Seconda guerra mondiale e dintorni

1
(Riporto integralmente una mia discussione aperta su WD, con aggiunte di altri)

L'argomento è ovviamente molto vasto, coinvolge moltissimi luoghi e situazioni, quindi specifico che le mie ricerche si sono concentrate a livello geografico soprattutto in Germania e Polonia, e riguardavano principalmente l'organizzazione delle SS e dei campi di concentramento, oltre a uno sguardo più generico sui fronti e le battaglie. Se si cerca un argomento specifico lo si può trovare su Wikipedia, ma per chi vuole approfondire, ecco un elenco di testi, siti e altre fonti utili:

Storia: - La grande storia della seconda guerra mondiale, di Martin Gilbert (Mondadori): cronologia dell'intera guerra; io ho preso la versione ebook, che costava pochissimo ed è molto utile quando si vuole controllare un dettaglio al volo
-La Rivolta, di Norman Davies (Rizzoli): è forse il libro fondamentale sulla Rivolta di Varsavia (ne ho letto un altro, più vecchio, ma non così completo); l'argomento specifico rientrava in due miei romanzi, ma è utile a prescindere, perché mostra i meschini retroscena politici della guerra, il modo in cui le relazioni tra i potenti (Churchill, Roosevelt e Stalin) hanno influito sul destino di interi popoli; un libro che fa riflettere, insomma, scritto da uno storico serio e competente (Davies ha scritto anche altri libri sulla storia della Polonia)
- Ultime lettere da Stalingrado (AAVV, Einaudi) : Le lettere dei soldati tedeschi partite dalla città subito prima della resa, e mai consegnate ai destinatari (per evitare che influissero sul morale)

Le SS: - Storia delle SS, di Adrian Weale (Bruno Mondadori, 2011); ho letto 7-8 libri sulle SS, e questo mi è sembrato di gran lunga il migliore: serio, completo e privo di retorica moralistica, e anche piacevole da leggere; Ci sarebbe anche il classico di Heinz Hohne, passabile ma molto vecchio, e comunque Adrian Weale lo cita tra le sue fonti
- buono anche Storia delle SS e della Germania nazista, di Michael Bernard
- Il tempo degli assassini, di Fabrice d'Almeida (Ombre corte): è una ricerca sul tempo libero dei guardiani dei lager; purtroppo ho dovuto ordinarlo (l'ho trovato solo su amazon), mi sarebbe stato utile prima. E' un testo breve e non troppo curato (ho trovato un paio di imprecisioni storiche già nell'introduzione), in compenso dà informazioni quasi impossibili da trovare altrove: cosa facevano i guardiani e le guardiane nel tempo libero, quali libri leggevano, a cosa giocavano, com'era organizzata la loro vita quotidiana...
- SS-Generazione maledetta, di Peter Neumann (editrice Res Gestae). L'autore si presenta come un reduce, quindi qualcuno che ha vissuto le vicende della guerra in prima persona. Sebbene sia presentato come diario, è evidente che molti episodi, specie all'inizio, sono stati romanzati, ciò comunque non toglie che si basino su ricordi veri, suoi o altrui; c'è qualche errore di stampa o traduzione che all'inizio mi ha fatto storcere il naso, ma la scrittura semplice e diretta ha finito per piacermi, perché si adatta bene a un diario. Comunque non dice niente che non sapessi già, è utile più che altro perché dà il punto di vista di un giovane ufficiale che si è unito alle SS volontariamente. Non è facile trovare questo tipo di testimonianze (i più sono morti in guerra o in prigionia, o sono stati zittiti).
In generale, consiglio di leggere (con mente aperta ma con spirito critico) testimonianze di varia provenienza, per evitare di rafforzare la visione dominante e di dividere il mondo in categorie bianche o nere.

Psicologia/sociologia: se, come me, siete interessati ad esplorare le motivazioni dietro l'orrore, questi sono i libri che fanno per voi; non solo: potrebbero cambiare il vostro modo di vedere la storia, e farvi capire che i mostri nazisti come li ha descritti la propaganda dei vincitori non esistono, esistono solo uomini comuni che, per motivi del tutto umani e spesso banali, hanno avallato azioni orribili:
- In quelle tenebre, di Gitta Sereny; il libro riporta le interviste della giornalista a Franz Stangl, ex comandante del campo di sterminio di Treblinka; nonostante l'autrice professi la volontà di voler rimanere obiettiva, dalle sue domande traspare comunque già un giudizio; di buono c'è che le risposte di Stangl sono riportate fedelmente, e si ha così modo di giudicare da sé, inoltre riporta le testimonianze di sua moglie, di alcune guardie e altre persone coinvolte, e questo dà un'idea più completa del modo in cui le persone comuni vedevano il loro orribile lavoro. Purtroppo io l'ho letto solo dopo aver ultimato il mio romanzo, ma mi ha fatto piacere vedere di essere riuscita a entrare nello spirito giusto; consiglio di leggerlo prima, se volete creare un personaggio di questo tipo che sia credibile e non un cliché
- Uomini comuni: polizia tedesca e soluzione finale in Polonia, di Christopher R. Browning; un libro che ha qualche anno, ma viene ristampato, perché sempre attuale e bellissimo; Browning prende in esame i documenti del processo a un battaglione specifico della polizia ordinaria (non la Gestapo insomma); questi battaglioni erano coinvolti nello sterminio di ebrei, soprattutto in Polonia. La cosa interessante è che il battaglione in esame era composto da riservisti; uomini per lo più di mezza età, con famiglia, della classe operaia o piccolo-borghese, che erano lì solo per obbligo e non per scelta, uomini assolutamente "comuni" , come dice il titolo; pochissimi facevano parte del partito nazista o delle SS; quanto di più lontano da un fanatico si possa immaginare; eppure questi uomini sono arrivati a sterminare decine di migliaia di persone, compresi donne e bambini. Com'è possibile? Questa la domanda alla base del libro, una domanda che chiunque studi l'argomento dovrebbe porsi, anche se la risposta potrebbe non piacerci

