Pandora City

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Qui non si sta male. Pandora non è una città grande ma nemmeno piccola, assomiglia alla gran parte degli agglomerati urbani del nostro Paese. Come molti è stata fondata su un accampamento romano, perciò gode della regolare strurtura dettata da Cardo e Decumano. Sette strade in direzione est-ovest e sette orientate nord-sud. Le prime hanno i nomi dei colori dell'arcobaleno (via Rossa, via Arancione, via Gialla, ecc...) e le seconde i nomi dei Nani di Biancaneve (via Mammolo, via Brontolo, via Dotto, ecc...). Non è ben chiaro il motivo per cui i nostri primi cittadini non abbiamo preferito santi o partigiani, compositori o poeti. Non sono stati nemmeno fantasiosi per battezzare la piazza centrale con la fontana, che si chiama, appunto, Piazza Centrale della Fontana.
Ma in questo particolare periodo storico è decisamente il minore dei nostri problemi. In tutto il mondo è scoppiata una Pandemia, per cui non possiamo uscire tanto di casa né possiamo incontrare o abbracciare gli amici. Anche a Pandora c'è la Pandemia (qualcuno ha provato sui social a fare dell'ironia su vasi scoperchiati ma è durata poco, non c'è tanta voglia di scherzare) e la vita scorre lo stesso. Anche se diversa dal solito.



Cosa fanno gli abitanti di PANDora durante la PANDemia? Ma soprattutto chi sono i cittadini di questa città? Ci sarà il sindaco e il barbone, l'infermiere, il farmacista o il pittore e poi la signora anziana e i bambini della scuola, potrebbe abitarci un virologo famoso che fa le ospitate in tv o qualche politico.
Immagina di essere un cittadino di Pandora: puoi essere te stesso o immedesimarti in qualcuno molto diverso da te, puoi sfogarti contro i disagi che stai vivendo oppure descrivere quelli che immagini debba sopportare qualcun altro. I personaggi possono interagire tra loro, essere collegati da storie o parentele, ma anche no. Possono affrontare una tragedia o un momento felice, come vuoi, l'importante è raccontare la città.

Re: Pandora City

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Ciao, io sono una fotografa freelance di Pandora City. Mi piace immortalare scatti di questa magnifica città, paesaggi e ritratti, indifferentemente.
Chi vuole visitare il mio atelier è benvenuto.
La fotografia mi permette di superare la malinconia che questo periodo mi fa provare.
Riempire la mia camera oscura con provini e fotogrammi mi fa sentire meno sola.
@Talia tu chi sei?

Re: Pandora City

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Spero di non essere passata col rosso

Oddio, e se non mi fossi accorta di essere passata col rosso? A quanto ammonta la multa, vediamo, non ricordo, uffa. Ecco, tutta colpa di quella telefonata. Se mi ricordo bene, sulle duecento euro, poi ero così nervosa con quell'ottusa prepotente, cazzo anche lei è donna come fa a non capire, che di sicuro schiacciavo sull'acceleratore. Tanto la strada era vuota. Chi vuoi che ci sia in giro col lockdown... Non riesco a respirare... Duecento euro e i punti sulla patente? No perché quella mi serve, almeno per la spesa, che non posso mandare Samuele. Almeno il turno di notte glielo fanno fare, sennò il mutuo... Oddio, ancora quindici anni di mutuo... Se ho preso la multa come facciamo a pagarla? magari possiamo aspettare qualche mese, qualche anno, poi chissà ci costerà mille euro e poi diecimila e se la pandemia non passa come facciamo? Ci porteranno via la casa. Queste cinque stanze in via Eolo sono l'unica cosa che abbiamo... Ma non ancora finita di pagare. E se poi prendo altre multe? Quella stronza mi ha messa in cassa integrazione, non si rende conto quanto è stronza? Lo sa benissimo che il mio lavoro è indispensabile per la ditta, lo farà lei al mio posto. Non è capace. E chi allora? Renata? Ecco, quella troia arrivista! Ma sono certa che il motivo è perché non sono riuscita a rispondere al responsabile generale l'altro giorno. Eh, ma come fa a non capire che Duccio era in Dad col mio telefono perché la scuola non ci ha ancora assegnato il tablet in comodato d'uso? E speriamo che la maestra non abbia visto come ho strappato di mano il telefono a mio figlio... Che figura! Ma forse avevo già spento la videochiamata, o forse no... Mi porteranno via i figli per questo? Oddio, mi scoppia il cuore. Se venissero a controllare come li faccio vivere da mesi a questa parte. Oddio faccio le pulizie solo una volta a settimana, che non ho tempo, i servizi sociali porteranno via i miei tesori. Duccio, Teresa, come vi faccio vivere, vi urlo sempre, vi scaccio, non ho mai tempo per voi. E se non dovesse finire più? Come faremo?

