Re: Gli incubi dello scrittore

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mercy ha scritto: ven feb 05, 2021 8:38 am Il mio incubo sono le riviste e i concorsi per racconti.
Studio in anticipo le une e gli altri, individuo il testo che potrei inviare, lo revisiono per l'ennesima volta.
Poi comincio a immaginare i redattori o le giurie che aprono il mio file, leggono due righe e cestinano tutto con una smorfia di sofferenza. Si segnano il mio nome per ricordarsi di non perdere altro tempo.
Così alla fine non ho mai inviato nulla.

Sfottetemi pure. :si:
Tranquilla: non è detto che ti cestinino ma, nel caso, non perderanno tempo a segnarsi il tuo nome. Invia pure i tuoi testi senza paura, magari evitando quei concorsi che recano clausole vessatorie e/o che prevedano il preventivo versamento dei cosiddetti "diritti di segreteria".
Un saluto.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Gli incubi dello scrittore

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mercy ha scritto: ven feb 05, 2021 8:38 am Poi comincio a immaginare i redattori o le giurie che aprono il mio file, leggono due righe e cestinano tutto con una smorfia di sofferenza. Si segnano il mio nome per ricordarsi di non perdere altro tempo.
Troppo dispendioso segnarsi i nomi di tantissimi, compreso il mio. Quanto tempo perderebbero così?
Di sicuro, i nomi li resettano nella mente in automatico, quindi la tua preoccupazione se, dico "se", avesse riscontro nella realtà, durerebbe lo spazio di un secondo prima dell'oblio. :si:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Gli incubi dello scrittore

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@Bef, non vedo l'ora che si possano mettere le faccine che ridono sotto i messaggi altrui. Forse un giorno troverò abbastanza coraggio da imitarti. :si:

@Cheguevara e @Poeta Zaza, grazie delle risposte: mi rendo conto che la mia è una paranoia, ma tant'è. L'idea che
qualcuno sbuffi di fastidio aprendo una mia mail e magari decida di spostare le successive automaticamente in "spam" mi blocca. :bandiera:
Qui ci dedichiamo alla ricerca della verità, non dei fatti. Se vi interessano i fatti, il dipartimento di storia è al terzo piano.
(semicit.)

Re: Gli incubi dello scrittore

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@mercy Io ad alcune riviste ho inviato, in un caso il racconto è piaciuto, anche se non l'hanno scelto. E, se piacciono i miei, puoi mandare benissimo i tuoi. Basta che pensi che ne avranno letti di tutti i colori (molto ma molto peggio di qualunque cosa noi potremo combinare, anche impegnandoci per fare schifo), quindi il tuo se dovesse spiccare lo farà solo per la qualità. Non per sminuire il tuo incubo, ma quella che si ricordino di te e del tuo presunto orribile racconto, più che una paranoia, è troppo ottimismo :asd:

Il mio di incubo al momento è l'uscita dei nuovi romanzi. Dopo mesi di attesa l'ansia ha raggiunto livelli da record (qualcuno dovrebbe inventare un ansiometro). Col primo libro è andata bene, perché dall'annuncio alla pubblicazione sono passati neanche tre mesi (in pratica ero ancora inebetita dalla notizia). I prossimi ho impiegato circa due anni a trovare un editore, avere un contratto e attendere l'uscita. Fin qui tutto bene (o quasi), ma ora che i libri vengono stampati e iniziano a girare, mi chiedo "oddio, e se non dovesse piacere?" Se fosse poco interessante, o l'argomento fosse troppo ostico, la scrittura acerba o antipatica, se non si capisse il significato essenziale che volevo trasmettere? Se il personaggio che amo come un figlio non piacesse a nessuno? Se ricevessi recensioni tiepide e imbarazzate, da cui si evince che il libro non è piaciuto affatto, o non è stato capito, ma non vogliono offendermi? E se, imbranata come sono coi social, non riuscissi a pubblicizzarlo a dovere, o tralasciassi qualcosa di essenziale? E se perdessi la fiducia anche di quei due lettori che mi hanno sostenuta finora? E se dovessi registrare un video, ma sono ingrassata, e non vedo un parrucchiere da sei mesi, e poi magari balbetto in diretta? E se i libri avessero così poco successo che nessuno vorrà più pubblicarmi? Aggiungete "E se" a piacere per un quadro completo :P
Queste sì sono paranoie :facepalm:
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Gli incubi dello scrittore