Oltre ai saggi veri e propri, ho letto anche qualche romanzo. Molti erano fastidiosamente pieni di cliché e di buonismo esasperato, fatti per commuovere lettori privi di cervello o senso critico. Alcuni però fanno eccezione:
-Il ragazzo di Varsavia, di Andrew Borowiec (Newton): l'occupazione tedesca e la rivolta del '44 visti con gli occhi di qualcuno che all'epoca era un ragazzino e li ha vissuti; l'autore è poi divenuto giornalista, e il taglio giornalistico e obiettivo sui fatti si sente
-Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doerr (Rizzoli):il romanzo ha vinto un pulitzer per la letteratura, e si capisce il motivo appena lo si comincia; la guerra è vista in modo nuovo, quasi poetico, e prende per protagonisti una ragazzina francese cieca e un orfano tedesco con la passione per la tecnica, le cui strade si incrociano alla fine del romanzo; a me era poco utile concretamente, perché ambientato soprattutto in Francia, ma resta una bellissima lettura
-Ci proteggerà la neve, di Ruta Sepetys (e anche il suo "Avevano spento anche la luna", entrambi Garzanti): i romanzi della Sepetys sono assolutamente da leggere, specie per chi è convinto che i tedeschi fossero i cattivi e tutti gli altri fossero buoni; infatti si concentrano su un luogo trascurato dalla storia: la Lituania, dove il pericolo maggiore non erano i nazisti ma i sovietici, e dove migliaia di persone (politici, medici, insegnanti, ecc.) sono state deportate nei gulag (che non erano migliori dei lager nazisti) perché la classe intellettuale era un pericolo per l'ideologia comunista; molte altre hanno tentato una fuga disperata nel '45, nel momento dell'invasione russa; ideale per chi ama esplorare anche altri punti di vista, e in più è scritto benissimo
-Morire in primavera di Ralf Rothmann. Parla di un altro giovanissimo soldato arruolato nelle SS, lui però a forza, nella situazione caotica e disperata degli ultimi mesi di guerra. Nonostante la drammaticità dell'ambientazione, a essere sincera a me non è piaciuto granché, più che altro per come è scritto: pieno di descrizioni e dettagli concreti spesso inutili e poca o nessuna introspezione, quindi diventa una serie di fatti più o meno orribili che si concludono col suo triste ritorno a casa. L'unica nota positiva è che, proprio per tutti questi dettagli, può essere utile.
- aggiungo (pur senza aver trovato un volume specifico) le poesie di Anna Swirszczynska, che prese parte alla resistenza, e quelle di Krzysztof Kamil Baczyński e Józef Szczepański, due poeti che morirono giovanissimi combattendo durante la Rivolta di Varsavia

Oltre agli scritti ho visto anche diversi film, purtroppo anche qui molti hanno il sapore di propaganda (quelli hollywoodiani in particolare...), quelli che consiglio senza riserve sono:
- La caduta, di Oliver Hirschbiegel; gli ultimi giorni di guerra in una Berlino dall'atmosfera apocalittica, con un grandissimo Bruno Ganz nei panni di HItler (il regista è stato assurdamente criticato per averlo reso "troppo umano")
-Black Book, di Paul Verhoeven: parla della resistenza olandese, e lo fa in modo credibile, senza divisioni in eroi e mostri (la protagonista è ebrea, e ha una struggente storia d'amore con un ufficiale della Gestapo)
-Land of mine-Sotto la sabbia, di Martin Zandvliet; storia terribile (vera) di un gruppo di adolescenti tedeschi prigionieri costretti a rimuovere mine in Danimarca
-Il trionfo della volontà, di Leni Riefenstahl: era la regista ufficiale del regime, e ha fatto numerosi film sui raduni nazisti; questo in particolare l'ho visto proiettato in un museo, e l'ho trovato molto interessante per capire qual era la visione del nazismo prima di guerre, camere a gas, ecc. ; utile per capire in che modo la propaganda nazista riusciva a impressionare le persone (la regista è molto brava, ha vinto anche dei premi internazionali, e i suoi film hanno una grande presa emotiva)
-I dannati di Varsavia (1957) e Katyn (2007) del regista polacco Andrzej Wajda
-Il banchiere della resistenza (Joram Lürsen, 2018); Il labirinto del silenzio (Giulio Ricciarelli, 2014), Anthropoid (Sean Ellis, 2016). (Titoli suggeriti sulla resistenza e i processi del dopoguerra)
- Ashes in the snow, di Marius A. Markevicius, 2017 (tratto dal romanzo di Ruta Sepetys "Avevano spento anche la luna") e Defiance di Edward Zwick (suggeriti da Kikki)
- Il falsario (2007) di Stefan Ruzowitzky: parla del lager di Sachsenhausen e di un'operazione per impiegare i prigionieri nella stampa di soldi falsi
- The reader- A voce alta (Stephen Daldry, 2008): parla della guardiana di un lager e del suo processo anni dopo la fine della guerra, e l'ho trovato molto bello

Altri suggerimenti emersi nella discussione: -Stalingrado, di Sir Anthony Beevor (BUR, 2000): Beevor fu uno dei pochi a poter consultare gli archivi militari sovietici, prima che fossero di nuovo chiusi
-Storia del Terzo Reich, di William Shirer (Einaudi 2014, testo originale del 1960): Shirer fu un giornalista americano che visse a Parigi dal 1925 al 1932 e poi in Germania dal 1934 al 1940. Un testimone diretto degli avvenimenti.
-la biografia di Adolf Hitler scritta da Ian Kershaw (Bompiani 2016, testo originale del 1998-2000, in due volumi)
- Il continente selvaggio, di Keith Lowe (Laterza 2013): sulla tragica situazione del dopoguerra

Aggiungo sotto spoiler alcuni dei siti che ho trovato utili (poi però dipende molto dall'argomento specifico che si cerca).
https://encyclopedia.ushmm.org/sito dell' United States Holocaust Memorial Museum, con notizie sulla guerra, i campi, e molto altro(io l'ho trovato utile per la piantina e le date specifiche della liberazione di ogni campo)
http://www.warsawuprising.com/per la Rivolta di Varsavia del 1944 (ma anche il sito del bellissimo Museo della Rivolta, a Varsavia: https://www.1944.pl/ )
https://www.historisches-lexikon-bayerns.de/ :sito sulla storia bavarese (in tedesco, utile ad esempio sui raduni del partito)
https://research.calvin.edu/german-propaganda-archive : sito (purtroppo in inglese), molto utile per quanto riguarda la propaganda nazista
http://www.bundesarchiv.de/ : l'archivio federale tedesco, ci si trova di tutto, ma da quanto ho capito bisogna iscriversi; io ho lasciato perdere perché ormai non mi serviva più, ma sembra utile per ricerche storiche "serie"
https://archive.org/ : sito in inglese generalista, cercando sotto Waffen-SS o simili si trova una miniera di video dell'epoca, foto e libri, da scaricare gratuitamente
https://www.wikiwand.com/en/Glossary_of_Nazi_Germany : in inglese, davvero molto utile per i dettagli, ogni voce del glossario rimanda a un approfondimento
https://www.dhm.de/lemo/jahreschronik : in tedesco, cronaca anno per anno e giorno per giorno, non solo di ciò che accadeva in Germania, ma anche nel resto del mondo
http://www.isses.it/bombardamenti.htm : parla dei bombardamenti sulla Germania, per uno sguardo diverso sulla guerra
https://www.kriegsberichter-archive.com/index.php : album fotografici di guerra, delle varie divisioni SS e fronti
http://www.imfdb.org/wiki/Downfall_aka_ ... tergang%22 : questo è un sito un po' diverso, un database di tutte le armi usate nei film; se avete dubbi su quali armi si usassero in qualsiasi luogo/periodo basta cercare un film sull'epoca; qui ad esempio ho messo il link a "La caduta", con le armi tedesche e russe usate durante la battaglia di Berlino (compresa la pistola con cui si è suicidato Hitler)

