Il mistero della piccola Debora
Posted: Tue Dec 26, 2023 8:29 pm
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Aveva sempre vissuto una vita felice, perché i suoi genitori erano sempre stati presenti. Qualsiasi cosa capitasse, sapeva di poter contare sulla sua famiglia che viveva per lei, dato che da quando la bimba era piccolissima non si sono mai concessi anche solo un’ora tutta per loro. La assecondavano sempre nelle piccole cose : le avevano addirittura ornato il viso con quei fantastici codini e con una splendida frangia che la bambina chiedeva loro con dolce insistenza sin da quando aveva cinque anni. Ma adesso, che stava diventando una signorina, desiderava adornare il suo viso con due orecchini semplicemente deliziosi. In realtà, quei gioielli apparivano superflui, perchè la bimba aveva un animo pieno di luce, ma Debora li aveva richiesti per sottolineare il fatto che stava diventando il fiore all’occhiello della sua famiglia, nonché la principessina di casa.
Qualsiasi cosa facesse, il suo pensiero fisso era di tornare tra le quattro mura domestiche per farsi pettinare i codini e la frangia con phon e pettine, come se quel getto d’aria potesse cambiare la sua vita per sempre. In quel frangente, Debora non c’era per nessuno : desiderava godersi quell’attimo fino in fondo. Era quello il momento della giornata preferito dalla ragazzina, e non lo viveva mai da sola, ma richiedeva sempre la presenza rassicurante di suo papà, anche perchè quell’uomo era un vero e proprio maestro nel pettinare i capelli della figlia, soprattutto perchè si assicurava sempre che tutto fosse in ordine, e non lasciava mai niente al caso. In sua compagnia, la ragazzina si sentiva leggera come una piuma, e parlava tranquillamente di tutto quello che aveva fatto a scuola. Mentre suo papà le pettinava i codini e la frangia con phon e pettine, invece, Debora chiudeva gli occhi, e lasciandosi trasportare dalla sua fantasia straordinaria, immaginava di volare libera in un mondo fantastico e luminoso, popolato solo da sirene, principesse, elfi e unicorni.
Subito dopo aver finito di fare i compiti, pur avendo avuto modo di leggere diversi manga e un sacco di fumetti, l’interesse di Debora si concentrava sull’arricchimento del suo mondo interiore e sulla sua crescita personale. Per ragioni tuttora avvolte nel mistero, questa straordinaria normalità venne meno.Era il giorno del decimo compleanno della ragazzina, ma i suoi genitori non erano per niente tranquilli : non lo sapevano ancora, ma per loro stava per iniziare un vero e proprio calvario. Debora, infatti, si era chiusa in sé stessa e si confidava soltanto col suo diario segreto. Per fortuna, questa fu solo una crisi transitoria che si risolse spontaneamente dopo qualche settimana ; ma due anni dopo, proprio quando la ragazzina compiva dodici anni, il problema si ripresentò, e non fu di facile soluzione. Era davvero triste vedere la ragazzina rimanere per molte ore nella sua cameretta, ma in quel momento, Debora cercava di lottare con un aspetto della sua realtà quotidiana che le stava facendo molto male. Lo affrontava come una vera e propria eroina, anche se sapeva perfettamente che da sola non ce l’avrebbe mai fatta. La bimba stava chiedendo aiuto, ma i suoi cari, anche se le erano affezionatissimi, facevano sempre i conti senza l’oste, in quanto non accettavano il fatto che Debora fosse molto protettiva nei confronti del suo diario segreto e di tutti i suoi scritti, soprattutto quelli concernenti la pallavolo, la sua più grande passione. Lo era sempre stata, ma questa brutta crisi, per motivi che non sono mai stati chiariti del tutto, aveva acuito questo lato del suo carattere. Ogni volta che provavano ad avvicinarsi per