Descrizioni: se vuoi farle, falle bene*

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La discussione tra i lettori che amano le descrizioni e quelli che le trovano noiose è una diatriba che qui non pretendiamo certo di concludere: ci limitiamo a dare qualche spunto su come fare una buona descrizione.

1) Usare i cinque sensi.
@Marcello, 4 dicembre 2017
Mi dicono spesso – ed è vero  – che nei miei romanzi amo descrivere i luoghi dove si svolge l'azione con grande cura.  
Alcuni lo fanno in tono elogiativo (che spero sincero), altri accompagnando l'affermazione con smorfie più o meno ben mascherate. 
Mi rivolgo qui a chi, come me, ama "trovarsi in scena" e desidera ottenere descrizioni efficaci (chiedo scusa a chi invece le considera superflue o, peggio, "una perdita di tempo"; io le ritengo un requisito fondamentale della scrittura e non riesco a leggere libri in cui siano piatte o addirittura assenti).
L'occasione di queste quattro righe nasce da una precisa domanda che mi è stata rivolta nell'ultima presentazione di ieri pomeriggio: "come si fa a descrivere un luogo in maniera che il lettore si senta dentro alla narrazione?".  Ne è nato un mini-dibattito di cui volevo mettervi a parte, senza avere la pretesa di voler insegnare nulla a nessuno.
La mia risposta è stata questa: come prima cosa occorre usare i cinque sensi.
Può sembrare un concetto ovvio, ma spesso ce ne dimentichiamo.  Leggo di frequente nei racconti qui sul forum – e ancora di più nei romanzi sui quali devo lavorare come editor – descrizioni esclusivamente "visive", come se possedessimo soltanto il senso della vista.  C'è chi ritiene che una descrizione ottimale debba essere piena di colori e si fa un punto d'orgoglio di descrivere il colore di qualsiasi oggetto, anche quando è del tutto superfluo.  Quelli che invece mancano fin troppo spesso sono i rumori e, ancor più di frequente, gli aromi.
Se il vostro protagonista si addentra negli stretti vicoli di un borgo, non vedrà soltanto case antiche, terrazzi pericolanti, massaie affacciate alla finestra e osti in maniche di camicia sull'uscio di una birreria.  Da quelle case usciranno grida di bambini, voci gonfie d'ira di un alterco, una persiana sbatterà al vento, un gatto randagio miagolerà... E sui balconi ci saranno vasi pieni di fiori che riempiranno l'aria di profumi, dalla porta della panetteria che si apre all'improvviso uscirà una vampata fragrante di dolciumi, dalle vecchie condutture fognarie si sprigionerà un fetore che ammorberà l'aria...
Ecco allora che vista, udito e olfatto (e, perché no, tatto e gusto) si uniranno a formare un insieme di esperienze sensoriali che renderanno la pagina più viva e faranno credere al lettore di trovarsi davvero a camminare tra quei vicoli.
Usare tutti i cinque sensi è un primo, ma fondamentale, passo per ottenere descrizioni efficaci.  
Poi si dovrà decidere il momento della narrazione in cui inserirle, che pure è di grande importanza (se un agente sta inseguendo un ladro tra quei vicoli, raccontare che dalla panetteria esce profumo di dolci non sarebbe il caso ), e la scelta dei vocaboli da usare per descriverle; ma qui si sconfina in un discorso stilistico, più tecnico e spesso molto soggettivo.


@Black, 4 dicembre 2017
"Come prima cosa occorre usare i cinque sensi" Mi ritrovo a dirlo spesso. I sensi aggiungono tantissimo alle descrizioni, aiutano davvero a immedesimarsi nella narrazione.
Un esercizio che consiglio è quello d'immaginare il protagonista bendato, o cieco, o circondato da una tenebra totale in un'ambientazione ben definita come una foresta, i pressi di una cascata, un vecchio castello, un supermercato ecc. L'obiettivo è quello di descrivere la stessa ambientazione senza mai affidarsi alla vista. Dai feedback che ho ricevuto pare funzionare.
 [Confermo! NotadiMercy]
Sembra strano perché quando descriviamo qualcosa tendiamo a usare soprattutto la vista; a quel punto, però, non stiamo descrivendo la cosa in sé, ma la sua immagine.

2) Essere concreti.

Bello, meraviglioso, spaventoso, inquietante eccetera sono da usare con parsimonia. Meglio ricorrere a dati concreti, che il lettore riesce a immaginare. Sostantivi e aggettivi concreti evocano un luogo e un'atmosfera molto meglio di quanto non facciano gli aggettivi astratti. Dire che un portone è pesante, può andare, ma ancora meglio dire che è di legno massiccio spesso quattro dita e che servono due uomini per aprirne i battenti.

3) Usare le descrizioni dinamiche.

Giusto per intenderci, le descrizioni statiche sono quelle in cui i particolari vengono menzionato come se stessimo guardando in maniera fissa uno scenario e ne facessimo il resoconto.
Per esempio: La stanza era calda e inondata dal sole, con un pavimento di grandi piastrelle lucide. Al centro c'era un tavolo bianco con due fogli posati sopra. Così breve e così noioso, vero? Sì, ma soprattutto dimenticabile. Perché il nostro cervello funziona per associazioni, quindi ricorda meglio i particolari che hanno una qualche funzione all'interno del testo.
Le descrizioni dinamiche sono quelle che mostrano un ambiente (o un personaggio, o qualsiasi altra cosa) in relazione agli effetti delle sue caratteristiche e fanno parte delle scene anziché interromperle. Della stanza sopra menzionata, ad esempio, si può dire che un personaggio l'attraversa schermandosi gli occhi con la mano, e che i suoi passi si riflettono sulle piastrelle. Nomineremo il tavolo e i fogli quando il personaggio si avvicinerà all'uno per prendere gli altri.

4) Descrivere quello che serve e quando serve.

Se il vostro personaggio viene investito da un'automobile, è poco probabile che si renderà conto del colore e del modello della stessa, della velocità cui andava e di quanti anni ha il guidatore. Questi particolari vanno bene per il verbale, ma ammazzano la scena. Nel momento dell'investimento si tratterà più che altro di lampi di luce, di rumori, di dolore.
Lo stesso dicasi per l'aspetto generale dei personaggi e degli ambienti. Una dettagliata definizione dei personaggi è utilissima all'autore in fase di stesura, ma non è altrettanto al lettore, che dimenticherà in fretta il colore degli occhi dei personaggi se sono tutti ugualmente, minuziosamente e inutilmente descritti.
Ricordate che ciò che descrivete deve essere funzionale alla narrazione, non a aumentare il numero di cartelle.
Soprattutto se si alternano punti di vista, le caratteristiche fisiche di una stessa persona possono essere descritte in modi diversi dai vari PoV.
E un uomo innamorato troverà adorabile il naso della sua amata, qualsiasi forma abbia. E se il PoV che usiamo è quello dell'uomo innamorato, la reale grandezza e forma del naso di quella donna non è un vostro problema.


*Discussione riassunta da due topic sul WD
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)
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