Ci sono poi una marea di altri siti che potrebbero essere utili, a seconda delle esigenze: sulla Hitlerjugend, sull'esercito polacco, sulle canzoni suonate nei lager o su quelle dei soldati e dei partigiani, sui singoli campi di concentramento (molti, come Dachau o Flossenbuerg, hanno un museo con relativo sito, spesso fatti molto bene, basta cercare), o più in generale su quale fosse il tempo atmosferico in un dato luogo in un dato giorno (non è sempre possibile stabilirlo, ma a volte si riesce), o sui calendari e le fasi lunari del passato.

Altri scenari di guerra e, in generale, la vita degli anni '30-'40:

Campi di concentramento e Olocausto: Se questo è un uomo, di Primo Levi; La banalità del male, di Hannah Arendt; Il secolo breve, di Hobsbawm; Comandante ad Auschwitz di Rudolf Höss (suggeriti da Ivalibri)
L'Italia durante il fascismo e la guerra: Uomini e no, di Elio Vittorini (e altri suoi); La casa in collina, di Cesare Pavese (e altri suoi); Gli occhiali d'oro, di Bassani (e altri suoi); M. Il figlio del secolo, di Scurati
Sulla vita quotidiana: L'Italia del fascio, di Mario Isnenghi; Mille lire al mese e Vita quotidiana degli italiani 1920-1960, di Gian Franco Venè; L'Italia tra le due guerre, di Gioacchino Volpe; La scuola elementare nel ventennio fascista (suggeriti da Marcello)
Ucraina e Bielorussia: Babij Jar, di Anatolij Kuznekov (suggerito da Ivalibri)
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

2
@"Oltre agli scritti ho visto anche diversi film, purtroppo anche qui molti hanno il sapore di propaganda (quelli hollywoodiani in particolare...)"

Hai detto una grande verità. Non c'è film hollywoodiano che non presenti l'eroico soldato americano superiore in tutto e per tutto ai suoi colleghi tedeschi, regolarmente presentati come ottusi e incapaci (e ovviamente crudeli). Quasi sempre, ogni singolo americano riesce ad ammazzare da solo almeno una decina di nemici. Peccato che la realtà fosse diametralmente opposta. L'esercito tedesco fu di gran lunga il più efficiente tra tutti quelli impegnati nelle ostilità, soprattutto grazie all'ottimo addestramento delle truppe e all'innovazione, introdotta già al tempo dell'esercito prussiano, delle tattiche "mission-type", in cui veniva concessa molta libertà agli ufficiali inferiori e ai sottufficiali su come raggiungere gli obiettivi dati dal comando o dall'ufficiale superiore, rispetto alle classiche tattiche "order-type" usate dagli Alleati (e dagli italiani), che prevedevano che ufficiali inferiori e sottufficiali seguissero pedissequamente una serie di direttive per raggiungere l'obiettivo stabilito, anche quando tali direttive si dimostravano palesemente inadeguate alla situazione sul campo. Come conseguenza di questo, non mi risulta che la Wehrmacht abbia perso una sola battaglia su qualsiasi fronte in cui non si trovasse in pesante inferiorità numerica, e questo fino al 1945. L'esempio dell'offensiva delle Ardenne a fine '44 basti per tutti. Forse @Alberto Tosciri potrebbe correggermi su questo, ma non credo.
A mio parere, unicamente il piccolo esercito finlandese ha dato prova di valore e abilità paragonabili, in occasione dell'infame invasione sovietica dell'inverno '39-'40.

"-Il trionfo della volontà, di Leni Riefenstahl: era la regista ufficiale del regime, e ha fatto numerosi film sui raduni nazisti;"

A proposito di film, segnalo una chicca, che c'entra poco con la Seconda guerra mondiale in sé ma c'entra moltissimo con la propaganda. Nel 1943, il Ministero della propaganda nazista commissionò un film sulla tragedia del Titanic (Titanic, regia di Herbert Selpin, reperibile in DVD solo in lingua originale*). L'intento era quello di mostrare l'armatore britannico della nave nella peggior luce possibile, evidenziando la corruzione morale tipica del sistema capitalistico liberale e la vacuità dell'alta società anglo-americana. L'intento propagandistico è sfacciato, tanto da aver inserito un inesistente Primo ufficiale di nazionalità tedesca che, intelligente e prudente, cerca di convincere l'armatore e il capitano, presentati come avidi e stolti, a ridurre la velocità del transatlantico, per scongiurare il pericolo di impatto con gli iceberg.
Aggiungo una nota tecnica: la premessa del film è costituita dalla volontà della società White Star Line, proprietaria del Titanic, di stabilire il nuovo record di velocità per la traversata da Southampton a New York, da cui la tragedia. Si tratta di una balla, parzialmente ripresa anche nella fantasmagorica versione di James Cameron con Leonardo di Caprio e Kate Winslet. La compagnia White Star Line, infatti, era rinomata per la lussuosità e il confort dei suoi transatlantici (come l'Olympic, predecessore del Titanic), non per la loro velocità. La compagnia specializzata nel costruire e operare i transatlantici più veloci era invece la Cunard Line, concorrente diretta della White Star, che deteneva tale record dal 1909 con il Mauretania, e prima con il Lusitania dal 1907.
* Mi correggo: a quanto pare, esiste anche una versione doppiata in italiano.
https://www.amazon.it/verit%C3%A0-dello ... 24&sr=1-20

https://www.amazon.it/Las-Vegas-splendi ... ext&sr=1-1

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

3
@L'antipatico Ciao. Alcuni dei libri suggeriti sopra erano tuoi, ma non sapevo se volevi essere citato, quindi ho lasciato stare.
Hai detto una grande verità. Non c'è film hollywoodiano che non presenti l'eroico soldato americano superiore in tutto e per tutto ai suoi colleghi tedeschi, regolarmente presentati come ottusi e incapaci (e ovviamente crudeli)
C'è di peggio, purtroppo. Io ho visto un film sugli "eroi" americani dove si tentava di far passare uno stupro per un colpo di fulmine romantico e l'uccisione di bambini come un fatto da poco (perché tanto i bambini erano nazisti quindi cattivi). C'erano anche i soliti eroi che in tre facevano fuori centinaia di tedeschi (per difendere un obiettivo militare inutile e ridicolo: un crocevia in aperta campagna), ma quella era la parte meno fastidiosa, soprattutto perché subito dopo finalmente anche i tre invasati sono morti (l'unico momento del film che ho apprezzato).
Sono rimasta così incredula e disgustata che non vedrò più film sull'argomento per un bel pezzo, a meno che non siano di registi davvero indipendenti, o con un minimo di cervello.