Driiiiin


La sveglia. No, è già mattina e non ho chiuso occhio. Tra poco Samuele tornerà stanco sfinito e si ricomincia con la dad. Mi devo fare una doccia che sono sudata fradicia ed è meglio che cambio le lenzuola. Che schifo. Forse un caffè mi può aiutare. Finché possiamo permettercelo. Dio, fa' che non abbia preso quel rosso all'incrocio di via Mammolo!

Re: Pandora City

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Non sono da molto a Pandora, solo tre anni. Tre anni fa mi sono trasferito qui, prima stavo in un paese di mare, ho dovuto farlo per lavorare e adesso che il lavoro l'ho perso il mare mi manca più di ogni altra cosa, e sì che di cose me ne mancano. Sono un barbone, un vecchio barbone senza altre prospettive che continuare ad essere un barbone. Vivo nel garage di un amico, anzi non di un amico, che gli amici li ho persi da tanto, di un conoscente che me ne ha dato graziosamente l'uso. Un garage dotato anche di un wc e di un lavandino, così posso lavarmi e scaricare le deiezioni. Ho un fornelletto a gas, di quelli con la bomboletta incorporata, così posso cucinare. Per leggere uso le candele, perché il mio benefattore ha staccato la corrente elettrica. Per dormire uso un materassino gonfiabile di quelli da spiaggia e un sacco a pelo. Con la pensione sociale, non avendo da pagare affitto e bollette, riesco a mangiare, fumare, bere acqua minerale e vino in cartone. Nelle stagioni adatte giro per campi e boschi - qui intorno a Pandora ce n'è - in cerca di verdure selvatiche, funghi, noci e castagne. Non ho famiglia, quindi devo pensare solo a me. Potrei perfino essere contento del mio stato, se non fosse per i reumatismi e altri acciacchi minori, se non fosse la solitudine. Sono sempre stato tendenzialmente un solitario, ma una cosa è esserlo per scelta, un'altra per obbligo. Ho sacrificato qualche Euro per comprare dei blocchi di carta al supermercato, e una penna. Così, anziché parlare, scrivo quello che mi passa per la mente. Cose che nessuno leggerà mai, così posso essere sincero con me stesso. Per quanto ancora potrò vivere in questo modo? Me ne fotto, non è importante. Oggi farò una capatina al canile comunale (qui a Pandora ce n'è uno) e mi prenderò un cane, possibilmente un vecchio cane, così avrò anche qualcuno di cui prendermi cura e con cui parlare. E aspettare, insieme, che tutto sia compiuto.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Pandora City

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Ciao @Talia, vedo che la partecipazione a questa tua iniziativa, che considero interessante e di stimolo alla creatività, langue. Così proverò io a cimentarmi di nuovo con un altro dei personaggi che popolano Pandora, ma anche qualsiasi nostra città.

