Alessandro Furlano Negli occhi e nella mente Recensione di CdM

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Titolo: Negli Occhi e Nella Mente
Autore: Alessandro Furlano
Casa editrice: Genesis Publishing
ISBN: 9789606471506
ASIN: B08XNRNG5D

Trama: Torino. Un uomo si sveglia in una pozza di sangue. Sua moglie, il figlio e il cane giacciono esangui, morti sgozzati, mentre lui ha le vene tagliate. “Che cosa ho fatto?” si chiede disperato. Chiama i soccorsi, poi sviene.
Asti. Pochi giorni dopo, l’ex socio dell’autore della prima strage ne compie una quasi identica. Quasi, perché questa volta sono tutti morti: moglie, marito, i due figli.
Omicidio-suicidio in entrambi i casi? Tutti gli indizi porterebbero a questa conclusione.
Il commissario Ivo De Rolandis non ci crede e indaga con l’ausilio del collega Roberto Lupi e del giornalista di “nera” del quotidiano La Stampa, Alessio Dova, strappandolo dal suo esilio dorato sulle colline astigiane, dove si era rifugiato per ritrovare la serenità perduta.
Tra cacce all’uomo, aziende fallite, famiglie distrutte, false piste e percorsi tortuosi nella psiche umana, De Rolandis e Dova arriveranno alla sconcertante rivelazione finale.
Un thriller psicologico, una corsa contro il tempo e contro nemici spiazzanti, cercando di mettere insieme gli incoerenti pezzi di ciò che vedono i loro occhi e ciò che ordina la loro mente.

Vol. 3 della serie "Le indagini del commissario De Rolandis"



Recensione: Sottolineo e rammento che questo romanzo è il terzo di una (per ora?) trilogia. Faccio questa premessa perché nel testo si rimanda spesso ai capitoli precedenti. Non che la cosa si sia rivelata particolarmente fastidiosa (anzi, può suscitare curiosità e invogliare alla lettura dei romanzi precedenti) ma era bene ricordarlo perché posso comprendere quanto sia appagante intrecciare le varie storie in modo complesso e approfondito.
L'incipit di questo lavoro di Alessandro è estremamente intrigante - cosa che mi ha spinto, tra l'altro - a sceglierlo fra le varie pubblicazioni in attesa di recensione qui su CdM. I due avvenimenti citati nella sinossi, così tragici e simili nella loro dinamica non possono che attrarre l'interesse del lettore e generare i dubbi del commissario De Rolandis e del suo amico e collaboratore, il giornalista Dova.
I due si metteranno all'opera per far luce sulla doppia strage che pare fin troppo "banale" nella sua ricostruzione iniziale.
I protagonisti godono di un'efficace caratterizzazione (in particolare il commissario) e sono ben innestati all'interno delle loro vite professionali e private. Soprattutto sulle seconde, Alessandro è stato abile a darci un quadro credibile delle relazioni personali e delle difficoltà che i due uomini incontrano nel quotidiano. Se Dova, il giornalista, pare aver risolto i suoi traumi trasferendosi con la famiglia nelle campagne astigiane, deve fare i conti però con la riottosità della consorte, desiderosa di tornare nel capoluogo piemontese. Tutto questo finisce per sfociare in una vera e propria crisi coniugale. Allo stesso tempo il commissario De Rolandis si barcamena tra un rapporto burrascoso con la ex moglie, l'amore incondizionato per la figlia e una relazione in stile "friend with benefit" con un'altra donna.
Ho citato questi spunti perché Alessandro li utilizza in modo sapiente per dare profondità e credibilità ai suoi personaggi, dandogli una sorta di "terza dimensione".
Di qualità variabile, invece, l'approfondimento dei comprimari: mentre i familiari dei protagonisti ricevono il giusto spazio, altri personaggi vengono soltanto citati, nonostante ricoprano un qualche ruolo nel canovaccio (primo tra tutti il giornalista Santamaria). 
Per mia opinione personale, un maggior coinvolgimento di queste figure poteva dare maggior spessore alla storia.
Ottimo il lavoro sulle ambientazioni: evidentemente piemontese ed altrettanto evidentemente amante della sua terra, l'autore dà delle belle pennellate sulla frenetica Torino e sulla tranquilla zona rurale dell'astigiano. Soprattutto nelle descrizioni della seconda ho scorto un amore incondizionato che è simile all'emozione che provo quando passeggio nei boschi delle mie zone.
Anche negli interni, seppur meno approfonditi rispetto alle descrizioni degli scenari esterni, si ha la sensazione di trovarsi in ambienti della borghesia piemontese e pure il commissariato dove lavora De Rolandis è vivace e arricchito dai commenti e dai comportamenti dei vari funzionari.
Ben innestata negli scenari citati, la trama scorre in modo fluido, ben scandita da una forma adeguata e da un lessico all'altezza. In generale anche il registro dei dialoghi pare sempre coerente con i personaggi che prendono via via la parola.
Devo segnalare, però, che in un paio di passaggi, evidentemente sfuggiti durante l'editing, la costruzione della frase risulta un po' faticosa, costringendo a una rilettura.
La conclusione, seppur coerente e con una sua piena logica , giunge un po' troppo "telefonata" - e, trattandosi di un thriller, temo che questo sia il difetto maggiore. Giunti a due terzi del romanzo non è stato difficile comprendere chi sia il vero artefice della mattanza. Forse una lunghezza maggiore (e il coinvolgimento più approfondito di alcuni personaggi secondari, come segnalato poco sopra) potevano celare il colpevole con maggiore efficacia.
Al netto di queste incertezze, però, il romanzo di Alessandro è decisamente piacevole e si legge con estremo interesse per trovare il bandolo della matassa.
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