chiedere alla ragazzina di prestare loro quel quaderno, apparentemente anonimo e privo di significato, Debora faceva sempre segno di no con la testa e stringeva tra le braccia quell’oggetto, che significava davvero tantissimo per lei, chiudeva gli occhi con forza e faceva oscillare i suoi codini muovendo con delicatezza la testa, come se i suoi capelli potessero cancellare tutti i cattivi pensieri che in quel momento le affollavano la mente. Non avrebbe potuto essere più grata ai suoi genitori per lo splendido dono che le avevano fatto. I suoi capelli legati in quei due fantastici codini e la sua frangia così deliziosa erano diventati il suo grande vanto, soprattutto in un momento di grande difficoltà, come quello che stava affrontando in quei giorni bui. Sorrideva sempre quando ci pensava, perchè le era ormai chiaro che si trattava di una delle specificità della sua persona. Quel pomeriggio, la ragazzina era a casa da sola già da diverse ore, in quanto i suoi genitori erano usciti senza avvisare. La verità, era che desideravano prendersi un po’ di tempo per cercare di capire come venire a capo di quella situazione difficile. Poche ore dopo, proprio mentre suo papà le stava pettinando i codini e la frangia con phon e pettine, fu subito chiaro che la chiave per risolvere il mistero che avvolgeva come un manto la piccola Debora si trovava nel suo diario segreto. Facevano una gran fatica anche solo a concepire un’ipotesi del genere ; la realtà, invece, era proprio quella; bisognava soltanto prenderne atto, accettarla, analizzarla e agire di conseguenza, per restituire alla ragazzina un minimo di tranquillità. Era anche fondamentale fare sì che la ragazzina non si sentisse giudicata, e permetterle di esprimersi liberamente. Invece, i suoi cari non capivano che i tempi non erano ancora maturi, e che Debora doveva trovare la forza di reagire. In quel momento, sentiva proprio di non farcela. Anzi, vedendola, si aveva l’impressione che avesse perso tutto il suo spirito combattivo, e che il mondo le stesse crollando addosso.
Nemmeno farsi pettinare i codini e la frangia con phon e pettine sembrava tranquillizzarla, anche se la ragazzina faceva di tutto per salvare le apparenze. I suoi genitori cercavano di farla svagare il più possibile, ma Debora preferiva rimanere nella sua cameretta a scrivere e ad immaginare di essere altrove.
A quel punto, la ragazzina si chiudeva nel suo mondo, avendo cura di non sbattere la porta. Lì, la bimba si occupava del suo sport preferito : già sapeva che il suo più grande sogno nel cassetto era diventare una giornalista sportiva ; anche se era perfettamente consapevole che degli aspetti assolutamente indipendenti dalla sua volontà e dal suo controllo avrebbero potuto riservarle delle brutte sorprese o/e giocarle contro, era disposta ad impegnarsi il più possibile affinchè questa sua importante aspirazione potesse diventare una splendida realtà. Grazie alla sua grande determinazione, era diventata una delle firme più illustri del giornalino della sua scuola.
Ad un certo punto, Debora si accorse che tutti erano andati a dormire : era quasi mezzanotte. Solo in quel momento la ragazzina uscì dal suo guscio, e andò a sedersi sul divano. Lì, mentre faceva oscillare compiaciuta i suoi codini, cercava di parlare, dicendo ciò che aveva nel cuore quando suo papà era fuori casa, ma la voce non le usciva.
Questo la preoccupava, perchè sapeva che tra poche ore sarebbe dovuta andare a scuola. Pochi minuti dopo, essendosi resa conto che tutti i suoi sforzi erano vani, la ragazzina decise finalmente di andarsi a riposare. Si addormentò subito. E fece dei sogni splendidi. Uno di questi, risultò talmente particolare, che la fece svegliare di soprassalto.
