Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Poeta Zaza ha scritto: Meditiamo, gente... meditiamo...

https://www.corriere.it/cronache/24_mar ... 0deb.shtml
Incredibile. Se l'articolo non fosse di Rampini e a pubblicarlo non fosse il Corriere, verrebbe da pensare a una fake-new. Che le cose stiano anche così in un Paese in cui succede che i poliziotti sparino ai neri disarmati e i suprematisti bianchi siano la riserva di voti che forse porterà alla rielezione di un tristo figuro come Donald Trump, che le cose stiano così, dicevo, è la riprova di quanto sia forte la democrazia in America. Da noi non sarebbe mai potuto accadere, e oggi meno che mai.
Mario Izzi
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Poeta Zaza ha scritto: Se è detto in senso ironico, ok.
Perché a me sembra esattamente il contrario.
Perché dovrebbe essere detto in senso ironico? E' una democrazia, con tutte le luci ed ombre di ogni democrazia e senz'altro migliore di qualsiasi democratura o teocrazia. E quella dei suprematisti bianchi io la considero un'ombra, molto più buia di certe ridicolaggini imposte dalla moda del politically correct. Essere ridicoli è meno peggio che essere criminali, almeno secondo la mia opinione, che non è certo Vangelo, come non lo è qualunque altra.
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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@Cheguevara

La vicenda vera della nostra connazionale in una Università americana, dentro la "dittatura woke", è semplicemente terribile e da non sottovalutare.
C'è un clima di terrore a causa di un fanatismo che, purtroppo, non ha niente di ridicolo, e il cui scopo è minare i valori di una civiltà millenaria, i cui membri devono pubblicamente pentirsi di farne parte.
La mia grande paura (già ne parlai qui tempo fa) sta mettendo radici forti Oltreoceano, là dove sono sempre partite in anticipo tutte le mode che ci hanno raggiunto: le piccole e le grandi...

Un estratto della vicenda vissuta  dalla ragazza veneta:

“A New York ora devo scusarmi in continuazione per essere bianca, quindi privilegiata e incapace di capire le minoranze etniche. Sono catalogata dalla parte degli oppressori. Passo il mio tempo a camminare sulle uova, a dribblare le regole della cultura woke, qualsiasi cosa dica o faccia può essere condannata come una micro-offesa rivolta contro afroamericani o latinos”. Queste le parole di una cittadina italiana residente da quasi 15 anni nella Grande Mela e che ora si trova immersa in quella che è, a tutti gli effetti, una psicosi sociale. Lei stessa racconta di come abbia dovuto scrivere un saggio in cui “anticipavo quale sarà il mio impegno nel razzismo anti-black, perché è un dogma che il vero razzismo è solo quello di noi bianchi contro i neri”. Addirittura, spiega come sia stata esclusa dal corso sull’assistenza ai tossicodipendenti, perché i non-bianchi hanno la precedenza. Per non parlare di altre partiche che hanno dell’assurdo, come la richiesta di scuse con i compagni di corso neri per il razzismo di cui i bianchi sarebbero intrinsecamente portatori. “Ogni due settimane una bianca come me deve partecipare a una riunione di White Accountability (“responsabilità bianca”): due ore con una persona che ci interroga per farci riconoscere le nostre micro-aggressioni verso i neri e chiederci un pentimento”.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

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Poeta Zaza ha scritto: @Cheguevara

La vicenda vera della nostra connazionale in una Università americana, dentro la "dittatura woke", è semplicemente terribile e da non sottovalutare.
C'è un clima di terrore a causa di un fanatismo che, purtroppo, non ha niente di ridicolo, e il cui scopo è minare i valori di una civiltà millenaria, i cui membri devono pubblicamente pentirsi di farne parte.
La mia grande paura (già ne parlai qui tempo fa) sta mettendo radici forti Oltreoceano, là dove sono sempre partite in anticipo tutte le mode che ci hanno raggiunto: le piccole e le grandi...
A mio avviso si tratta solo di una moda che, come tutte le mode, compie una curva che, arrivata al culmine non può che volgere all'inevitabile discesa. Terrore mi sembra una parola grossa, più adatta al clima vigente in paesi dove vengono arrestati e assassinati
dissidenti politici o donne che non indossano correttamente il velo e, sinceramente, per andare a vicende terribili vissute da nostre connazionali all'estero, mi sembra ben peggiore quella di una ragazza che, accusata di aver picchiato dei fascisti in corteo, è detenuta da un anno senza processo in un paese della UE che dei diritti se ne sbatte allegramente essendo, appunto, una democratura. Trattasi di mia opinione, valida e fallibile come qualsiasi altra.
 
