Un incontro in taverna

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LUOGO: taverna
METEO ESTERNO: sole
AMBIENTAZIONE: fantasy medievale

COME SI GIOCA: date un nome e una razza (elfo, nano, umano ecc...) al vostro personaggio in linea con l'ambientazione e "muovetelo" nella taverna. Potete entrare o essere già presenti. Interagite con chi partecipa. Non scrivete azioni autoconclusive (es: Tizio ruba il portafogli a caio e scappa via), in caso di azioni con interazioni simili agire scrivendo "cerca di rubare e, nel caso riuscisse, scapperebbe via", in tal modo darete spazio all'altro di reagire o meno. Nella vostra azione potete descrivere dei png (personaggi non giocanti) per riempire il luogo.

Come impostare l'azione di gioco:
nome pg(sesso,razza): descrivere cosa fa e altri dettagli <<parlato>> "pensato".

PRONTI? VIA!

Lerins (F, elfo): Il tanfo delle botti cariche di vino sembrò quasi un delicato fiore primaverile in confronto all'odore che le giungeva alle narici degli ospiti della taverna. Si strinse nell'angolo della sua seduta in legno, ritagliandosi un po' di spazio dietro un tavolo al lato destro della piccola sala. Innanzi a lei l'oste trafficava con i boccali sul bancone, e chiassosi alcuni nani tracannavano della birra spargendola sul pavimento di quercia. Le fu inevitabile scostare lo sguardo in una mal celata smorfia di dissenso, alzando le sottili dita destre alla fronte per perdersi in un rassegnato sospiro. Il suo superiore le aveva chiesto di occuparsi di uno scambio importante che sarebbe avvenuto in quel posto. Non aveva idea di chi avrebbe incontrato e cosa avrebbe dovuto recuperare, il suo compito non era fare domande, solo eseguire. La mano sinistra si aggrappò alla cinta che le segnava la vita, scivolando poi sulla azzurra veste per evitare che si riempisse di polvere sul suolo sporco della taverna.


Ora tocca a voi. Potete scegliere di interagire con la mia elfa o entrare per i fatti vostri nella taverna :)

Re: Un incontro in taverna

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Che gioco carino! Da asociale convinta, credo che entrerò per i fatti miei :D

Gengis (M, umano). Il suo ultimo esperimento magico era finito maluccio (se possiamo definire "maluccio" una buona parte della sua capanna e del bosco intorno trasformati in una torcia) e gli aveva lasciato una gran sete, nonché il bisogno impellente di spaccare qualcosa, o qualcuno. E quale posto migliore della taverna? Appena entrato fu aggredito dal tanfo consueto, ma gli bastò sollevare un lembo del lungo mantello nero davanti alla bocca. L'odore di legno e scoiattoli bruciacchiati sulla stoffa era sempre meglio di quello di orchi sudati e birra rancida che ristagnava lì.
Notò una graziosa elfa seduta all'angolo destro della sala che sembrava pensarla come lui, vista la smorfia disgustata sul suo viso. La ragazza era da sola, ma lui si guardò bene dall'avvicinarsi. Prima di tutto perché evitava contatti umani e non umani non necessari, e in secondo luogo perché la ragazza sembrava attendere qualcuno, ed era curioso di vedere chi fosse. E questo la diceva lunga sulla vastità della noia che si portava appresso da settimane, da quando il suo ultimo impiego era sfumato a causa di un piccolo incidente.
Passando agilmente in mezzo alla sala affollata, e spintonando con gentilezza di tanto in tanto, raggiunse il bancone e ordinò una birra tripla.
«Non dire cazzate» borbottò l'oste, senza sollevare il grugno dai bicchieri che stava asciugando, con uno straccio bisunto quanto i suoi capelli. «Non esiste la birra tripla.» 
«Allora tre boccali.» 
«Almeno ce li hai i soldi?» Gengis aveva appena aperto la bocca per ribattere, ma lo scimmione non lo lasciò finire. «Non come l'ultima volta, che dopo due minuti le monete sono diventate bottoni.» 
Gengis fece una smorfia: avrebbero dovuto restare monete almeno per qualche giorno. Doveva lavorarci di più. «Una birra sola» decise, con un filo di voce che cercò di far suonare sprezzante.
Mentre il barista grugniva di approvazione e riempiva il boccale, tornò a portare l'attenzione sull'elfa.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Un incontro in taverna

