Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

127
zio rubone ha scritto: E' interessante invece interessante la risposta di @Silverwillow perché mostra come la non conoscenza delle tecniche di programmazione più avanzate possa portare a sviluppare idee false. Esiste da parecchi anni una tecnica di programmazione che è proprio basata su un'imitazione della genetica (cfr. la voce "algoritmo genetico" su Wikipedia). In passato ho pure pubblicato articoli scientifici sull'argomento
Ti credo sulla parola (solo perché non ci ho capito un'acca :P ).  In ogni caso non ho idee false, posso avere idee limitate o incomplete, suscettibili di miglioramento in base a nuove conoscenze. Non poi così comuni, in questo caso.
zio rubone ha scritto: Con questo tipo di programmazione ho potuto trovare soluzioni non banali e a volte inaspettati per parecchi problemi.
Ma è una cosa legale, disponibile a tutti, impiegata in tecnologie pubbliche e comuni? O è solo per esperti programmatori e sperimentatori?
Capisco che Chat-gpt non è l'unica espressione delle IA (delle altre mi intendo poco) ma tendo a immaginare che gli stessi limiti di programmazione che valgono per essa valgano anche per le altre.
zio rubone ha scritto: In conclusione: il programmatore definisce la fitness come crede opportuno. I limiti sono gli stessi della selezione naturale e, dato che questaa ha prodotto l'autocoscienza in noi umani potrebbe anche farlo per i programmi.
Che ci sia la possibilità è un conto, che sia legale o che qualcuno la ritenga sfruttabile in senso concreto (con la conseguente diffusione) tanto da investirci dei soldi è un altro. Bisogna vedere se c'è un interesse a sviluppare un programma autocosciente (che tenderebbe a essere del tutto imprevedibile). Sinceramente, da ignorante, non credo. Ma anche nell'ipotesi lontana di un'autocoscienza dell'IA, niente lascia supporre che sarebbe minacciosa o nociva per la specie umana. E il problema morale e concreto di queste tecnologie, se c'è, è solo qui.

@ivalibri  L'articolo è molto interessante, ma per me l'unico vero rischio che vedo è quello al terzo punto, cioè che l'IA faccia troppo bene cose come disinformazione, mistificazione, creazione di codici nocivi per hacker o truffatori e violazioni della privacy. Questi sono problemi concreti, già in discussione per fare delle leggi, anche se con grave ritardo
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

128
Silverwillow ha scritto: Ma è una cosa legale, disponibile a tutti, impiegata in tecnologie pubbliche e comuni? O è solo per esperti programmatori e sperimentatori?
Ci sono migliaia di articoli scientifici pubblicati sull'argomento: si va dall'entomologia (questa fu la prima applicazione degli algoritmi genetici) alla linguistica ai videogiochi. Personalmente io ci ho studiato certi particolari vetri. E' disponibile? Certamente lo è per quanti, come me, riescono a scriversi da soli i programmi. Sicuramente se ne parla da molto tempo, ricordo che più di 20 anni fa ho tenuto un corso universitario a informatica proprio su questo argomento. 
@Silverwillow visto il tuo interesse per le questioni legali, in giurisprudenza vige la regola quod non vetitur permittitur e non mi risulta che esistano leggi al riguardo. Se ne faranno probabilmente e auspicabilmente nel futuro, ma dubito che l'esistenza di un legge potrebbe mai impedire di infrangerla a chi lo desiderasse e ne fosse capace. Più che un legge sarebbe utile una maggiore conoscenza dell'argomento da parte del pubblico.
Per chi fosse interessato, suggerisco la lettura di "Io, robot" e di tutti i romanzi del "Ciclo di robot" di Isaac Asimov. I primi di questi scritti risalgono agli addirittura agli anni 1940. Le "Tre leggi della robotica" di Asimov, leggi che dovrebbero essere osservate da tutte le IA perché queste non possano diventare pericolose per l'umanità, costituiscono uno dei pochi esempi di concetti passati tout court dalla letteratura alla ricerca scientifica. Un avvertimento: Asimov se ne frega delle leggi della "narratologia" e tutti i suoi romanzi sono infarciti di deliziosi, interminabili "spiegoni".      

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

129
@zio rubone Credo di aver letto, all'epoca della mia adolescenza, quasi tutti i romanzi di Isaac Asimov. Detto questo, vero è che quod non vetitur permittitur, ed è anche vero che tutti i divieti imposti dalla legge possono essere aggirati o direttamente violati. Se i proclami e le grida avessero valenza risolutiva, questo Paese avrebbe pochi problemi, e invece ce n'è per tutti fin sopra i capelli. Non vorrei che a ciò che fino ad oggi ci ha afflitto e ci affligge si aggiungessero, a breve, altri problemi causati da mala gestio delle intelligenze artificiali. Nel paese delle tre mafie non è assurdo ipotizzare che, in certi ambienti, l'evoluzione passi dai pizzini all'uso illegale delle AI nei campi che interessano la criminalità organizzata, cioè tutti. Mi pare qualcosa su cui sarebbe necessario meditare. 
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

130
zio rubone ha scritto: Per chi fosse interessato, suggerisco la lettura di "Io, robot" e di tutti i romanzi del "Ciclo di robot" di Isaac Asimov.
Consiglio che sottoscrivo, al quale aggiungo i racconti di Stanisław Lem dalla raccolta "Memorie di un viaggiatore spaziale". In alcuni di questi racconti, Lem pone degli interrogativi filosofici che negli anni '70 del secolo scorso erano fantascienza persin... troppo spinta :asd: , ma oggi sono di un'attualità incredibile. Del resto - chi lo conosce lo sa - Lem con la fantascienza ha fatto anche grande filosofia.

