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Il calore nel gelo cap.4

Posted: Tue Dec 02, 2025 1:09 pm
by Millenialbroccola
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4. Nuove speranze 1/2

Una voce profonda
-Chi c’è qui fuori? -
Veronica resta un momento disorientata, la porta ora è aperta e una figura è apparsa sulla soglia; la luce alle sue spalle la rende scura e imponente, quasi un’apparizione.
La ragazza è inginocchiata a terra, la figlia stretta tra le braccia, guarda in alto e cerca di mettere a fuoco; per un attimo dubita nuovamente di essere ancora viva.
Sono arrivata alle porte dell'inferno?
No, di fronte ha un uomo di circa 45 anni, alto, grosso, pelato, che la osserva con aria severa; la mano ancora sulla maniglia, pronto a richiudere in fretta la porta; è ancora sulla terra.
Veronica si mette faticosamente in piedi; fa leva su tutta la sua forza residua per parlare.
-Per favore, la prego, per favore-
Le parole scorrono velocemente, si mischiano una sull’altra e non riesce a sbrogliarle
 -Morirà, mia figlia, per favore-
 Le manca il fiato, mentre il corpo trema al punto di sembrare animato da vita propria
-Guardi, guardi com’è vestita, fa troppo freddo, per favore, la faccia dormire qui, deve stare al chiuso, per favore-
Lo sconosciuto non risponde, lei gli cerca negli occhi qualcosa a cui aggrapparsi, ma sono solo due pozze scure.
-La prego-
L’ultima richiesta poco più che un sussurro; le mani intorno a Mia sono così strette che le fanno male, le gambe non sono più stabili e la schiena non ne può più di sostenere lo zaino e la bambina.
Stringe gli occhi e i denti per riuscire a restare in piedi, le lacrime calde che iniziano a scorrerle sulle guance, sono quasi un sollievo.
L’uomo le guarda immobile, senza dire una parola, mentre pondera per qualche secondo, che a Veronica sembrano ore.
Infine, si scosta dalla porta e fa loro un cenno verso l’interno
-Entrate-
Veronica mette giù la bambina, la sostiene, poi la lascia per controllare che le gambe la reggano; la piccola protesta con un lamento, privo di parole, ma resta stabile.
-Vai con il signore, torno a prenderti dopo-
Poi, guardando lo sconosciuto.
-Sarò qui entro l’alba, se qualcuno la tocca è morto-
Lui le poggia una mano sul braccio.
 -Entrambe-
Il tono non ammette repliche.
Entrano e l’uomo chiude la porta dietro di loro; appena il freddo viene lasciato fuori, Veronica sente di poter respirare nuovamente, mentre i muscoli si rilassano leggermente, seppure non del tutto.
Madre e figlia vengono guidate attraverso un corridoio buio, fino a raggiungere un salotto con un caminetto acceso.
-Mettetevi lì, vado a chiamare mia moglie-
Dice l’uomo indicando due poltrone davanti al camino.
Veronica scuote la testa con forza
-No, rovineremo tutto con i vestiti bagnati-
Lui non la ascolta, la zittisce con un movimento della mano.
-Sedetevi, ho detto-
Veronica si arrende alla volontà dell’uomo e si siede, prende Mia e se la mette sulle gambe; la bambina si sta riprendendo, osserva la stanza con occhi sgranati, senza parlare.
La madre la accarezza e le dà un bacio sui capelli bagnati, la stringe forte a sé per sentire il suo odore di innocenza e vita.
Non l’ha persa nella tempesta, sono ancora vive.
Altre lacrime iniziano a scorrere, stavolta di gioia.
Mia si alza per guardare il fuoco da vicino, traballa un po' ma riesce a raggiungerlo, poi osserva la stanza con la bocca aperta e lo sguardo disorientato.
Veronica ha ancora bisogno di sentire la sua essenza, si avvicina per abbassarsi dietro di lei per abbracciarla.
La piccola non si muove, non sa se può ricambiare l’abbraccio; prova a cercare risposte ai suoi mille dubbi negli occhi della madre.
La donna fa un cenno verso il fuoco acceso.
–Senti come è caldo-
Le dice.
Il calore dopo il gelo brucia la pelle, il contrasto è così forte che anche a Mia iniziano a lacrimare gli occhi, non pensavano avrebbero mai più goduto di un tepore simile.
Lentamente, i corpi smettono di tremare.
-Mamma, ma dove siamo? -
Chiede finalmente Mia, sempre immobile, come se temesse che, muovendosi, potesse rompere la magia di quel momento.
Porta di nuovo lo sguardo nella stanza, la squadra da cima a fondo.
-Siamo arrivate a Nord?-
Ha gli occhi pieni di meraviglia.
Prima che Veronica possa rispondere, si sentono dei passi e due persone entrano nella stanza, lo sconosciuto accompagnato da sua moglie.
La donna ha occhi verdi e capelli rosso fuoco che le incorniciano il volto tondo; è ancora molto bella, si capisce subito che da giovane era una meraviglia.
Mia, appena percepisce la presenza di due estranei, gira di scatto la testa per nascondersi nella spalla di Veronica.
L’uomo e la donna stanno parlando, mentre entrano.
-Guarda tu stessa, dimmi se avresti avuto il coraggio di lasciarle fuori a morire-
Dice lui, indicandole.
-Pietro, sono sconosciute-
 La donna tiene lo sguardo basso e parla con un filo di voce.
Veronica si alza, Mia le cinge un fianco e continua a tenere il volto nascosto.
-Io posso anche passare la notte fuori, mia figlia, no-
Prova a inserirsi nella conversazione
-È piccola, non potrà mai farvi niente di male-
 Per la terza volta questa sera, l’uomo la interrompe.
-Nessuno può sopravvivere, se resta tua figlia resti anche tu. Non voglio responsabilità su una bambina non mia-
La moglie, nel frattempo, si torce le mani mentre le osserva.
-Pietro, non lo so, non mi sento sicura-
Parla velocemente, con una certa nota di indecisione.
Veronica è sfinita, non ha energia, ma deve continuare a lottare per Mia; quel salotto potrebbe essere l’unica possibilità di sopravvivenza.
-La prego-
Dice, di nuovo con le lacrime agli occhi, le mani serrate sulle spalle della bambina.
-Non per me, per lei-
La donna dai capelli rossi continua a temporeggiare.
 -Non s...-
 in quel momento Mia si gira a guardarla, lei incrocia il suo sguardo e ha un sussulto, perde le parole, non riesce a continuare.
Veronica sa bene come la bambina la sta osservando.
Sua figlia ha gli occhi di Irene.
Allo sguardo di Irene, non si sfugge.
Un sospiro.
-Sia.-