Re: Gli incubi dello scrittore

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Pulsar ha scritto: Temo che il maggior problema che ho sia quello di non credere poi tanto nella mia scrittura.
Ci sono volte che mi pianto a leggere e rileggere un passaggio di mezza paginetta perché "non va", "non è scorrevole", "non riproduce ciò che voglio raccontare", senza sapere come procedere. Riscrivo la frase più e più volte col risultato che, alla fine, la formulazione partorita, dopo tanti sbattimenti, mi convince anche meno di quella originale, e allora mi dico che al lettore ciò che scrivo sembrerà ben povera cosa, che "non sono buono" e che sto sprecando (proprio così!) intere giornate della mia vita inseguendo l'utopia della scrittura.
Come ti capisco! Io ho la stessa identica paura. Quante volte mi è successo di strappare pagine che avevo scritto pensando di aver formulato male, di non essere abbastanza brava da saper almeno comporre una frase decente. Comprendo benissimo anche la sensazione di sprecare tempo inutilmente, è odiosa e cattiva, e ce l'ho anche io. Dico che è cattiva perché se amiamo scrivere non dovremmo pensare di perdere tempo facendo qualcosa che ci fa stare bene, eppure mi succede sempre.

Re: Gli incubi dello scrittore

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@Elsa Se posso permettermi un consiglio che ho già dato ad altri con lo stesso problema, scrivi di getto e va' avanti. Lascia passare del tempo prima di rivedere il tuo scritto, per eventualmente, correggerlo o cambiarlo a mente fredda: quando lo rileggi, devi farlo con lo stesso spirito con cui leggeresti il lavoro di un altro. Senza, però, essere critica per partito preso, perché se è vero che l'assenza di autocritica ci espone a figure barbine, è altrettanto vero che l'accesso di autocritica ci paralizza. Detto questo, benvenuta in CdM e auguri per un buon 2022.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Gli incubi dello scrittore

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@Cheguevara grazie mille del benvenuto e ricambio gli auguri di buon anno 😊 ti ringrazio molto per i tuoi consigli, sono effettivamente super autocritica, ma mi impegnerò a fare come hai detto. Del resto sono qui proprio per questo, ascoltare i consigli di chi ha più esperienza di me e cercare di prendere tutto con più serenità. Con le mie ansie scrivere stava praticamente diventando un incubo invece di una passione, ma mi sono ripromessa di tranquillizzarmi e questo forum sicuramente può darmi un grande aiuto 

Re: Gli incubi dello scrittore

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Sto scrivendo un romanzo di fantascienza. Durante le prime stesure (soprattutto la prima) il coraggio era dalla mia parte. Ho inventato molte tecnologie e realizzato grandi battaglie. Ma poi rileggendolo, a parte le molte parti da migliorare, il problema più grande me lo crea questa domanda: cosa penserà il lettore comune di questa roba? 
Deve essere come avere un figlio, idealizzarlo, e poi, al momento di farlo uscire da casa per farlo vivere nel mondo reale, ti viene da pensare: sarà adatto? E se lo prenderanno in giro?
L'unico modo che ho trovato per andare avanti, è tornare emotivamente alle prime stesure, e allontanare i pensieri futuri.
Un altro mio grande incubo, quando magari sono bloccato in una delle ristesure, è questo: ho sprecato centinaia e centinaia di ore, per qualcosa che non finiro mai!
Questo è anche peggio.

Re: Gli incubi dello scrittore

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Valerio 10000 ha scritto: Un altro mio grande incubo, quando magari sono bloccato in una delle ristesure, è questo: ho sprecato centinaia e centinaia di ore, per qualcosa che non finiro mai!

Vedila così: ti sei irrobustito le gambe sulla bici sbagliata, ma ti servirà per quando salirai su quella giusta. 
L. COME APOCALISSE - G. Domenico Lupo

CANTITU APPURATE - G. Domenico Lupo

I MIEI ANIMALI - G. Domenico Lupo

Re: Gli incubi dello scrittore

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Valerio 10000 ha scritto: ho sprecato centinaia e centinaia di ore, per qualcosa che non finiro mai!
No, beh, aspetta: magari avrai impiegato il tuo tempo su un progetto che non arriverà alla pubblicazione (può essere) ma finirlo o meno - nel senso di portarlo ad un livello narrativo e stilistico che ti soddisfa, per poi sottoporlo al vaglio di lettori "esperti" - non deve essere un dubbio che ti opprime. Magari avrai bisogno di parcheggiarlo per un po', di sottoporre la tua scrittura ad un "defaticamento" approcciando temi e stili diversi, anche solo come esercizio, ma poi potrai riprendere con più slancio per arrivare alla fine.
E, occhio, tutti gli autori dichiarano comunque che ad un certo punto bisogna abbandonare il "figlio" e lasciarlo volare con le sue ali.

