato così e le cose non possono cambiare così tanto.
- C’è sempre stata la democrazia a Atene?
- No, ce l’ho portata io.
- Capisco… Com’è che nessuno ti ha detto: “È sempre stato così e non sarai tu a far cambiare le cose?”
- Tu non capisci certe differenze. Per forza: sei donna.
- Già. Cerco di spiegarmi meglio. Correggimi se sbaglio: in pratica tu, da nobile, hai perorato la causa della parità tra nobili e cittadini comuni. Questi ultimi erano considerati inferiori ai primi?
- Sì.
- Io, da donna, considerata qui razza inferiore, difendo e peroro la condizione di parità tra donne e uomini.
- Ah ah ah. Mi dicono che io sia di ampie vedute, ma non arriverei mai a vedere tanto.
- Sì, non ci arriverai, lo so. Però adesso so perché sono stata mandata qui. – Con un gesto, indica il Tempio.
- Spiegati, donna.-
Penso a una rappresentazione teatrale come a un peana di riconoscenza da parte della bellezza e della grazia femminili tributato a Atena e ad Atene. posso sfruttare a beneficio di tutta Atene una mia passione, il Musical.
Io lo chiamo musical. A differenza del vostro teatro, sia commedia, satira o tragedia, e del vostro coro greco, tutti i personaggi sia maschi che femmine sono interpretati da soli uomini. Io posso prepararti in pochi giorno uno spettacolo teatrale con sole etere per celebrare sia Atena che Atene. Io, l’etera estera (gli strizza l’occhio). Sarà kleos!
- Il concetto è: se mi appoggi l’idea, faremo un grande tributo alla città e alla vostra prima dea. Cerco giovani donne brave a danzare, a mimare, a muoversi e a parlare all’unisono. Qui c’è la più bella scenografia che possa desiderare.
Pericle ha sotto gli occhi una donna entusiasta della vita, piombata dal nulla, ma perfettamente inserita nel contesto dell’Acropoli, illuminata, come il tempio di Atena, dai dolci raggi del tramonto.
- Va bene. Sarai ospite di mia madre Agariste, nei suoi spazi. Penso andrete d’accordo. Lei ha avuto la voglia e la possibilità di studiare, di farsi una cultura in varie materie. Potrai esporle le tue idee sullo spettacolo. Lei mi riferirà.
Scendono insieme dal declivio, a piedi, perché lui ha licenziato i servi con la portantina.
L’ha invitata a seguirlo sempre, come farebbe un’etera.
Nel tragitto, non troppo lungo, Donatella si sente gli occhi di tutti addosso, con voglie turpi, desiderio, supplica, disprezzo, in un coacervo di emozioni altrui che le stimola l’indole combattiva. Stringe i pugni, tiene le spalle dritte e la testa eretta, altera. Non abbassa gli occhi, anzi, li fiammeggia e li dardeggia in continuo mentre segue Pericle, che procede verso casa sua come se fosse solo. Nessuno la tocca e osa parlarle.
Arrivata nella oikia di famiglia, una serva l’accompagna nel gineceo.
Donatella fa una riverenza a Agariste, perché la figura della matrona sorridente e accogliente la ispira così, e si presenta:
- Non sono un’etera estera, come ha pensato vostro figlio. Sono una donna straniera nata libera, perché nel mio paese lo sono tutti, senza distinzione di sesso o di condizione sociale. Ma non posso svelare di più. Sono qui perché credo in un’operazione di avvicinamento delle nostre culture e sarei onorata del vostro aiuto, oltre alla vostra squisita ospitalità.
Agariste è stupita favorevolmente dalla sua ospite. A cena, mangiano una zuppa di cereali e di pane, accompagnata da olio d 'oliva, ortaggi, vino e qualche pezzetto di formaggio di pecora. Per l’indomani, le promette pesce e crostacei.
L’ateniese fa sperimentare all’ospite la zona bagno, con la vasca circolare su un treppiede, col basamento svasato. L’acqua è stata scaldata prima in un paiolo.
Donatella ci resta finché l’acqua non diventa fredda. Dopo, si avvolge nei freschi lini e va nella zona notte. Agariste le ha offerto un peplo e un chitone di lino tra i quali scegliere per vestirsi il giorno dopo. Si addormenta di colpo, dopo le forti emozioni della giornata.
Musical “Ad Atena e per Atene”
Il giorno dopo, nel portico fresco e ombroso, le due donne progettano l’azione.
