Rosa

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Il genere rosa
La letteratura rosa nasce intorno agli anni 20/30 del Novecento. Se la "madre" del genere fu l’inglese Barbara Cartland, in Italia l’autrice sentimentale per eccellenza è stata senza dubbi Liala.
Il rosa è un genere nato con l’obiettivo di svagare il pubblico cui era destinato, facendolo sognare ed estrarsi dalla vita di tutti i giorni per immergersi in un universo fiabesco di sentimenti, avventure e passioni.
Lo sviluppo di un romanzo rosa segue la classica struttura della fiaba,
come illustrata nello schema di Propp (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Schema_di_Propp):
- un’eroina
- un eroe
- uno più antagonisti
- un conflitto o avversità che impedisce l’eroe e l’eroina di vivere il loro amore
- un lieto fine che li vede riuniti.

Il fulcro e la ragion d’essere del romanzo rosa è dunque la storia d’amore, sospirata, desiderata, sofferta, dolorosa, infine realizzata. I sentimenti dei due eroi, analizzati e mostrati in ogni loro aspetto, sono anche più importanti della trama, che talvolta può ridursi a un intreccio tenue.
Nel tempo il romanzo rosa si è evoluto con l’evolversi della società e del ruolo della donna. Donne più emancipate, abbandonato il mito della purezza, uomini più sfaccettati.
Le caratteristiche tipiche di questo genere letterario però restano quelle classiche:
- Una descrizione onnipresente e ricca di dettagli
- Un’attenzione particolare all’aspetto fisico e psicologico dei personaggi
- L’utilizzo di sinonimi spesso più poetici che realistici
- Una profusione di metafore e similitudini con una netta tendenza al lirismo
- Una sintassi di preferenza paratattica che facilita la scorrevolezza della lettura.

Malgrado la fama di narrativa di basso livello, di roba “per donnette frustrate” il genere rosa è una forma di letteratura che non è mai passata di moda e la cui produzione e mercato sono sempre in fermento.
Negli ultimi decenni il rosa si è diversificato in sottogeneri in cui la trama sentimenatle si arricchisce di elementi derivati da altre tipologie di romanzi, come il giallo, il fantasy, la suspense, il paranormale.
Uno dei sottogeneri del rosa che più ha avuto successo tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI è senza dubbio la “Chick-lit”: «le cui protagoniste sono single che vivono a Londra o Manhattan, di età compresa tra venti e quarant’anni, autoironiche, post-femministe, perennemente adolescenti, preoccupate per la linea, alla ricerca del successo professionale e di un compagno. Contraddistinto da una forte carica umoristica, il genere rifugge dal lieto fine alla Barbara Cartland, per puntare piuttosto all’autoaffermazione della protagonista» (Dall’Enciclopedia Treccani).

Alcuni titoli di romanzi rosa di grande successo:
- Via col vento, di Margareth Mitchell (1936)
- Uccelli di rovo, di Colleen McCullough (1977)
- I ponti di Madison County (1992)
- Tutta la saga Outlander, di Diana Gabaldon
- Tre metri sopra il cielo, e i due sequel, di Federico Moccia
- Sex and the city, di Candace Bushnell
- Amore e altri bagordi, di Gianluca Purgatorio
- Il diario di Bridget Jones, di Helen Fielding
- I love shopping, di Sophie Kinsella
- ll diavolo veste Prada di Lauren Weisberger
- Mi piaci da morire di Federica Bosco

Sono solo alcuni titoli come esempio di questo genere, la lista potrebbe diventare infinita.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: Rosa

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Riporto qui, con il suo permesso, un post molto a proposito di @Eudes , pubblicato sul WD il 16/04/2017 (https://www.writersdream.org/forum/foru ... ent=579150

"Tempo fa avevo preso degli appunti riguardo al genere. Prendevano però spunto soprattutto dalle strutture delle commedie romantiche cinematografiche.
Però queste si rifacevano alla letteratura, quindi alla fin fine il cerchio si chiude. Forse.