Interessante il film sul Titanic che hai citato. Se lo trovo lo guardo, anche solo per curiosità :lol:

La propaganda è sempre da considerare, quando si esaminano fonti storiche. Bisognerebbe sempre capire chi le ha scritte/filmate o raccolte e perché. L'unico modo per avere una visione ampia e realistica (per quanto possibile) è confrontare fonti molto diverse tra loro.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

5
Sulla seconda guerra mondiale (che, quando sono nato, era ancora in corso) ho letto veramente di tutto e i testi citati nei vari interventi precedenti sono talmente tanti, che non mi pare il caso di aggiungerne altri. Mi va, invece, di soffermarmi un attimo sulle considerazioni fin qui espresse in merito alle varie propagande, con libri e film connessi. E' vero che la storia la scrivono i vincitori, che hanno vinto sia grazie alla preponderanza di mezzi finanziari, che bombardando a tappeto intere popolazioni: la mia famiglia è originaria di un paese distante venti chilometri da Cassino di cui quasi non è rimasta pietra su pietra, grazie ai bombardamenti alleati. Quando avevo dieci anni, parlo degli anni '50, c'erano in zona ancora macerie disseminate dappertutto: parlo, quindi, con un minimo di cognizione di causa. E' proprio questo il punto: la causa. Decine di milioni di morti da entrambe le parti e la propaganda postuma, a volte spinta ai confini del ridicolo, dei vincitori. Cerchiamo, però, di non dimenticare il perché dell'immane macello. Perché un paio di dittatori, "uomini della provvidenza", oltretutto abbastanza ridicoli negli atteggiamenti fisici che ci è dato ammirare nei filmati dell'epoca, hanno deciso di espandersi conquistando "spazi vitali" a casa d'altri, invadendo, saccheggiando, imprigionando ed eliminando intere popolazioni. Che il soldato tedesco, o giapponese, o perfino italiano fosse superiore a quello anglo-americano, non conta ai fini del giudizio. Le dittature imposte dagli uomini della provvidenza sono state rese possibili dalla militanza di pochi violenti e dall'acquiescenza delle masse, non sempre ignoranti, visto che in esse erano presenti intere classi di benestanti e benpensanti. Che Stalin fosse sanguinario quanto Hitler, non cambia una virgola al giudizio finale, come pure la condanna delle due atomiche americane, che non sarebbero state sganciate in assenza del proditorio attacco a Pearl Harbour. E' necessario aborrire senza se e senza ma, senza attenuanti di sorta, tutte le dittature e tutti coloro che, entusiasticamente o per ignavia, le rendono possibili: il pericolo è concreto, è soltanto nascosto dietro l'angolo.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

6
@Cheguevara Conosco già il tuo pensiero sull'argomento, visto che ci siamo già incontrati/scontrati altrove :lol: Condivido in parte, ma il mio punto di vista è leggermente diverso. Per me qualunque crimine va condannato, non importa chi ha cominciato prima, o chi è il peggiore. Non è una gara al ribasso.
Siamo tutti d'accordo, credo e spero, sul condannare i crimini fascisti e nazisti.
Quello che non sopporto, specie nel ricercare fonti storiche, è il velo di silenzio e ipocrisia steso sui crimini dei "buoni". Chi ha permesso le violenze orrende in Italia centrale, chi ha ordinato l'attacco aereo sui civili a Dresda, chi ha commesso gli stupri a Berlino, chi ha gettato esseri umani vivi nelle foibe (una morte talmente raccapricciante che sto male a pensarci): tutti questi signori erano squallidi criminali di guerra e come tali, per me e per la giustizia umana, andavano puniti. Né più né meno dei fautori dell'olocausto.
Quel che sopporto ancora meno è che la politica (con tutto il suo teatrino di assurdità e voltafaccia) decida cosa devo sapere e cosa no. Come se fossimo una massa di cretini, incapaci di distinguere il bene dal male. Tutti devono essere liberi di raccontare il loro punto di vista, perché ne hanno il diritto, così come io ho il diritto di sentirlo.
Un crimine non ne giustifica un altro, se non in un sistema morale distorto e malato. Gli assassini restano assassini e le vittime vittime, qualunque sia la loro razza, religione o fede politica. Chi uccide un assassino non è affatto meno colpevole, è sullo stesso identico piano. Chi uccide o tortura un innocente in reazione al crimine di qualcun altro, è doppiamente colpevole (anche se io userei un termine meno forbito).
Consultare le fonti naziste o empatizzare con le vittime, anche tedesche, non significa in alcun modo giustificare i crimini commessi. È un muro contro cui sbatto continuamente la testa, senza riuscire a capacitarmene, perché per me è del tutto ovvio. Ogni volta che ricerco fonti "fuori dal coro" mi trovo davanti un muro infrangibile di ideologia da salotto e partiti presi. "Sono morti milioni di ebrei, quindi chissenefrega di Dresda. Se dite qualcosa siete revisionisti, o fascisti (a piacere)". Ma su quale assurdo pianeta?
La morale di comodo, di quelli che si sentono "buoni" perché mettono un post in memoria dell'olocausto (un giorno all'anno), è quella che rovina il mondo, la gente che non ha una morale propria e prende in prestito quella più in voga. Che mette le citazioni di Anna Frank, sapendo a stento chi fosse, e senza avere idea che il suo diario è stato censurato (come tutto quanto). Le idee facili, bianche o nere, che richiedono poco o nessuno sforzo di pensiero e comprensione, sono quelle che ci stanno rovinando.
La questione propaganda comunque è complicata, e non riguarda solo quest'argomento. Anche oggi nel mondo ci sono guerre e violazioni imperdonabili dei diritti umani, ma non ce ne preoccupiamo e non ne sappiamo mai niente, a meno che qualcuno non lo ritenga abbastanza utile da pagare un inviato.
Si sono bombardati orfanotrofi, in nome della lotta alla dittatura e dei diritti umani. Dove sono, oggi, quei difensori? A controllare la loro popolarità su facebook, o a mandare selfie a casa (in una bella divisa mimetica, con uno sfondo esotico). Questo è il mondo uscito dagli orrori della Seconda guerra mondiale.
"Il presente falsificato genera un futuro malato. La storia si vendica..." Questa frase di Slavomir Mrozek mi viene in mente ogni volta che vedo la censura allungare gli artigli sulla Storia. Qualunque cosa ne venga, ce lo saremo meritato.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

