Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

1
Esempio: Hai un romanzo già bello e finito (possibilmente nel cassetto, magari scritto quando eri più giovane), lo rileggi e vedi che non è poi così male, ma non è nemmeno il massimo (cioè ciò che riusciresti a scrivere ora che hai più esperienza). Gli dai un'aggiustatina e lo proponi a millesettecentosessantacinque microeditori. Uno di quegli editori ti dice che è bellissimo e che lo vuole pubblicare. Tu che fai? 

Riscriverlo daccapo non avrebbe senso, perché sarebbe meglio progettare un nuovo romanzo daccapo. Ma rileggerlo così com'è ti ha fatto sorridere, lo hai fatto leggere a tua sorella e anche lei ha detto che è carino. Può essere che nel frattempo stai scrivendo un altro romanzo, ma ci vorrà molto tempo prima che sia finito. E hai la possibilità di aggiungere alle tue pubblicazioni questo manoscritto rimasto nel cassetto (sì, non sarebbe il tuo esordio letterario). Che fai? Lo rimetti nel cassetto, lo butti nel cesso o lo pubblichi sperando che anche i lettori possano sorridere?

Stephen King ha fatto qualcosa di simile con Blaze. Però l'ha precisato all'inizio che il libro non sarebbe stato il massimo e che era un romanzo nel cassetto. E in effetti è carino, ma non straordinario come altre sue opere. Ma lui è Stephen King.

Tu che non sei Stephen King e hai al massimo qualche centinaio di lettori fissi, rischieresti di rovinarti la reputazione?
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

2
@Ngannafoddi Quello che non capisco è perché l'autore prima propone il testo a millesettecentosessantacinque micro-editori e poi, quando uno di questi è disposto a pubblicarlo, gli vengono almeno millesettecentosessantacinque scrupoli. L'indecisione è, a mio avviso, uno dei peggiori nemici che coltiviamo dentro noi stessi.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

3
Cheguevara ha scritto: @Ngannafoddi Quello che non capisco è perché l'autore prima propone il testo a millesettecentosessantacinque micro-editori e poi, quando uno di questi è disposto a pubblicarlo, gli vengono almeno millesettecentosessantacinque scrupoli. L'indecisione è, a mio avviso, uno dei peggiori nemici che coltiviamo dentro noi stessi.
Perché questo autore immaginario sa che il suo lavoro non è il massimo. Allora lo propone a tutti per avere la certezza che almeno uno lo pubblicherà. Comunque i dubbi sul fatto di mettersi in cattiva luce agli occhi dei lettori ce li ha già dall'inizio. Gli sembra un peccato lasciare il manoscritto a marcire nel cassetto per sempre, visto che è finito ed è carino. Non ha refusi né errori grammaticali. Soltanto la trama non è congegnata benissimo, funziona ma avrebbe potuto svilupparla meglio. E quindi che fa? Deve accettare la proposta oppure no?

Questa storia immaginaria mi sta sfuggendo di mano (l'ho sognata la notte scorsa)  :lol:
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

4
Ngannafoddi ha scritto: Tu che non sei Stephen King e hai al massimo qualche centinaio di lettori fissi, rischieresti di rovinarti la reputazione?
Decisamente sì. Soltanto i grandi - a volte - si possono permettere di essere mediocri. Per dire, i Rolling Stones negli anni '80 hanno fatto un paio album inascoltabili, ma erano i Rolling Stones, quindi se lo potevano permettere. Se un gruppo sconosciuto produce un album mediocre, non diventerà mai un equivalente dei Rolling Stones. Lo stesso vale anche nel mondo della scrittura: quanto meno l'autore è noto e affermato, tanto meno si può permettere la mediocrità, e deve puntare all'eccellenza, pur nel suo piccolo ambito. 
Ngannafoddi ha scritto: E hai la possibilità di aggiungere alle tue pubblicazioni questo manoscritto rimasto nel cassetto (sì, non sarebbe il tuo esordio letterario). Che fai? Lo rimetti nel cassetto, lo butti nel cesso o lo pubblichi sperando che anche i lettori possano sorridere?
Le pubblicazioni fanno curriculum solo in ambito scientifico e accademico, non in ambito letterario. Una pubblicazione mediocre non aggiunge nulla al curriculum di uno scrittore, semmai è un'ipoteca sul suo percorso letterario e sull'approdo a un editore di peso. 

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

5
@Wanderer @Ngannafoddi A questo punto l'autore deve decidere tra due opzioni: pubblicare con la micro CE o gettare il manoscritto nel fuoco (ma siamo in estate, fa troppo caldo, meglio la discarica). Continuare a tenere il libro nel cassetto mi sembra inutile.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

6
@Wanderer @Cheguevara vi ringrazio per le vostre risposte. Sentite questa idea che mi è balenata stamattina: E se l'autore immaginario pubblicasse il romanzo (che potrebbe anche essere un buon romanzo, solo che lui è molto critico con se stesso e quindi lo ritiene da 6 o al massimo da 6,5 su 10) sotto pseudonimo? 