3
Il tuo personaggio è troppo bello xD



Lerins (F, elfo): Dal suo arrivo in taverna erano trascorse già due ore e del suo avventore non vi era stata ancora ombra. La mano destra mosse nuovamente, posandola morbidamente sul tavolo in un rinnovato sospiro. Seguirne le venature del legno con le dita fu un gradevole passatempo che la occupò, distraendola per qualche minuto, nonostante l'udito appuntito rimase attento a percepire le conversazioni altrui. La porta della taverna si aprì svariate volte presentando varie sagome avvolte dall'afa esterna, le osservò tutte senza particolare attenzione meno che una, un uomo barbuto e ammicante, vestito di tutto punto, che tentò di avvicinarsi a lei per prendere posto al suo fianco. A costui dedicò un'occhiata inequivocabile che lo spinse a desistere dal suo intento.
Calò dal capo il manto, liberando la chioma castana tirata indietro in un piccolo codino sulle ciocche lunghe intrecciate. Si diede come limite massimo prima di andarsene altri 20 avventori, non avrebbe atteso ulteriormente.
Fu il grido dell'oste a destarla dai suoi pensieri, e lo sguardo verdognolo scivolò rapidamente su quello strano ragazzo al bancone. La storia dei bottoni le strappò una smorfia interpretabile in un piccolo sorriso, che si stese maggiormente mutando in cortesia al vederlo fissarla. Gli elfi non sono certo conosciuti per la loro propensione al socializzare, ma il suo lavoro, sotto questo aspetto, l'aveva resa aperta a selettive simpatie.

Re: Un incontro in taverna

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Ea (f,tiefling) iraconda per la sua indole barbarica berserk, si decise a entrare in taverna con lo scopo di attaccare briga con qualcuno a caso, possibilmente di stirpe elfica. Inutile dire che la presenza di Leris, anche se non ne conosceva il nome, catturò subito la sua attenzione. Non si curò invece dell'umano Gengis che almeno per il momento non le interessava.  Il grido dell'oste non la scompose più di tanto, forse non era consentito entrare con una ascia bipenne e un coltellaccio ricurvo di chiaro stampo marinaresco seppur entrambe le armi non erano impugnate. 
A ogni modo se ne fregò altamente e, arrivata innanzi all'elfa, le fece un sorriso sghembo per poi affrettarsi a impugnare con la mancina il coltellaccio e conficcarlo con forza sulla superficie lignea del tavolo, dove stava sostando l'oggetto delle sue attenzioni. 
Poi solo un sibilo: «Il vostro posto è fra le foreste, non di certo in questa bettola portuale!» e rimase in attesa.

Re: Un incontro in taverna

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Gengis aveva appena bagnato le labbra nel sospirato boccale, quando la porta si era aperta facendo entrare una tiefling dall'aria molto incazzata, che era subito andata a piantarsi, o meglio a piantare il proprio coltellaccio, di fronte alla giovane elfa. I tiefling non gli andavano molto a genio, soprattutto perché l'ultima che aveva frequentato era un po' troppo prepotente, e gli aveva quasi cavato un occhio solo per un'innocente scappatella, prima di mollarlo portandosi via i pochi soldi veri che aveva. Con le donne non aveva fortuna, ormai ci era abituato.
Da principio aveva inteso il gesto della tiefling appena entrata come un rude saluto cameratesco, ma la frase che aveva pronunciato subito dopo era ben poco amichevole, quindi si avvicinò senza dare nell'occhio al tavolo delle due, pronto a dare una mano all'elfa in caso di bisogno. Non perché avesse preferenze, ma solo perché gli era parso che lei avesse ricambiato il suo sguardo curioso con una specie di sorriso.
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Re: Un incontro in taverna

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Lerins (F, elfo): Scostò lo sguardo poco dopo aver incrociato quello dell'umano portandolo quindi rapidamente alla porta spalancata bruscamente. Non si trattenne dall'osservare minuziosamente e sfacciatamente la tiefling che aveva fatto il suo ingresso, tenendo il viso steso in una pacata espressione al vederla avvicinarsi con foga. Rimase al suo posto, con gli occhi alti a fissare l'altra al sentire la lama conficcarsi nel legno. Un sottile sorriso in replica a quelle parole così amare, e la voce leggera, ma ferma, si fece strada tra le sue labbra <<Il vostro considerarmi adatta a posti ben più raffinati di questo mi lusinga giovane Tiefling, ma non siate così severa con voi stessa e con chi qui sosta. Sono certa che anche voi, con un po' di impegno, potreste percorrere luoghi elevati come le foreste>>. Non aggiunse altro, catturando con la coda dell'occhio la sagoma del ragazzo intento ad avvicinarsi.

Re: Un incontro in taverna

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Ea (f,tiefling) La berserk strabuzzò gli occhi per poi assottigliarli come fessure e rialzò la lama che aveva conficcato nel legno del tavolaccio.
«Non so che farmene di luoghi bui come le foreste, vengo dai mari del sud, non c'è traccia di vegetazione per miglia e miglia dove navigo io!»
Sentì poi alcuni passi alle spalle e senza voltarsi immaginò di aver richiamato l'attenzione dell'umano. Improvvisamente la sua ira sembrò scomparire nel nulla e un impercettibile sorriso fece capolino sulle labbra dal tratto appena accennato: «Oltre a perder tempo in foreste e bettole bevete e mangiate anche qualcosa di commestibile?» Indicò così il tavolo vuoto e successivamente si voltò richiamando l'attenzione dell'oste. «Offro io, si intende, in cambio di una precisa informazione». Nel girarsi incrociò lo sguardo di Gengis nel frattempo sopraggiunto e lo fissò con sguardo interrogativo, in attesa di una sua mossa.

