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[CE2025] L'Errante

Posted: Sun Aug 03, 2025 3:02 pm
by Modea72
Traccia 3 “Il migrante”
Nel 2133 un migrante climatico arriva in un paese dove la gente sembra sorridere sempre e dove ogni cosa è in condivisione. Il migrante, con le sue esperienze di avidità e cattiveria sulle spalle, è incredulo e molto sospettoso, ma non può fare altro che accettare l’ospitalità che gli viene offerta
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“Sei tu al comando? Capisci quello che dico? Perché non parlate Maskan! Dove è il mio astrel? Non sapete con chi avete a che fare!”

Sono scioccato, ma sorrido mentre i miei occhi carrellano sui volti della mia gente accalcata. Sono sereni, speranzosi, non lo capiscono, ma sono certi che io possa aiutarlo.

“Pensi che abbia tutta la giornata a disposizione? Forse non capisci. Chiamami il Suprem!"

Storco la bocca. L’uomo avanza minaccioso e colpisce Akanke che gli ha appoggiato una mano su una spalla. È troppo. Mi alzo, la mia statura imponente fa indietreggiare quest’uomo tarchiato, pancia gonfia, capelli tinti appiccicati al sudore della fronte. Urta Aba e Ngozi; li guardo, continuano a sorridere, ma gli occhi sono inquieti. Mi placo. Credono in me, non li voglio deludere.
Non pensavo di ricordare il Maskan, le parole fluiscono con poche incertezze.

“Non so come tu abbia fatto ad arrivare fin qui, sono quasi cento anni che non arriva nessuno, vuoi dirmi il tuo nome?”

Mi guarda sprezzante, labbra serrate. Continuo con un approccio morbido.

“Immagino tu abbia fame e sete, vieni, potrai riposarti”

Appena traduco i miei intenti alla mia gente, mi vengono restituiti sguardi felici di approvazione.
Lo vedo rigido, infastidito, mentre decine di mani lo riempiono di doni e lo conducono alla sala grande. Portano cibo, bevande, sistemano tavoli, sedie, sofà, per condividere il momento.
Mangia e beve avidamente senza traccia di gratitudine, si scosta malamente quando viene toccato.
Monta il mio nervosismo, ne avevo dimenticato l’esistenza. Arriva Sofia a passo svelto, il mio cuore si placa. L’abbraccio e quell’uomo si insinua:

“Ah, quindi non te la fai con le nere, mi sa che ci capiamo meglio di quanto credevo!”

È disgustoso. La mia rabbia sotto la pelle. Sofia sente il mio battito accelerato, mi stringe il braccio per lasciarla fare.

“Sa dirmi come ha fatto ad arrivare qui signore?”

Il tipo gonfia il petto come un gallo.

“Meno male che ci capiamo! Chiamami Richard, e dammi del tu, non mi faccio problemi con i giovani, anzi!”

Le strizza un occhio con una complicità che non esiste. Sofia soffoca una risata sentendosi chiamare giovane. Ieri abbiamo brindato i nostri cento anni insieme, novantotto in questo posto. La voce dell’uomo mi distoglie dai miei pensieri.

“Vedi bellezza, l’Oceania è finita, tifoni, inondazioni, e poi ti senti soffocare con la temperatura oltre i cinquanta gradi, insomma, terra bruciata. L’Eurasia ancora regge, ho iniziato a investire qui da un paio di decenni, stavo venendo per trasferirmi definitivamente, ma diamine, devo essere svenuto quando Laureen ha perso il controllo dell’astrel ed eccomi qui. Quanto siamo distanti da Sun City? Ho degli uffici là.”

Sentirlo nominare Oceania e Eurasia mi sconcerta, da dove viene? È assurdo. Sorvolo e istintivamente lo attacco:

“Alla fine la Natura devastata si ribella e anche i ricchi si trovano ad emigrare!”

Sofia è stupita della mia provocazione, quest’uomo sta tirando fuori il peggio di me e alla mia frase reagisce con rinnovata aggressività.

“Immigrato io? Ma come osi, tutti questi neri qua, saranno arrivati sui flotties! Dove avete messo il mio astrel, senza il codice non lo potrete utilizzare. Mentecatti.”

Dumaka e Murowa gli si avvicinano offrendogli dolci e frutti, sorridono speranzosi, turbati da toni e posture. Richard è sospettoso, ma non rinuncia a prendere due pezzi di dolce.
Sofia onora la sua pazienza riprendendo il dialogo con quest’uomo, che rappresenta coloro a cui volevamo resistere quando ci siamo imbarcati a 28 anni, per capire cosa fosse successo in Africa e per aiutare eventuali sopravvissuti. Stavamo insieme da due anni, era il 2035.

“Vedi Richard, non so come tu abbia fatto a giungere qui. Non capitava dal 2038 che arrivasse qualcuno. Non abbiamo mai capito cosa sia accaduto dopo che il folle ha sperimentato nell’area centrale dell’Africa i raggi Eta dai suoi maledetti Starblind.”

