Buon compleanno Pt.9

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[CDP1] Riemersione - Costruttori di Mondi



Buon compleanno Pt.9


Ma ero stato eccessivamente ottimista: mi ero illuso che l'episodio non avesse un seguito, un incidente senza conseguenze.
Un mattino, giungendo in ufficio, trovai sulla scrivania un piccola busta, conteneva un suo biglietto: “Questa sera, se ti va, prendiamo un aperitivo insieme. Ho voglia di vederti da soli. Ti aspetto intorno alle diciannove al bar Biffi in corso Vittorio.”
- Merda! Ecco che iniziavano i casini. - Era la peggior notizia che potessi avere in apertura di quella giornata.
Rimasi a rigirarmi quel biglietto tra le mani con lo spirito di chi ha letto il suo verbale di condanna, ero agitato da un tremito interiore, incapace di decidere: le alternative che mi si ponevano prevedevano la scelta tra la classica padella d'olio bollente o la brace incandescente.
Accettare quell'invito significava a dare il via a una relazione clandestina che poteva condurre a un mare di prevedibili guai.
Rifiutarla aveva un esito altrettanto nefasto, soprattutto alla luce di quanto accaduto in quell'ascensore: l'avrebbe vissuta come un segno di disprezzo, un'offesa svilente, si sarebbe sentita usata e poi gettata, come l'ultima delle puttane.
Il suo rancore e la conseguente vendetta sarebbero arrivate a stretto giro di posta.

Allo stesso tempo, l'alternativa di divenire il suo amante fisso era altrettanto spaventosa:
sarei stato costretto a soddisfare ogni suo capriccio, a subire in silenzio e condiscendere ogni iniziativa malsana che le fosse balzata in mente.
Non ci voleva molto a capire quali problemi potesse rappresentare per me, problemi d'ordine pratico oltre che morale: era una donna sposata, ma con una libertà di movimento assoluta.
Se ad esempio, avesse deciso di passare una settimana in montagna senza suo marito, cosa che per loro era un fatto normale, e avesse preteso che la seguissi: come avrei potuto giustificare a mia moglie quell'assenza.
Noi nel nostro rapporto avevamo sempre condiviso ogni vacanza, trascorrevamo insieme anche un semplice week end fuori casa: eravamo praticamente una coppia d'ippocampi.
Senza poi parlare delle numerose volte che avrebbe desiderato fare del sesso, costringendomi a incontri tenuti nelle camere a ore di alberghetti della collina, con l'ansia,
rientrando a casa a tarda sera, d'avere addosso profumi, odori, o segni di quelle ore trascorse nel pomeriggio a scoparla.
La mia vita matrimoniale sarebbe divenuta un mare di mine vaganti, di menzogne, di continua tensione nel timore d'essere scoperto in quella relazione fedifraga.
Non potevo correre questo rischio, non volevo farlo!
Decisi di non rispondere al biglietto e di non presentarmi all'appuntamento.
Non intendevo gettare la mia esistenza e quella della mia famiglia in un tritacarne con le sembianze della Signetti.