7
@Silverwillow Distinguere tra chi ha innescato il conflitto che ha portato a milioni di morti e chi lo ha subito non significa giustificare i crimini commessi da chicchessia. Nella tua esposizione rischi di commettere lo stesso errore che imputi ad altri. Non so tu, ma io mi considero edotto a sufficienza sul genere di violenze commesse dai vincitori, e siccome non sono altro che uomo di strada, non mi pare che un certo tipo di informazioni siano state celate alla pubblica opinione. Dirò di più: a differenza di molti ho potuto beneficiare (si fa per dire, avrei fatto volentieri a meno di un tale beneficio) delle informazioni di prima mano avute da chi, nella mia zona di provenienza, aveva subito violenze e stupri da parte delle truppe marocchine dell'esercito alleato. Che la pubblica informazione venga da sempre manipolata da chi ha interesse a farlo non c'è dubbio, ma le manipolazioni di segno opposto finiscono per annullare vicendevolmente i loro effetti. Che dire dell'"armadio della vergogna" in cui, in nome della riappacificazione e per volere del comunista Togliatti, sono state rinchiuse per mezzo secolo le prove di esecrabili crimini nazifascisti? Che dire della legione di criminali di guerra nazisti scampati ai processi con la protezione del Vaticano o degli stessi anglo-americani, interessati a contrapporli al "pericolo rosso"? No, non è vero che il mondo si sia mosso a senso unico contro i vinti, l'informazione c'è stata per chiunque avesse avuto la voglia e anche la capacità di informarsi. La capacità, perché purtroppo, allo stato attuale, il mondo è pieno di imbecilli semianalfabeti che, arringandosi vicendevolmente sui social, costituiscono sette dove soggetti armati e tatuati a svastiche ripropongono ideali purulenti. Da ultimo, una considerazione sulle foibe: non credo che possa esistere qualcuno che non condanni la feroce eliminazione di esseri umani innocenti da parte dei partigiani titini. Tuttavia le modalità con cui il crimine è stato perpetrato non possono essere paragonate alla programmata, scientifica eliminazione di milioni di persone, svoltasi per anni sotto gli occhi di intere popolazioni, tra cui la nostra, indifferenti quando non complici.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

8
Distinguere tra chi ha innescato il conflitto che ha portato a milioni di morti e chi lo ha subito non significa giustificare i crimini commessi da chicchessia.
In realtà spesso vedo fare proprio questo. Giorni fa guardavo un documentario sulle foibe, e una delle cose più tremende era sentire figli e nipoti delle vittime lamentare non l'ingiustizia ma il silenzio, il fatto di non aver potuto piangere i loro morti, perché se qualcuno li aveva ammazzati probabilmente erano fascisti e se lo meritavano (c'è gente che ha impiegato decenni solo per trovare le prove per dimostrare che non era affatto così). L'etichetta di "fascista" è stata attaccata indistintamente, in Istria come in Polonia e altrove, a chiunque non fosse comunista doc, compresi partigiani che avevano combattuto per la libertà.
Che la pubblica informazione venga da sempre manipolata da chi ha interesse a farlo non c'è dubbio, ma le manipolazioni di segno opposto finiscono per annullare vicendevolmente i loro effetti.
Ho dei dubbi anche su questo. Facendo ricerche mi sono accorta che si tende a convalidare una sola versione della storia, tutto quello che si discosta (anche di poco) viene visto con sospetto, se non con ostilità.
La notizia sul diario di Anna Frank l'ho sentita per caso nei giorni scorsi, e mi ha scioccata. Se si è arrivati a censurare il diario di una ragazzina morta, allora mi viene da pensare che non si può prendere per buono più niente. Tra l'altro, che caspita avrà potuto scrivere che dovesse essere censurato? Qualche manifestazione di insofferenza per la situazione drammatica in cui si trovava, forse. Qualcuno l'avrebbe biasimata? No, ma evidentemente doveva servire a creare simpatia, quindi tutto ciò che stonava è stato tolto. A me piacerebbe molto poter leggere la versione originale.
Che dire della legione di criminali di guerra nazisti scampati ai processi con la protezione del Vaticano o degli stessi anglo-americani, interessati a contrapporli al "pericolo rosso"?
E' vero, ma qualcuno comunque li ha condannati, che poi la giustizia funzioni quando vuole è un altro discorso. Altri criminali di guerra non sono stati, non dico puniti, ma nemmeno accusati di qualcosa. Hanno vissuto pacifici fino alla vecchiaia, magari vantandosi con i nipoti dei crimini commessi
l'informazione c'è stata per chiunque avesse avuto la voglia e anche la capacità di informarsi
Non saprei. Io ho fatto ricerche un po' ovunque (e non tutti, specie quando non c'era internet, ne avevano la possibilità), ma di alcune informazioni saltate fuori per caso non sono riuscita in alcun modo a trovare conferme o approfondimenti. Trovare il punto di vista di ex nazisti e fascisti è quasi impossibile, se ci sono, sono stati censurati, o addirittura autocensurati. Qualcuno dirà "meglio così", ma a me invece interessa, perché mi piace capire le cose (il motivo per cui ho letto libri come "In quelle tenebre" o altri del genere).
Quel che è successo per le foibe è successo, sono convinta, ovunque. I documenti c'erano, ma nessuno aveva interesse a diffonderli. Ogni volta che da qualche parte cambia il clima politico saltano fuori cose di decenni prima. Questo già nell'antichità: quando cambiava il governo spesso si bruciavano i libri di storia.