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Temo che il maggior problema che ho sia quello di non credere poi tanto nella mia scrittura.
Ci sono volte che mi pianto a leggere e rileggere un passaggio di mezza paginetta perché "non va", "non è scorrevole", "non riproduce ciò che voglio raccontare", senza sapere come procedere. Riscrivo la frase più e più volte col risultato che, alla fine, la formulazione partorita, dopo tanti sbattimenti, mi convince anche meno di quella originale, e allora mi dico che al lettore ciò che scrivo sembrerà ben povera cosa, che "non sono buono" e che sto sprecando (proprio così!) intere giornate della mia vita inseguendo l'utopia della scrittura.
Un altro timore è quello di non avere uno stile riconoscibile, di essere l'imitazione di qualcun altro: Francesco che gioca a scimmiottare King, MZ Bradley e compagnia cantante. Ma come si vede è un problema che viene "dopo" (non è secondario, ma logicamente segue) l'altro. O forse sono la stessa cosa... Boh!
Un tempo temevo che qualcuno mi rubasse lo scritto, che se ne intestasse la paternità, ma dato che la fiducia su come scrivo quello che scrivo ha una decisa tendenza al ribasso, il timore oggi mi assilla molto meno! :D
Non ho preoccupazioni, invece, quanto all'originalità: semplicemente penso che là fuori sia tutto un copiarsi a vicenda!
Avrò letto, quanto?, centinaia di libri e tutti sono riconducibili a una manciata di archetipi di cui riproducono schemi, spunti e argomenti principali.

Re: Gli incubi dello scrittore

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@Pulsar, credo che tutti noi quando scriviamo imitiamo, più o meno consapevolmente, lo stile di qualcuno. Succede perché prima di scrivere abbiamo letto (o almeno si spera, perché esiste anche chi pretende di scrivere senza essersi mai dedicato alla lettura) e, leggendo, non abbiamo potuto fare a meno di assorbire concetti, stile, soluzioni tecniche. Non mi sembra un fatto negativo: sono sempre esistiti, nella scrittura come, ad esempio, in campo musicale, autori che hanno fatto scuola, filoni in cui si sono inseriti altri autori, non per questo meno validi e capaci. Riguardo al timore di non avere uno stile riconoscibile, io proverei a scrivere di getto, così come mi viene naturale e, più che riscrivere continuamente frasi e periodi ogni mezza pagina, andrei avanti, riservandomi di riesaminare il tutto a distanza di tempo e a mente fredda. L'assenza di autocritica è un male, ma lo è anche l'eccesso, perché paralizza.
Mario Izzi
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Re: Gli incubi dello scrittore

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@Pulsar , indubbiamente, una prima auto analisi è indispensabile, però, poi il testo deve essere giudicato da un editore che intende pubblicarlo, quindi, un professionista, e infine dai lettori. Come diceva benissimo @Cheguevara , si rischia, altrimenti, la paralisi. Riguardo allo stile, invece, lo devi pensare come alla "voce" dell'autore. Ci esprimiamo in modo diverso, agiamo in maniera differente, il lettore deve poter riconoscere il nostro "timbro". Pensa anche solo alla costruzione dei tuoi personaggi, non possono essere uguali e questo a grosse linee vale anche per gli scrittori. Il mio "IT" sarà sicuramente differente da quello di King e la mia "impronta" si riconoscerà anche negli altri scritti.

