La Sampo Pt.10

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La Sampo Pt.10


Ero incredulo, per tutto il tempo in cui ci si era frequentati aveva ostentato un atteggiamento da mangiatrice di uomini: - Ma come sarebbe che non lo hai mai fatto? Allora col "biondino" filosofo, il “trentenne” mollato dalla moglie e il “pittore” con baita in montagna, niente?
Lei negò con la testa: - Niente. Solo qualche limonata, qualche carezza, nulla di più.
- Cazzo amore! Mi hai fatto rosicare di gelosia solo per farmi consumare il fegato? - Alzò uno sguardo imbronciato: - E allora tu? Con Nella e quelle sgallettate con cui pomiciavi? Dovevo subire senza difendermi?
Ci guardammo: ci venne da ridere come scemi.
- Gesù! Che sfigati siamo stati. - esclamò e tornammo a baciarci, provando compassione per noi stessi.
Venne la fine del pomeriggio: Giulio tornò per decretare lo stop.
Nel trovarci avvinghiati un sorriso gli si illuminò il volto.
Il nostro stato fisico mostrava chiari segni dell' attività in atto: visi congestionati, capelli scomposti, abiti sgualciti, anche la temperatura della stanza e il sentore di traspirazione che vi aleggiava, lo confermavano.
Lui ci osservò poi disse ironico: - Bene! Vedo che avete parlato a lungo. Bravi i miei piccioncini.
Venne il momento dei saluti: separarci era già un tormento: dopo una ventina di minuti di lingue in bocca e abbracci riluttanti a sciogliersi, Giulio sbottò: - Cazzo raga! Dategli un taglio che si fa notte. Non vi siete cagati per una vita: ora non si riesce a staccarvi, manco foste cani in calore.
Lei sarebbe tornata dopo l’epifania, quella sera non ci era possibile sentirci: le telefonate da amici, dopo le diciotto, a casa sua erano vietate. Promise che, se gli fosse riuscito, avrebbe cercato di chiamarmi dal paese per farci gli auguri di buon anno.
Quando ripartirono sulla cinquecento del mio amico, dovetti sforzare le mascelle per trattenere il sorgere di nuove lacrime: due settimane di lontananza erano un tempo siderale, l’idea di affrontarle mi mandava in paranoia.
Avrei voluto addormentarmi quella stesse sera, per risvegliarmi il sette gennaio quando lei sarebbe tornata. Il tempo che ci separava era la cosa di più inutile e molesta del creato: sembrava che il “fato” o chi per lui, provasse un perfido gusto nel ritardare il momento della nostra vicinanza senza rotture di palle.
Una frenesia interiore mi agitava peggio che un frappè nel frullatore: mi impediva di distrarre i pensieri, non mi riusciva di concentrarmi su nulla. Presi diversi caffè e fumai un numero assurdo di sigarette, avevo necessità di condividere con qualcuno l’emozione strabordante di quei momenti.
Ciondolai a vuoto tra un libro di testo e uno zapping sulla TV, per occupare il tempo occorrente a Giulio per rincasare: quindi potergli telefonare.
Dovevo molto a quel benedetto ragazzo che aveva compiuto un delicato lavoro di ragno, nel tessere una tela dall’esito incerto, andando caparbiamente fino in fondo, per ottenere l’opera voluta.

Lo trovai prima dell’ora di cena: iniziammo una lunga chiacchierata, io ero felice, lui quasi più di me.
Iniziai a ringraziarlo: - Hai fatto un capolavoro. Sei un mito, fratello.
- Sì. Tranquillo, lo so. È il mio regalo di natale. Vedi di fartelo durare più di quello con Nella. Perché mi sono anche un po’ rotto il cazzo di stare a procurarti la gnocca.
- Questo è davvero un regalo grande. Sono così felice. Non so davvero come sdebitarmi.
- Ambè! Non ci pensare, ti vedo contento, mi fa piacere e va bene così.
- Giulio, Credimi, un grazie non basta: chiedimi quello che vuoi, sono a disposizione.
- Ma no, dai, niente, stai sereno.
- Guarda, insisto: se c’è qualcosa che ti possa fare piacere, tu chiedimela.
- Bèh! Se insisti. Se proprio ci tieni: allora invitami a unirmi a voi, la prima volta che trombate e andiamo in pari.
- Giulio...
- Eh?...
- Mavvafanculo, va!
- Ahahaha! Scemo! Chiudiamola lì.
- Che cazzone sei. Ok. Parliamo d’altro: che fai nelle vacanze - chiesi.
- Natale: solito classico in famiglia. Capodanno: forse in montagna con amici del vecchio giro.
- Capito, anche io non ho progetti, le passo in casa. Però dopo capodanno, magari ci si può vedere per farci gli auguri?
- Sì, dai, ci prendiamo un caffè e salutiamo il nuova anno con una canna della Madonna.
Scoppiamo a ridere.
- Su in montagna ci vai con Lara immagino?
Non rispose subito.
- No. Vado da solo, con Lara si è deciso di prenderci un momento di pausa, per riordinare le idee su noi due.
- Ah? Cazzo! Non sapevo che foste... - ero sorpreso dalla notizia - Che vi succede, avete litigato?
- Sì, anche. Ma è da un po’ che non giriamo tanto bene.
- Mi spiace davvero fratello. Ma c’è stato qualcosa che ha creato il problema?
- No. Diciamo che siamo in un momento di “stanca”. Ci siamo accorti di avere una visione e un progetto di vita diverso del nostro futuro. Quindi bisogna focalizzare cosa vogliamo veramente. - Aveva un tono opaco tutta l’allegria di poco prima era scomparsa.
- Cioè avete capito d’ essere troppo diversi?
- Sì. Siamo accordati su tonalità dissonanti. - nelle sue parole, una malinconica rassegnazione, la nostalgia per qualcosa di perduto.
- Dio bono, Giulio: sembrava che tra voi andasse tutto bene. Che, dopo il lungo tempo che siate stati insieme, le cose fossero chiarite.
- Lo so. Ma come vedi non è così.
Mi spiaceva un casino vederlo così amareggiato.