Aggiungo, inoltre, "Automata", film spagnolo del 2014 (con sceneggiatura originale, cioè non tratta da un libro... "purtroppo"). Famoso soprattutto perché fa parte della filmografia con protagonista principale Antonio Banderas, ma che secondo me vale soprattutto per la storia. Abbastanza simile a Io, robot (che, del resto, fa da caposaldo e presupposto per quasi tutta la sci-fi con protagoniste le macchine autocoscienti), ma con percorso diverso (e originale) rispetto a quello.

E permettetemi, infine, di citare anche chi non può mancare nella letteratura fondamentale che ha narrato l'autoconsapevolezza delle macchine: Philip K. Dick, con il classico "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" (uscito anche come "Il cacciatore di androidi", nelle traduzioni italiane).
(Citare nuovamente, perché è già stato fatto in questa discussione. Perdonate la ripetizione, ma è davvero un libro fondamentale per chi sia curioso di approcciare questo problema in un modo che al tempo era assolutamente visionario, ma che a mezzo secolo di distanza si ripropone come attuale). Devo precisare, in ogni caso (per non creare false aspettative), che in Dick, e in questa storia in particolare, il tema dell'autocoscienza delle macchine non è affrontato come centrale: è "solo" un risvolto della storia. Geniale, come molte delle invenzioni di Dick, ma non centrale.
Però il tema c'è a complicare la storia. E questa complicazione, una volta inventata e introdotta, non può che propagare i suoi effetti, che sono dirompenti in narrativa.
Figurarsi nel mondo reale...

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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L'aspetto più drammatico di tutta la questione è che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica (me compreso) è sostanzialmente analfabeta su questa materia e dunque non può che formarsi opinioni di seconda mano, affidandosi a chi sa o si presume che sappia.
Se uno legge un appello allarmante che parla di rischio di estinzione del genere umano e che chiede di fermarsi un attimo a riflettere sul da farsi, firmato da gente che lavora o che ha lavorato (o che in parte ha addirittura creato) l'IA, è inevitabile che tenda ad essere un tantino preoccupato. 
Poi però il giorno dopo arrivano altri super esperti che rassicurano, parlando di esagerazioni, sensazionalismo, e che non c'è nessuno scenario tragico.
Ne risulta uno spaesamento totale del povero cittadino semianalfabeta informatico, a cui come regola dovrebbe supplire chi guida il motocarro, cioè la politica. Ora io non sono un qualunquista, di quelli del tipo "i politici sono tutti ladri, corrotti e incompetenti", però in questo caso appare davvero siderale la distanza tra un problema epocale come questo e le piccole beghe del potere nostrano, tutto assorbito dalla preoccupazione di mettere in atto un piccolo, miserabile e vendicativo spoil system per sistemare passacarte e galoppini, anziché cercare di formare con urgenza un gruppo di esperti reclutato tra scienziati e ricercatori del settore per tentare di capire com'è davvero la situazione ed eventualmente cominciare a predisporre una legislazione che possa in qualche misura regolamentare la materia (ammesso che sia possibile).
In sostanza il vero potere che ha in mano il futuro dell'umanità sembra ormai in mano a una ristrettissima oligarchia di tecnocrati, alla cui buona volontà dobbiamo affidarci, e nei confronti di cui la politica, soprattutto quella di un paese come il nostro, sembra non avere la minima voce in capitolo.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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massimopud ha scritto: la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica [...] è sostanzialmente analfabeta su questa materia e dunque non può che formarsi opinioni di seconda mano, affidandosi a chi sa o si presume che sappia
Il problema è sempre lo stesso @massimopud, l'ignoranza o meglio l'ignoranza e la presunzione e il profitto. Come dicevano Dewey e Don Milani l'ignoranza rende servi mentre l'istruzione ci rende uguali. Sono un esperto, ma non credo neppure ai maxiteam di esperti che, per conservare il maxistipendio, il più delle volte sono disposti a sostenere l'insostenibile e a saltare spensierati da un libro paga ad un altro. La sola soluzione possibile è sviluppare la coscienza critica nella popolazione tutta. E cominciamo smettendo di celebrare i vari Elon Musk , Steve Jobs e Bill Gates: affaristi, non certo eroi.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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@zio rubone Infatti. Non credo che il comune cittadino, parlando di chi dispone di una cultura generica, senza specializzazione scientifica, per formarsi un'opinione possa contare a occhi chiusi sui pareri degli esperti. Questi pareri sono spesso contrastanti tra loro: è successo per i vaccini anti-covid, succede tuttora per il cambiamento climatico o per la guerra in Ucraina, succede e succederà per ciò che riguarda l'impatto futuro delle IA nelle società di tutto il mondo. Troppi di questi studiosi e specialisti esprimono pareri sospettabili di essere pilotati dalle lobby che, grazie agli enormi capitali di cui dispongono, non hanno problemi a distribuire sostanziose mazzette. A influenzare l'opinione delle masse contribuiscono i social, con guru e influencer, nei cui confronti viene spesso da chiedersi come si possa dare credito alle affermazioni più strampalate di chi, spesso e volentieri, chiede anche donazioni in danaro per poter continuare a fornire un'opinabile "libera informazione".  C'è gente - non poca, milioni di persone - disposta a giurare che la terra è piatta e che, dai tempi di Copernico, governi e scienziati di tutto il mondo complottano per farci credere il contrario.
Che dire? Chi ce l'ha, usi il buonsenso, senza sperare di convincere chi ne è privo.
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