L'autore ha già pubblicato in passato un romanzo, letto da qualche centinaio di persone. Ora ne sta scrivendo uno nuovo ma gli ci vorrà almeno un anno per finirlo. Nel frattempo non potrebbe ripescare quello dal cassetto e pubblicarlo sotto pseudonimo? Magari non lo comprerebbe nessuno, ma almeno la sua reputazione sarebbe al sicuro  :P

Che ne pensate?
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

8
Ngannafoddi ha scritto: Nel frattempo non potrebbe ripescare quello dal cassetto e pubblicarlo sotto pseudonimo? Magari non lo comprerebbe nessuno, ma almeno la sua reputazione sarebbe al sicuro  :P
Scusa, ma non sono molto d'accordo. Non è tanto questione di rovinarsi la reputazione. Il punto è che se un romanzo appare mancante già al suo autore (che di solito ci è attaccato come fossero figli, e morde chiunque li tocchi :D  ), forse è il caso di lasciarlo stare.
Pubblicare col primo che passa, giusto perché tanto ce l'abbiamo lì già pronto, mi pare una ragione un po' debole. A meno che quel primo arrivato non sia un buon editore, che per qualche motivo ritiene invece che sia molto valido (può capitare anche che un autore si sottovaluti, anche se è più raro del contrario...).
Tutto ciò che si scrive serve come esercizio, ma non deve per forza essere pubblicato. Se già si riesce a vedere che un vecchio lavoro non funziona benissimo, vuol dire che si è cresciuti come scrittori (e quel lavoro non è stato inutile, che sia pubblicato o meno).
L'alternativa sarebbe di rimetterci mano e provare a tirarne fuori qualcosa di cui siamo più convinti.
Io finora li ho pubblicati tutti, ma ero convintissima e innamorata di ognuno (anche se poi il parere degli addetti ai lavori poteva essere negativo, e spesso i difetti c'erano). Ho scritto invece molti racconti solo per esercizio, e non credo che li pubblicherò mai, proprio perché non convincono me per prima. È questione di autostima, più che di reputazione: non sopporterei di vedere pubblicato qualcosa che ha delle pecche di cui perfino io che l'ho scritto mi rendo conto.  Se lo scopo fosse solo farlo leggere, piuttosto lo metterei su Wattpad o simili, in modo da avere anche dei pareri utili.
Se si decide di pubblicarlo lo stesso (magari sotto pseudonimo) non è tanto che ci si rovina la carriera (eh, avercela :lol:  ), più che altro mi pare inutile: se non contribuisce al proprio curriculum di scrittore, allora serve a poco
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

9
Ciao @Silverwillow , grazie per il tuo intervento  :sss:

Se mi ricapiterà di sognare l'autore che vuole pubblicare il libro nel cassetto, gli comunicherò senz'altro i tuoi preziosi consigli. 
Non so, però, se nei sogni esista Wattpad  :sleeping-sleep:
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

10
"Carriera di scrittore". Sai che non ci ho mai pensato?
Forse hai ragione nel dire che gli scrittori fanno carriera. Mi hai messo la classica pulce nell'orecchio.

Comunque non pubblicherei una cosa che non mi convince, nemmeno sotto pseudonimo :)
Però se rileggerlo così com'è lo ha fatto sorridere, lo ha fatto leggere a sua sorella e anche lei ha detto che è carino, allora rientrerebbe nella categoria "cose che mi convincono" e lo pubblicherei, se non altro sul mio sito/blog. Pensavo che mia sorella farebbe carte false pur di non dire che una cosa scritta da me è carina. Se mia sorella dice "è carino", allora è molto più che carino, ma ciò forse dipende più dalla sorella che dal testo ;)
Il Sommo Misantropo

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

11
@Ngannafoddi 
Secondo me può aver senso pubblicare sotto pseudonimo soltanto se, almeno, da questa operazione ne hai un ritorno economico. Se da una pubblicazione non hai un ritorno economico, e nemmeno un ritorno di immagine, chi te lo fa fare? 

Per il resto, se l'opera è - come dici - da 6, allora forse vale la pena perderci del tempo in più per trasformarla in un'opera da 7.
Se però non può andare oltre al 6... allora forse c'è qualche problema di fondo, ed è meglio non perderci altro tempo. 