Era la prima volta che si apriva a parlare del loro rapporto così a fondo,
certo conoscevo diverse cose su loro due, ma in sostanza superficiali: Lara raramente entrava nei nostri discorsi.
Lui viveva quella storia diviso a metà, una sorta di schizofrenia: c’ era il Giulio che tutti conoscevamo, poi c’era l’altro accanto a lei, celato in una dimensione parallela, quasi se ne vergognasse.
Benché conoscessi poco di Lei, qualche opinione me l’ ero fatta.
Quello che non mi tornava, nel vederla accanto a Giulio, era il fatto che lei vivesse in una sorta di bolla illusoria: un mondo di cui si sentiva parte,
restandone però un’ intrusa.
Lara era di estrazione popolare, ma nutriva l’ambizione di appartenere a una classe superiore: una borghesia affluente che esibiva il proprio status nel possesso di cose esclusive e praticando stili di vita dispendiosi quanto effimeri.

Giulio per nature era all’opposto di quel mondo, ma per amore l’aveva accettata com’ era, forse pensando di riuscire a cambiarla.
Quando era iniziata la loro storia l’amava molto, era evidente che il tempo, più che unirli e renderli complementari, avesse messo in luce le ciò che li divideva. Probabile che alla fine stessero insieme per inerzia, non trovando la forza di dirsi che era finita e lasciarsi.
C’era, di fisso, il fatto che lei fosse la prima donna con cui aveva fatto l’amore, questo sicuramente influiva sulla bilancia del rapporto: la prima scopata aveva un suo peso specifico.
Dopo qualche momento di silenzio riprese: - Sai. Deve esserci una situazione di grandi congiunzioni astrali: pianeti che entrano in sintonia e portano movimento. - poi aggiunse: - Qualcosa lassù si è rimescolato di certo. Quanto sta succedendo non può essere casuale.
- Lo sai fratello che abbiamo un “karma” dinamico. - risposi - Nulla di strano che si mischino le carte dei nostri destini.
- Sono convinto che il nuovo anno ci porterà grosse novità, qualcosa che darà una svolta al senso delle nostre vite. - concluse con tono profetico.
- Quello che è accaduto con Sampo deve essere un anteprima del film che ci aspetta. - risposi ridendo.
Ci fu una pausa, udì nella cornetta lo schioccare di un cerino: si stava accendendo una cicca.
- Se hai tempo, ti racconto un’ altra cosa che è accaduta a scuola, il giorno prima che parlassi con Sampo di voi due.
- Oggesù! - esclamai - Che altro è successo ancora? Dai racconta!

(Continua)

Re: La Sampo Pt.10

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Ma ciao carissimo @Nightafter ,
volevo postare un racconto e ho pensato: ecco qui il "mio" commento e invece... sei diventato bravissimo, lo eri già, ma ora lo sei di più e non ho trovato nulla da suggerirti e poi ora mi sono appassionata alla storia per cui mi tocca aggiornarmi e cominciare dall'inizio... che bello leggerti dopo tanto tempo... mi pare di essere tornata a casa.
Buon proseguimento e... un abbraccio grande.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: La Sampo Pt.10

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Ma ciaoooo carissima @paolasenzalai 

Che piacere ritrovarti.
No non sono diventato bravissimo, continuo a fare gli stessi errori che mi segnalavi al tempo dei nostri primi incroci, in compenso come vedi sono diventato ancora più prolisso.
Non mi riesce di scrivere qualcosa che non sia una novena di almeno dieci capitoli.
Beata tu che trovi ancora la pazienza di leggermi, io mi stanco anche solo a rileggere i pipponi che pubblico qui.
Grazie in ogni caso della pazienza e della gentile sopportazione che mi dedichi.
A presto rileggerti in qualcosa di tuo che sono ansioso di trovare tra queste pagine.
Un bacione e un grande abbraccio, con gli auguri di una Pasqua serena.
Ciao :)
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