Re: Dialoghi credibili

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A Silent Kotobi ha scritto: mar gen 05, 2021 1:11 pm https://www.writersdream.org/forum/foru ... credibili/

Vado subito al sodo, ho l'incubo dei dialoghi da scienziato. Quando scrivo un discorso mi escono frasi improponibili che solo a vederle mi viene un' ulcera...
Insomma non riesco a scrivere dialoghi credibili: quali sono i consigli che potrebbero aiutarmi a superare questo incubo?
Anch'io ho subito individuato i dialoghi come una parte complessa da affrontare, quando tre anni fa mi approcciavo alla scrittura. Non conosco la risposta universale, la lascio a chi è più universale di me. Posso però dirti qual è stato il processo a cui mi sono sottoposto.
Tu hai il problema che i tuoi dialoghi si manifestano come innaturali e farraginosi, ossia ti posizioni in un estremo. Io buttai giù i dialoghi come se fossero parlati, con tutte le sciatterie del parlato, le frasi mozzicate, gli intercalare, le divagazioni, e così facendo mi posizionai nell'estremo opposto; provai poi a fare una sintesi, a ripulire, a darci quell'ordine tipico della narrativa così da avere dialoghi verosimili ma non reali. Un punto d'incontro, quindi. Trovai più facile elevare qualcosa di estremamente grezzo rispetto che sporcare qualcosa di elevato e innaturale.

Così feci, ed è probabile che feci sia anche il risultato scaturitone.

Re: Dialoghi credibili

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Ciao, Adriano grazie per aver "rimpolpato" questa mia discussione, ormai vecchia di quasi quattro anni (azz il tempo!).

Da allora, ammetto, non è cambiato molto. Purtroppo, per varie vicissitudini, è un bel po' che non scrivo, ma anche negli ultimi tempi non sono mai riuscito a essere completamente soddisfatto dei miei dialoghi. O meglio, quando "ambiento" i dialoghi in luoghi che conosco, reali e verosimili riesco a dargli un tono liscio e non troppo didattico.
Il problema si pone quando cerco di creare dialoghi credibili in mondi e ambienti totalmente distanti dalla realtà. E quindi quando scrivo(evo) di fantascienza e fantasy soprattutto.

Diciamo che col tempo sono riuscito a capire bene quale fosse la vera domanda di questa discussione, ovvio parlo personalmente. Spesso cerchiamo la risposta a una domanda che ancora non ci siamo posti.

Re: Dialoghi credibili

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A Silent Kotobi ha scritto: mar gen 05, 2021 1:11 pm quali sono i consigli che potrebbero aiutarmi a superare questo incubo?
Puoi cominciare ascoltando i dialoghi della gente nella quotidianità. Ogni individuo ha un modo unico di parlare, quindi cerca di ascoltare quante più persone possibili e nelle occasioni più disparate (nei limiti della legalità :P).
Non limitarti alle parole: fai caso alle inflessioni, ai movimenti del viso, ai gesti eccetera; e studia come inserirli in un testo scritto. Prendi degli appunti, se necessario.

A questo punto, le informazioni raccolte vanno rielaborate. In narrativa un dialogo deve sembrare naturale, non esserlo davvero (perché i dialoghi naturali sono pieni di pause, ripetizioni, errori...). Elimina il superfluo, rendi lo stile coerente con il resto della narrativa e il linguaggio adatto al personaggio. Recita o fai recitare a qualcuno i tuoi dialoghi per capire se funzionano, se sono chiari e scorrevoli e soprattutto se sembrano naturali.

Prendi anche nota dei dialoghi che ti hanno colpito nei testi di altri autori. Cosa li rende speciali? Prova a replicarli e a scoprirne il segreto.

Infine, non disperare: per ottenere dei dialoghi perfetti (o quasi) ci vuole tempo, pazienza e tanto studio. :D
Adriano Russo | Editor & Traduttore
Servizi: Editing / Correzione Bozze / Traduzione / Scheda di Valutazione
Social: Facebook

Re: Dialoghi credibili

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Il mio consiglio sui dialoghi è sempre lo stesso, e si riassume in due parole: Serie TV.
Niente come una scorpacciata di Serie Tv (o film in genere) aiuta a capire quali dialoghi funzionano e quali no.
Leggere ad alta voce i propri dialoghi, quasi recitandoli, è un altro modo per capire se suonano bene.

