Iridiama, un'avventura di Gundar Ardibrace - Stefano Girola

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Titolo: Iridiama, un'avventura di Gundar Ardibrace
Autore: Stefano Girola
Editore: Aporema Edizioni
Genere: Fantasy
Pagine: 670
Formato: cartaceo
ISBN: 978-88-942182-3-7
Prezzo: € 16.90

Trama

Nelle terre meridionali di Irìdia, da centinaia di anni convivono tre razze: i Nani, il fiero popolo delle montagne; gli Uomini, arrivati nei pressi del mare dal nord in cerca di fortuna; e gli Orchi, spietati predatori sempre in conflitto con le altre popolazioni.
Durante la Festa di Incoronazione del Principe dei Nani, gli Orchi si fanno minacciosi, costringendo i loro nemici storici a reagire con decisione.
Un’antica leggenda però affiora del passato e sarà la causa di una guerra feroce tra loro, nonché motivo di discordia nel regno degli Uomini.
Toccherà a Gundar Ardibrace e ai suoi coraggiosi amici intraprendere un pericoloso viaggio alla ricerca di un antico manufatto, con il quale ridare vita alla leggenda di Turok e salvare il popolo.
Intrecci avventurosi, intrighi diplomatici, incontri sorprendenti e grandi battaglie si profilano sul sentiero dei valorosi nani, che divisi dal destino dovranno dare prova della loro proverbiale determinazione e del loro animo indomito.

Contenuti

Iridiama è una storia ricca di avventure che si seguono col fiato sospeso e il desiderio sempre acceso di sapere come andrà a finire.
Nonostante la moltitudine di personaggi, una trama complessa ma ben costruita, l’interesse per le vicende che coinvolgono e appassionano i protagonisti non cala mai.
Il merito è dell’autore, che ha saputo creare un mondo in cui il confine tra il magico e il reale è molto sottile. Un mondo che vede i buoni e i cattivi in perenne scontro: chi combatte per ottenere supremazia, chi per salvare il popolo; chi è guidato da sentimenti nobili e chi per invidia e per il proprio tornaconto è pronto a tutto.
Se non fosse un romanzo fantasy, e avesse al posto di orchi e nani dei personaggi comuni, seppur ambientata altrove la storia reggerebbe lo stesso. E non è un difetto. Anzi. È un valore aggiunto.

Ambientazione e personaggi

L’ambientazione suggestiva è curata fin nei minimi dettagli, e questo sicuramente è uno dei punti forti del romanzo. I luoghi sono descritti in maniera chiara, forse un po’ troppo: lasciare uno spazio maggiore all’immaginazione non sarebbe stato male.
I personaggi sono ben delineati, sia sul piano fisico che psicologico: sembrano vivi. Nonostante siano tanti, a ognuno è stato dato l’equo spazio per esprimersi e per agire. Gundar è l’eroe assoluto, ma non sono da meno i suoi amici, i gemelli Fendipietra, le giovani Hala, Zhalia e Kilda, il principe Borin, che si fanno amare per il loro coraggio e la loro determinazione. Al contrario di antagonisti, rappresentati dal popolo degli Orchi, in primis da Uruk - Tal e dai suoi alleati, che spiccano per la loro crudeltà e la ferocia con cui attuano.
All’autore va il merito di aver creato dei protagonisti (e co-protagonisti) veri, con dei sentimenti autentici, specie per quanto riguarda i personaggi di stampo magico, a cui sono attribuite emozioni tipiche per gli umani. Una cosa che forse non mi aspettavo e che ho apprezzato particolarmente.

Stile e forma

La scrittura è corretta, abbastanza fluida, nonostante qualche piccola svista che però non intacca la godibilità di lettura. Il ritmo narrativo è incalzante, grazie all’alternanza delle frasi lunghe, specie nelle descrizioni ambientali, a quelle brevi dei dialoghi che risultano quasi sempre credibili (tranne nei pochi casi, come nelle parti in cui i personaggi indagano sulla leggenda di Turok dove si ha spesso la sensazione di essere di fronte a uno spiegone).
Ogni tanto l’autore ripete i concetti. In alcuni casi credo vada bene (è sicuramente una prerogativa del genere), in altri forse si poteva evitare, come ad esempio con i nomi di personaggi. A proposito di nomi di personaggi, li ho trovati molto originali e curiosi per la maniera in cui sono stati creati.
L’unica critica che mi sentirei di fare riguarda le scene di combattimenti. A volte succede tutto troppo in fretta (giusto per fare qualche esempio: negli scontri finali tra i nani e gli orchi), e non si riesce a visualizzare bene l’accaduto. Troppi dettagli invece di chiarire contribuiscono spesso a confondere il lettore.

Giudizio finale

Iridiama non è soltanto un romanzo fantasy: è un viaggio che va ben oltre e che potrebbe appassionare persino lettori che prediligono altri generi. È una storia di amicizia e di coraggio piena di intrecci e intrighi misteriosi da svelare, con dei personaggi forti che rimangono impressi nella mente e nel cuore anche dopo aver chiuso il libro. La consiglio vivamente.
Piccoli Grandi Sognatori

 Without faith, without hope, there can be no peace of mind. [cit.]
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