134
zio rubone ha scritto: Come dicevano Dewey e Don Milani l'ignoranza rende servi mentre l'istruzione ci rende uguali. 
Sì, ma qui l'istruzione non basta: l'istruzione tutt'al più ti dà le basi minime, ma poi per poter padroneggiare una materia complessa ognuno di noi dovrebbe averle dedicato molti anni di studi, cosa evidentemente impossibile, non si può immaginare una nazione di 60 milioni di programmatori, di ingegneri informatici o di altre figure professionali del genere. 
Una società come la nostra, ma questo vale anche per quelle del passato, si fonda sulla specializzazione: ognuno conosce in maniera davvero approfondita solo il pezzetto di sapere che rientra nell'ambito del suo settore di studio/lavoro, di tutto il resto può avere conoscenze più o meno corrette ed estese, ma non al punto da potersi definire un profondo conoscitore di tante discipline, magari molto lontane tra di loro (salvo rarissimi ingegni multiformi).
E dunque chi dovrebbe pronunciarsi su materie complesse di carattere tecnico-scientifico se non la cosiddetta comunità scientifica? Ci sono scienziati e ricercatori disonesti? Certo che sì, però se non vogliamo scadere nel complottismo, quando la quasi totalità della comunità scientifica è concorde su qualcosa, quel qualcosa dobbiamo ritenerlo attendibile, non penso che ci siano alternative. 
Se trenta commissioni di studio istituite dai governi di trenta Paesi diversi dessero lo stesso parere su una data questione, quel parere dovrebbe ritenersi "vero", altrimenti non so quali altri criteri si possano seguire.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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massimopud ha scritto: Se trenta commissioni di studio istituite dai governi di trenta Paesi diversi dessero lo stesso parere su una data questione, quel parere dovrebbe ritenersi "vero", altrimenti non so quali altri criteri si possano seguire.
Ahah, @massimopud . Così mi ricorda la storia di una delle più grandi mistificazioni di sempre, la Bibbia dei Settanta. Nel III secolo a.C. il re dell'Egitto Tolomeo II ordinò per la biblioteca di Alessandria una traduzione in greco dei primi cinque libri della Bibbia, incaricando dell'opera il sommo sacerdote ebreo, Eleazaro. Questi nomino settanta saggi che, ognuno isolato nella propria cella, produssero settanta versioni. Miracolo, le settanta versioni risultarono tutte identiche!
Le trenta commissioni pagate da trenta governi diverse, anche se fossero composte da trenta membri ciascuno, sarebbero tuttavia pagate dai politici dei rispettivi governi e quindi, in definitiva, dalle stesse multinazionali che oggi, piaccia o no, governano il mondo. Non rimarrei sorpreso se, così, facendo, producessero il miracoloso "parere dei 900".  

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

136
zio rubone ha scritto: gio giu 01, 2023 11:02 pmNon rimarrei sorpreso se, così, facendo, producessero il miracoloso "parere dei 900".  
E va bene, e quindi l'unica alternativa è rifugiarsi in un scetticismo totale? Non credere a niente che non sia controllabile personalmente da noi? 
Ma anche quello potrebbe essere falso: magari un inganno dei nostri sensi o della nostra mente (succede spesso, in realtà), oppure una mistificazione ordita da altri a nostro uso e consumo (magari siamo vittime/protagonisti di una sorta di Truman Show). 
Perciò non ci resta che l'agnosticismo totale, fare i socratici che sanno soltanto di non sapere? E dobbiamo estendere questo modo di ragionare a tutto quanto? 
Ad esempio, tutti i libri di storia di questo mondo asseriscono che è esistito un certo Napoleone Bonaparte, sul quale magari divergono nel giudizio storico, ma su alcuni punti sono tutti concordi: questo tizio ha (avrebbe?) vinto ad Austerlitz, perso a Waterloo, sarebbe stato mandato in esilio a Sant'Elena. Di questi punti unanimemente condivisi possiamo fidarci o dobbiamo dubitare? 
Mancandoci certezze assolute, dobbiamo rifiutare anche quelle verosimili? A me pare che quando un certo numero di fonti indipendenti tra di loro ci forniscono una versione concorde di qualcosa, quel qualcosa lo dobbiamo ritenere se non certo almeno molto probabile, altrimenti vale tutto e tutto ha uguale dignità: il terrapiattismo, i negazionismi di ogni tipo, i rettiliani sono ugualmente verosimili o ugualmente contestabili della relatività, della meccanica quantistica o semplicemente della formula chimica dell'acqua, giacché io (ma ho il sospetto di non essere il solo) non mi sono mai preso la briga di verificare se è davvero composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

137
massimopud ha scritto: Ad esempio, tutti i libri di storia di questo mondo asseriscono che è esistito un certo Napoleone Bonaparte, sul quale magari divergono nel giudizio storico, ma su alcuni punti sono tutti concordi: questo tizio ha (avrebbe?) vinto ad Austerlitz, perso a Waterloo, sarebbe stato mandato in esilio a Sant'Elena. Di questi punti unanimemente condivisi possiamo fidarci o dobbiamo dubitare? 
Interessanti obiezioni, le tue. Penso di poter rispondere che bisogna distinguere i fatti dalle loro interpretazioni e dalle opinioni che, in base a tali interpretazioni, si vengono a formare nella testa dei singoli. Tutti gli storici concordano su Waterloo e Sant'Elena, ma magari sulle motivazioni della sconfitta o sulle cause della morte di Napoleone esistono pareri discordi. Lo stesso accade, per esempio, sul conto di Giuseppe Garibaldi: gli avvenimenti che hanno portato alla formazione del Regno d'Italia sono quelli accertati, mentre c'è poi chi considera Garibaldi un eroe e chi, invece, un avventuriero di pochi scrupoli. Che dopo la caduta dei Borboni ci siano stati episodi di brigantaggio è storicamente certo, poi c'è chi li considera atti criminali e chi, invece, eroici tentativi di resistenza all'invasione piemontese. Eccetera: si potrebbe andare avanti all'infinito. Il socratico sapere di non sapere significa, per me: sono cosciente di non sapere, quindi, prima di formarmi un'opinione, cerco d'informarmi nella maniera più approfondita possibile. Ma nessuno potrà mai garantirmi la correttezza e completezza delle informazioni. L'unica cosa perfetta, in natura, è la natura stessa, che ha fatto le cose in maniera tale che si incastrino alla perfezione l'una nelle altre. La scienza è volta a conoscere i meccanismi insiti nelle singole cose, ma sulle cause e sul fine di tutto poi subentrano le religioni: c'è chi ci vede l'opera di un Dio che viene costruito con tutta una serie di postulati in cui credere senza chiedersi perché, e chi non pretende di codificare un mistero destinato a rimanere tale. Anche in questo secondo caso esiste una sub-divisione: gli agnostici, che appunto sanno di non sapere, e gli atei, che invece pretendono di sapere che non esiste alcun Dio e alcuna vita aldilà della vita stessa. L'unica certezza, secondo me, è che non ci sono certezze e ognuno di noi deve trovare il coraggio di credere nelle proprie opinioni e la forza di cambiarle se, alla prova dei fatti, risultano sbagliate. E scusate se è poco.
Mario Izzi
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