Più in generale, attenzione anche ai dialoghi troppo credibili, perché la realtà non è poi così interessante.
Il dialogo di un prodotto narrativo deve essere appassionante, coinvolgente, brillante... tutti aggettivi che spesso non corrispondono ai dialoghi che sentiamo tutti i giorni.
A volte è bene sacrificare un po' di credibilità in favore della resa finale.

Esempio telefilmico: i dialoghi di "Una mamma per amica" sono improbabilissimi, ma funzionano molto bene. Sono uno degli elementi che più caratterizzano la serie.
Esempio letterario: la saga dei "Bastardi Galantuomini" (Mondadori l'ha appena ripubblicata) è piena di botta e risposta brillanti, assai poco credibili, ma estremamente divertenti.
"Ubaldo Quattrocchi - Maestro per sbaglio" - Il Battello a Vapore (Piemme)
"Crea la tua Divina Commedia - L'Inferno" - Gallucci Editore

Re: Dialoghi credibili

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Una cosa che noto quando leggo dialoghi poco credibile, è che spesso vi è uno sbilanciamento tra udire e vedere. In un dialogo, a meno che non sia al telefono, la comunicazione passa attraverso tutti i canali sensoriali. Se nello scrivere tralascio questo aspetto rischio di lasciare il lettore cieco e pieno di parole che giungono da due bocche che parlano nel vuoto. Durante un dialogo, un semplice gesto può colorare di significati diversi le stesse parole perché il corpo continua a comunicare anche quando stiamo zitti. Parlare è solo una funzione del comunicare, un dialogo non è uno scambio di parole, ma un evento durante il quale avvengono un sacco di cose. Se alla fine il lettore riesce a cogliere l'evento allora si è centrato l'obbiettivo, altrimenti restano solo parole.
A volte il dialogo viene usato per veicolare un informazione al lettore rischiando di cadere nell'Info dump. In quel caso sarebbe meglio rivedere tutta la strategia narrativa, seminare indizi meno evidenti e fidarsi della capacità del lettore di coglierli.

Re: Dialoghi credibili

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Credo che la miglior palestra per imparare a scrivere i dialoghi sia il teatro, dove, a causa dei limiti del palcoscenico, l'azione è limitata e la maggior parte delle storie si svolgono attraverso lo sviluppo di dialoghi. In un dramma ed una commedia non si hanno grandi margini per l'azione, non ci sono gli "spazi liberi" in cui ambientare azioni complesse come nel cinema e nella letteratura, tutto avviene in uno spazio angusto, la bravura del commediografo sta nel creare dialoghi estremamente funzionali che, grazie all'interpretazione degli attori, suscitino emozioni ed evochino persino azioni che non si possono visualizzare, si pensi al teatro inglese tradizionale dove le battaglie spesso sono semplicemente narrate da un coro. Leggere testi teatrali è un'ottima palestra per abituarsi a creare dialoghi. Tra i classici ho amato le sceneggiature ed i dialoghi brillanti dei personaggi di Oscar Wilde ed altri commediografi stranieri, un po' meno gli autori italiani del XX secolo che spesso creano dialoghi da macchietta, funzionali e divertenti quanto si vuole ma troppo folkloristici. Al di là dei gusti personali, si può amare il teatro classico, il teatro moderno, il teatro folkloristico, i drammi, le commedie, ecc..., avvicinarsi al mondo della sceneggiatura e di come i drammaturghi costruiscono storie quasi esclusivamente grazie ai dialoghi può essere molto utile e formativo. Consiglio anche di non seguire solo drammi o commedie ma di alternare la lettura di entrambi, scoprendo sia come far ridere che come emozionare o sconvolgere lo spettatore/lettore. Spero di essere stato utile.