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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@Poeta Zaza L'America ha molte contraddizioni; per esempio, sono molto puritani ma sono anche i primi consumatori di prodotti legati alla pornografia.
Quello scritto nell'articolo mi sorprende fino a un certo punto; di certo non andrei bene in un sistema del genere, perché non mi scuso per colpe che non ho e non mi scuso per quello che hanno fatto altri.
Poeta Zaza ha scritto: C'è un clima di terrore a causa di un fanatismo che, purtroppo, non ha niente di ridicolo, e il cui scopo è minare i valori di una civiltà millenaria, i cui membri devono pubblicamente pentirsi di farne parte.
Ricordiamo quello che sta facendo il politicamente corretto: censure su Mary Poppins, su Biancaneve. Per non parlare della censura nelle scuole inglesi su Harry Potter. Queste cose non sono nuove: esistono da decenni.
Un video come quello sotto faceva ridere e basta. Prova a fare una cosa adesso al cinema e vedi che pandemonio salta fuori.

Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Cheguevara ha scritto:  Terrore mi sembra una parola grossa, più adatta al clima vigente in paesi dove vengono arrestati e assassinati
dissidenti politici o donne che non indossano correttamente il velo 
D'accordo con te, ma io non ho paura che arrivino in Italia i fondamentalisti islamici o le purghe sovietiche.

Ma della "dittatura woke" sì: tanta paura.

Anche che esista nell'alleata e amica America mi preoccupa non poco.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Poeta Zaza ha scritto: D'accordo con te, ma io non ho paura che arrivino in Italia i fondamentalisti islamici o le purghe sovietiche.

Ma della "dittatura woke" sì: tanta paura.

Anche che esista nell'alleata e amica America mi preoccupa non poco.
Io non ho paura, ma sono preoccupato, fortemente preoccupato, della possibile ri-elezione a Presidente della più grande potenza mondiale di un dichiarato suprematista bianco, incline all'immoralità, furbo sobillatore di masse violente e protettore dei ricchi. Quella che tu chiami "dittatura woke", invece che paura, suscita in me un vago senso di fastidio e tendenza al compatimento. Il mondo è bello perché è vario (avariato dicono a Napoli).
Mario Izzi
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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M.T. ha scritto: Un video come quello sotto faceva ridere e basta. Prova a fare una cosa adesso al cinema e vedi che pandemonio salta fuori.
Non fa ridere e basta. Hai provato a pensare come può recepire questa scena un ragazzo omosessuale, magari in difficoltà ad accettarsi? È chiaramente una scena omofoba, che adotta il punto di vista dell'eterosessuale e ridicolizza il diverso.
Sinceramente, secondo me un commento come il tuo dimostra proprio quanta strada ci sia ancora da fare per capire che certe accortezze non sono "politicamente corretto" : sono  un segno di rispetto per chi non è parte della maggioranza. La scena postata, semplicemente, è irrispettosa di una minoranza (quella gay) e il fatto che oggi non sia più accettabile dovrebbe renderci orgogliosi dei passi avanti fatti. 