Re: Gli incubi dello scrittore

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Ilaris ha scritto: modifica la trama, butta via anche molte pagine, se on ti convincono, insomma fai marcia indietro fino al primo bivio, se ti sei impantanato nella stesura. Meglio spenderne ancora, di tempo, piuttosto che sprecare quello che hai già utilizzato in qualcosa che non finirai. 
Grazie molte 
JD WOLF ha scritto: Vedila così: ti sei irrobustito le gambe sulla bici sbagliata, ma ti servirà per quando salirai su quella giusta. 
Grazie molte per i consigli. Diciamo che, gli incubi da me narrati (perlomeno in questa fase) sono passati. In effetti , ho parcheggiato il romanzo per parecchi mesi, visto che scrivevo di continuo cose che poi non mi soddisfacevano. Conoscevo molte bene i punti che non mi convincevano, ma quando li toccavo, non miglioravo le cose, anzi. Quindi l'ho lasciato per qualche mese, ora l'ho ripreso, e le cose stanno andando bene. Per quanto riguarda il fatto che prima o poi dovrò tutti gli autori devo lasciare il proprio romanzo, grazie è un ottimo consiglio.  Mi sto avvicinando a quella fase, ed importante sentirselo dire.

Re: Gli incubi dello scrittore

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Ciao a tutti! :) 
Ho trovato questa discussione molto interessante e mi sono rivista in molte delle vostre paure. 
Il mio più grande incubo da scrittrice deriva dal fatto di convivere costantemente con il mio lato da "editor" (una "Dr. Jekyll e Mr. Hyde della scrittura").

Quando scrivevo e basta, senza conoscere alcuna regola (se non quelle grammaticali), non avevo questo problema. Certo, questo non significa che fosse tutto oro colato, ma le parole fluivano e basta. Revisionavo tutto in un secondo momento con tranquillità.
Adesso, invece, scrivo qualche paragrafo e correggo, pondero, penso, ragiono, torno indietro, annoto. A volte, è tutto un po' troppo ragionato e mi manca la sensazione di scrivere seguendo l'ispirazione del momento. 
Nell'ultimo periodo, ho imparato a dividere meglio queste due "personalità" (anche perché non si può mai essere editor di sé stessi), ma la tentazione è sempre forte. 

A voi è mai capitato? 

Re: Gli incubi dello scrittore

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Miss Scarlett ha scritto: Quando scrivevo e basta, senza conoscere alcuna regola (se non quelle grammaticali), non avevo questo problema.
Anche a me è successo. Prima scrivevo fiumi di parole, pagine e pagine, mentre ora sto attento a seguire tutte le regole e regolette, lo show don't tell, la narrativa immersiva, ecc...
Prima riuscivo a buttare giù anche duemila o tremila parole al giorno, adesso ne scrivo al massimo trecento. Ma la mia scrittura era "scolastica", mentre ora è più "da scrittore". E non è per me un incubo, perché mi rendo conto di quanto la mia scrittura sia migliorata. Non vado avanti finché una frase non la ritengo perfetta, così alla fine ho ben poco da revisionare (anche se revisiono tutto almeno dieci volte, senza fretta e a distanza di mesi, per evitare anche il minimo refuso).

Quindi ti dico di non preoccuparti, la qualità è sempre migliore della quantità.
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Gli incubi dello scrittore

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Ngannafoddi ha scritto: Quindi ti dico di non preoccuparti, la qualità è sempre migliore della quantità.
Grazie mille, @Ngannafoddi
A volte mi lascio un po' trascinare dal desiderio di "mettere un punto", ma sono assolutamente d'accordo con te e penso che una scrittura di qualità e consapevole vada sempre preferita. :) 
Tra l'altro, conosco di scrittori che revisionano in itinere e altri che, invece, fanno tutto in un secondo momento. 
Di sicuro, non c'è un metodo migliore, l'importante è essere soddisfatti di sé stessi e dei propri progressi. 
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