138
Cheguevara ha scritto: Penso di poter rispondere che bisogna distinguere i fatti dalle loro interpretazioni e dalle opinioni che, in base a tali interpretazioni, si vengono a formare nella testa dei singoli.
Le opinioni sui fatti possono variare anche molto, così come si possono sempre scoprire nuove testimonianze e nuovi fatti che modificano le credenze precedenti. Ma i fatti in sé (riportati da libri, articoli, esperti, ecc.) non si possono mettere in dubbio a prescindere, perché vorrebbe dire mettere in dubbio l'esperienza stessa del reale, e quindi (come diceva @massimopud ) potenzialmente qualsiasi cosa. Quando c'è una determinata quantità di testimonianze che dicono qualcosa, diverse nella fonte, nelle credenze politiche o negli scopi, sostenere che non ci si può credere perché potrebbe trattarsi di un complotto globale per ingannare la gente non è più sano scetticismo ma paranoia.
Questo ovviamente non riguarda le IA, che sono ancora troppo recenti per avere delle credenze abbastanza certe. Cosa che vale in entrambi i sensi, quindi ritenere che siano sicure o che siano pericolose è ugualmente soggettivo e legittimo.
Cheguevara ha scritto: sono cosciente di non sapere, quindi, prima di formarmi un'opinione, cerco d'informarmi nella maniera più approfondita possibile.
Io faccio lo stesso, ma anche con decine di fonti di informazione, la certezza non c'è mai. Per questo spesso cerco idee a favore e contro qualcosa, che finiscono per integrarsi a vicenda e dare una visione più obiettiva (ma mai la certezza).
zio rubone ha scritto: @Silverwillow visto il tuo interesse per le questioni legali, in giurisprudenza vige la regola quod non vetitur permittitur e non mi risulta che esistano leggi al riguardo. Se ne faranno probabilmente e auspicabilmente nel futuro, ma dubito che l'esistenza di un legge potrebbe mai impedire di infrangerla a chi lo desiderasse e ne fosse capace.
Io ho letto decine di articoli e sentito scienziati parlarne alla tv, e tutti ritenevano l'autocoscienza delle IA impossibile al momento (senza escluderla in futuro). Se non è così, i non addetti ai lavori non hanno modo di saperlo (e non ne hanno nemmeno l'obbligo).
Le leggi prevedono anche che non si possa ammazzare la gente, eppure succede ogni giorno, quindi non ho dubbi che accadrà lo stesso per le tecnologie vietate. Il punto, nel fare delle leggi, è un altro, cioè stabilire una linea morale: chi vuole attraversarla lo farà lo stesso, ma con la consapevolezza di essere un criminale. Magari per alcuni non significa niente, invece cambia tutta la prospettiva.
Aggiungo che è evidente che su argomenti molto tecnici e specifici, come in questo caso, posso solo esprimere un'opinione personale, basata sulle conoscenze che ho. Ma lo scopo originale di questa discussione era condividere le proprie esperienze con le IA, specie nella scrittura, non certo arrivare a un'opinione condivisa e definitiva su qualcosa che è in continua evoluzione e i cui esiti sono impossibili da prevedere per chiunque.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
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Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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@Silverwillow Hai ragione, siamo andati fuori tema, ma penso che circoscrivere il problema al futuro della scrittura e dei servizi connessi sia quasi impossibile, visto che le AI dilagheranno sempre più in tutti i campi e renderanno superflua l'attività degli esseri umani, esclusi i pochi adibiti  alla programmazione e al controllo. Il dibattito tra favorevoli e contrari è quanto mai attuale, ci sono schiere di scienziati e specialisti nel settore che paventano addirittura la nostra estinzione, mentre altri sono favorevoli allo sviluppo delle AI specialmente in campo medico, in cui pare che recentemente l'algoritmo sia stato in grado di sviluppare diagnosi precoci su future malattie che colpiranno l'individuo, come il cancro. Come si fa ad ignorare tutto il resto e focalizzarsi solo sul futuro di scrittori, editor e correttori di bozze? In definitiva, si tratta del solito confronto tra ottimisti e pessimisti: tu appartieni alla prima categoria (e ti invidio), io alla seconda: preferisco la morte per malattia, che prima o poi interviene per chiunque non rimanga vittima di incidente o violenza, alla vita inutile, anche se coccolata e protetta (ammesso che possa avvenire) da un sistema informatico.
Mario Izzi
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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Credo che fosse necessario fare un po' di chiarezza, caro @Cheguevara . E forse non ce n'è ancora abbastanza se leggo che in queste pagine c'è  chi continua a credere che l'IA sia qualcosa di molto recente. Evidentemente per costoro non ha rilevanza che Wikipedia scriva che i primi esperimenti risalgano alla metà degli anni 1950 o che io scriva qui di avere tenuto sull'argomento corsi universitari già trent'anni or sono. La novità recente è soltanto la disponibilità commerciale di Chat GPT e altre piattaforme simili. Tutto quello che ho scritto in queste pagine sui potenziali rischi dell'IA era noto da parecchi decenni e non soltanto a chi fosse un "addetto ai lavori". Non sono un complottista, ma nella nostra società le reazioni del "pubblico" a certi problemi avvengono soltanto quando la pressione mediatica decide che sia giunto il momento di strombazzarne sui social.
Siamo quindi andati fuori tema in questo topic? Certamente, ma credo fosse necessario. Per quanto riguarda i problemi connessi all'uso dell'IA nella scrittura, ho aperto un topic anche molto specifico, e anche molto "tecnico", la tecnica qui è relativa alla scrittura. Tuttavia il topic sembra aver ricevuto grande attenzione nel forum. Riporto qui il link
viewtopic.php?f=31&t=4802