Non c'è una sola verità storica, questo mi premeva dire, ognuno ha la sua visione soggettiva. Si può ricostruire più o meno la verità solo mettendo insieme tutte le fonti.
Questo vale anche per chi scrive. Io sinceramente sono stufa di leggere romanzi sulla guerra stereotipati. Voglio leggere storie realistiche.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

9
@Silverwillow Mi pare di capire che il fatto che io condanni ogni forma di guerra e violenza, operando però un distinguo tra chi aggredisce e chi, dopo aver subito, reagisce, non è dal tuo punto di vista sufficiente. Inoltre confermi la tua convinzione che le informazioni sui crimini commessi dai vincitori siano state nascoste dalla stampa e dagli altri mezzi di comunicazione di massa. Riguardo al primo punto, ti chiedo: se uno ti aggredisce dandoti un pugno e tu, anziché porgere cristianamente l'altra guancia, glielo restituisci con gli interessi, siete entrambi sullo stesso piano?
Riguardo al secondo, facciamo il mio caso: sono un anziano non laureato che ha passato la vita a lavorare in giro per l'Italia. Ho letto, nel poco tempo libero, di tutto, non con un fine specifico. La mia quindi è una cultura raffazzonata, da praticone, non certo da intellettuale o storico. Eppure non mi sono mancate informazioni di ogni tipo su crimini e bestialità varie commesse dai cosiddetti vincitori della seconda guerra mondiale, dal bombardamento di Dresda da parte degli inglesi (effettuato ad ondate, perché attendevano che militari e civili si ammucchiassero a soccorrere o estrarre i feriti dalle macerie, per tornare e fare un maggior numero di vittime), ai famigerati infoibamenti degli innocenti civili italiani da parte dei partigiani titini, alle atomiche sganciate su un Giappone già vinto (la seconda, su Nagasaki, priva anche della giustificazione di voler porre fine al conflitto, visto che la dimostrazione di forza con conseguente annientamento della città di Hiroshima sarebbe stata, da sola, più che sufficiente). Vogliamo, invece, parlare dei massacri e degli stupri fatti dalle truppe russe quando, a guerra praticamente finita, hanno invaso la Germania vinta? O dei crimini perpetrati da Stalin nei confronti del suo stesso popolo, con milioni di epurati? O delle vendette messe in atto nel nostro stesso Paese dai cosiddetti partigiani dell'ultimo minuto, soltanto al fine di regolare vecchi conti? Tutte cose che a me, uomo della strada, sono ben note: ti ricordo che sulla faccenda delle foibe è andata persino in onda una fiction sulla RAI in prima serata, qualche anno fa. Se io sono a conoscenza di questi e tanti altri fatti che sarebbe troppo lungo elencare, chiunque può esserlo, le informazioni non mancano, anche se mettere insieme tutte le fonti, come tu vorresti, sarebbe una fatica irrealizzabile per chiunque non dedichi la vita alla ricerca storica. Certo, esiste una larga fetta di popolazione che non legge libri e, riguardo alla stampa periodica, acquista solo settimanali di gossip e quotidiani sportivi, per il resto guardando soap opere in TV e filmati idioti sui social. Purtroppo è gente che poi andrà a votare, ma la democrazia è anche questo.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

10
se uno ti aggredisce dandoti un pugno e tu, anziché porgere cristianamente l'altra guancia, glielo restituisci con gli interessi, siete entrambi sullo stesso piano?
In teoria, se io volessi essere coerente, sì. Se c'è qualunque altra opzione, tipo chiamare aiuto o denunciarlo, se rispondo con la violenza sono altrettanto colpevole. Se arriva la polizia fermerà tutti e due, con ragione, non importa chi ha iniziato. Questo comunque vale per le reazioni a caldo: aggredisci me o qualcuno a cui tengo e rispondo per difesa. Se vado a cercare il tizio il giorno dopo e do un pugno a sua moglie non è più autodifesa, ma vendetta. La volontà di vendicarsi è umana, ma non significa che sia buona.
Ad ogni modo, ho messo in firma una frase di Gandhi perché ha dimostrato che si possono ottenere le cose senza violenza. Ha liberato un intero Paese, e senza ammazzare o aggredire nessuno. Anche lui non è nato così, ammetteva di essere stato da giovane incline alla violenza, e ammetteva anche candidamente di non voler essere coerente, perché si cambia, si impara e si matura (o così dovrebbe essere).
Se io sono a conoscenza di questi e tanti altri fatti che sarebbe troppo lungo elencare, chiunque può esserlo, le informazioni non mancano, anche se mettere insieme tutte le fonti, come tu vorresti, sarebbe una fatica irrealizzabile per chiunque non dedichi la vita alla ricerca storica
Io non mi sono mai occupata di storia, quindi fino a due anni fa sapevo solo quello che mi hanno insegnato a scuola, ossia pochissimo (senza contare che il '900 si studiava sempre in fretta e furia le ultime settimane). In Trentino per fortuna la guerra l'abbiamo vista poco, i miei nonni sono tutti morti quand'ero piccola, quindi a casa mia non se n'è mai parlato.
Frequentavo la biblioteca fin dalle elementari, e ho letto tantissimi libri sulla Prima guerra, ma sulla seconda non ne ricordo nessuno. Molti libri sono usciti solo dopo (specie dagli anni '90 in poi), e solo di recente ho visto un libro per bambini che parlava di Hiroshima. Le informazioni magari ci sono (per quei pochi che hanno voglia o interesse a cercarle) ma di sicuro non vengono sbandierate, ecco. Non si nascondono notizie, ma si sceglie quali enfatizzare e quali no, e per me si avvicina già troppo alla censura.
Comunque per fortuna con le ricerche sull'argomento ho finito. Ho trasferito la discussione perché sono saltati fuori suggerimenti interessanti, magari utili a qualcuno. Ne riporterò anche una sulla Prima guerra (che mi pare un argomento più rilassato, quasi allegro in confronto :P )
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

11
@Silverwillow Se il tuo percorso informativo è quello che tu dici, le tue dichiarazioni in merito alla parzialità dell'informazione diventano più comprensibili. Io, che oltre ad essere un uomo comune non mi sono mai occupato di storia (e a scuola, ai miei tempi, l'insegnamento della storia si fermava alla prima guerra mondiale), ero a conoscenza dei crimini commessi da americani, inglesi, comunisti eccetera da ben prima degli anni '90, quindi l'informazione già c'era ed era disponibile per chiunque. Inoltre giudico poco comprensibile sotto il profilo logico e psicologico reagire a un'aggressione soltanto chiamando aiuto o andando poi a denunciare: cose da farsi se non hai la capacità fisica di reagire immediatamente, ma che espongono al rischio di prendere tante di quelle botte da finire all'ospedale o, peggio, al cimitero. Sicuramente il Mahatma Gandhi avrebbe approvato, l'aggredito invece non credo.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

12
Scusate se mi intrometto, ma mi premerebbe dare il mio parere e per quanto a me piaccia la pace e mi piacciano i lieti fine pacifici, non posso ignorare altrettanto il fatto che io vivo in un'epoca di relativa pace in cui ammazzare una persona non è la normalità.

E mi scuso in anticipo se suonerò antipatico o attaccabrighe, ma sono argomenti che ultimamente mi stanno davvero a cuore, pur non essendo io uno storico.

Oggi possiamo parlare dell'accanimento dei vincitori sui vinti, ma siamo proprio sicuri che abbia senso il discorso in sé?