Non doveva aver apprezzato molto quell'avergli dato buca, infatti, la mattina dopo passò davanti alla mia postazione senza degnarmi d'uno sguardo, e con l'aria rilassata d'un tornado che stava inventariando il proprio potenziale distruttivo.
Mi guardai bene anche dal solo alzare gli occhi nel vederla passare, finsi d'essere immerso in un complesso e urgente lavoro.
- In questa azienda c'è mancanza di nerbo e spina dorsale. - gli sentì affermare, al fondo del corridoio, con voce intimidatoria. - Non si affrontano le sfide e manca il carattere. - aggiunse caustica - Bisognerà procedere a una seria razionalizzazione delle risorse interne. - concluse minacciosa.
Da quel momento iniziai a sentirmi come un fachiro su uno scomodo materasso di chiodi o è costretto a camminare spedito sui carboni ardenti, per evitare di ustionarsi le estremità.
Infatti, non sbagliavo, non ci volle molto perché iniziassero le prime ripercussioni.
Il mio ruolo aziendale, come responsabile dell'immagine dei punti vendita, era sempre stata una posizione operativamente autonoma, nel senso che rispondevo del mio lavoro direttamente al Presidente, essendo, per altro, anche membro del consiglio di direzione.
Una mattina mi ritrovai sulla scrivania una circolare emesse dalla Signetti: il documento mi informava che, nell'ottica di un'ottimizzazione delle sinergie aziendali, la mia figura veniva aggregata all'area del marketing strategico.
Di conseguenza, con decorrenza immediata, il mio ruolo sarebbe passato sotto la direzione del Responsabile marketing: in sostanza venivo privato della mia autonomia e avrei risposto, direttamente a lui, del mio operato.
Anche la mia allocazione fisica non avrebbe più avuto un'area di lavoro autonoma, la mia scrivania sarebbe stata spostata all'interno della nuova sezione d'appartenenza, mi sarei trovato a lavorare in fronte all'ufficio vetrato della Signetti, che avrebbe avuto il controllo visivo di ogni mia azione o spostamento.
In buona sostanza, pur senza l'ufficialità di un nuovo organigramma, venivo degradato e commissariato: il primo passo per potermi inchiodare al primo minimo errore.
Conoscevo la tecnica: questa era l'anteprima del mobbing che sarebbe seguito, costringendomi a trovarmi un altro lavoro.
Era la classica tragedia annunciata: l'unica cosa sensata che mi restava da fare, era di scordarmi i dieci anni di duro lavoro che mi avevano portato alla posizione occupata, e iniziare a guardarmi intorno per trovare una nuova occupazione.
Mi sarei almeno risparmiato che la mia permanenza in azienda divenisse insostenibile e umiliante, mancavano due settimane alle vacanze estive, al ritorno da esse avrei iniziato a scorrere gli annunci di ricerca personale sui quotidiani e spedire qualche curriculum.

Due mesi dopo la mia situazione in azienda non era mutata, continuavo la mia ricerca di un nuovo posto di lavoro che al momento non aveva ancora dato frutto.
Mi ero dovuto adattare alla nuova sistemazione logistica e al dover dar conto di ogni iniziativa al mio nuovo superiore.
Era fastidioso perché mi pareva di camminare con sacchi di sabbia a zavorrarmi i passi: ogni idea andava presentata, discussa, motivata al millesimo prima di divenire operativa.
Ma tant'è, inutile farsi avvelenare fegato e sangue, la situazione era quel che era.
Del resto non esistevano lavori da dipendente che non fossero soggetti a un vertice gerarchico: un dirigente, un capoufficio o un sovraintendente.
L'autonomia e la mano libera nel proprio fare era riservato al lavoro indipendente, come avveniva per artigiani o liberi professionisti: in effetti, l'idea di munirmi di Partita Iva e intraprendere un'attività di consulente per aziende nella materia in cui avevo maturato un discreta esperienza, mi stava divenendo alettante.
La Signetti dopo quel colpo basso inferitomi pareva essersi appagata, in apparenza non aveva in serbo nuove iniziative per nuocermi.
Ma non potevo sentirmi tranquillo, era noto che, rettili e i ragni, sapevano attendere nell'immobilità assoluta il momento più propizio per aggredire la preda.
Dalla scrivania ogni tanto alzavo lo sguardo dal lavoro e puntualmente trovavo, al di là del vetro del suo ufficio in fronte, i suoi occhi affilati come lame, a osservarmi torvi.
Se le sue occhiate avessero potuto trafiggermi, sarei rientrato la sera a casa con più buchi di un colabrodo.

Come facevo da tempo, alla soglia di ogni nuovo mese, passavo dal solito fioraio accanto all'ufficio di Martina per ordinare la consueta rosa da farle trovare sulla scrivania.
Era molto presto, poiché il fioraio apriva bottega alle sette e mezza, quindi potevo evadere quell'impegno prima d'andare in ufficio: così, verso le otto di quel mattino, stavo già fuori dal negozio diretto alla mia auto parcheggia lì accanto.
Sulla via, una lunga coda di auto per il semaforo rosso posto all'incrocio: una lussuosa BMW, grigio canna di fucile, era nella fila proprio all'altezza del fioraio da cui ero uscito. All'interno del veicolo, un uomo elegantemente abbigliato e dall'aria distinta, sedeva al fianco di una donna alla guida: quella donna era la Signetti che, voltata nella mia direzione, mi stava osservando con un sorriso sardonico a fior di labbra.



