Costruttori di Mondi - Parte I - Primo Prologo

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Commento

La materia è relativa. Per lo meno lo è quando il pensiero trascende spazio e tempo .
Per questo è così difficile farvi capire dove e quando inizi La Storia.

A dire il vero non è neppure corretto parlare di inizio, dal momento che un'esistenza svincolata da tempo e spazio, non ha né un inizio e né una fine.
Per aiutare la vostra capacità di comprensione, d'ora in poi ragioneremo per semplificazioni. E diremo che La Storia comincia così:

  ha scritto: All'inizio c'è solo il nero.
Non il buio, dal momento che il concetto di 'buio' presupporrebbe l'esistenza del suo opposto, ovvero della luce e nessuno dei due sono presenti.
Il nero è il non-esistere: l'infinità del niente, perfetto e completo.
Notate bene come questo incipit sia comune a moltissime altre storie: ogni cosa comincia con il nulla e da quest'ultimo viene generata, presentandosi all'intelligenza del lettore come una cosa nuova. 
Non è un caso, in effetti: questo genere di apertura è la madre di tutte le storie epiche. Una vera e propria formula primordiale, propria di tutti i Costruttori.

Quando una storia comincia, nel momento stesso in cui avviene l'incipit, un'intera realtà viene partorita dal nulla. Ogni frammento della storia innesca un'esplosione nella mente dei lettori: un fenomeno del tutto simile alla nascita di una nuova galassia.
Anche in questo momento, mentre leggete queste parole articolate e sfuggenti, è in atto una trasformazione irreversibile nella vostra mente: la storia sta nascendo, proprio lì, nella vostra coscienza. Come una madre nel suo grembo, siete voi stessi che la state ospitando, donandogli una forma e una consistenza.
Così è anche adesso, nel campo astratto della vostra immaginazione: tutto nero. Anzi, tutto era nero.

  ha scritto:  
Di colpo dal nero, ecco che qualcosa si muove e viene fuori.

Un'esplosione di luce, stupenda e accecante. Un dolore atroce e unico, simile a quello che si proverebbe per la subitanea esposizione a una tremenda fonte luminosa.

Dal nero compaiono bianchi punti tremolanti: uno sciame di stelle, remote, innumerevoli.
In questo paesaggio fantastico, si fluttua senza peso, anzi senza corpo. I colori e le luci nel grade buio sono indescrivibili. Immaginate nebulose violacee, scie fiammeggianti di comete e pallidi pianeti azzurri. Provate a formulare nella vostra immagine questo paesaggio e state certi che non vi sarete avvicinati neppure lontanamente alla bellezza di questo spettacolo.
In questa eternità senza corpo e senza fine, una voce sovrasta i pensieri, plasmandoli:


תתעורר
Oh Tu che sei sospeso sopra le cose, Svegliati.
Ben tornato alla coscienza.
Adesso è il momento.
Il momento che tu torni a te, come un satellite alla sua orbita. Il momento che dalla voragine del vuoto, la realtà prenda un corpo e una forma. Quelli che tu gli vorrai dare.

Universi si sgretolano, interi sistemi si sgretolano, trasformandosi in meraviglioso pulviscolo dorato.
Da qualche parte nelle remote distanze del vuoto cosmico, risuona la musica di miliardi di soli che esplodono all'unisono.

  ha scritto:להקשיב
Ascolta.
Nonostante la vastità dell'universo, sono due e soltanto due i principi che lo regolano e che danno origine ad ogni cosa.
La forza della creazione e quella della distruzione. O se preferisci, la forza del mutamento e quella dell'immobilità.
Queste due spinte sono sorelle gemelle, nonostante spesso potrà sembrare vero il contrario. Ma cosa più importante, sono presenti in ogni frammento che compone la realtà.
Lottando faticosamente con il buio, una fonte luminosa più grande delle altre si sta formando al centro della visuale.
Potrebbe sembrare una massa incandescente di gas o forse di energia primordiale, ma concentrando l'attenzione appare per quello che è: una sfera trasparente dentro cui brilla una sagoma evanescente.


  ha scritto: להקשיב
Ascolta.
In eterno le forze gemelle si avvicinano e si allontanano, si sfiorano e si baciano. Un balletto che non ha tempo e spazio.
E che ora è in te, dal momento che una coscienza senziente non è altro che un continuo duello fra il riconoscimento di ciò che esiste e la sua negazione.
Concentrati: queste spinte sono in te. Sono te, una tua parte.
Dentro la sfera trasparente la sagoma si contorce: a tratti si addensa, formando un arto o una qualche appendice, altre volte si dissolve in fine materia informe. Dopo un tempo impossibile da misurare, la sagoma ha quasi assunto un contorno e un volume ben precisi. Solo i bordi restando evanescenti, disperdendosi in una sorta di fumo sottile.


  ha scritto: הִתגַלוּת
Sappi ciò che sei, che eri, che continuerai eventualmente ad essere.
Un Costruttore di mondi.

Generato, non creato, a tua volta dalla Nostra volontà: una progenie dell'Eternità.
Ci sei quasi.
Adesso anche i tuoi contorni sono delineati: i limiti della tua storia. Li hai decisi tu, proprio ora.
Sono in te, una parte di te.  

  ha scritto: בראשית
E ora va. 
E popola il vuoto di entità, di luoghi e si avvenimenti.
Costruisci i tuoi mondi.

La voce sta continuando a formulare pensieri, interminabile. 
Ma ormai non ce n'è più bisogno. Anzi: ormai non hai più bisogno di niente.
Hai già tutto quello che ti serve per creare.
Ora la Storia esiste.
  ha scritto: E la Storia si svolge, pigra ma inesorabile, lungo tutta la lunghezza dell'infinito.
Da qualche parte, si ode un suono bellissimo. 
Come di un miliardo di occhi che si aprono all'unisono.
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