Si è parlato delle Foibe, che sono state un vero e proprio orrore per chi le ha vissute e le ricorda. Ma la memoria di una persona che ha perso tutto è una cosa, la storia è un'altra. Uguale dignità, ma si affrontano in maniera diversa. La storia parla di una italianizzazione forzata e feroce a partire dal '23, fatta di Decreti che partono dai cognomi sloveni arrivando alle scuole, così come parla anche di un eccidio di italiani con metodi barbari e disgustosi.
Allora cercare di dire "hanno entrambi torto" per momenti storici così vicini e così vividi non è una cosa che ha senso fare, per me, perché sono cose che trascendono l'avere torto e l'avere ragione. Che trascendono una lucidità che noi nel 2021 possiamo avere, perché non viviamo con il terrore ci bussino alla porta o di sentire una sirena da un momento all'altro.
Come si racconta in un romanzo storico questo? E, soprattutto, siamo sicuri che qualcuno voglia ascoltare questo tipo di racconto?
Perché "L'accanimento dei vincitori sui vinti" è ad un passo dall'essere l'ennesima narrazione, non una realtà.

Il discorso "se mi aggrediscono io porgo l'altra guancia" va bene per i litigi fra due persone singole, non per eventi storici che sono frutto di un'eredità secolare e di cui ancora oggi viviamo gli effetti, volenti o nolenti. Lo scegliere la pace che abbiamo oggi è un lusso, non era la norma all'epoca, non è la norma tutt'oggi per molti. Gli eccidi, per quanto orrendi, non sono isole nel mare e il povero istriano ucciso durante le Foibe non avrà colpe, ma questa consapevolezza cosa ci dà nel leggere la storia? Cosa impariamo da questo?
Annuiamo e ci sentiamo meglio con noi stessi, ma il povero istriano rimane morto e noi non sappiamo il Perché sia morto. Sappiamo solo che è brutto sia morto così brutalmente.
Per questo molti libri e molti film sono dannosi per la loro semplicità - sono d'accordo -, ma altrettanto cercare di mitigare certe concezioni è dannoso, perché se rendere mostri degli umani attraverso i media è sbagliato, nel privarci di una base critica con cui affrontare un lato dell'umanità che ci fa paura, esperire un piano comune dicendo "eh sì entrambi hanno fatto atrocità" non rende giustizia a nessuno, non ci dice nulla su ciò che è accaduto. Non dà lucidità, ci fa solo sentire persone migliori - mentre ignoriamo che i vincitori e vinti hanno stretto la mano molto volentieri. La Ratline non è decisamente una teoria cospirazionista e Arthur Rudolph dove lo mettiamo? Otto von Bolschwing?

Oggi più che "I nazisti erano dei mostri" sento molto di più amenità come "La Wehrmacht eseguiva solo gli ordini" o "Rommel era un nazista buono" (davvero esistono i "nazisti buoni" e i "nazisti cattivi"?). E non sto a parlare dei tanti che si sentono intelligenti nel dire "Ma sei milioni, non è un numero un po' sospetto?" (giusto perché è più astuto che dire "L'Olocausto non è avvenuto") anche quella concezione è una realtà con cui dobbiamo fare i conti e non è semplicemente ascrivibile ad un "la gente è scema" per sentirci meglio noi e non affrontare un problema culturale dei nostri tempi.
La Poesia in apertura di "Se Questo è un Uomo" parla anche di questo. Non dimenticare significa anche non ammollire il ricordo pensando che sia un panno sporco da lavare. Un ricordo non ha bisogno di svanire per essere tradito.
E di nuovo: come si racconta in un romanzo storico questo? E, soprattutto, siamo sicuri che qualcuno voglia ascoltare questo tipo di racconto senza addossargli il marchio del buonista?

C'è un presentismo che io trovo ingenuo in certe posizioni, esacerbato dal bisogno viscerale che abbiamo nell'esperire sempre nuove vittime per cui simpatizzare e, nell'attuale scenario sociale e politico, l'estrema destra ha giocato più volte la carta della vittima, del censurato, per accattivarsi consensi fra persone che non ricordano e/o non sanno. E io non voglio ritrovarmi i fascisti in parlam... ah. Il M.S.I. ci era già entrato dopo la Guerra.
E ci tengo a dire che porre una responsabilità storica non significa dire "erano dei mostri!", ma dovrebbe essere un fatto con cui fare i conti.

Giusto per chiarire un punto: Le Foibe sono una tragedia, ma non sono una tragedia nata dal nulla. Come l'Olocausto è una tragedia e non è nata dal nulla. E sono tragedie profondamente diverse, per come si è arrivati ad esse, per come sono state perpetrate. Perché sono state perpetrate. Una tragedia non è uguale ad un'altra.

E mi scuso di nuovo se sono stato indelicato, antipatico, attaccabrighe, ma come ho detto: ho a cuore questi discorsi.
https://www.alkalina.net/

http://maxbarberio.com/

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

13
No, @Max91 , non sei stato niente di quello che temi. Hai soltanto espresso un'opinione suffragata obiettivamente dai fatti. La tendenza degli ultimi decenni, sviluppatasi a partire da un berlusconismo che ha sdoganato i fascisti e, peggio del peggio, restituito cittadinanza e dignità ai Savoia, eredi di un re incapace e vigliacco (ma quanti tra i giovani sanno che Vittorio Emanuele III, dopo la ventennale acquiescenza al fascismo, fece prima arrestare un Mussolini caduto in disgrazia e poi firmò il famoso armistizio dell'8 settembre, fuggendosene ignominiosamente al Sud in mano ai nuovi alleati, abbandonando le Forze Armate e il resto del Paese alle rappresaglie nazi-fasciste?), la tendenza, dicevo, è quella di un revisionismo subdolo. Facendo leva sugli episodi di violenza che pure ci sono stati da parte dei vincitori, si vuole omologare l'aggressore al resistente, i caduti di Salò ai partigiani impiccati ai lampioni dopo essere stati catturati in azioni di guerriglia. E' molto pericoloso, specialmente in un'epoca in cui le dittature rifioriscono sparse in giro per il mondo, in un Paese carico di malcontento per i noti problemi economico-sanitari, in cui la destra, che pare raccogliere sempre maggiori consensi, accoglie volentieri tra le sue file organizzazioni come Casa Pound e Forza Nuova, con corredo di svastiche e saluti romani.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

