Penso che quando si scrive bisogna conoscere bene l’argomento. La conoscenza non sarà mai completa, non si può sapere tutto, ma dovrà essere più che sufficiente a rendere una buona idea.
Occorre redigere schede sulla biografia dei personaggi, non si tratta solo delle loro caratteristiche fisiche, ma intendo la loro vita: genitori, fratelli, scuole, esperienze di vita, matrimonio, figli, contrasti, problemi, drammi, credenze, opinioni e quant’altro. Conoscendo il passato dei nostri personaggi sarà più facile farli agire di conseguenza, senza inventare sul momento situazioni “ad effetto” ma bensì ben ponderate, frutto di un “vissuto”, utili per risolvere relazioni e confronti con gli altri personaggi
Naturalmente in corso d’opera la scheda personaggi può/deve essere aggiornata in base a nuovi elementi che possono nel frattempo intervenire nella scrittura. Chiaro che non è possibile fare una scheda per tutti, intendo solo per i personaggi principali, accuratamente, i personaggi secondari per sommi capi, ma comunque dobbiamo sapere anche di loro, mentre per i comprimari, le comparse, basta un’infarinatura, quel tanto che non li faccia apparire come maschere o macchiette. E già questo lavoro è notevole.
Ma una scheda occorre anche per le ambientazioni. È utile sapere bene come e dove si muoveranno i personaggi, siano luoghi naturali come foreste, fiumi, montagne e deserti o costruiti dall’uomo come città, paesi, case, chiese, ambienti ristretti, comunità, tutto insomma.
Avendo una mappa, ricavando o costruendoci una piantina, sapremo far muovere al meglio i personaggi. Naturalmente, se non abbiamo ricordi a sufficienza, specie di luoghi lontani, la rete è una grande alleata, ma non dobbiamo basarci solo su descrizioni online; ad ogni modo dobbiamo attingere alla nostra memoria, al nostro spirito di osservazione.
Possiamo “incastrare” i nostri ricordi, magari di una costruzione, una trattoria, l'interno di una casa, una piazza, un luogo che conosciamo bene, “innestandolo” su immagini pescate in rete, “fondendole” in un certo modo e usando però i nostri ricordi personali, che saranno sempre i migliori per rendere quello che vogliamo esprimere con la scrittura.
Stessa cosa per epoche storiche diverse, paesi diversi. Il lavoro è davvero notevole. Bisogna avere una discreta conoscenza, non una semplice vista di sfuggita. Questo compito dura molto, ve lo assicuro e ci vuole molta passione. Purtroppo non tutti abbiamo la possibilità, il tempo di documentarci accuratamente, non possiamo impiegare anni in biblioteche, in manoscritti, in letture di libri e di saggi, nonché romanzi sull’argomento. Ma qualcosa si può comunque fare.
Quando abbiamo raccolto materiale su personaggi, ambientazioni, epoche, ci accorgeremo di aver praticamente già scritto un romanzo ma è proprio da lì che dobbiamo cominciare.
Aggiungo anche che conoscendo i personaggi non dobbiamo limitarci a un loro avvicinamento, a un loro studio solo quando dobbiamo “lavorarci”. No. Dobbiamo “dialogare” con loro anche durante la giornata, quando siamo impegnati in altre incombenze, porgli delle domande, aspettarci risposte, reazioni e, cosa importante, far dialogare i nostri personaggi fra di loro, vedere come si comportano. Quello che vedremo sarà molto veritiero quando lo riporteremo in un dialogo, in una situazione fra due o più personaggi ricordando altri dialoghi, altri comportamenti che sono intercorsi fra di loro precedentemente e che magari non compariranno nel romanzo, non si può scrivere tutto, è impossibile, ma le situazioni che descriveremo, ben vagliate, ponderate e vissute daranno davvero l’impressione di un vissuto pregresso, di una vita oltre la pagina.
Ma naturalmente anche solo questo non basta, ma sarebbe un buon modo per iniziare ad approcciarsi nello scrivere una storia, a mio parere.