Modelli
La quasi totalità delle storie sentimentali seguono modelli ben precisi, i quali a volte hanno come riferimento la struttura di una determinata storia o favola che meglio di ogni altro li incarna. Per sommi capi, potremmo dire che il genere rosa si rifà a:

CENERENTOLA: Lei povera incontra il principe azzurro. Migliore espressione della struttura del principe azzurro è quella che possiamo considerare la più famosa e imitata delle storie sentimentali, ovvero Orgoglio e pregiudizio della Austen;

LA BISBETICA DOMATA: Lei, altera e orgogliosa, finisce con l'innamorarsi di chi sa tenerle testa;

Questi due modelli, possono anche essere fusi, in qual caso avremo IL PIGMALIONE: lei, povera e ignorante, viene istruita da un precettore, il quale finirà con l'innamorarsene.

Gli esempi fatti sono tutti volti al femminile, ma possiamo anche considerarli a parti invertite. nel qual caso avremmo, insomma, il Cenerentolo, il bisbetico domato ecc.

Altri possibili modelli di riferimento sono:

DUE CUORI E UNA CAPANNA: tutti poveri, ma buoni e onesti. F>ilone di cui fanno parte molte commedie all'italiana d'altri tempi;

L'EROE CONTRO TUTTI: lui, o lei, a combattere contro qualcosa. Che sia la società, i mass media, il potere. Dall'altra parte, quindi a capo del potere, delle società dei mass media o qualunque cosa sia c'è il più acerrimo rivale del/la protagoista. Acerrimo rivale solo all'inizio della storia, dopo varie dinamiche e colpi bassi, finiranno con l'innamorarsi e combattere le stesse battaglie;

Re-MARRIAGE: ovvero, il re-innamoramento di una coppia divisa.


Tralasciando categorie ormai passate di moda (come le vicende incentrate sul mantenersi pura di lei dalle insidie di lui, almeno fino alle agognate nozze - tanto per fare un esempio, Pamela di Richardson )

Resterebbero la SCREWBALL termine derivante dal tennis, il cui significato più o meno sarebbe "palla a effetto" e, in quanto tale "imprevedibile".
La screwball gioca sull'alternanza di situazioni di potere e forza, i quali continuano a rimpallarsi tra lei e lui. Tanto per fare un esempio: lei e lui nella stessa società, si giocano una promozione. Vince lei, licenzia lui. Lui si fa assumere da una ditta prestigiosa partner di quella in cui lei è appena stata promossa. La prende come sua collaboratrice e trova il modo per fargliene passare di tutti i colori. Lei però trova il modo di ridicolizzare lui davanti i suoi nuovi superiori; poi però si scopre che la società di lei sta per fallire, e l'unica speranza di evitarlo dipende dalla società partner ovvero, di nuovo, da quello che deciderà lui. Che potrebbe non avere nessun interesse a salvare una società e una persona che lo hanno licenziato non troppo tempo prima ecc;

Il rimpallo continua fin quando l'autore non è stufo e li fa innamorare.

Visto che, come già ribadito, erano appunti tratti soprattutto per i film, tra i film romantici si possono segnalare anche quei musical che spesso giocano sulla costruzione di un evento. Lui e lei si innamorano mentre questo evento viene organizzato.

Triangolo

Immancabile in quasi tutte le storie romantiche, anche in questo caso si seguono consolidati cliché.

Lui, lei e l'altro, in cui l'altro è un bastardo: lei viene circuita dall'altro che è un perfetto stronzo, qualche volta solo una persona noiosa, in ogni caso non adatto a lei;

Lui, lei e l'altro, in cui l'altro è una persona perbene: l'altro è meritevole dell'amore di lei, quanto o più di lui. In questi casi questo povero terzo incomodo finisce per morire o comunque doversi allontanare in maniera definitiva. Lei viene immancabilmente sollevata dalla scelta di far soffrire un uomo meritevole del suo amore. Se proprio accade, l'autore o l'autrice è sempre pronto a fornire al povero sfigato un premio di consolazione, insomma un'altra che si innamori facilmente del corteggiatore respinto.