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

12
Ngannafoddi ha scritto: Gli sembra un peccato lasciare il manoscritto a marcire nel cassetto per sempre, visto che è finito ed è carino. Non ha refusi né errori grammaticali. Soltanto la trama non è congegnata benissimo, funziona ma avrebbe potuto svilupparla meglio. E quindi che fa? Deve accettare la proposta oppure no?
Ci lavora e sistema la trama, prima di pubblicarlo.
E, soprattutto, smette di parlare di sé in terza persona, ché a me da fastidio. :evvai: 
https://www.facebook.com/nucciarelli.ma ... scrittore/
https://www.instagram.com/marcellonucciarelli/
https://www.linkedin.com/in/marcello-nu ... -bbb4805b/

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

13
Silverwillow ha scritto: Tutto ciò che si scrive serve come esercizio, ma non deve per forza essere pubblicato. Se già si riesce a vedere che un vecchio lavoro non funziona benissimo, vuol dire che si è cresciuti come scrittori (e quel lavoro non è stato inutile, che sia pubblicato o meno).
        Sono d'accordo al 100%. Certo, non è piacevole rendersi conto di aver penato su testi che non valgono granché (quando non sono addirittura delle complete ciofeche), ma è inutile rimetterci mano. Si spende meno tempo a scrivere qualcosa di nuovo, con più criterio, come bisogna fare quando si desidera essere letti dagli altri :) 
Già.

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

14
Marcello ha scritto:
Ci lavora e sistema la trama, prima di pubblicarlo.
E, soprattutto, smette di parlare di sé in terza persona, ché a me da fastidio. :evvai: 
Ciao @Marcello , ti assicuro che l'ho sognato sul serio e non sono io  :D . Io sogno ogni notte, da quando ero bambino, e ricordo sempre cosa sogno (spesso prendo appunti per le mie storie). Ma stavolta era un sogno così vivido che tutto il giorno ho pensato a quel povero scrittore e ai dubbi che lo tormentavano.

Anch'io farei così come hai detto tu, ora che ho letto le vostre opinioni, ma solo nel caso ci fosse poco da aggiustare. Altrimenti butterei tutto nel cesso: l'ho già fatto un paio di volte in passato (due romanzi che mi sono serviti come allenamento per migliorare, come dice @Silverwillow ). Volevo solo sapere cosa ne pensavate anche voi qui su CdM  :sorrisoidiota:

È anche un'occasione per scambiare qualche opinione e sentirvi, visto che negli ultimi tempi non ho postato molto.
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

16
@Ngannafoddi 

Se c'è comunque un'idea che merita di essere raccontata, piuttosto che buttare tutto nel cesso come dici, si può ridefinire la forma letteraria e sforbiciare senza pietà, trasformando il romanzo in un racconto. In casi come questi, il less is more funziona bene, secondo me. E anche fosse un racconto da 6, può starci come riempitivo in una raccolta più o meno tematica. Per riprendere l'esempio musicale che avevo fatto prima: anche nei migliori album ci sono una o due tracce meno valide di altre - anzi sono proprio funzionali a fare spiccare le migliori - ma una cosa diversa è se tutto l'album è mediocre. 

Un romanzo non può permettersi di fallire il suo primo obiettivo, il suo implicito patto fiduciario con il lettore, che è di tenere il lettore incollato dalla prima all'ultima pagina, così come il primo scopo di un film è tenere lo spettatore incollato alla poltrona. Il racconto invece, grazie alla sua brevità, può comunicare qualcosa in un "flash", senza troppe pretese né aspettative, come un breve video su Youtube. Con ciò non voglio dire che scrivere racconti sia necessariamente più facile, ma nel caso del racconto conta soprattutto avere un'idea ben strutturata, nel romanzo conta invece il modo in cui questa idea viene plasmata.  

Il problema, piuttosto, è la maggiore difficoltà nella pubblicazione dei racconti rispetto ai romanzi, ma questo è un altro discorso. 

Re: Se pubblichi un romanzo che non è il massimo come trama, rischi di bruciarti la carriera di scrittore?

17
Wanderer ha scritto: Se c'è comunque un'idea che merita di essere raccontata, piuttosto che buttare tutto nel cesso come dici, si può ridefinire la forma letteraria e sforbiciare senza pietà, trasformando il romanzo in un racconto. In casi come questi, il less is more funziona bene, secondo me. E anche fosse un racconto da 6, può starci come riempitivo in una raccolta più o meno tematica. 
Questa è una buona alternativa. Grazie @Wanderer 
Se sognerò ancora il povero scrittore dubbioso, gli proporrò il tuo suggerimento  :sleeping-sleep: (y)
Il pianeta dei Bipedi - Sabir Editore
Il genio raccomandato - Sága Edizioni
Pizze indemoniate e come mangiarle - Nero Press Edizioni
Rispondi

Torna a “Parliamo di scrittura”