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

141
Silverwillow ha scritto: Ma anche nell'ipotesi lontana di un'autocoscienza dell'IA, niente lascia supporre che sarebbe minacciosa o nociva per la specie umana. E il problema morale e concreto di queste tecnologie, se c'è, è solo qui.
Il problema morale, invece, è molto più esteso. Davvero qui si ignora gli infiniti sviluppi di questa realtà, che non si limitano a un solo mondo virtuale, come può essere la navigazione su internet, ma di una realtà molto più tangibile e presente fisicamente in maniera attiva (non "passiva" come lo smartphone) nella vita delle persone. Qualcosa che non si può decidere di usare o meno, ma così impostata nel tessuto sociale, che come una "moneta" devi usare per il proprio sostentamento. Questa interazione così profonda con l'AI può portare a delle conseguenze anche imprevedibili ed espone questo sistema a degli hackeraggi o sviluppo di macchine per fini non leciti.

«Ho creato il mio clone con l’AI e ho ingannato la banca e la mia famiglia». L’esperimento della giornalista del Wall Street Journal

In questo articolo ci viene spiegato come sia possibile clonare la propria voce e con il supporto di immagini video sia possibile ingannare anche dei familiari. Lascio a voi le possibili conseguenze...

Freddie Mercury che canta Yesterday dei Beatles, Kurt Cobain con i Foo Fighters: le cover incredibili con l’intelligenza artificiale

Heart on my sleeve, cosa significa il fake featuring tra Drake e TheWeeknd creato da un'AI per il futuro della musica e della sua industria

Gli sviluppi sono imprevedibili e tutto si basa allo scopo con il quale si vuole interagire con questa tecnologia.

Ho chiesto a ChatGPT come diventare un trafficante di droga

Questo è un caso emblematico, sulla falsa riga di quanto proposto in una serie TV come [font="Google Sans", arial, sans-serif-medium, sans-serif]Breaking Bad, diventa possibile sfruttare queste conoscenze, aggirando i relativi filtri (cosa sempre possibile), riuscendo quindi a portare una minaccia dalle proporzioni non quantificabili.[/font]

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

142
Uanema ha scritto: Davvero qui si ignora gli infiniti sviluppi di questa realtà
Veramente a me sembra che qui la discussione si sia enormemente estesa rispetto al tema proposto inizialmente, proprio perché nessuno (nemmeno coloro che si dichiarano totalmente "disarmati") ignora (o crede di poter trascurarare) i possibili sviluppi di questa realtà.

Poi, che ci si sia un po' divisi fra ottimisti e "pessimisti", è fisiologico (lo si è già detto), ma a me pare che qui tutto si possa dire, tranne che (lo dico male) "si sottovaluta" (da entrambe le parti).
Uanema ha scritto: In questo articolo ci viene spiegato come sia possibile clonare la propria voce e con il supporto di immagini video sia possibile ingannare anche dei familiari. Lascio a voi le possibili conseguenze...
Beh, riguardo questo punto siamo proprio in una fase "storica" nella quale la totale impreparazione della maggioranza rende semplice non solo immaginare, ma anche mettere in atto propositi non leciti, anche con il solo scopo di sperimentare. Ma ricordo (esempio banale - lo ammetto - tuttavia concreto) che con la diffusione delle prime fotocopiatrici a colori, fare una copia di una banconota da cinquantamila Lire in grado di ingannare un non trascurabile numero di persone, era un gioco da ragazzi. "Ragazzi" con la vocazione a delinquere, ma pur sempre da ragazzi. Tant'è che i produttori di fotocopiatrici e scanner hanno presto introdotto sicurezze opportune che impediscono la corretta scansione di banconote. Infatti, anche di "contromisure" si parla (qui tra noi, che facciamo poco più che chiacchiere da bar, e sopra di noi, a ben più alti livelli): come introdurre regole adeguate in un ambito che per propria natura evolve velocemente e cambia i nostri paradigmi sui dibattiti che preludono a decisioni tecniche e politiche di grandissima rilevanza.

Sull'esempio specifico dell'articolo aggiungerei che le banche dell'UE con la sola voce (a meno che qualcuno, dall'interno, non ci aiuti a "violare" i sistemi di sicurezza di base) non ci fanno nemmeno conoscere il saldo del nostro conto... Ma allora si torna a uno dei problemi (tecnici e morali) dei quali abbiamo già parlato: la possibile violazione delle regole e la facoltà in questo senso che potrebbe essere lasciata a un'IA o che questa, una volta autocosciente, potrebbe pretendere per sé.
Un esempio sul quale ancora non si discute molto pubblicamente, ma che i tecnici stanno già affrontando (e che in qualche modo potrebbe essere legato anche all'IA, nel senso che anche l'IA potrebbe esserne "agevolata" nel corso della propria evoluzione) è quello dei (cosiddetti) calcolatori quantistici, che un giorno potrebbero rendere inefficace qualsiasi tipo di crittografia "tradizionale", quindi consentire di violare in pochi istanti ogni tipo di sicurezza oggi implementata in sistemi finanziari, di sicurezza, di automazione.
Alzandosi le potenzialità di chi (o cosa) potrebbe scardinare la sicurezza (o la "legalità"), si saranno già alzate progressivamente le difese, perché agli stessi sistemi queste verranno affidate. Sul fatto che sapremo usare l'immensa potenza dell'IA anche e soprattutto a nostro favore, io mi sentirei ottimista.
Un po' meno lo sono su uno dei risvolti che immagino possibili e che potrebbe vedere l'uomo, un giorno, tagliato fuori da ogni possibile controllo, se non pone la dovuta attenzione a ciò che fa oggi. (Anche su questo, purtroppo, mi sono già dichiarato pessimista, perché vedo cosa stiamo facendo per il clima...  ;( ).