Anche in questo caso l'altro potrebbe benissimo essere declinato al femminile, insomma essere l'altra

I casi analizzati sopra sono quelli in cui l'altro è in concorrenza per l'amore di lei. Ma esistono anche altri tipi di triangoli, ovvero i casi in cui il "nemico" è solo qualcuno che cerchi di separare i due protagonisti. Per esempio, una madre che non sopporta lo spasimante della figlia. O, tanto per citare il più famoso degli esempi, l'amore ostacolato alla Romeo e Giulietta

Comunque sia, non di soli triangoli vive il genere. A volte i corteggiatori son ben più di due e tutta la storia ruota sulla scelta di lei - o di lui - tra tre o più spasimanti.

Scene obbligatorie in una storia sentimentale

a) Scena d'apertura;

b) scena in cui si organizza l'antefatto, si presentano i personaggi e le conseguenze delle loro azioni;

c) scena di verifica: ovvero vediamo i personaggi al lavoro. Questo permette ai lettori di familiarizzare con essi;

d) scene di conflitto (vi sono desideri, per qualsiasi ragione, incompatibili con la realtà dei protagonisti);

scene di progressione della trama;

e) scene di voltafaccia, quando sembra non ci sia soluzione al problema/conflitto, qualunque esso sia;

f) scene di flashback o flashword - tecniche per fermare il tempo;

g) scena clou, dove si ricompone il conflitto

h) scena conclusiva


Concludo con l'ovvio: tutte le storie sentimentali riflettono il ruolo delle donne nella società in cui quelle storie stesse hanno avuto origine e, di conseguenza, il cambiamento dei sogni delle donne stesse.

Tra gli appunti ho anche trovato una frase che non so quanto c'entri con la letteratura rosa. Non so neanche se sia mia - sospetto di no - o di qualcun altro.

Diceva così: la persona giusta non esiste, nel senso che potrebbero essercene un bel po' nel mondo con cui si andrebbe felici e d'accordo, ma nessuna ci è destinata. Solo che il più delle volte manco le cerchiamo, cercare è faticoso, più facile illudersi di riuscire a innamorarsi di chi c'è, o di chi vorremmo ci sia.

(Disamina interessante e ben argomentata, mi dissocio però pubblicamente dal blasfemo accostamento tra Orgoglio e pregiudizio e Cenerentola, NotadiBef :angry: :lol:)
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: Rosa

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Grazie @Bef e @Eudes ,  per avermi illuminato su un genere da me fino ad oggi snobbato e toccato solo di striscio, più tramite visione di film che lettura di libri. Ora sono, invece, impegnato in una specie di full immersion nel settore, perché sto dando una mano al mio editore (anzi, editrice) nel valutare i testi di alcune scrittrici partecipanti ad un concorso a tema, appunto, "romance". La cosa mi conferma nella convinzione che esistono bravi autori, spesso sconosciuti al grande pubblico, e autori meno bravi e a volte illeggibili, che magari vantano un immeritato successo nelle vendite perché affiancati e sostenuti da migliaia di followers su social e blog vari. Indipendentemente dal genere in cui si cimentano. Se l'autore (più spesso l'autrice) sa scrivere e coinvolgere, leggere una storia contornata di "rosa" può essere piacevole per chiunque, non solo per la fantomatica casalinga di Voghera. Se invece scrive porcate, può essere osannato/a soltanto da chi è al suo stesso livello culturale. Non vorrei apparire come un intellettuale spocchioso: ho sempre affermato di essere un autore mediocre supportato da una cultura frammentariamente accumulata negli anni leggendo di tutto. Però non sopporto che ci sia gente a digiuno dei più elementari rudimenti di grammatica, sintassi, punteggiatura e perfino  di semplice buonsenso, che ritiene di poter scrivere un libro. Il genere non conta.
Mario Izzi
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(in)giustizia & dintorni
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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