Premessa, introduzione

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Usate mettere una premessa nei vostri libri?
 Io sì, ma che abbia il suo perché e non sia solamente un pretesto per allungare il brodo. Poi a che pro, allungarlo, se la stessa si pregia di due o tre pagine?
Le introduzioni lunghe le leggo anche, ma se son brevi preferisco.

Altro dicasi di prefazione di altro soggetto, che se autorevole, ben venga.
L. COME APOCALISSE - G. Domenico Lupo

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Re: Premessa, introduzione

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JD WOLF ha scritto: Usate mettere una premessa nei vostri libri?
Idem come Marcello. Non è tanto questione di annoiare, ma la maggior parte delle storie non hanno bisogno di premesse. Se qualcosa vale la pena di essere spiegato faccio una postfazione (che uno può decidere di leggere oppure no).
Messa all'inizio mi dà più la sensazione di qualcosa che deve essere letto per forza per capire quel che viene dopo. Non mi piacciono neanche le prefazioni di altri autori (anche famosi) perché è un po' come se ci venisse detto prima cosa ne dobbiamo pensare di quel libro.
Sto leggendo proprio ora un romanzo dove a inizio libro ci sono i ringraziamenti (che comprendono anche i motivi che hanno spinto l'autrice a scrivere la storia). È interessante per molti versi, ma se fosse stato messo alla fine non avrebbe fatto differenza.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Premessa, introduzione

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Silverwillow ha scritto:
 Non è tanto questione di annoiare, ma la maggior parte delle storie non hanno bisogno di premesse
Certo, dipende anche dal tipo di libro.
Comunque, in alcuni, se fatte bene, sono un po' come i vasi fioriti all'inizio del pianerottolo o lo zerbino originale e accattivante davanti alla porta di casa.

L'importante è che non siano la hall accogliente e dai divani comodi della pensioncina ...con poi le camere sgarrupate e senza acqua calda.
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Re: Premessa, introduzione

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JD WOLF ha scritto: Certo, dipende anche dal tipo di libro.
È vero, nei saggi ad esempio ci sono spesso e mi piacciono. In questo caso sapere prima il legame dell'autore con l'argomento (se è un esperto nel campo, quali sono le sue fonti, il motivo che l'ha spinto a scriverlo, ecc.) può essere molto utile per sapere cosa aspettarsi. Non si tratta di opinioni ma di dati che possono aggiungere autorevolezza e interesse a ciò che viene detto.
Diverso è il caso di un romanzo, perché lì non c'è esperienza che tenga: ho letto gialli scritti da ex ufficiali di polizia che erano mediocri sul piano narrativo (in un romanzo le cose che contano sono altre). In tal caso una prefazione dove si spiega che il libro è nato dalla lunga esperienza dell'autore con casi del genere non aggiungerebbe niente.
Tutto il resto, come aneddoti su come è nata l'idea per il libro, sulle difficoltà incontrate, gli eventuali premi vinti, il messaggio che si vuole esprimere o altro, per me può andare tranquillamente alla fine. Chi il romanzo l'ha apprezzato leggerà volentieri ogni cosa extra, prima di chiuderlo.
Non mi viene nessun esempio di romanzi con prefazioni (anche brevi) dove abbia pensato: che bello, meno male che c'era... L'unica eventuale eccezione sono traduzioni nuove di classici, dove si spiega perché quella particolare traduzione o riedizione è diversa dalle altre, o antologie dove si spiega il criterio con cui le opere sono state scelte.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Premessa, introduzione

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Silverwillow ha scritto:
Non mi viene nessun esempio di romanzi con prefazioni
Calvino, prima di parlarci di ragni e sentieri, ci regala una prefazione di svariate pagine. Stessa cosa per Silone in Fontamara. Pirandello, di premesse, ce ne regala addirittura due con il Mattia. Remarque dedica poche righe, ma belle, come premessa. C'è poi un breve scritto introduttivo dedicato al lettore da parte di Pratolini in "Cronaca familiare"
Più di recente (siamo negli anni '90 del secolo scorso), Redfield, ai suoi romanzi,  dedica una lunga nota introduttiva.

Poi, naturalmente, ci sono io... :)

...e tutti quelli che non ho ancora letto.
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