La "neo-lingua"
Inviato: ven gen 08, 2021 11:31 am
(Post di Swetty del 18/01/2012 in Lingua & Affini, WD)
Sto scrivendo un'email al mio capo per esporgli un progetto e non mi riesce. E mi sto rendendo conto che è un problema di linguaggio.
Nella pratica aziendale, viene utilizzato un vocabolario che vorrebbe essere democratico e neutro, ma è fatto principalmente di eufemismi. Facciamo un paio di esempi. Io ho sempre usato il termine "sottoposto" per indicare che X è (appunto) sottoposto a Y. In aziendalese però si dice che X è un collaboratore di Y (mi hanno persino ripreso una volta). Morale, essere "collaboratore" ha assunto le stesse sfumature negative di essere "sottoposto", e con lui anche il verbo "collaborare".
Il problema è quando serve l'espressione nel suo significato originale. "Complesso" ha sostituito ormai da tempo il termine "incasinato", e "gestire la complessità" è ormai sinonimo di quello che fanno le mamme dopo un pomeriggio di giochi coi figli. "Avete bisogno di qualcuno che gestisca la complessità del vostro sistema" è più o meno come dire: "Avete talmente tanto incasinato il sistema che ora avete bisogno che qualcuno faccia pulizie".
È questo il casino con gli eufemismi, prima o poi è il concetto sotto che emerge e si impone sul termine. Ma a quel punto, come ridare alle parole il loro significato originale? Cioè, fare in modo che se scrivo "complesso" non venga letto "incasinato"?
Sto scrivendo un'email al mio capo per esporgli un progetto e non mi riesce. E mi sto rendendo conto che è un problema di linguaggio.
Nella pratica aziendale, viene utilizzato un vocabolario che vorrebbe essere democratico e neutro, ma è fatto principalmente di eufemismi. Facciamo un paio di esempi. Io ho sempre usato il termine "sottoposto" per indicare che X è (appunto) sottoposto a Y. In aziendalese però si dice che X è un collaboratore di Y (mi hanno persino ripreso una volta). Morale, essere "collaboratore" ha assunto le stesse sfumature negative di essere "sottoposto", e con lui anche il verbo "collaborare".
Il problema è quando serve l'espressione nel suo significato originale. "Complesso" ha sostituito ormai da tempo il termine "incasinato", e "gestire la complessità" è ormai sinonimo di quello che fanno le mamme dopo un pomeriggio di giochi coi figli. "Avete bisogno di qualcuno che gestisca la complessità del vostro sistema" è più o meno come dire: "Avete talmente tanto incasinato il sistema che ora avete bisogno che qualcuno faccia pulizie".
È questo il casino con gli eufemismi, prima o poi è il concetto sotto che emerge e si impone sul termine. Ma a quel punto, come ridare alle parole il loro significato originale? Cioè, fare in modo che se scrivo "complesso" non venga letto "incasinato"?