"Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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Premesso che non so se la sezione giusta sia “lettura” o “scrittura”…

Ieri, discutendo amichevolmente con un altro autore, sono emerse due differenti posizioni sul rapporto tra lettura e scrittura, pur concordando entrambi sull’importanza della lettura per la formazione dello scrittore.  

- Lui sostiene l’idea secondo cui, per essere l'autore di un buon libro pubblicato nel 2021, bisogna essere un buon lettore di letteratura contemporanea, essere ben informati sulle nuove uscite, sui premi letterari, e leggere in abbondanza i libri dei propri colleghi scrittori. 

- Io invece non ritengo indispensabile che un autore, per il fatto di vivere nel 2021, legga opere di autori "contemporanei": può scrivere un buon libro anche avendo letto soprattutto classici, o avendoli letti in abbondanza in passato, magari in nuove traduzioni recenti.

Certo, riconosco anche io che per scrivere opere di alcuni generi o sotto-generi (si tratti di fantasy, fantascienza o altro) è indispensabile seguire bene il filone d’appartenenza, e leggere libri dello stesso genere, più o meno recenti. Ma per la narrativa “non di genere” o la poesia? Ho seri dubbi che il fatto di realizzare una buona raccolta di racconti o un’opera poetica lo si debba alla lettura dei propri “contemporanei”, e non piuttosto a un’inclinazione innata per la scrittura, congiunta alla lettura di grandi autori, quelli veramente formativi. Considerato che alcuni generi letterari esistono da millenni, le strutture fondamentali rimangono costanti nel tempo, e a mio avviso un autore può trarre più nutrimento dalla lettura di un classico, che ha superato la prova del tempo, che non di un “contemporaneo”. Inoltre, ritengo che lo scrittore, e in particolare il poeta, dovrebbe aspirare a rivolgersi a tutte le epoche, assumendo un certo distacco dal “contemporaneo”, dal contingente, che troppo spesso risulta effimero.

Naturalmente, questo secondo è solo il mio punto di vista, che risente delle mie personali predilezioni in termini di letture, e che tiene conto del tipo di opere che scrivo (che sono poesia, filosofia e racconti, non romanzi "contemporanei"). Vorrei comunque raccogliere altri pareri in merito.

Quanto è indispensabile (o meno) che la lettura sia "contemporanea" alla scrittura?

Re: "Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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@Wanderer sono d'accordo con te. Ho già ripetutamente affermato che le mode passano, i libri restano. Chi pubblica testi seguendo pedissequamente la moda corrente, piuttosto che le proprie intime inclinazioni, diventa un clone senz'anima: potrà anche avere successo, ma è destinato a non lasciare traccia di sé.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: "Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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@Wanderer
Credo che il punto sia per chi scrivi.
Se scrivi per te, vale tutto. Se scrivi per gli altri, invece, credo abbia senso darsi un'occhiata "contemporanea" attorno. Anche solo per capire a che tipo di storie, di emozioni, di narrazione il pubblico è abituato.
Che poi non ci sono solo i libri, ma anche i film e le serie tv (che ultimamente hanno un impatto molto forte sull'immaginario collettivo).

Prendiamo che tu voglia scrivere la storia di un medico cinico, geniale ma intrattabile.
Molto probabilmente il tuo lettore lo paragonerà subito a Dr. House. Tanto vale allora guardarti la serie prima di cominciare a scrivere, per capire cosa funziona e cosa no, cosa ripetere e cosa cambiare.

In generale, leggere ciò che viene pubblicato ti dà la misura di cosa il lettore si aspetta. Sta poi a te assecondare o stravolgere le sue aspettative.

Nota a margine: comunque non dovrebbe essere questo gran sacrificio, leggere ciò che si vuole scrivere. Anzi. Se voglio scrivere un giallo è perché i gialli mi piacciono. Lo stesso vale per i testi mainstream.
Cioè, posto che ognuno legge ciò che vuole, perché mai rifiutarsi a priori di leggere i contemporanei? 
"Ubaldo Quattrocchi - Maestro per sbaglio" - Il Battello a Vapore (Piemme)
"Crea la tua Divina Commedia - L'Inferno" - Gallucci Editore

Re: "Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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@GiD 

Secondo me non si possono mettere sullo stesso piano letteratura "di genere" e "non di genere" (che non è necessariamente mainstream). La prima ha un preciso inquadramento tematico, e quindi è necessario conoscere molte opere affini; la seconda invece concede molta più libertà, e si può alimentare di letture di diversa provenienza. Lo stesso vale per la poesia. Si possono conoscere bene o meno le tendenze in voga, ma una buona opera di poesia è sempre sui generis. Comunque, non escludo "a priori" di leggere autori contemporanei. Ma dato che il nostro tempo è limitato, e bisogna fare delle scelte, quasi sempre preferisco investire il mio tempo in una lettura che rappresenta un sicuro investimento culturale, piuttosto che in una lettura che rappresenta una forma di "entertainment", come è gran parte della letteratura dei nostri tempi. 

Re: "Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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Ciao, @Wanderer!
Secondo me hai ragione in tutto, tranne dove dici: "a mio avviso un autore può trarre più nutrimento dalla lettura di un classico, che ha superato la prova del tempo, che non di un 'contemporaneo'".
Io a un classico barboso preferisco un contemporaneo, specie se italiano. Almeno non c'è la mediazione aggiuntiva della traduzione. Quello mi pare più formativo.
Il Sommo Misantropo

Re: "Contemporaneità" tra lettura e scrittura

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Ciao @Wanderer
leggere quanto più possibile. Senza regole, limiti sul genere o sulla contemporaneità della scrittura. Tutto è nutrimento, persino quei generi "leggeri", come dire, di intrattenimento... che non leggerei mai se dovessi seguire soltanto le mie inclinazioni, ma compio uno sforzo, e alla fine persino questi generi mi aiutano nella formazione, se non altro per evitare di svilire la mia scrittura. :lol: 
Certo, tendo a divorare i libri dei miei scrittori preferiti, quelli del cuore, tuttavia mi incuriosisce tutto, quando entro in libreria; dai grandi classici, ai saggi. Leggo volentieri libri di geopolitica, per esempio, ma poi afferro anche il romanzetto rosa dell'esordiente del momento sbattuto in bella vista sul bancone centrale! :D  
Per non parlare di Moravia, Sciascia, Leopardi, Pirandello, Kafka, Balzac... hai voglia a nutrirsi. 
Leggere, di per sé, è la chiave d'accesso per saper scrivere, questo penso!
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