(Grammatica & sintassi) Le parti del discorso

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Questa discussione riassume diversi topic del primissimo WD. Probabilmente sono cose ovvie, apprese a scuola, ma ribadire non costa nulla.

Le parti del discorso sono 9.
5 sono parti variabili: articolo, aggettivo, pronome, nome, verbo.
4 sono parti invariabili: avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione.
Approfondiamo un po’ alcune di queste parti.

Il nome
Il nome (o sostantivo) è una parte variabile del discorso con cui si designa una persona, un animale, un oggetto, un’idea, un sentimento, un’azione o un fatto. (Treccani, La grammatica italiana).
Il nome è una delle parti variabili del discorso, poiché la sua desinenza varia secondo genere e numero.
Esistono diverse classi di nomi:
In base al significato, si distinguono nomi:
- Propri: Alberto, Roma
- Comuni: uomo, casa
- Astratti: logica, pensiero
- Concreti: fango, oggetto
- Collettivi: gente, popolo
- Individuali: persona, cittadino
In base alla forma, i nomi si differenziano per genere:
- Maschile: uomo…
- Femminile: donna
- Ambigenere: insegnante, artista (il genere è specificato dall’articolo che precede il nome)
- Promiscuo: per lo più nomi di animali, come aquila, tigre, cigno (per specificarne il genere si accompagna al nome “maschio” o “femmina”)
Secondo la loro struttura si distinguono i nomi in:
- Primitivi: casa
- Alterati: casetta
- Derivati: casalinga, casata
- Composti: casa-matta


Il pronome:
Il pronome è la “parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose, precisandone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti spaziali.” (Enciclopedia Treccani)
I pronomi si dividono in più categorie:
- Personali: io, tu… ci, vi, si… essi, loro…
- Possessivi: mio, tua, loro…
- Dimostrativi: questo, quella, codesti…
- Relativi: che, il quale, cui…
- Indefiniti: qualcuno, chiunque, nessuno…
- Identificativi: lo stesso, il medesimo…
- Interrogativi e esclamativi: chi, quanto, quanti…


Il verbo
Il verbo è la parte variabile del discorso che indica azione, stato, o divenire, in contrapposizione al nome, che indica sostanza o qualità (Enciclopedia Treccani)
Il verbo si coniuga secondo il modo e il tempo dell’azione e secondo il numero del soggetto, singolare o plurale.

La preposizione
La preposizione è la parte invariabile del discorso che serve a legare tra loro gli elementi del discorso.
Si suddividono in.
- Preposizioni proprie (svolgono unicamente la funzione di preposizione) che si suddividono in:
semplici: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra
articolate (composte cioè dall’unione di una preposizione semplice e un articolo): del, nella, dai, sugli…
- Preposizioni improprie (possono svolgere, cioè, secondo il caso, funzione di preposizione o di altra parte del discorso): su, prima, sotto, oltre, verso…
Da segnalare infine le locuzioni prepositive, cioè quegli insiemi di parole che, nel discorso, possono svolgere funzione di preposizione: a causa di, in mezzo a, insieme a…

La congiunzione
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che congiunge due parole o due proposizioni tra loro.
È un elemento invariabile, la sola variazione possibile è l’aggiunta della “d eufonica” in caso di incontro tra due vocali identiche: “ed egli” “od ovviare”
In base alla forma, le congiunzioni si distinguono in:
- Semplici: e, o, ma, che…
- Composte: poiché, giacché, affinché…
- Locuzioni congiuntive: di modo che, dal momento che, anche se…
In base alla loro funzione, le congiunzioni si distinguono in:
Coordinanti, quando congiungono due parti della proposizione o due proposizioni di eguale importanza tra loro. Le congiunzioni coordinanti si dividono in:
- Copulative: e, inoltre… neppure, nemmeno…
- Disgiuntive: oppure, o, altrimenti…
- Avversative: ma, però, tuttavia…
- Dichiarative: cioè, infatti, ossia…
- Conclusive: perciò, dunque, quindi …
- Correlative: e…e, né…né, sia…sia…

Congiunzioni subordinanti (quando uniscono due proposizioni creando un rapporto di dipendenza, o subordinazione, dell’una verso l’altra). Si dividono in:
- Dichiarative: che, come…
- Causali: poiché, giacché…
- Finali: affinché, perché…
- Temporali: mentre, quando…
- Condizionali: qualora, purché, se…
- Concessive: benché, sebbene…
- Consecutive: così…che, tanto…che…
- Modali: siccome, come se…
- Eccettuative: fuorché, a meno che…
- Interrogative: perché, quanto…
- Dubitative: se
- Comparative: piuttosto…che, tanto…quanto…

L’interiezione:
L’interiezione (o esclamazione) è una parte invariabile del discorso che serve a esprimere sentimenti o emozioni. Senza legame sintattico con le altre parti della proposizione, l’interiezione è generalmente seguita da un punto esclamativo.
Esistono interiezioni:
Proprie (parole che hanno unicamente la funzione di interiezione): oh! Ah! Mah! Toh! ecc.
Improprie (nomi, aggettivi o avverbi utilizzati con funzione di interiezione): Ecco! Miseria! Basta! ecc.
Locuzioni esclamative (insiemi di due o più parole usate con funzione di interazione): Per carità! Che sfortuna! Per amor del cielo! eccetera.
Alcune interiezioni, in particolare tra le proprie, possono esprimere sentimenti diversi, secondo il contesto.
Essendo espressioni della lingua popolare, in particolare del parlato, le interiezioni cambiano nel tempo, a seconda dell’origine geografica e del registro linguistico.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)
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