Sulla voce di Mercury (da semplice suo fan), mi limito a chiedere: ma davvero qualcuno può scambiare quest'obbrobrio per Freddy che canta Yesterday? A me questo tam tam sembra solo una favolosa campagna acchiappaclick. Se avessero chiesto a Marc Martel di cantarla (anzi: quasi quasi ci provo, sul suo canale Youtube :D ), lui avrebbe fatto molto meglio...
Uanema ha scritto: Ho chiesto a ChatGPT come diventare un trafficante di droga
Riguardo questo, non c'era nemmeno bisogno di scomodare ChatGPT, dato che basta cercare su Wikipedia e su pochi altri siti (senza nemmeno spingersi troppo in profondità nel web), per mettere insieme in pochi minuti le stesse informazioni... :lol:
Inoltre, proprio in questa discussione, si è visto come il proporsi come autori di narrativa possa far "cadere" alcune restrizioni alle risposte. Ma si tratta di limiti di "programmazione" attuali, che mettono in evidenza l'odierna complessiva "inesperienza" (mi verrebbe da dire "stuipidità, ma vabbé ;) ) di alcune IA.

Ora, @Uanema , per stemperare ogni apparenza di intento polemico (che non ho), ti dirò che sono completamente d'accordo con te quando dici che i problemi (e non solo quello morale) incombono e sono di una portata incredibile. Tale che solo qualche anno fa era assolutamente inimmaginabile per tutti noi (salvo dare credito ai più visionari autori di sci-fi, che comunque hanno quasi tutti sbagliato "previsioni" sui tempi).
Il fatto è che problema vero, a mio parere, non è il possibile uso umano scorretto (hackeraggio, truffa, eccetera), bensì la possibile autoconsapevolezza dell'IA, e quando questa la metterà in competizione con noi.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

143
@queffe 
è mia convinzione, invece, che i cosiddetti "ottimisti" sono tali perché ingenuamente o volutamente evitano di analizzare i fatti per quello che sono. 
queffe ha scritto: Ma ricordo (esempio banale - lo ammetto - tuttavia concreto) che con la diffusione delle prime fotocopiatrici a colori, fare una copia di una banconota da cinquantamila Lire in grado di ingannare un non trascurabile numero di persone, era un gioco da ragazzi.
Il tuo esempio, di cui non discuto la banalità, anzi, questa a volte può essere efficace per una rappresentazione della realtà delle cose, ma mi fa comprendere come si è lontani dai fatti anche qui precedentemente esposti. Non si tratta di "fotocopiare" degli oggetti ma delle persone. Non di parliamo di mezzi meccanici che dovrebbero alleviare gli sforzi fisici delle persone, come un aspirapolvere o robot da impiegare in catene di montaggio, ma di unità "pensanti", cioè in grado di emulare le persone nel ragionamento e quindi di "clonarle". Non lo so quali idee ottimistiche ci possano essere in tal proposito, ma anche se vorremmo sforzarci di trovare dei lati positivi dovremmo renderci conto che, comunque vada, la nostra vita o sopravvivenza dipenderà da questi aggeggi. Sarebbero troppo efficienti e perfetti per rinunciarci. Di conseguenza, l'uomo dovrebbe farsi da parte e controllare solo che le macchine continuino a funzionare, magari a ripararle, ma non sarebbe più in grado di gestire quella mole di lavoro, anche mentale, fatto da questi automi. Come ben scrivevi, al di là di come la si voglia pensare, queste decisioni verranno prese anche senza tenere in considerazione le nostre opinioni, perché gli interessi in ballo sono ormai enormi e l'etica non centra più nulla. 
queffe ha scritto: Sul fatto che sapremo usare l'immensa potenza dell'IA anche e soprattutto a nostro favore, io mi sentirei ottimista.
A favore di chi? Nostro? Ma di chi sta parlando del clochard che vive in strada o del magnate dislocato in uno dei tanti paradisi fiscali?
 Non lo so che tipo di favore possano renderci queste macchine e a quale prezzo. Io credo che la cosa più "fastidiosa" è non avere più un rapporto di predominanza su queste macchine e proprio questo essere dipendenti da un automa, che potrebbe decidere anche della sorte delle persone (banalmente chi mandare in galera e chi no)  genera forti preoccupazioni. Quale parte della nostra vita vogliamo che gestisca? E possiamo davvero mettere dei paletti? 
queffe ha scritto: Sulla voce di Mercury (da semplice suo fan), mi limito a chiedere: ma davvero qualcuno può scambiare quest'obbrobrio per Freddy che canta Yesterday? A me questo tam tam sembra solo una favolosa campagna acchiappaclick.
Tu hai la fortuna di conoscere Mercury, ma questa tecnologia può essere usata anche per "alleviare" le fatiche di artisti viventi, non si tratterebbe di cantare in playback ma avere proprio "qualcuno" che ci sostituisce nel lavoro e parliamo di "lavoro creativo" e non solo fisico. Naturalmente quando tutto sarà a regime non si potrà più distinguere il vero Freddy da quello fake. Non so se già eri a conoscenza del concerto postumo di Whitney Houston, in questo caso avevamo un ologramma ma la voce era la sua.
Cambi d’abito e realismo: siamo stati al concerto dell’ologramma di Whitney Houston

In definitiva, qui non c'è nessun intento polemico, ma solo il voler accettare o meno la realtà dei fatti e allo stesso tempo valutare come, nel nostro piccolo, ricorre ancora alla frase: "Io speriamo che me la cavo".