Re: Gli incubi dello scrittore

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Il mio incubo è la lunghezza del romanzo. Ho scritto un thriller storico-fantascientifico che ha richiesto studio, mille correzioni e riscritture e vista la storia narrata, le vicende e i personaggi coinvolti, non riesco (e non riuscirò nei romanzi futuri considerando che questo è il genere che prediligo scrivere) a tagliare le 512 pagine generate. Sto notando che oggi, a causa del tempo sempre più concentrato, editori e lettori non amano leggere libri troppo lunghi. I primi in conseguenza dei secondi, per il fatto che, appunto, non si legge più come una volta. Credo sia un problema non solo mio. Quindi, bando agli infodump, a troppi personaggi secondari, alle digressioni di secondo tipo e, in generale, anche alle digressioni che abbiano a che fare con la trama, non riesco a tagliare ulteriormente...

Re: Gli incubi dello scrittore

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AlexMai ha scritto: L'incubo è capire "se ti sei capito da solo", ovvero se dalla penna è uscito tutto oppure no.
E' difficile che dalla penna (oggi, ormai, dalla tastiera) possa uscire tutto. Io credo, e mi sforzo di farlo, che bisognerebbe cercare di esprimere ogni concetto con il minor numero di parole possibile, caratterizzare i personaggi più con le azioni che con l'introspezione e chiedersi sempre: se anziché l'autore io fossi il lettore, mi annoierei?  E, ogni volta che si riesamina il tutto, tagliare sempre il superfluo, aggiungere poco, meglio niente. Vista la scarsità di copie vendute dei miei libri, potrei definirla la via sicura per l'insuccesso.
Mario Izzi
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Re: Gli incubi dello scrittore

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Il mio peggior incubo da autore è non riuscire a esprimere il meglio di quello che è nelle mie potenzialità, dunque lo spreco del talento del quale penso di essere in qualche misura dotato (so di non essere Tolstoj né Emingway, ma sono anche convinto di avere una buona scrittura), così come di talento in qualche misura sono dotati la maggior parte di coloro che si dedicano con passione alla scrittura L'impegno, la costanza e le ore che dedico alla creazione dei miei romanzi mi paiono perennemente insufficienti.

Re: Gli incubi dello scrittore

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Domenico S. ha scritto: Personalmente temo sempre che qualcuno che conosco si ritrovi in uno dei miei personaggi e ci rimanga male. Per questo cerco sempre di scrivere storie inventate, molto lontane dalla mia vita.
Io, invece, ho pubblicato un libro sperando che personaggi molto noti nella vita reale, cui ho attribuito nomi camuffati, ma non troppo, si riconoscano e mi querelino, rendendo così pubbliche le porcate da essi perpetrate. Falsa speranza. Perché il libro non è abbastanza noto per essere letto da loro, o da qualche loro sottopancia. O forse perché è più conveniente che tutto rimanga consegnato all'oblio del porto delle nebbie.
Mario Izzi
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Re: Gli incubi dello scrittore

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[color=rgb(0, 0, 0)][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Il mio peggior incubo è quello di fare errori ortografici e grammaticali, si sembra sciocco ma non lo è per me. Credo di essere dislessic[highlight="rgb(255, 255, 255)"][font=arial, sans-serif]ə (anche se non è confermato da un dottore quindi potrebbe essere una DSA o qualcos'altro). Molto spesso vado in panico quando devo pubblicare qualcosa. Devo leggere e rileggere le cose che scrivo cento volte e nonostante tutto gli errori ci capitano sempre  :bash:[/font][/highlight][/font][/color]
[color=rgb(0, 0, 0)][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][highlight="rgb(255, 255, 255)"][/highlight][/font][/color]
[color=rgb(0, 0, 0)][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][highlight="rgb(255, 255, 255)"][font=arial, sans-serif]Poi ho anche il terrore di non essere compres[highlight="rgb(255, 255, 255)"][font=arial, sans-serif]ə, di non riuscire a spiegare bene ciò che voglio intendere, di non far passare il messaggio giusto.[/font][/highlight][/font][/highlight][/font][/color]

Re: Gli incubi dello scrittore

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@Blue Ace Non preoccuparti, sono i misteri dell'informatica. Per il resto, se le storie che si formano nella tua mente sono interessanti, credo che il tuo sia uno dei casi in cui l'affiancamento di un editor appare indispensabile. I problemi nascono per essere risolti.
Mario Izzi
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