Persona non grata
Inviato: mer gen 12, 2022 7:08 pm
Ogni tanto sento dire in televisione, da giornalisti che presumo abbiano una laurea in qualcosa, che il personaggio Tizio o Caio è stato respinto alla frontiera di qualche nazione o gli è stato impedito di entrare in un dato luogo in quanto persona non "grata".
Mi piacerebbe sapere se si tratta di una stupida interpretazione come l'avverbio piuttosto o se ho capito male io.
Secondo il mio modo di interpretare, se sbaglio ditemelo, una nazione, un'istituzione o quant'altro possono impedire a una persona (o anche più) di non entrare nei loro confini in quanto persone non "gradite", vuoi per motivi politici, religiosi, giuridici, ideologici e altro. Cioè le istituzioni di un luogo reputano che quella persona sia dannosa, inopportuna o pericolosa per loro e pertanto, per evitare provvedimenti giudiziari non gradiscono che vi abbia accesso. La persona non è "gradita".
Ora, secondo me, se una persona non è gradita il concetto è chiaro. Qualcuno non la vuole, la respinge.
Ma se non fanno entrare una persona perché questa persona non è "grata", mi vengono innumerevoli dubbi. Di che cosa non dovrebbe essere grata questa persona perché ad esempio le si impedisca di entrare al Louvre? Non è grata per la visione di tanti quadri? Oppure perché una persona viene respinta alla frontiera di uno stato perché persona non grata? Non ringrazia quello stato di che cosa?
Può darsi che sbaglio, ripeto. Ma io sapevo che se non sono grato di un favore sono un ingrato, al limite un maleducato.
Nel vocabolario alla voce grato c'è scritto: Che mantiene ricordo costante e cordiale del beneficio ricevuto: ti sono grato di quanto hai fatto per me; spesso in formule di cortesia (le sarò veramente grato se vorrà rispondermi), talvolta anche con una sfumatura di risentimento. (vi sarei grato se cessaste di molestarmi).
Alla voce ingrato: Che non risponde con la gratitudine al bene ricevuto: essere ingrato verso i genitori, i maestri; ingrato di animo, di cuore...
Mi piacerebbe sapere se si tratta di una stupida interpretazione come l'avverbio piuttosto o se ho capito male io.
Secondo il mio modo di interpretare, se sbaglio ditemelo, una nazione, un'istituzione o quant'altro possono impedire a una persona (o anche più) di non entrare nei loro confini in quanto persone non "gradite", vuoi per motivi politici, religiosi, giuridici, ideologici e altro. Cioè le istituzioni di un luogo reputano che quella persona sia dannosa, inopportuna o pericolosa per loro e pertanto, per evitare provvedimenti giudiziari non gradiscono che vi abbia accesso. La persona non è "gradita".
Ora, secondo me, se una persona non è gradita il concetto è chiaro. Qualcuno non la vuole, la respinge.
Ma se non fanno entrare una persona perché questa persona non è "grata", mi vengono innumerevoli dubbi. Di che cosa non dovrebbe essere grata questa persona perché ad esempio le si impedisca di entrare al Louvre? Non è grata per la visione di tanti quadri? Oppure perché una persona viene respinta alla frontiera di uno stato perché persona non grata? Non ringrazia quello stato di che cosa?
Può darsi che sbaglio, ripeto. Ma io sapevo che se non sono grato di un favore sono un ingrato, al limite un maleducato.
Nel vocabolario alla voce grato c'è scritto: Che mantiene ricordo costante e cordiale del beneficio ricevuto: ti sono grato di quanto hai fatto per me; spesso in formule di cortesia (le sarò veramente grato se vorrà rispondermi), talvolta anche con una sfumatura di risentimento. (vi sarei grato se cessaste di molestarmi).
Alla voce ingrato: Che non risponde con la gratitudine al bene ricevuto: essere ingrato verso i genitori, i maestri; ingrato di animo, di cuore...