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Sineddoche ha scritto: Hai provato a pensare come può recepire questa scena un ragazzo omosessuale, magari in difficoltà ad accettarsi? È chiaramente una scena omofoba, che adotta il punto di vista dell'eterosessuale e ridicolizza il diverso.
Non è affatto così: devi considerare il contesto in cui è stato realizzato il film. Era il periodo in cui la maleducazione era considerata di moda e lo dimostrano le scene nel ristorante, quelle con Paolo Villaggio, dove i camerieri sono sboccati. La scena non è omofoba, solo mostra uno spaccato dell'epoca; l'omofobia, l'odio, il disprezzo per il diverso sono altra cosa, come mostrato per esempio dal film American History X.
Sineddoche ha scritto: La scena postata, semplicemente, è irrispettosa di una minoranza (quella gay)
Vedi sopra. Bisogna conoscere il contesto: senza contesto si scade e basta, come sta facendo il politicamente corretto, che sta scadendo nel ridicolo, quando non nel grottesco e nell'assurdo.
Sineddoche ha scritto: un commento come il tuo dimostra proprio quanta strada ci sia ancora da fare per capire che certe accortezze non sono "politicamente corretto" : sono  un segno di rispetto per chi non è parte della maggioranza.
Un commento come il tuo dimostra che non si vede il vero problema, che non è una battuta tratta da un film di cassetta che mostra un contesto di un certo periodo e ricade nella scorrettezza del politicamente corretto. E di esempi ce ne sono altri.

Verso la fine del 2021, la commissione europea aveva fatto delle proposte per avere un’inclusività maggiore nella comunicazione.
“Non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ‘ladies’ o ‘gentleman’ ma utilizzare un generico ‘dear colleagues’; quando si parla di transessuali identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola ‘the elderly’ ma ‘older people’; parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona”. 
Le festività che non dovevano più avere connotazioni religiose, come il Natale, ma citate in maniera generica: secondo il documento si doveva dire, ad esempio, le "festività sono stressanti" e non più "il Natale è stressante". Sempre sul generico bisognava mantenersi quando si facevano esempi riguardanti persone, evitando di usare nomi tipici di una religione, come a esempio Maria o Giuseppe, tipici del cristianesimo. https://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/nuove-linee-comunicazione-ue-indicazioni-religione-genere-etnia-5a74fc5b-66fa-488d-bebc-7d417d1d8024.html

Poco prima di questa polemica era finita nell’occhio del ciclone la favola di Biancaneve e i sette nani, con il bacio dato dal principe a Biancaneve inteso come molestia sessuale perché non è consensuale, visto che la ragazza dorme: “Non può essere vero amore se soltanto uno dei due è consapevole di quello che sta accadendo”.
Dopo la polemica su Biancaneve, è toccata a quella sui sette nani, con Peter Dinklage che critica il live action recente: “Sono rimasto sorpreso di sapere che Disney si è detta orgogliosa nella scelta, per il ruolo di Biancaneve, di un’attrice latina. Per poi continuare a raccontare la storia dei sette nani… Una storia fottutamente arretrata, di sette nani che vivono nelle grotte. Tutto il rispetto per l’attrice e le persone che pensavano di fare la cosa giusta, ma dico io cosa stai facendo?” Critiche che secondo alcuni hanno portato a eliminare i sette nani, che ora non sono più nani ma un mix di persone di genere, etnia e statura differente.
https://tg24.sky.it/spettacolo/cinema/2022/01/26/biancaneve-peter-dinklage
https://www.bestmovie.it/news/hanno-tolto-i-nani-per-colpa-sua-peter-dinklage-attaccato-per-il-casting-di-biancaneve-video/854619/

La Chester University ha posto un “content warning” agli studenti che intendono leggere il libro di Harry Potter, incluso nel corso universitario Approcci alla Letteratura, presieduto dal professor Richard Lehay.
https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/politically-correct-britannico-colpisce-harry-potter-pu-2005605.html

Poi c'è stata la polemica su Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain perché nelle sue pagine veniva usato il termine negro.
Poi quella su Queste oscure materie, accusato d’istigare l’ateismo nei giovani.
Quella su Hunger Games mossa dalla ALA (American Library Association) per via della violenza cui vanno incontro i protagonisti adolescenti (Una polemica simile colpì anni prima Battle Royale di Koushun Takami.
https://www.rivistastudio.com/the-hunger-games-vs-bully/

Poi le critiche a Sailor Moon, considerato pericoloso perché poteva portare devianze nel comportamento sessuale dei bambini, femminilizzando il loro modo di rapportarsi e di vestire.

