Ciao Lizz.
Non so quanto possano essere illuminanti, ma provo a buttare qui qualche rimembranza/riflessione estemporanea da ex fumatrice.
Ho fumato la mia ultima "clope" (perché già stavo in Francia e così le chiamavo) il 1 febbraio del 2003. 20 anni, argh!
Con mio marito (allora ancora non marito) lo decidemmo a una festa tra amici: proviamo a smettere. Più come "vedrai che non ci riesci-vuoi scommettere?" che come scelta ponderata, ma siccome siamo testoni e competitivi, funzionò

Tralascio le difficoltà della cosa: 2/3 mesi a ingozzarsi di schifezze e sempre sui nervi, delle discussioni furiose per tutto e per niente...
Certezze: non avere più la puzza di fumo su vestiti e capelli è stata la cosa che più ho apprezzato, da subito. Lo odiavo anche quando fumavo con coscienza e piacere. Non rovinare più il sapore di un buon pasto con la "siga digestiva" è davvero apprezzabile, così come non ritrovarsi più nel letto incapace di dormire, con la gola irritata e il ritmo cardiaco ipereccitato dagli eccessi di nicotina in serata.
Altra certezza, terribile ma certezza, anche dopo 20 anni, capita che la sigaretta mi manchi, soprattutto dopo il caffè. Più di tutto è il gesto. Sembra ridicolo, ma è così, anche i primi tempi, sforzandosi di non pensarci, il più duro era rimpiazzare quel gesto (che allora rimpiazzammo temporaneamente ma assiduamente con quello di mangiare coccodrilli haribo con un conseguente e consistente aumento di peso.)
Anche nelle attese (all'aperto, ora, si intende), in particolare treni, bus, eccetera... la sigaretta per anni è stato il modo di riempire quei vuoti, ora ci sono i telefonini a occupare i tempi morti. Un'altra dipendenza
Come cominciai? La prima volta rubando di nascosto una sigaretta dal pacchetto di una delle mie sorelle o fratello, che all'epoca fumavano. Ma erano delle MS, una cosa terrificante, buttai tutto dopo un paio di boccate, posso ancora sentire il bruciore agre e amaro in gola. Poi, iniziando a uscire con le amiche, la comitiva, le estati al mare: una sigaretta scroccata qui e là, andava di pari passo con i primi alcolici. L'adolescenza, insomma.
A partire dai 16/17 anni divenni ufficialmente una fumatrice (fumare di nascosto in bagno non resta segreto a lungo, a meno che i genitori non siano sprovvisti di odorato

), non una grossa fumatrice, solo in discoteca, o comunque in lunghe serate di festa, superavo il mezzo pacchetto. Essendo molto timida, credo ci fosse anche l'effetto rassicurante di sentirsi grande, di sapere cosa fare delle mani, di nascondere l'imbarazzo quando non sapevo cosa dire in pubblico eccetera. E un vero piacere. Il piacere della sigaretta bevendo un cocktail, quella del caffè. Il piacere, assurdo e terribile, di fumare una sigaretta dopo una lunga arrampicata in montagna, coi polmoni ben dilatati e pronti a ricevere tutto quell'orrore) o una corsa, una partita a pallavolo o qualsiasi sforzo fisico appagante. Sicuramente piaceri indotti dalla nicotina e altre sostanze dal potere d'assuefazione, ma per il fumatore un innegabile piacere.
Per concludere, ricordo pienamente il piacere che mi dava, ma non vorrei mai ricominciare (ragione per cui anche quando, in compagnia, mi prende la voglia di scroccarne una-che-sarà-mai, non lo faccio per paura che non si fermi a una.), ma mi sforzo di non essere uno di quegli ex-fumatori oltranzisti che non sopportano che gli si fumi vicino, che fanno la morale... Sul balcone ho sempre un posacenere per gli ospiti che fumano.
Per sorridere, e perché non ho voglia di mettermi a lavorare, 2 aneddoti "fumanti":
1 Ero ragazzina, 15/16 anni, in giro in centro con le amiche: mentre accendo una sigaretta, il lungo "ciuffo da vamp" cade sulla fiamma dell'accendino e avvampa per davvero. Le mie amiche intorno urlano "oddio, bruci, bruci!" e non fanno nulla. Con la mano mollo l'accendino e afferro i capelli, stringo e li spengo. Al rientro in autobus l'odore di pollo strinato che avevo addosso era impressionante. L'anno scorso, uscendo dal ristorante, ne abbiamo parlato, con le stesse amiche, e abbiamo riso quasi quanto allora. I pericoli del fumo!
2 Un quarto di secolo fa o giù di lì, ero in vacanza in Dominica (non Santo Domingo, Dominica: minuscola isola indipendente, nelle piccole Antille), dove una stragrande maggioranza della popolazione è composta da autentici rasta. La notte di Capodanno eravamo in un minuscolo villaggio perso nella foresta, quattro case e tantissima vegetazione, e ci ritrovammo, come tutto il villaggio, a passare la serata nell'unico bar del posto. Fare due chiacchiere, bere una birra, giocare a biliardo eccetera. Una scena meravigliosa: la gente veniva da casa con la propria cena e uno sgabello e si sedeva davanti al bar a chiacchierare con i compaesani (e i rari turisti, in quel caso). La faccio corta, perché ci sarebbero un sacco di cose geniali da raccontare, ma qui parliamo di fumo: a un certo punto, prendo una sigaretta dal pacchetto, cerco l'accendino ma l'ho dimenticato. Intorno a me fumano tutti, chiedo da accendere, mi passano una sigaretta già accesa e mi ritrovo ad accendere la mia marlboro sulla brace di un enorme spinello, perché da quelle parti nessuno fumava tabacco, unicamente cannabis. Era anche forse l'unico borgo al mondo in cui nessuno considerava il capodanno: non gliene poteva fregare di meno. Non so se le due cose fossero legate.
Vedi tu cosa fare di questo florilegio di amarcord alla nicotina,
un abbraccio.