Ma ormai era troppo tardi : doveva prepararsi per andare a vivere un’altra splendida giornata insieme a tutti i suoi compagni. La ragazzina era di ottimo umore, e prima di andare a fare colazione, provò per l’ultima volta a esprimere con le parole tutte le sue emozioni, ma si dovette interrompere ancora prima di iniziare, perché le veniva il magone. Quella mattina, tutto andò meglio del previsto, al punto che Debora stava facendo degli enormi passi avanti nel superare la crisi. Sembrava che tutto fosse tornato alla normalità : la ragazzina, infatti, appena tornata a casa, chiese a suo papà, con l’immensa dolcezza che la contraddistingueva, di pettinarle i codini
Aveva sempre vissuto una vita felice, perché i suoi genitori erano sempre stati presenti. Qualsiasi cosa capitasse, sapeva di poter contare sulla sua famiglia che viveva per lei, dato che da quando la bimba era piccolissima non si sono mai concessi anche solo un’ora tutta per loro. La assecondavano sempre nelle piccole cose : le avevano addirittura ornato il viso con quei fantastici codini e con una splendida frangia che la bambina chiedeva loro con dolce insistenza sin da quando aveva cinque anni. Ma adesso, che stava diventando una signorina, desiderava adornare il suo viso con due orecchini semplicemente deliziosi. In realtà, quei gioielli apparivano superflui, perchè la bimba aveva un animo pieno di luce, ma Debora li aveva richiesti per sottolineare il fatto che stava diventando il fiore all’occhiello della sua famiglia, nonché la principessina di casa.
Qualsiasi cosa facesse, il suo pensiero fisso era di tornare tra le quattro mura domestiche per farsi pettinare i codini e la frangia con phon e pettine, come se quel getto d’aria potesse cambiare la sua vita per sempre. In quel frangente, Debora non c’era per nessuno : desiderava godersi quell’attimo fino in fondo. Era quello il momento della giornata preferito dalla ragazzina, e non lo viveva mai da sola, ma richiedeva sempre la presenza rassicurante di suo papà, anche perchè quell’uomo era un vero e proprio maestro nel pettinare i capelli della figlia, soprattutto perchè si assicurava sempre che tutto fosse in ordine, e non lasciava mai niente al caso. In sua compagnia, la ragazzina si sentiva leggera come una piuma, e parlava tranquillamente di tutto quello che aveva fatto a scuola. Mentre suo papà le pettinava i codini e la frangia con phon e pettine, invece, Debora chiudeva gli occhi, e lasciandosi trasportare dalla sua fantasia straordinaria, immaginava di volare libera in un mondo fantastico e luminoso, popolato solo da sirene, principesse, elfi e unicorni.
Subito dopo aver finito di fare i compiti, pur avendo avuto modo di leggere diversi manga e un sacco di fumetti, l’interesse di Debora si concentrava sull’arricchimento del suo mondo interiore e sulla sua crescita personale. Per ragioni tuttora avvolte nel mistero, questa straordinaria normalità venne meno.Era il giorno del decimo compleanno della ragazzina, ma i suoi genitori non erano per niente tranquilli : non lo sapevano ancora, ma per loro stava per iniziare un vero e proprio calvario. Debora, infatti, si era chiusa in sé stessa e si confidava soltanto col suo diario segreto. Per fortuna, questa fu solo una crisi transitoria che si risolse spontaneamente dopo qualche settimana ; ma due anni dopo, proprio quando la ragazzina compiva dodici anni, il problema si ripresentò, e non fu di facile soluzione. Era davvero triste vedere la ragazzina rimanere per molte ore nella sua cameretta, ma in quel momento, Debora cercava di lottare con un aspetto della sua realtà quotidiana che le stava facendo molto male. Lo affrontava come una vera e propria eroina, anche se sapeva perfettamente che da sola non ce l’avrebbe mai fatta. La bimba stava chiedendo aiuto, ma i suoi cari, anche se le erano affezionatissimi, facevano sempre i conti senza l’oste, in quanto non accettavano il fatto che Debora fosse molto protettiva nei confronti del suo diario segreto e di tutti i suoi scritti, soprattutto quelli concernenti la pallavolo, la sua più grande passione. Lo era sempre stata, ma questa brutta crisi, per motivi che non sono mai stati chiariti del tutto, aveva acuito questo lato del suo carattere. Ogni volta che provavano ad avvicinarsi per chiedere alla ragazzina di prestare loro quel quaderno, apparentemente