- La mia passione è la danza e la musica. Qui non avete tutti gli strumenti musicali che mi servirebbero ma vedremo di organizzare le melodie in funzione delle odi poetiche da “cantare” dal coro.
Agariste offre i suoi consigli.
- Vediamo. Per primo, gli strumenti musicali. Noi ti possiamo fornire questi: flauti e cetre, tamburi, cimbali e piatti. Non so se serviranno bene il ritmo e la melodia alla tua canzone-ode, ma insomma, questo abbiamo. Per le interpreti, sono sei etere musicanti compresa una maestra a dirigerle, Selene, e dodici etere ballerine. Ti cerco le più brave a danzare e le più entusiaste della vita!
- Non ti posso descrivere il suono di una chitarra o di una fisarmonica, ma ci arrangeremo con i suoni che abbiamo. Soprattutto, con lo strumento musicale primario: le nostre voci. Sono emozionatissima, non vedo l’ora di cominciare. Dove facciamo le prove?
- Qui nel cortile interno, quello più grande. La prossima linea sulla meridiana che vedrai saranno tutte presenti.
Così succede, in casa dell’organizzata Agariste, e le prove hanno inizio. Con gioia, empatia, fichi e uva.
C’è da combinare le odi vecchie con un’ode-canzone nuova per la dea da cui la grande città di Atene prende il nome: Atena, protettrice della sapienza, della guerra e di tutte le arti. C’è da omaggiare sia la dea, simbolo dell’inespugnabilità della città, sia la polis Atene, una città invidiata che sta vivendo in pace ma deve essere pronta a combattere da un momento all’altro…
Il canovaccio del musical prevede che la dea Atena prenda le sembianze di una bella ateniese e venga in mezzo alle donne di Atene. Queste le possono rivolgere domande e rapportarsi con lei.
Agariste, nel suo cortile, fa la controfigura di Atena e le risposte che dà alle domande delle ragazze, spontanee e sagge, vengono raccolte da Donatella. Forse Pericle gliele censurerà, forse no… Nel tempio di Partenone ci sarà la statua di Fidia, e far dare le risposte da qualcuna nascosta dietro… può sembrare troppo… avveniristico.
Quali domande alla dea Atena?
1 - Tu sei la dea della guerra, ma di quali conflitti?
Per i conflitti violenti e sanguinari rivolgetevi al mio fratellastro, Ares.
La guerra per la quale vi dico di armarvi non è – o almeno non solo – quella basata su una conflittualità violenta, ma su mezzi e tecniche di composizione pacifica. I vostri uomini devono attrezzarsi dentro per essere in grado di forzare l’allontanamento dei nemici. E fuori, con la messa in mostra di opere d’arte e di protezione della città di grandi proporzioni e bellezza. Se poi mi metteranno come padrona di casa nel mio Tempio tanto meglio!
2 – Quali ritieni siano le qualità maggiori per un mortale?
Ragione e controllo mentale.
3 – Come sei diventata la dea protettrice di Atene?
Ho fatto dono alla Terra del primo albero di ulivo qui in Attica. Zeus lo ha decretato il dono migliore tra quelli offerti dagli dei. Ironia della sorte, in virtù di un dono di pace ha vinto la dea della guerra…
4 - Oltretutto sei dea delle arti e della filosofia. Hai insegnato agli uomini la navigazione, il commercio, ad arare i campi, aggiogare i buoi, a cavalcare. A noi donne a tessere, ricamare, filare e tingere. Dobbiamo limitarci a queste occupazioni?
Limitarvi? Le fatiche lasciatele agli uomini, se siete furbe! Il meglio della vita sono le arti per chi le ama e ne sa essere un degno esponente. La pittura, la danza, il canto, l’ode poetica non vi sono preclusi. E toccano le corde più profonde dell’animo umano. Quello che vi è negato, donne, quasi a tutte voi, è il contesto pubblico: l’applauso, il riconoscimento. Però pensateci: quello che conta è essere appagate dentro.
Cosa conta l’applauso per sentirvi importanti senza domandarvi: per chi? E questo vale per tutti: uomini e donne. Cercate solo il mio favore.
Intanto, Donatella parla con la maestra di musica Selene:
- Non ti posso descrivere il suono di una chitarra o di una fisarmonica, ma ci arrangeremo con i suoni che abbiamo. Soprattutto, con lo strumento musicale primario: le nostre voci.
