Il mistero della piccola Debora
Posted: Sat May 06, 2023 4:05 pm
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Aveva sempre vissuto una vita felice, perché i suoi genitori erano sempre stati presenti, pronti ad accontentarla in tutto e per tutto, soprattutto per quei favolosi codini e quella frangia che aveva chiesto con dolce insistenza sin dalla tenera età di cinque anni. Ma adesso, che stava diventando una signorina, desiderava adornare il suo viso con due orecchini semplicemente deliziosi. In realtà, quei gioielli apparivano superflui, perchè la bimba aveva un animo pieno di luce, ma Debora li aveva richiesti per sottolineare il fatto che stava diventando il fiore all’occhiello della sua famiglia, nonché la principessina di casa. Qualsiasi cosa capitasse, sapeva di poter contare sui suoi genitori. Il giorno dopo il suo decimo compleanno, però, la bambina smise di parlare e, per diversi giorni, confidò tutto al suo diario segreto, di cui solo lei aveva la chiave del lucchetto. Per fortuna questa fu solo una cosa transitoria, che si risolse in un breve lasso di tempo, ma due anni dopo, proprio il giorno in cui la bimba compì dodici anni, questo problema si ripresentò e non fu di facile soluzione. Anzi, per essere precisi, bisogna dire che quanto successe è ancora avvolto nel mistero. Se, sin dai primi giorni, Debora avesse fatto leggere quelle pagine ai suoi genitori, si sarebbe potuto venire a capo di questo fatto inspiegabile, per poter cercare le possibili soluzioni a ciò che la faceva stare così tanto male, al punto da tenersi tutto dentro.
Quando la bimba sentiva che il suo vissuto era lì davanti ai suoi occhi per presentarle il conto, andava nel garage sotto casa a chiudersi in uno scatolone di cartone fatto su misura per lei. Lì, il tempo sembrava fermarsi : trovarsi in quel posto, per Debora significava potersi godere, in assoluta calma e tranquillità, la sua musica preferita. Era ormai evidente che Debora desiderava lasciarsi pervadere da emozioni piene di positività, che le permettessero di capire che lei non era sbagliata, anche se si percepiva in quel modo. Quando si sentiva meglio, tornava in camera sua. Ma ci fu un giorno in cui Debora chiese ai suoi genitori di raggiungerla nel suo rifugio segreto, e cercò di confidarsi completamente con loro, in quanto erano le sole persone con cui si sentiva al sicuro, e da cui si sentiva profondamente capita. Quel giorno, la sua famiglia decise di far svagare la bambina : diversi giorni prima, infatti, Debora aveva espresso il desiderio di assistere alla partita della squadra di pallavolo di cui era accanita sostenitrice. Al palasport, anche un profano si sarebbe reso conto che la bimba si sentiva nel suo contesto : sembrava davvero che stesse per sostituire l’allenatrice, vista la sua stupefacente conoscenza del gioco.
Aveva sempre vissuto una vita felice, perché i suoi genitori erano sempre stati presenti, pronti ad accontentarla in tutto e per tutto, soprattutto per quei favolosi codini e quella frangia che aveva chiesto con dolce insistenza sin dalla tenera età di cinque anni. Ma adesso, che stava diventando una signorina, desiderava adornare il suo viso con due orecchini semplicemente deliziosi. In realtà, quei gioielli apparivano superflui, perchè la bimba aveva un animo pieno di luce, ma Debora li aveva richiesti per sottolineare il fatto che stava diventando il fiore all’occhiello della sua famiglia, nonché la principessina di casa. Qualsiasi cosa capitasse, sapeva di poter contare sui suoi genitori. Il giorno dopo il suo decimo compleanno, però, la bambina smise di parlare e, per diversi giorni, confidò tutto al suo diario segreto, di cui solo lei aveva la chiave del lucchetto. Per fortuna questa fu solo una cosa transitoria, che si risolse in un breve lasso di tempo, ma due anni dopo, proprio il giorno in cui la bimba compì dodici anni, questo problema si ripresentò e non fu di facile soluzione. Anzi, per essere precisi, bisogna dire che quanto successe è ancora avvolto nel mistero. Se, sin dai primi giorni, Debora avesse fatto leggere quelle pagine ai suoi genitori, si sarebbe potuto venire a capo di questo fatto inspiegabile, per poter cercare le possibili soluzioni a ciò che la faceva stare così tanto male, al punto da tenersi tutto dentro.
Quando la bimba sentiva che il suo vissuto era lì davanti ai suoi occhi per presentarle il conto, andava nel garage sotto casa a chiudersi in uno scatolone di cartone fatto su misura per lei. Lì, il tempo sembrava fermarsi : trovarsi in quel posto, per Debora significava potersi godere, in assoluta calma e tranquillità, la sua musica preferita. Era ormai evidente che Debora desiderava lasciarsi pervadere da emozioni piene di positività, che le permettessero di capire che lei non era sbagliata, anche se si percepiva in quel modo. Quando si sentiva meglio, tornava in camera sua. Ma ci fu un giorno in cui Debora chiese ai suoi genitori di raggiungerla nel suo rifugio segreto, e cercò di confidarsi completamente con loro, in quanto erano le sole persone con cui si sentiva al sicuro, e da cui si sentiva profondamente capita. Quel giorno, la sua famiglia decise di far svagare la bambina : diversi giorni prima, infatti, Debora aveva espresso il desiderio di assistere alla partita della squadra di pallavolo di cui era accanita sostenitrice. Al palasport, anche un profano si sarebbe reso conto che la bimba si sentiva nel suo contesto : sembrava davvero che stesse per sostituire l’allenatrice, vista la sua stupefacente conoscenza del gioco.