anonimo e privo di significato, Debora faceva sempre segno di no con la testa e stringeva tra le braccia quell’oggetto, che significava davvero tantissimo per lei, chiudeva gli occhi con forza e faceva oscillare i suoi codini muovendo con delicatezza la testa, come se i suoi capelli potessero cancellare tutti i cattivi pensieri che in quel momento le affollavano la mente. Non avrebbe potuto essere più grata ai suoi genitori per lo splendido dono che le avevano fatto. I suoi capelli legati in quei due fantastici codini e la sua frangia così deliziosa erano diventati il suo grande vanto, soprattutto in un momento di grande difficoltà, come quello che stava affrontando in quei giorni bui. Sorrideva sempre quando ci pensava, perchè le era ormai chiaro che si trattava di una delle specificità della sua persona. Quel pomeriggio, la ragazzina era a casa da sola già da diverse ore, in quanto i suoi genitori erano usciti senza avvisare. La verità, era che desideravano prendersi un po’ di tempo per cercare di capire come venire a capo di quella situazione difficile. Poche ore dopo, proprio mentre suo papà le stava pettinando i codini e la frangia con phon e pettine, fu subito chiaro che la chiave per risolvere il mistero che avvolgeva come un manto la piccola Debora si trovava nel suo diario segreto. Facevano una gran fatica anche solo a concepire un’ipotesi del genere ; la realtà, invece, era proprio quella; bisognava soltanto prenderne atto, accettarla, analizzarla e agire di conseguenza, per restituire alla ragazzina un minimo di tranquillità. Era anche fondamentale fare sì che la ragazzina non si sentisse giudicata, e permetterle di esprimersi liberamente. Invece, i suoi cari non capivano che i tempi non erano ancora maturi, e che Debora doveva trovare la forza di reagire. In quel momento, sentiva proprio di non farcela. Anzi, vedendola, si aveva l’impressione che avesse perso tutto il suo spirito combattivo, e che il mondo le stesse crollando addosso.
Nemmeno farsi pettinare i codini e la frangia con phon e pettine sembrava tranquillizzarla, anche se la ragazzina faceva di tutto per salvare le apparenze. I suoi genitori cercavano di farla svagare il più possibile, ma Debora preferiva rimanere nella sua cameretta a scrivere e ad immaginare di essere altrove.
A quel punto, la ragazzina si chiudeva nel suo mondo, avendo cura di non sbattere la porta. Lì, la bimba si occupava del suo sport preferito : già sapeva che il suo più grande sogno nel cassetto era diventare una giornalista sportiva ; anche se era perfettamente consapevole che degli aspetti assolutamente indipendenti dalla sua volontà e dal suo controllo avrebbero potuto riservarle delle brutte sorprese o/e giocarle contro, era disposta ad impegnarsi il più possibile affinchè questa sua importante aspirazione potesse diventare una splendida realtà. Grazie alla sua grande determinazione, era diventata una delle firme più illustri del giornalino della sua scuola.
Ad un certo punto, Debora si accorse che tutti erano andati a dormire : era quasi mezzanotte. Solo in quel momento la ragazzina uscì dal suo guscio, e andò a sedersi sul divano. Lì, mentre faceva oscillare compiaciuta i suoi codini, cercava di parlare, dicendo ciò che aveva nel cuore quando suo papà era fuori casa, ma la voce non le usciva.
Questo la preoccupava, perchè sapeva che tra poche ore sarebbe dovuta andare a scuola. Pochi minuti dopo, essendosi resa conto che tutti i suoi sforzi erano vani, la ragazzina decise finalmente di andarsi a riposare. Si addormentò subito. E fece dei sogni splendidi. Uno di questi, risultò talmente particolare, che la fece svegliare di soprassalto.
Ma ormai era troppo tardi : doveva prepararsi per andare a vivere un’altra splendida giornata insieme a tutti i suoi compagni. La ragazzina era di ottimo umore, e prima di andare a fare colazione, provò per l’ultima volta a esprimere con le parole tutte le sue emozioni, ma si dovette interrompere ancora prima di iniziare, perché le veniva il magone. Quella mattina, tutto andò meglio del previsto, al punto che Debora stava facendo degli enormi passi avanti nel superare la crisi. Sembrava che tutto fosse tornato alla normalità : la ragazzina, infatti, appena tornata a casa, chiese a suo papà, con l’immensa dolcezza che la contraddistingueva, di pettinarle i codini