Re: Un incontro in taverna

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Gengis [m, umano] rimase un momento spiazzato dal cambio di tono della tiefling. Sembrava che non avrebbe più avuto occasione di fare l'eroe, e se ne dispiacque un pochino. Ormai però era lì, e le due ragazze lo fissavano, quindi si stampò in volto un sorriso spavaldo, sincero quanto una moneta che un attimo prima era un bottone, e si avvicinò ulteriormente. «Magari potrei esservi utile anch'io per le informazioni che cercate. Conosco un sacco di gente qui intorno. Senza contare che è scortese far mangiare due graziose donzelle tutte sole.» Il suo stomaco brontolò al pensiero del cibo e lui si affrettò a fingere un colpo di tosse per coprirlo, nonostante il chiasso della taverna.
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Re: Un incontro in taverna

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Lerins (F,Elfo): Rimase nella sua posa statica limitandosi ad osservare i movimenti di entrambe le figure che senza tante moine o permessi parvero voler prendere posto al suo tavolo. La sua attenzione scivolò prima sull'umano, poi sulla tielfing ascoltandone le parole che al suo udito giunsero come una lama coperta di miele. 
<<Non ho fame>> esordì pacata, accennando un sorriso di circostanza <<ma accetterei volentieri dell'idromele>> continuò, indicando ad entrambi di accomodarsi. Non conosceva la natura di chi avrebbe dovuto incontrare, trovando l'avvicinarsi di due creature, così diverse tra loro, un buon inizio su cui indagare. <<Cosa potrei mai sapere che una guerriera di mondo come voi non sappia già?>> aggiunse morbidamente. La sua indole elfica le impediva di mostrare a pieno la sua sincerità così che ogni sua parola sembrava costantemente intrisa di un misto confuso e indefinito di sarcasmo e gentilezza.

Re: Un incontro in taverna

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Ea (F, Tiefling) Alle parole di Gengis, fece un mezzo sorriso e con un gesto impacciato lo invitò a sedersi. «Cosa volete mangiare umano? E qual è il vostro nome?». Rimase in piedi attendendo che l'uomo si accomodasse e poi con tono impaziente aggiunse: «Sto cercando Khan, il prefetto della città, mi ha mandato a chiamare per risolvere un problemino, sapete dove posso trovarlo?». Intanto si aggiustò rapida la lunga chioma viola che gli ricadeva selvaggia sulla fronte e chiese a Lerins: «Elfa, se siete della zona conoscerete il prefetto, la massima autorità del luogo... » Infine fece cenno all'oste di avvicinarsi per un boccale di idromele da offrire come promesso a Lerins.

Re: Un incontro in taverna

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Gengis (M, umano) Gengis si sedette con una certa cautela. Non era mai una buona idea intromettersi tra due donne sul piede di guerra, che fossero elfe, tiefling o altro. Ormai però era lì, e poteva scapparci almeno una cena, se non qualcosa di più interessante, quindi sorrise, in un modo che reputava affascinante. «Io! Io sono della zona.»  esclamò, tutto d'un fiato. «Il prefetto lo vedo qui spesso, ma ultimamente si è trovato una nuova amante, e credo che a quest'ora sia con lei. Mi pare che abiti in un loft esclusivo su un albero, poco lontano da qui.» Finì il suo boccale di birra e lo fissò malinconico per un istante, prima di poggiarlo sul tavolo con un sospiro. «A quanto ho sentito però è un tizio molto noioso e scorbutico, quindi forse potremmo cenare e andarlo a cercare dopo. Quelle salsicce sembrano invitanti» aggiunse, volgendo lo sguardo bramoso verso la griglia, che spandeva un fumo nero e unto da dietro il bancone, per poi tornare a fissare le due donne con espressione di aspettativa.
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Re: Un incontro in taverna

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Lerins (F, Elfo): Un sorriso appena accennato all'oste intento a prendere gli ordini di Ea, approfittando di quell'intermezzo per sciogliere il manto legato al petto per scoprirsi dal calore della stoffa che la avvolgeva. Il petto si gonfiò nella veste azzurra in un sollevato sospiro, smorzato dalla sonora digestione di un nano seduto a un tavolo poco distante. Fu la domanda giunta alle sue puntute orecchie a distrarla, fortunatamente <<Potete chiamarmi Lerins>> precisò con pacata fermezza, ascoltando dunque perplessa la risposta data dall'umano, replicando a costui <<un loft?>>. Certa di non aver mai sentito quella parola non si fece remore dal domandarne il significato, volgendo infine la parola all'altra <<So che stasera terrà un discorso nella piazza cittadina per dare inizio ai preparativi della festa d'estate. Di certo lo troverete li, con o senza amante>> terminò sottile sorridendo bonariamente pungente verso Gengis.
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