Lei risponde:
- Anche se noi non abbiamo gli strumenti musicali che ti servirebbero meglio, ce la metteremo tutta per fare del nostro meglio.
Selene, le musicanti e le danzatrici non hanno problemi nel gestire le melodie e le danze sperimentate nelle ricorrenze religiose. Le odi ad Atena recitate dal coro sono all’unisono.
Selene dice:
- Suoni del tamburo e del cimbalo a “chiamare” il pubblico.
Poi insieme continuano a cercare la giusta strategia:
La rappresentazione si aprirà con due file di ballerine schierate. La musica di una cetra suonerà leggera in sottofondo, mentre un’etera di spalle reciterà la classica orazione declamata nelle ricorrenze religiose, rivolta alla statua di Atena, collocata centrale in fondo allo scenario.
Le altre staranno disposte su due linee, rivolte al pubblico. La brava Dafne, dopo il suo ruolo, rientra nei ranghi, a passo di danza. Alla cetra si aggiunge il flauto. Sarà lei, la più bella, ad assumere le sembianze di Atena con una maschera, in caso di “intervista”.
In caso di netto rifiuto di Pericle, che volesse magari vederci una mancanza di rispetto, quando assisterà alla prova generale, il musical farà a meno dell’intervista.
Per la danza della canzone finale, Donatella pensa un tango di gruppo: precisamente, a un bachatango, e schiera le ballerine davanti a sé chiedendo loro di imitare i suoi passi. Lei comincia a cantare. Si ripeterà tante e tante volte. Il coro deve riuscire a cantare all’unisono nel ritornello - Armami ancora - e flauti e cetre e cimbali rincorrere il ritmo delle parole come le gambe delle danzatrici.
- Qui non avete tutti gli strumenti musicali che mi servirebbero ma ce la faremo lo stesso a organizzare le melodie in funzione delle odi poetiche da “cantare” dal coro?
Selene e le musicanti non hanno problemi con i cori iniziali. Il difficile – e il più bello – verrà alla fine, con la canzone-ode ad Atena, cantata da Donatella, e le danzatrici a ballare il bachatango, accompagnate dalle musicanti.
Per questo canto di gloria, Donatella ha rielaborato il testo della celebre (per i suoi tempi) “Amandoti” di Giovanni Lindo Ferretti, e la canterà forse con il solo strumento della sua voce, roca e poi intensa e struggente come quella di Gianna Nannini nella sua cover.
- Atene ancora -
splende la Fiorente,
per i millenni ognora
magnificente.
- Atena mi consiglia -
mi attrezza dentro
qualcosa che assomiglia
a un prepararmi.
- Atene la idolatra -
Le dà il suo culto:
Lei vuol darti la gloria
nella vita, la tua.
- Armami ancora -
fammi combattente
per i millenni ognora
fammi potente.
Pericle, dal canto suo, ha chiesto e ottenuto dall’amico Fidia di avere in prestito per la rappresentazione la statua di Atena a grandezza umana, che il grande scultore ha appena ultimato come prova generale per la grande statua che progetta per il Partenone. Una volta informato dalla madre che lo spettacolo è pronto, autorizza la spesa per i costumi, fissa la data per la “prima” e dirama gli inviti agli uomini che vuole assistano all’opera. Agariste non presenzierà. Punto e basta.
Le ragazze sono uno spettacolo. I bordi delle bianche vesti sono attraversati da strisce colorate in porpora le quali, a seconda del trattamento scelto nella tintura, hanno variegate tonalità di ogni gamma dal rosso al blu.
Tutte in lino, in peplo con una fibbia le danzatrici e in chitone le musicanti, sono l’immagine della bellezza e della gioia di vivere, mentre si esibiscono nella prova generale.
“Davvero è così” pensa Donatella:"se rifletti la bellezza le appartieni; ne fai parte, come una pennellata a un quadro”.
Pericle autorizza “tutto”: fiero e commosso, dispensa sorrisi.
Il gruppo del musical esce spavaldo e gioioso dalla oikia di Agariste, che abbraccia Donatella:
- Mi hai aperto un mondo dove nessuno può impedirmi di vivere: l’arte. Grazie, amica mia straniera.
- Grazie a te per avermi aperto a questa impagabile esperienza che mi ha fatto provare il "soffio" dell’ebbrezza di esistere, che porterò nel mio mondo. Domani. Nel mondo che è il mio musical.