Secondo il tuo ragionamento, opere come quelle riportate qui sopra sono irrispettose e offensive. Ma sai cosa è offensivo? Quando ci sono autori come
Richard K. Morgan che per avere consensi e acquisire lettori utilizzano personaggi omosessuali e si compacciono di mostrare con gran precisione di dettagli le scene di sesso che attuano, facendo credere che sia apertura verso le minoranze quando invece è solamente pornografia.
Sineddoche ha scritto: il fatto che oggi non sia più accettabile dovrebbe renderci orgogliosi dei passi avanti fatti. 
non si sono fatti passi avanti. Non si è diventati più rispettosi. Semplicemente si sta nascondendo il problema, non lo si sta affrontando, celandosi dietro a ipocrisia e mentalità distorte.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Cheguevara ha scritto: Essere ridicoli è meno peggio che essere criminali, almeno secondo la mia opinione, che non è certo Vangelo, come non lo è qualunque altra.
Sono d'accordo sul principio di base, ma se vivere in un mondo di mostri è brutto, vivere in una sorta di circo perpetuo è straniante e per certi versi peggiore. I mostri almeno li si può combattere apertamente.
Hai ragione che la vicenda raccontata qui non ha niente di drammatico, ma a me fa impressione, perché vuol dire che il clima è questo: da una parte il razzismo vero, e camuffato, e dall'altra l'ipocrisia della tutela estrema dei "neri", un po' come qui da noi ci sono le "quote rosa". La parità dev'essere un diritto scontato e riconosciuto (tanto più che è scritto nella costituzione di tutte le democrazie). Questa schizofrenia ideologica che funziona un po' a caso non solo non fa bene a nessuno, ma crea ancora più divisioni. E difendere una giusta causa in questo modo vuol dire rovinarla, rendendola appunto ridicola.
M.T. ha scritto: Ricordiamo quello che sta facendo il politicamente corretto: censure su Mary Poppins, su Biancaneve. Per non parlare della censura nelle scuole inglesi su Harry Potter
L'accusa di satanismo a Harry Potter (o di fascismo al Re leone) era davvero una delle cose più stupide che abbia mai letto. Ci ho riso su per un bel po', poi mi sono resa conto del livello a cui si era arrivati e mi è passata la voglia di ridere. Non possiamo vivere in un circo, dove le minoranze vengono costantemente discriminate, anche se in modo mascherato, ma per compensare si censura Biancaneve o Mary Poppins. È del tutto folle.
M.T. ha scritto: Non si è diventati più rispettosi. Semplicemente si sta nascondendo il problema, non lo si sta affrontando, celandosi dietro a ipocrisia e mentalità distorte
Sottoscrivo
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