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

144
@Uanema In questa discussione ho già ripetutamente espresso il mio parere, quindi non mi dilungo oltre in merito. Volevo solo richiamare l'attenzione sullo sciopero odierno degli addetti alle telecomunicazioni, che denunciano imminenti, preannunciati licenziamenti di migliaia di dipendenti, la cui opera non è più necessaria perché sostituibili dalle intelligenze artificiali. Secondo me, siamo appena agli inizi: tra breve, saranno milioni, poi decine, centinaia di milioni. Le AI non necessitano di stipendio, né di welfare. Meditare si impone. 
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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zio rubone ha scritto: Così mi ricorda la storia di una delle più grandi mistificazioni di sempre, la Bibbia dei Settanta
Perché "mistificazione"? Si tratta di un racconto con scopo edificatorio e apologetico; ovunque si cerchi "Versione dei Settanta", si vedrà  ricorrere il termine "leggenda".
La mistificazione è altra cosa.

@ivalibri

Molto interessante l'intervista, grazie. Ricordo che qualche tempo fa, prima che se ne parlasse così diffusamente, una mia sorella che è fisico ci raccontava, un po' preoccupata, proprio dell'aspetto che ho messo in corsivo.

"È vero che l’Ia è imperscrutabile anche per chi l’ha programmata?"

"Per la maggior parte dei casi questo è vero e, quando usiamo metodi come le reti neurali, in particolare quelle profonde (...) non sappiamo che cosa succede all’interno del sistema. Sappiamo quanto l’Ia è brava nel fare qualcosa (...) ma ci sfugge quale sia il ragionamento o la logica che la porta a prendere certe decisioni".
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

147
Ippolita ha scritto: Perché "mistificazione"? Si tratta di un racconto con scopo edificatorio e apologetico; ovunque si cerchi "Versione dei Settanta", si vedrà  ricorrere il termine "leggenda".
La mistificazione è altra cosa
Cara @Ippolita 
quella che tu chiami leggenda aveva lo scopo di supportare l'idea che il testo della versione fosse ispirato da Dio. Una storia evidentemente falsa con uno scopo così politico. tu dici "edificatorio e apologetico", è proprio quello che io chiamo mistificazione. Evidentemente adoperiamo dizionari diversi.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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ivalibri ha scritto: Ecco l'ultimo articolo di Annamaria Testa dedicato alla AI. Forse uno dei più interessanti. Riprende molti aspetti dibattuti in questo topic. Una lettura davvero interessante (e inquietante).
L'articolo è interessante davvero, tanto più che a rispondere è un'esperta. Mi trova d'accordo su quasi tutto. Sui rischi, sulla maggiore velocità dello sviluppo tecnologico rispetto alle leggi, sui problemi etici che vengono sollevati.
Nell'articolo vengono esaminate le questioni principali legate alle IA: la regolamentazione legale e le incognite future, ma anche i benefici.
Per quanto riguarda le leggi, l'Europa è stata la prima a muoversi (proprio nei giorni scorsi è stato approvato l'AI Act), dimostrando il suo maggiore impegno, rispetto agli Stati Uniti e altri, sul piano della protezione dei diritti.
Da notare che questo maggiore impegno etico può avere effetti sfavorevoli per l'economia: le varie società che si occupano di IA preferiranno probabilmente altri lidi, dove ci sono meno restrizioni legali.

Sulla questione delle possibili discriminazioni, si torna a un argomento che è stato affrontato anche qui, cioè l'influenza della programmazione umana. L'IA si basa sui dati, quindi se persone di una certa etnia, religione o genere risultano aver commesso più spesso un certo tipo di reato, ne terrà conto. Ma non è discriminazione, è solo statistica. L'IA non può afferrare concetti complessi come la discriminazione, quindi fa previsioni solo sui dati che possiede (ed è il motivo per cui non potrà mai sostituire figure come giudici o avvocati).

L'esempio della collisione dei due aerei è molto simile ad altri che ho riportato io stessa: se non fosse entrata in gioco l'"intelligenza" umana, si poteva evitare la tragedia. Finora non abbiamo esempi di fatti drammatici causati da una IA, mentre ne abbiamo a migliaia causati da esseri umani. Se sono ottimista è perché, nonostante i rischi, vedo la possibilità concreta di un miglioramento in molti campi (come quello medico, di cui anche si parla nell'articolo). Che poi si realizzi o no è un'altra questione, ma per me non c'è motivo di demonizzare un'invenzione nuova (nuova nei suoi risvolti più rivoluzionari, perché so benissimo che esiste da tempo) a priori.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

149
zio rubone ha scritto: dom giu 18, 2023 6:48 pmUna storia evidentemente falsa con uno scopo così politico. tu dici "edificatorio e apologetico", è proprio quello che io chiamo mistificazione.
Nell'uso corrente, "apologetica" significa difesa della fede. La conoscenza di fede non si poggia su esperimenti di laboratorio, ma su racconti di fede che, pur non fondati dal punto di vista storiografico come lo intendiamo oggi, sono comunque racconti con un certo fondamento storico, ispirati dalla fede e destinati a confermare la fede. Nella Bibbia ci sono storie di fede. Che non vengono giudicate quali storielle o racconti ingannatori ma, per l'appunto, storie di fede. 