Anch'io, come tanti, sono stata danneggiata da questo cazzo di virus. Anzi, sono stata danneggiata più di tanti, perché il mio calo di fatturato non è dimostrabile, quindi niente accesso ai ristori, o sostegni, o come cazzo si chiamano. Perché il mio mestiere, pur essendo il più antico del mondo, non è compatibile con il rilascio di ricevuta, magari con pagamento tramite bancomat o carta di credito. Ve lo immaginate il sindaco, o l'avvocato, o l'impiegato delle poste che scarica dalla dichiarazione dei redditi la fattura per prestazione occasionale rilasciata da una mignotta? Che c'è, vi scandalizzate perché ho usato un termine così crudo? Preferite forse chiamarmi peripatetica, squillo, passeggiatrice? Ah, no, ho capito, oggi per quelle che fanno il mio mestiere è in voga l'appellativo "escort". Comunque, escort o mignotta che dir si voglia, si tratta sempre di scopare e fare pompini. Ma c'è mignotta e mignotta. Io a trent'anni ho risalito, a partire dalla strada, la scala sociale, e ora, non faccio per vantarmi, ma sono una "d'alto bordo". Trecento Euro a botta, più la camera d'albergo, perché non lavoro per strada e men che meno a casa mia. Mille Euro per una notte. Prima di questa cazzo di pandemia incassavo una media di cinquemila Euro a settimana, senza lavorare il sabato e la domenica e nelle feste comandate. Perché ho una mia vita privata e qui a Pandora nessuno, a parte i miei clienti e qualche portiere d'albergo (che prende buone mance per farsi i cazzi propri), sa cosa faccio per vivere: ho un aspetto distinto e con l'abbigliamento giusto per una signora elegante cerco di non mettere in evidenza le mie risorse fisiche che, a dire il vero, sono notevoli.
Se ho bisogno di scavalcare le pastoie burocratiche per qualsiasi motivo, mi basta rivolgermi all'amico giusto, e il gioco è fatto: per esempio, ho già programmato l'apertura di un'attività commerciale in cui, tra qualche anno, investire i miei risparmi, quando deciderò di ritirarmi. La licenza non sarà un problema. Qualcuno potrebbe obiettare che non è giusto guadagnare tanto in nero, che sono una che non paga le tasse: ebbene, sappiate che sarei ben felice di aprire una partita IVA e versare tasse e contributi, ma è la legge, una legge di perbenisti, a non consentirlo. Perché a chi fa il mio lavoro bisognerebbe portare rispetto, visto che almeno il settanta per cento degli uomini sposati ci usa come valvola di sfogo delle frustrazioni della propria esistenza, per esempio, un mortificante ménage familiare. Non siamo noi a rovinare le famiglie, anzi, spesso le salviamo. Ma il sistema perbenista ha deciso di ignorare la nostra categoria, preferendo nascondere la polvere sotto il tappeto. Tutto questo, con la pandemia, ha subito una pesante battuta d'arresto, io ho perso più della metà dei miei ricavi e, non a caso, tante famiglie stanno andando in crisi per la convivenza-reclusione forzata e la mancanza di evasioni non virtuali. Bisogna portare pazienza, le cose prima o poi miglioreranno. Ho fiducia.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Pandora City

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Sono passato su quel tratto di spiaggia, pochi giorni prima che succedesse il gran casino da cui sto scappando. Ricordo di avere camminato sulle assi e provato a romperle saltandoci sopra. Non ho avuto molta fortuna: sono scivolato, e se non fosse stato per la sabbia mi sarei rotto l'osso del collo. Ho sempre avuto una maledetta scalogna e non sono mai riuscito a trovare una motivazione valida a tutto ciò che a intervalli più o meno regolari arriva a scrollare la mia vita. Sono caduto su molte cose spiacevoli, faccia avanti, come nelle pellicole in bianco e nero dove volano le torte, e la sabbia non fa male.

Talvolta immagino di tornare sui miei passi e di scoprire che lei è ancora viva. Che mi ama ancora e non porta rancore per quello che ho fatto. Devo trovare riparo, le nuvole di piombo vanno ammassandosi e non c'è nessuno da abbracciare quando arriva il tuono.
Non conosco questa città e non voglio conoscerla, ho solo bisogno di un posto dove riposare. Quel capanno in fondo alla strada che pare un dente cariato andrà benone. Deve esserci un maledetto canile qui intorno, poco male, la burrasca li zittirà tra pochi minuti.

Re: Pandora City

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Giungo un istante dopo che la burrasca è passata. Il latrato dei cani come prevedibile si è chetato durante la tempesta.

Volgo lo sguardo al mare e scatto una foto delle acque di nuovo quiete.

Torno a casa e sviluppo il rullino: con mia somma sorpresa il mio ultimo scatto oltre al mare ritrae anche una barca a vela in lontananza, che sia mia sorella che sta tornando a Pandora City? Conosco solo lei che abbia il coraggio di affrontare una lunga traversata marittima con un tempo atmosferico incerto.

Non sto più nella pelle e corro di nuovo verso la spiaggia, portando la foto con me in cerca di altri indizi, ma nel tragitto incontro qualcuno e senza pensare gli chiedo se vuole accompagnarmi verso l'arenile per scoprire se si tratta davvero di mia sorella.
Mostro la foto e lascio che sia il mio interlocutore a scegliere se venire o meno con me.

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