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Silverwillow ha scritto: Questa schizofrenia ideologica che funziona un po' a caso non solo non fa bene a nessuno, ma crea ancora più divisioni. E difendere una giusta causa in questo modo vuol dire rovinarla, rendendola appunto ridicola.
concordo.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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@Silverwillow  e @M.T.  In linea di massima concordo con entrambi. Mi viene da aggiungere che questa ridicola smania di voler adeguare il passato alla morale presente, oltre che sciocca, non tiene conto della circostanza che il senso morale è qualcosa di estremamente mutevole col mutare del tempo e delle generazioni: a proposito dei gay, nell'antichità era normale essere gay o bisex (lo erano Alessandro Magno, Giulio Cesare, Adriano e chissà quanti altri) e persino pedofili (nell'antica Roma era normale addestrare il puer alle pratiche sessuali). Si è poi passati alla punizione  degli omosessuali con la condanna a morte, e poi ancora, in una società libera e democratica, al disprezzo, con l'uso dei vari appellativi (frocio, finocchio,checca, eccetera). Oggi, se non sei un po' gay, o almeno bisex, corri il rischio di essere tacciato di bieco maschilismo. Io ho maturato la convinzione che tutto questo blaterare politicamente corretto su questioni di nessun conto abbia il solo effetto di distrarre l'attenzione dai veri problemi che affliggono l'umanità, problemi che, per una soluzione anche solo parziale meriterebbero la concentrazione dell'attenzione e il concorso di tutte le persone di buona volontà, senza distinzione di nazionalità, colore della pelle o orientamento sessuale: problemi come fame, guerre, cambiamento climatico, malattie. Scusate se il politically correct non riesce più di tanto a catturare la mia attenzione: semplicemente me ne fotto o, per dirla con l'amico@dyskolos , mi ni staju futtennu.
Mario Izzi
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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M.T. ha scritto: La scena non è omofoba
Definire un omosessuale come fru fru è omofobia, punto. E' una battuta omofoba.
M.T. ha scritto: . Bisogna conoscere il contesto: senza contesto si scade e basta,
Hai inserito una scena decontestualizzata, sostenendo che non è offensiva. Vista così, decontestualizzata (esattamente come l'hai proposta) è offensiva.
M.T. ha scritto: . Bisogna conoscere il contesto: senza contesto si scade e basta, 
Allora non vanno inserite scene togliendole dal loro contesto.
M.T. ha scritto: che non è una battuta tratta da un film di cassetta che mostra un contesto di un certo periodo e ricade nella scorrettezza del politicamente corretto
Ma infatti il contesto era un contesto omofobo. L'omofobia c'è anche oggi, tant'è che tra i ragazzi l'insulto peggiore è proprio frocio e sinonimi; per le ragazze, pu**ana. Oltre che una società omofoba, è una società ancora profondamente misogina. Ma lo è pur sempre meno di quaranta/cinquant'anni fa.
M.T. ha scritto: Quando ci sono autori come
Richard K. Morgan che per avere consensi e acquisire lettori utilizzano personaggi omosessuali e si compacciono di mostrare con gran precisione di dettagli le scene di sesso che attuano, facendo credere che sia apertura verso le minoranze quando invece è solamente pornografia.
A offendersi per la pornografia possono essere soltantodei bacchettoni moralisti. Un conto è notare come tanta narrativa sia semplicemente molto commerciale (quella che citi), un conto è sostenere che sia offensiva. Di per sè, una scena di sesso omosessuale può aiutare chi è omosessuale (e magari si sente diverso) a introiettarla come comportamento sano e perfettamente normale. Può aiutare anche gli eterosessuali a non vederla come qualcosa di strano (perché ovviamente non lo è).
M.T. ha scritto: non si sono fatti passi avanti. Non si è diventati più rispettosi. Semplicemente si sta nascondendo il problema, non lo si sta affrontando, celandosi dietro a ipocrisia e mentalità distorte.
secondo me invece un omosessuale oggi può vivere la sua omosessualità con meno patemi d'animo di cinquant'anni fa. Proprio perché, pur essendo discriminato, lo è meno che in passato.
M.T. ha scritto: Secondo il tuo ragionamento, opere come quelle riportate qui sopra sono irrispettose e offensive
Ma non è vero. Nessuna di queste per me è irrispettosa, ma non capisco cosa ci sia di male commentarle e a rilevarne aspetti critici utili alla discussione pubblica. Per esempio, adoro le fiabe classiche e i miti greci. Ma non posso fare a meno di notare come siano espressione di società misogine e patriarcali. Beh? Considerare tali elementi misogini e patriarcali (senza cancellarli, ovviamente!) e farne oggetto di una discussione pubblica per me vuol dire rendere vitali e utili queste storie. Celebrarle acriticamente, come s'è fatto e si fa spesso nelle scuole, è molto peggio: vuol dire musealizzarle.

Faccio notare, comunque, che tutte le opere citate sono giustamente fruibili nella loro interezza, semplicemente sono state arricchite di riflessioni ulteriori.

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Poeta Zaza ha scritto: https://www.corriere.it/cronache/24_mar ... 0deb.shtml

Solito ridicolo grido d'allarme da parte di giornalisti di mezza o tarda età per un fantomatico allarme woke. Portano ad esempio un caso estremo (e magari pure inventato o ingigantito, tanto l'anonimato permette tutto) per solleticare la paura di noi bianchi etero di vederci togliere qualcuno dei nostri privilegi, ormai così radicati da apparirci come diritti.

Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Sineddoche ha scritto:
Ma che frase è. 
Boh, sono basito. 
Mi dispiace che tu sia basito: è la frase di uno che si è rotto le balle di tutto questo circo attorno alle preferenze sessuali della gente: preferenze che il buon gusto (questo sconosciuto) comanderebbe di tenere per sé, anziché fare il cosiddetto outing, che è già una discriminante. Infatti, nessuno fa outing dichiarando di essere etero. Se rileggi attentamente quello che ho scritto nel precedente post, forse ti rendi conto che il mio atteggiamento rispetto all'omosessualità, come alla bisessualità, come all'eterosessualità, è assolutamente neutro, perché penso che la sessualità altrui non debba riguardarmi, a meno che mi venga imposta come esempio o moda: allora, legittimamente, mi incazzo.
Mario Izzi
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Per tornare in Topic:

"Ho 42 anni, arrivai dal Veneto a New York nel 2009 e me ne innamorai subito. Dovevo rimanere per uno stage di pochi mesi, sono ancora qui. Oggi però stento a riconoscerla. In Italia mi considero una progressista, perfino radicale. A New York ora devo scusarmi in continuazione per essere bianca, quindi privilegiata e incapace di capire le minoranze etniche. Sono catalogata dalla parte degli oppressori. Passo il mio tempo a camminare sulle uova, a dribblare le regole della cultura , qualsiasi cosa dica o faccia può essere condannata come una micro-offesa rivolta contro afroamericani o latinos".

Lo sfogo di L.T. è appena sussurrato, con molta prudenza. Di solito non lo faccio, ma capisco che nel suo caso dovrò usare solo le iniziali. Lavora in un’importante istituzione culturale italo-americana che non apprezzerebbe questa sua confessione. Lei vorrebbe cambiare mestiere per diventare un’assistente sociale, mettersi al servizio dei più bisognosi: senzatetto, tossicodipendenti, malati mentali sono un esercito in aumento in questa metropoli. Per questo si è iscritta a un Master della Columbia University, dove si formano appunto gli assistenti sociali. Nonostante abiti qui da 15 anni, non era abbastanza preparata a quel che l’aspettava dentro la prestigiosa università newyorchese.
"Per le prove di ammissione — racconta — ho dovuto scrivere un saggio in cui anticipavo quale sarà il mio impegno nel razzismo anti-black, perché è un dogma che il vero razzismo è solo quello di noi bianchi contro i neri. Sono stata esclusa dal corso a cui ero più interessata, sull’assistenza ai tossicodipendenti, perché i non-bianchi hanno la precedenza. Nella settimana iniziale del Master dedicata all’orientamento dei nuovi iscritti, a noi studenti bianchi è stato chiesto di scusarci con i compagni di corso neri per il razzismo di cui siamo portatori. E devo aggiungere questo dettaglio: perfino una studentessa afroamericana mi si è avvicinata per confessarmi il suo imbarazzo, lei stessa trovava quella situazione mortificante. Ogni due settimane una bianca come me deve partecipare a una riunione di White Accountability (“responsabilità bianca”): due ore con una persona che ci interroga per farci riconoscere le nostre micro-aggressioni verso i neri e chiederci un pentimento".

Cosa s’intende per micro-aggressioni, le chiedo? "C’è un lunghissimo elenco di frasi proibite, perché considerate offensive. Per esempio, non bisogna mai chiedere a un compagno di studi da dove viene: può suonare come un’implicita discriminazione etnica. Guai a chiedere verso quale campo di studi si orienta: se è nero quella parola può evocare una piantagione di cotone dove lavoravano i suoi antenati schiavi, se è di origini messicane un terreno agricolo dove suo nonno era bracciante. Se cadi in una di queste offese, devi dichiararla e chiedere scusa, poi fare un’analisi del privilegio bianco che ti ha indotto in errore".

