Tra le stupide righe - Alex Coman

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Titolo: Tra le stupide righe
Autore: Alex Coman
Editore: Argento Vivo Edizioni
Pagine: 245
ISBN: 978-88-32106-73-2
Genere: Narrativa
Formato: cartaceo
Prezzo: €15,00

Trama
Quindici anni fa, Pit era un ragazzino che stava per diventare orfano. Senza madre e con il padre in coma si ritrova a fare lo spacciatore. Per evadere dalla dura realtà, Pit affida i propri pensieri ai suoi diari che diventano un canale di comunicazione con il padre che un giorno, ancora in coma, sparisce nel nulla senza lasciare alcuna traccia. Nel frattempo, Pit è cresciuto e nonostante abbia continuato a vendere la cocaina per le strade di Terni, non ha mai smesso di pensare al padre. I motivi per cui nutre ancora la speranza che possa apparire da un giorno all’altro sono le pagine che scrive. Sembra proprio che il padre possa leggerle.

Recensione:

Ogni nuova lettura è un viaggio che sai sempre dove inizia, ma mai come finisce. È stato il pensiero che mi è balzato alla mente una volta conclusa l’avventura di “Tra le stupide righe”, tra lo stupore e la meraviglia al constatare che tutto era esattamente al contrario di quello che mi ero immaginata prima di cominciare a leggere  il romanzo di Alex Coman.
La storia gira intorno a Pit, uno spacciatore di Terni con la segreta passione per i diari sulle cui pagine sfoga la propria rabbia e la frustrazione quotidiana resa ancora più difficile dalla scomparsa del padre in coma. La scrittura in prima persona permette al lettore di avvicinarsi al personaggio di Pit che è il più complesso di tutti, ma anche di vedere attraverso i suoi occhi il mondo che lo circonda e che non è solo — almeno non sempre — quello legato alla criminalità organizzata. La sorpresa più grande è stata proprio la scelta dell’autore di renderlo, per quando non me lo sarei mai immaginata, un essere umano come tutti. Quando si parla di argomenti simili, si tende spesso a giudicare; nel romanzo di Alex, invece, si va oltre, scavando nell’animo del personaggio e proiettando la sua storia anche su un piano più profondo. E qui entra in scena il rapporto con il padre che grazie alla scrittura, e nonostante la sua assenza, si palesa attraverso una comunicazione quasi sovrannaturale di cui una semplice penna diventa il medium principale.
Il punto forte del romanzo sono proprio i suoi protagonisti che si muovono sullo sfondo di una Terni misteriosa quanto vivida e piena di vita. È una sensazione che probabilmente deriva da tanti accadimenti e i luoghi che si susseguono, pennellata dopo pennellata, e che segnano non solo l’esistenza di Pit, che è uno degli emblemi del mistero in quanto di lui il lettore non conosce quasi nulla (nemmeno il vero nome), ma anche quella dei suoi clienti e conoscenti, soprattutto uno in particolare: il pelato che sembra uscito da un film in bianco e nero o da un romanzo noir. E poi c’è lei, Marta, che è il personaggio che mi è rimasto più impresso: è l’unica che non frequenta Pit in qualità di cliente e che ha con lui un rapporto più o meno stretto. Ogni personaggio, piccolo o grande che sia, è un pezzo di puzzle che si incastra alla perfezione nella storia. Nessuno di loro, tantomeno Pit e questo devo ammettere mi ha sorpreso molto, prevale sull’altro; ognuno ha il proprio spazio e ruolo e tutti sono collegati da un filo narrativo che non presenta i cedimenti dall’inizio alla fine.
La scrittura di Alex è fluida, direi scattante, e molto curata dal punto di vista grammaticale e lessicale. Nel romanzo ci sono diverse scene spinte, ma sono descritte con un insolito garbo (un altro punto a favore dell’autore). Lo stile senza fronzoli e un’ironia tagliente ma mai fuori luogo, rendono la narrazione curiosa e vivace, facendo in modo che il lettore non perda mai l’interesse fino alla fine.
In conclusione, “Tra le stupide righe” è romanzo che non ti aspetti, ricco di eventi che non annoiano mai e capace di stravolgere ogni aspettativa del lettore.
Piccoli Grandi Sognatori

 Without faith, without hope, there can be no peace of mind. [cit.]
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