Così è stato per la leggenda della versione dei Settanta. Riporto a tal proposito uno stralcio dalla Treccani:

"Quanto al tempo (in cui venne redatta la LXX, n.d.r.), il secolo che corse fra il regno di Filadelfo e quello di Evergete II è spazio più che sufficiente al lento e lungo lavorio d'una traduzione dell'intera Bibbia nelle circostanze d'allora. Il regno di Filadelfo segnerebbe l'inizio del movimento; e questo può essere il granello di verità donde sbocciò il maestoso albero della leggenda. Certo si può dire che nella seconda metà del sec. III a.C. almeno i libri di Mosè si leggevano in lingua greca".

Mi scuso con tutti per l'OT, e ringrazio @zio rubone per l'attenzione.
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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Provo a rispondere a @Silverwillow, che mi sembra appartenere agli utenti ottimisti su questo fenomeno, magari si riesce a intavolare un discorso capace poi di metterci di fronte alla vera realtà dei fatti. 
Silverwillow ha scritto: Per quanto riguarda le leggi, l'Europa è stata la prima a muoversi (proprio nei giorni scorsi è stato approvato l'AI Act), dimostrando il suo maggiore impegno, rispetto agli Stati Uniti e altri, sul piano della protezione dei diritti.
Restiamo su come si è mossa l'Europa e prendiamo un link di riferimento:
Dal parlamento UE le prime norme per un'Intelligenza artificiale sicura e trasparente

RAI news non mi sembra un sito complottista (che poi questo termine è più adatto nei confronti di chi organizza un complotto rispetto invece a chi si adopera per smascherarlo), eppure, riporta tutta una serie di problemi legati allo sviluppo dell'AI.
  ha scritto:Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sulla legge sull'Intelligenza Artificiale (Ai) con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni ed è pronto ad avviare i negoziati con gli Stati Ue sul testo definitivo. Le norme mirano a garantire che l'Ai sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme con i diritti e i valori dell'Ue, ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. L'europarlamento sostiene il divieto totale di utilizzo di tecnologie di riconoscimento biometrico ad intelligenza artificiale in tempo reale nei luoghi pubblici. È stato bocciato l'emendamento del Ppe che chiedeva di inserire nell'Ai Act, il testo che racchiude le nuove regole Ue per l'Intelligenza artificiale, alcune eccezioni per permettere l'uso di telecamere riconoscimento facciale nelle strade e al confine dell'Ue per motivi di sicurezza nazionale o nei casi di minori scomparsi...
Saranno quindi vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle personecome quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificare le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali).   
Bisogna sapere che in Cina esiste già un credito sociale, dove la stessa RAI ci dava notizia in un video presente già da oltre un anno in rete.


Da notare che questo maggiore impegno etico può avere effetti sfavorevoli per l'economia: le varie società che si occupano di IA preferiranno probabilmente altri lidi, dove ci sono meno restrizioni legali.
E tu ti preoccupi dei risvolti economici? Vediamo bene cosa avviene in paese con meno restrizioni legali...
L'IA si basa sui dati, quindi se persone di una certa etnia, religione o genere risultano aver commesso più spesso un certo tipo di reato, ne terrà conto. Ma non è discriminazione, è solo statistica.
Solo statistica? Leggiamo, invece, quali sono le preoccupazioni presenti nell'articolo.
I deputati, rispetto al testo iniziale, hanno ampliato l’elenco per includere divieti sugli usi intrusivi e discriminatori dell'IA, come: l'uso di sistemi di identificazione biometrica remota "in tempo reale" e "a posteriori" in spazi accessibili al pubblico; i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico); i sistemi di polizia predittiva (basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati);i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell'ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d'istruzione; e l'estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).
Più approfonditamente vediamo come si configurerebbe questa discriminazione. Ho trovato un articolo che parla dei vantaggi e svantaggi di questa tecnologia, ma qui riporto la parte di nostro interesse:
4 vantaggi e 4 svantaggi della polizia predittiva

Discriminazione.
Un altro svantaggio della polizia predittiva è che può produrre risultati distorti. L'ACLU ha criticato la pratica per la sua tendenza a perpetuare il profiling razziale. Quando viene alimentato con dati distorti, un limite chiave di qualsiasi algoritmo è che ingrandisce i pregiudizi che emergono dai processi convenzionali, intensificando ulteriormente le discrepanze ingiustificate nell'applicazione. Consideriamo l'esempio di due adolescenti che fumano entrambi regolarmente erba. L'adolescente A vive in un quartiere con minori livelli di criminalità registrati, mentre l'adolescente B vive in una zona con maggiori livelli di criminalità registrati. Concentrandosi sull'area con il più alto rischio di criminalità previsto, A e B diventeranno, rispettivamente, poco e troppo sorvegliati. L'adolescente B ha quindi più probabilità dell'adolescente A di finire in prigione. A livello individuale l'asimmetria danneggia le prospettive di B, perché avere la fedina penale sporca avrà un impatto negativo sull'accesso alla carriera e all'istruzione. A livello sistemico, questa dinamica potrebbe minare gli obiettivi vitali della polizia, come la costruzione della fiducia della comunità. I sistemi attuali sono quindi ciechi al loro impatto in queste aree, e possono fare danni inavvertiti. I sistemi di policing predittivi esacerbano questa tendenza, rendendo il policing semplicemente sulla riduzione numerica dei tassi di criminalità rilevati, piuttosto che su quella effettiva.
Il 4 punto poi ci fa notare come l'uso della polizia predittiva riduca la responsabilità delle forze dell'ordine.
Che poi si realizzi o no è un'altra questione, ma per me non c'è motivo di demonizzare un'invenzione nuova (nuova nei suoi risvolti più rivoluzionari, perché so benissimo che esiste da tempo) a priori.
Davvero non ci sono dei validi motivi per demonizzare questa "innovazione"? 
Chissà, invece, come mai l'Europa oltre a preoccuparsi dei problemi già citati abbia visto altre criticità:
Sono stati aggiunti alla lista ad alto rischio i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l'esito delle elezioni e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media (con oltre 45 milioni di utenti).
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