In parallelo, mentre lei partecipa a queste sessioni di auto-denuncia e pentimento, i suoi compagni di studi afroamericani si riuniscono nel Black Women o Black Men Safe Space («spazio sicuro»): "È il momento a loro riservato per denunciare le micro-aggressioni di noi bianchi, e mettere sotto accusa la Columbia se non affronta in modo adeguato il privilegio bianco, il razzismo sistemico". La quarantenne italiana non ha rinunciato al suo sogno di aiutare i più deboli. Prima o poi ci riuscirà, a fare l’assistente sociale. È delusa però dalla qualità della formazione che le fornisce una delle università più prestigiose del mondo. "Tutti i corsi della Columbia devono essere insegnati nell’ottica del Prop: Potere Razzismo Oppressione Privilegio. Io riconosco che un’assistente sociale deve essere informata su tutte le ingiustizie, deve conoscere tutti i fattori di disagio sociale. Ma catalogarci nelle categorie binarie di oppressore/oppresso non aiuta a conoscere la realtà. Un’assistente sociale dovrebbe occuparsi dell’essere umano, non incasellarlo in definizioni ideologiche".

Tra gli incidenti che ricorda, c’è il corso in cui le fu chiesto di commentare un’intervista-podcast con un’adolescente nera durante la pandemia, una 14enne di Minneapolis. L.T. osò dirsi "colpita che un’adolescente fosse già tanto consapevole del trauma generazionale". Frase in codice: secondo la Critical Race Theory, che è il Vangelo delle università americane, il trauma generazionale è quello ereditato da chi discende da schiavi neri. "Sono stata messa sotto accusa da tre studenti: ecco, si vede il tuo privilegio, se tu fossi nera sapresti già da bambina cos’è il tuo trauma generazionale".

Un dogma che lei ha appreso frequentando il Master alla Columbia riguarda una minoranza sotto tiro di questi tempi, oggetto di minacce e aggressioni. Gli ebrei non sono tutti uguali. "La regola è che gli ebrei ashkenaziti, di origine est-europea, sono bianchi quindi oppressori, gli ebrei sefarditi di origine mediorientale hanno il diritto a stare nella categoria degli oppressi". Una sua compagna di studi ebrea-americana in classe ha raccontato di nascondere la propria origine per non correre rischi, ma prima di farlo si è profusa in scuse verso i compagni neri per aver osato descriversi come una vittima. Un episodio ha colpito l’italiana dopo la strage di Hamas del 7 ottobre. "Una docente ha organizzato un dibattito invitando un palestinese e un ebreo rigorosamente filo-palestinese. Nelle valutazioni che gli studenti fanno dei professori, quell’evento le è stato contestato perché nel dibattito mancava un portavoce di Hamas".

Ora che s’immerge in un campus così dottrinario, le torna in mente un episodio precursore, che avrebbe dovuto prepararla a quel che sta vivendo. "Durante la pandemia — ricorda L.T. — partecipavo a uno dei gruppi di mutuo soccorso a Brooklyn, in 1.500 volontari aiutavamo soprattutto i più poveri, gli immigrati clandestini rimasti senza nessuna assistenza. Nel quartiere di Bushwick a guidare i volontari era una donna bianca. Quando si è saputo, è stata crocifissa sui social: l’incolparono di neocolonialismo. Dovette dimettersi. Alcuni black del suo quartiere osarono difenderla: a loro volta sono stati accusati di avere introiettato il razzismo, e di avere il complesso del salvatore bianco". L.T. conosce dei neri che si ribellano a questa dittatura ideologica. "Una mia compagna afroamericana è stufa di vedersi rappresentare come un’eterna vittima bisognosa di risarcimenti. Lei dice: così mi viene tolta ogni auto-determinazione, in questa ideologia è escluso che io possa riscattarmi da sola, con le mie capacità e per merito mio".