(Continua)

Re: Buon compleanno Pt.9

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Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmHo voglia di vederti da soli. Ti aspetto in
Ho voglia di vederti, noi due soli.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmRimasi a rigirarmi quel biglietto tra le mani con lo spirito di chi ha letto il suo verbale di condanna, ero agitato da un tremito interiore, i
Dopo "condanna", va meglio un punto e virgola, per una pausa più lunga.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmAccettare quell'invito significava a dare il via a una relazione clandestina
significava dare il via 
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pma subire in silenzio e condiscendere a ogni iniziativa malsana che le fosse balzata in mente.
Non ci voleva molto a capire quali problemi che problema  potesse rappresentare per me, problemi d'ordine pratico oltre che morale: era una donna sposata, ma con una libertà di movimento assoluta.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmSe virgola ad esempio, avesse deciso di passare una settimana in montagna senza suo marito,
per aprire l'inciso
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmcome avrei potuto giustificare a mia moglie quell'assenza. (punto interrogativo)
Noi nel nostro rapporto avevamo sempre condiviso ogni vacanza, trascorrevamo insieme anche un semplice week end fuori casa: eravamo praticamente una coppia d'ippocampi.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmNon doveva aver apprezzato molto quell'avergli quell'averle dato buca, (punto e virgola) infatti, la mattina dopo passò davanti alla mia postazione senza degnarmi d'uno sguardo, e con l'aria rilassata d'un tornado che stava inventariando il proprio potenziale distruttivo.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pm- In questa azienda c'è mancanza di nerbo e spina dorsale. - gli sentì la sentii affermare, al dal fondo del corridoio, con voce 
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmcome un fachiro su uno scomodo materasso di chiodi o è che sia costretto a camminare spedito sui carboni ardenti, per evitare di ustionarsi le estremità.
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmuna circolare emesse dalla S
emessa
Nightafter ha scritto: sab mag 06, 2023 4:42 pmMi sarei almeno risparmiato che la mia permanenza in azienda divenisse insostenibile e umiliante, (punto e virgola) mancavano due settimane alle vacanze estive, al ritorno da esse avrei iniziato a scorrere gli annunci di ricerca personale sui quotidiani e spedire qualche curriculum.
Caro @Nightafter, sono lieta di trovare qualcosa che non ti avessi già commentato.  :)
A parte le note tecniche, ti lascio due impressioni sul capitolo in esame.
Mi pare strana questa signora Signetti che invita per iscritto il collega subordinato a vedersi da soli. Una donna che intende spingere l'uomo a un adulterio si fa desiderare, non si offre così. 
Però, come da cliché, se viene rifiutata si vendica con le sottigliezze più perfide a sua disposizione. Se è una superiore in grado, le armi non le mancano. E tu svolgi l'argomento con mestiere. Bravo!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Buon compleanno Pt.9

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Ciao mia adorata @Poeta Zaza 

Anzitutto ti sono debitore come sempre della segnalazione dei molti refusi e degli imperdonabili  "gli" che deve essere un "le", di cui mi vergogno come un ladro.


Riguardo alla tua nota: "Una donna che intende spingere l'uomo a un adulterio si fa desiderare, non si offre così.", forse non hai dato un'occhiata ai due capitoli precedenti a questo, dove la seduzione e l'adulterio vengono consumati in maniera totale e inequivocabile. :D
La Signetti e il protagonista si sono (a causa d'un imprevisto) già conosciuti carnalmente.
Nel proseguo della vicenda lui vorrebbe che la cosa resti un episodio da dimenticare, ma lei sembra di idea diversa, quindi gli invia un biglietto d'invito, ma lui le da buca perché non vuole che nasca una storia d'infedeltà tra loro.
Da questo parte la vendetta di Signetti e il mobbing verso di lui.

Come sempre ti ringrazio per la lettura e il prezioso contributo a sanare le magane del mio testo.

Un grande bacione <3

Re: Buon compleanno Pt.9

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Ciao,
Ho letto il tuo testo ma non quelli precedenti. 

Questo è in grado di catturare l'attenzione e fa salire la curiosità.  Il punto forte del racconto  è sicuramente la posizione di svantaggio del protagonista verso la Signetti. 

Intendo che il lettore viene attirato nel sapere cosa si inventerà la Signetti per conquistare il protagonista e che tipo di nuova ritorsione si inventerà in caso di possibili altri rifiuti; si ha la stessa curiosità anche nel sapere cosa ingegnerà il protagonista per sopravvivere in questa scomoda situazione, ci si chiede anche se riuscirà a mantenersi il lavoro.

Manterrei questo tipo di percorso raggiunto anche nei capitoli successivi per tenere l'interesse alto. 

Ciao!
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