14
Come si racconta in un romanzo storico questo? E, soprattutto, siamo sicuri che qualcuno voglia ascoltare questo tipo di racconto?
Perché "L'accanimento dei vincitori sui vinti" è ad un passo dall'essere l'ennesima narrazione, non una realtà
Non credo che nessuno abbia mai scritto, o pensi di scrivere, un romanzo sull'accanimento dei vincitori sui vinti. Se ti riferisci a quando ho parlato di stereotipi, non mi riferivo certo a un ribaltamento dei ruoli. Semplicemente certi stereotipi sono abusati e stancano in qualunque romanzo (anche nei fantasy): l'eroe senza macchia e il cattivo dalla risata sadica hanno fatto il loro tempo, anche se ad alcuni piacciono ancora. Ma per me è segno di pigrizia nello scrittore, è più facile sbozzare i personaggi con l'accetta che approfondirli.
Per intenderci meglio (vedo che più parole uso più creo confusione), ho letto di recente un libro bellissimo (scritto da un'autrice esordiente del WD) dal titolo "L'ultima testimone" (Garzanti). E' ambientato nel presente, e non parla della guerra in sé, ma di accadimenti di quell'epoca che hanno avuto conseguenze sui nipoti degli interessati. Non si parla nemmeno di foibe, ma è descritto bene il clima caotico del confine istriano a fine guerra, dove nessuno sa più da che parte stare. Si parla di due amici d'infanzia, uno italiano e uno slavo, che combattono in gruppi partigiani diversi. Molti anni dopo la guerra uno dei due scoprirà che l'altro ha commesso dei crimini, e ne scaturisce un fatto drammatico. L'autrice è stata bravissima a riportare i fatti e le emozioni senza mai dare giudizi di sorta. Sta alla sensibilità del lettore stabilire chi avesse ragione, ma è difficile, perché ognuno ha le sue motivazioni, che sono in parte comprensibili. Questo è quello che intendo per evitare stereotipi e giudizi morali invasivi in un romanzo.
Gli eccidi, per quanto orrendi, non sono isole nel mare e il povero istriano ucciso durante le Foibe non avrà colpe, ma questa consapevolezza cosa ci dà nel leggere la storia? Cosa impariamo da questo?
Si impara solo quel che si vuole imparare, questo è indubbio. Io imparo moltissimo dalla verità storica: imparo a non prendere tutto quel che sento come oro colato, e che gli uomini restano sempre gli stessi, al variare dei secoli, quindi gli orrori accaduti in passato accadranno di nuovo (e stanno già accadendo, lontano dai riflettori). Imparo anche a sviluppare una coscienza critica, a non farmi dire dagli altri cosa è giusto e cosa no. La smania di schierarsi a tutti i costi da qualche parte, e ignorare tutto il resto, ha creato solo danni.
a tendenza, dicevo, è quella di un revisionismo subdolo. Facendo leva sugli episodi di violenza che pure ci sono stati da parte dei vincitori, si vuole omologare l'aggressore al resistente, i caduti di Salò ai partigiani impiccati ai lampioni dopo essere stati catturati in azioni di guerriglia. E' molto pericoloso, specialmente in un'epoca in cui le dittature rifioriscono
Su questo la penso esattamente all'opposto. Per me è stato invece nascondere il marcio sotto il tappeto che ci ha portati a questo punto. Le vecchie ferite sono rimaste aperte. Perché i paesi dell'ex blocco sovietico hanno virato quasi tutti verso destra? Per reazione a decenni di oppressione, ovviamente. Nessuno ha alzato la mano per protestare quando bisognava farlo, ed è inutile lamentarsi ora, ormai si è innescato un circolo vizioso.

Non voglio entrare in dibattiti politici, perché francamente non mi interessa. Destre e sinistre stanno a farsi dispetti a vicenda da decenni e intanto l'Italia va a rotoli, cambiano i governi e non si nota la differenza. Stiamo ancora a trascinarci dietro fardelli mai risolti, che avremmo dovuto abbandonare da tempo per guardare avanti.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

15
@Silverwillow dici: "non credo che nessuno abbia mai scritto, o pensi di scrivere, un romanzo sull'accanimento dei vincitori sui vinti". Ti consiglio, in merito la lettura de "Il sangue dei vinti" di Giampaolo Pansa, e di tutto ciò che ha scritto in seguito. Il romanzo segna un'inversione ad U nella tendenza della sua produzione, ed è stato criticato da molti per l'assenza di qualsivoglia citazione delle fonti e per qualche manipolazione di eventi accaduti. Non quoto il resto perché non ci riesco, ma quando dici che la pensi all'opposto di me sul revisionismo e, sul rifiorire delle dittature, concludi che quelle dei paesi dell'Est sono dovute a reazione ai decenni di comunismo, commetti, a mio avviso un altro errore di valutazione: è più probabile che, anziché di reazione, si tratti di abitudine all'assenza di democrazia.
Riguardo alla situazione politica sono d'accordo che, soprattutto alla luce dei recenti accadimenti, sia un gran casino: fallimento totale, rimescolamento di carte e destra e sinistra che, anziché farsi dispetti, si scambiano ruoli che neanche esse sanno più quali siano. E' l'assenza di ideali e di visioni per il futuro, accompagnati dal generale opportunismo. Per questo motivo la situazione è pericolosa: è il brodo di coltura ideale per la nascita dei totalitarismi. La politica è di tutti e dire che non interessa equivale a dire che non interessa il futuro di famiglia e Paese.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

16
La politica è di tutti e dire che non interessa equivale a dire che non interessa il futuro di famiglia e Paese.
Mi sono espressa male, come al solito. Quello che non mi interessa sono le diatribe politiche sterili e inutili, non la politica in sé. Mi auguro che il nuovo governo sia più responsabile (pare che lo slogan ora sia responsabilità, come se finora stessimo giocando). Forse il campo finanziario è l'unico che può mettere tutti d'accordo, perché quando si tratta di soldi le divisioni politiche e ideologiche svaniscono come per magia.
Comunque per quanto mi riguarda chiudo qui, vedo che si torna sempre sulle stesse questioni, e che si sbatte sempre negli stessi muri. A nessuno interessa davvero capire o risolvere, c'è un bisogno innato negli esseri umani di trovare il diverso, il nemico, il colpevole, e di alimentare l'odio. E' una cosa che non capisco ma con cui mi tocca convivere. Visto che sbattere nei muri è inutile, tocca farci il giro e andare avanti.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Seconda guerra mondiale e dintorni

17
@Silverwillow Forse sbattere nei muri dipende dal vederli, i muri. Se vedi nei miei interventi la voglia o il bisogno di trovare il nemico o alimentare l'odio vedi cose che non esistono, muri fatti di vento. Non è la stessa cosa che cercare il colpevole, la sua ricerca è sacrosanta perché sia possibile impedirgli di fare altri danni. Riguardo alla politica, la vera politica è fatta di dibattiti, da cui far scaturire sintesi mediate. Se tutti fossero dello stesso parere - cosa a memoria d'uomo mai verificatasi - non ci sarebbe bisogno di politica, partiti e forse neanche di governi.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
Rispondi

Torna a “Ricerche”