Fonte: Massimo Rampini, Corriere della Sera, 04/03/2024
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Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Sineddoche ha scritto: Allora non vanno inserite scene togliendole dal loro contesto.
Il contesto te l'ho spiegato, ma continui a dire che è omofobia. Non posso certo mettere tutto il film, altrimenti si andrebbero a ledere i copyright. La scena può essere volgare, ma omofoba no. L'omofobia è quando ci sono persone come il generale Vannacci che definisco gli omosessuali come non normali perché sono una minoranza; già partire dal discorso che la normalità è sinonimo di maggioranza non va tanto bene, figurarsi definire non normale chi non appartiene a una certe cerchia. Allora anche chi ha gli occhi chiari non è normale, dato che la maggioranza ha gli occhi scuri.
Forse però si tratta di chi dice le cose. Sarri insultò Mancini durante una partita di calcio (non mi ricordo se lo etichettò frocio o finocchio), ma ehi, fa parte del calcio, fa parte del gioco, è normale insultare, quindi va tutto bene. Se io posto un video e dico che fa ridere, parte l'omofobia.
Come dice @Cheguevara , ci si stanca di un certo tipo di circo e d'isterie. Adesso se io dico "non sono omosessuale", parte la cagnara che manco di rispetto agli omessuali, che li denigro, solo perché esprimo la mia natura? Ma il rispetto è altra cosa.
Stessa cosa poi vale per le donne. Una volta ero in compagnia di uno e fece una battuta su una ragazza dicendo che sembrava Lara Croft e io sorrisi; quando se ne andò, una che conoscevo mi fece un pippone che avevo mancato di rispetto a quella ragazza, perché non sapevo se per il fatto che avesse il seno grande non le procurasse dei complessi. E sottolineo che ho solo sorriso a una battuta, nient'altro. Il rispetto è tutto un altro paio di maniche.
Dobbiamo divenire come la società di Demolition Man, dove per ogni parolaccia si viene multati? Oppure mettiamo la polizia morale come in Iran, dove per una bazzecola si massacra di botte fino ad ammazzare?
I problemi sono altri e più seri, tipo la proposta che si vuol fare di togliere l'Antimafia in Italia.
Sineddoche ha scritto: A offendersi per la pornografia possono essere soltantodei bacchettoni moralisti. Un conto è notare come tanta narrativa sia semplicemente molto commerciale (quella che citi), un conto è sostenere che sia offensiva. Di per sè, una scena di sesso omosessuale può aiutare chi è omosessuale (e magari si sente diverso) a introiettarla come comportamento sano e perfettamente normale. Può aiutare anche gli eterosessuali a non vederla come qualcosa di strano (perché ovviamente non lo è).
Non c'entra essere  moralisti e le scene che descrive Morgan in Sopravvissuti non sono per nulla d'aiuto a chi è omosessuale: è soltanto compiacimento.
Murakami descrive scene di rapporti omosessuali e lo fa in maniera diversa, stessa cosa Marjorie Liu e Sana Takeda con la serie a fumetti Monstress. Quella di Morgan è solo pornografia che vuol essere fatta passare per narrativa fantasy.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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Sineddoche ha scritto: @Cheguevara hai scritto chiaramente che dichiararsi eterosessuale vuol dire rischiare di essere accusato di maschilismo. 
È un'affermazione che non riscontro nella realtà e che perdipiù è priva di senso logico, dal momento che maschilismo e orientamento sessuale non c'entrano niente l'uno con l'altro. 
Potrei dire che non hai capito, ma probabilmente sarei tacciato di maleducazione. Così userò la formula politicamente corretta del "non mi sono spiegato". E va bene così.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: L'ideologia woke - Il pensiero unico

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@Poeta Zaza Avevi già postato il link contenente l'articolo completo. L'esperienza è allucinante, ma mostra, comunque, una faccia della medaglia. Nell'altra ci sono i suprematisti bianchi che sostengono Trump assaltando il Campidoglio e i poliziotti che sparano ai neri disarmati, mai ai bianchi. E' la democrazia di un grande Paese, con tanti difetti, ma migliore di tutte le dittature, democrature e teocrazie. E se alle prossime elezioni vincerà nuovamente Trump credo che tutto il mondo, in particolare quello occidentale, dovrà rimpiangere le gaffe di un nonno un po' svanito. 
Mario Izzi
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