Re: Dialoghi credibili

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I consigli essenziali ci sono tutti, mi sembra. I dialoghi devono essere realistici, ma "narrativizzati"; la trascrizione di un "vero" dialogo (provare è divertente!) riesce improponibile. Il dialogo non può ridursi a uno scambio di battute, ma contribuisce a rendere visibile l'ambiente, i personaggi, le loro azioni ecc. senza però fornire particolari inutili - va lasciato spazio all'immaginazione del lettore - e neppure superflue ripetizioni di ciò che già conosce.
Come ogni altro elemento della narrazione, i dialoghi devono risultare funzionali alla storia (non sono divagazioni o riempitivi) e farla progredire.
L'info dump è ovviamente da evitare, ma trovo artificioso anche l'eccesso di show per aggirarlo anche nei casi in cui sarebbe preferibile una parca serie di informazioni.
Il teatro (mi è comparso il post precedente) fornisce senz'altro un'utile "scuola" dialogica. La scrittura narrativa costruisce le sue storie utilizzando anche altri strumenti, ma è bene, naturalmente, che vivacità ed efficacia emotiva caratterizzino i suoi dialoghi.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: Dialoghi credibili

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E' vero che il dialogo deve essere il più naturale possibile, quindi via libera a espressioni conformi al personaggio in oggetto. A una signora educata non farò dire parolacce, a un anziano farò usare termini attinenti al suo vissuto o tradizioni non certo giovanilismi che cozzerebbero, così a un laureato, a un "tamarro" e così via, lo sappiamo. Però mi accade uno strano fenomeno. Il timore che certe libertà possano essere viste come le mie libertà e non quelle del personaggio. Non mi riferisco a parolacce o termini dialettali, quello ci sta, è sdoganato. Prendo l'esempio di un dialogo del romanzo che sto scrivendo. Il personaggio di una donna anziana, semplice, non parla in maniera sboccata ma non ha nemmeno un eloquio ricercato. (Parla con l'inquilino del piano di sopra, di getto una delle sue frasi l'ho resa così: "Ah ma gli operai mica lavoravano bene, sa. Li ho controllati ogni giorno: e bevevano e fumavano e si riposavano troppo. Le scale, poi... tutte impolverate di bianco. Dovevano pulirle ogni sera, invece non ci pensavano proprio. Ma questo, forse, doveva farlo lei."
Ovviamente corretto è "avrebbero dovuto pulirle ogni sera..." e "ma questo avrebbe dovuto farlo lei", ma nella costruzione del personaggio il dialogo mi è uscito nella maniera in cui molte volte sentiamo parlare alcune persone. Però non ce la faccio a lasciarlo scorretto, troppo il timore che venga preso come un errore. Quindi la naturalezza del dialogo, in questo caso, perde.

Re: Dialoghi credibili

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A Silent Kotobi ha scritto: mar gen 05, 2021 1:11 pm Vado subito al sodo, ho l'incubo dei dialoghi da scienziato. Quando scrivo un discorso mi escono frasi improponibili che solo a vederle mi viene un' ulcera...
Insomma non riesco a scrivere dialoghi credibili: quali sono i consigli che potrebbero aiutarmi a superare questo incubo?
Cerco di rispondere, ce la metto tutta :)
Per me non è vero che scrivere dialoghi è difficile, anzi è il lato più divertente della narrativa, dove, se non ti diverti tu come autore mentre scrivi, come puoi pretendere che il lettore leggendo non si annoi? Non rispondere: è una domanda retorica, un'informazione, opinabilissima in quanto mia e io non mi chiamo "Bibbia", data sotto forma di domanda :)
Ti basta fare qualche coda alla posta e, per non annoiarti troppo nel frattempo, osservare come parla la gente. Un esperimento che puoi fare consiste nel provare a saltare la fila, che se ti va bene, guadagni qualche minuto deo gratias :) ; ma se ti va male, puoi provare ad ascoltare come la gente in coda te lo fa notare. Uno poi riflette su sé stesso, su come parla, cerca di togliere gli infodump (che nei dialoghi sono particolarmente perniciosi), ed è fatta.
Il teatro è un'ottima cosa, come è ben detto sopra. Te lo dice uno che è cresciuto a pane e palcoscenico :)
Poi, come diceva Poldo, ricordati che nella comunicazione le parole sono solo una parte, circa il 7-8%, mentre tutto il resto appartiene a cose come prosodia, linguaggio del corpo, prossemica et similia.


Ace ha scritto: Consiglio l'ottimo Dialoghi, di Robert McKee.
L'ho letto. Bellissimo!
Il Sommo Misantropo
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