Il tipo la guarda con il vuoto negli occhi, poi le si rivolge infastidito:

“Ancora con questa storia dei migranti? Che cazzo c’entra ora l’Africa, saranno cento anni che non c’è più, e se migravano vuole dire che non stavano bene. Senza sperimentazione non c’è progresso, poteva essere una mossa risolutiva. Il problema è che ancora non ci si può passare, che sparisce tutto e quello sì, che è un bel danno, i tragitti alternativi costano una fortuna!”

Vedo Sara stringere gli occhi, due piccoli solchi verticali tra le sopracciglia per concentrarsi. È dura mantenere la calma, ma l’informazione è preziosa. Il nostro vecchio mondo ancora esiste. Altrove. Voglio capire.

“Quindi nessuno sorvola o naviga dove prima c’era l’Africa, giusto?”

Mi guarda come se fossi totalmente idiota:

“L’area è vietata, lo sanno tutti, dicono che all’epoca sono spariti navi e aerei, ora provano con i droni e ancora la situazione non è cambiata. Sì sprecano un sacco di soldi con le rotte lunghe”

Assimilo la notizia. Lo guardo negli occhi, serio:

“Temo che Laureen sia passata dove prima c’era L’Africa.”

Lo vedo dapprima scattare per una risposta d’impeto, poi si sofferma e sembra afferrare dei ricordi, qualcosa che avvalora quanto gli ho appena suggerito. Si guarda intorno. Lo sguardo sospettoso diventa preoccupato, riaggancia i nostri occhi, interrogandoci senza parlare.
Sofia decide di rivelare qualcosa.

“Eravamo in venti alla prima missione di aiuto, ci siamo trovati qui in quattro, con un migliaio di africani che hanno raggiunto questo luogo seguendo luci mai viste, dopo tre settimane sono arrivati altri tre ragazzi, erano partiti in sedici, per cercarci, ci hanno detto che eravamo tutti spariti nel nulla Dopo tre anni è arrivata un’altra coppia, erano partiti in quattro, certi che non fosse vero che l’Africa con milioni di abitanti fossero spariti, volevano dimostrare al mondo che era falsa propaganda la trasmissione dai satelliti dove, al posto dell’Africa, c’era un’enorme isola rocciosa piena di radiazioni, secondo loro per sfruttare ancora di più il continente martoriato.
Ora sei arrivato tu.”

Non coglie l’anomalia delle tempistiche con i nostri eterni 28 anni e io non voglio condividere altro con quest’uomo. Dopo un paio di minuti di silenzio si agita e urla:

“Datemi un Sat, devo contattare il mio avvocato, subito.”

Scuotiamo la testa. Nessuno è contattabile e non si può andare altrove, questo posto sembra non avere fine. Navigando per ore, il mare si unisce con il cielo, condensandosi in una sostanza gelatinosa impercorribile.
Richard ora ci fissa con uno sguardo totalmente scettico, gli diamo il tempo di metabolizzare, ma l’unica domanda che gli viene in mente, è se lo abbiamo rapito.
Narkheasha e Obi gesticolano per fargli capire che se li segue potrà riposare. Hanno sistemato un appartamentino per lui. Cede, ma vuole essere accompagnato da un bianco.
Nei giorni seguenti la situazione precipita. Richard ormai convinto della bontà della mia gente, vuole imporsi, comanda, segna confini, pretende di essere servito, a volte ci aggredisce verbalmente perché non può accedere ai suoi fondi, mai un pensiero ad un essere vivente.
È una situazione inaccettabile, ma finora non abbiamo mai dovuto ricorrere a punizioni, limitazioni, qualsiasi azione sarebbe una forzatura.

Sento urla di bambina, vengono dalla casa di Richard, mi precipito.
Zahra corre verso di me piangendo, ha un livido sotto lo zigomo, la veste strappata. Ha tredici anni. Lui ostenta strafottenza:

“E quando le ricapita un bianco pieno di soldi?”

Un lampo negli occhi, l’impulso di massacrarlo, ma Zahra si è accoccolata tra le mie braccia confusa, una cucciola in cerca di protezione.
L’accompagno da Sofia.
Torno all’ appartamento di Richard. Non se ne accorge, steso sul letto a masturbarsi. Sono un sostenitore della pace, del dialogo. Siamo un nuovo popolo, viviamo nel pieno rispetto dell’altro e della natura, la violenza non ci appartiene.
Gli sono sopra in un attimo. Prova a difendersi, inutilmente.

Non credevo ci volesse così poco tempo a strangolare una persona.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Sun Aug 03, 2025 4:07 pm
by Modea72
Il mio commento, proverò a commentare tutti, qui pubblico il primo, obbligatorio:

viewtopic.php?p=77080#p77080

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Mon Aug 04, 2025 5:25 pm
by Simona M.
Il tema, mi pare, ripropone il momento della genesi della violenza, che nasce dall'avidità, dall'egoismo, dal desiderio di sopraffazione. Il racconto a mio avviso segue la storia biblica del Genesi dove il Richard Caino pone fine al mondo uscito fuori dall'Eden col suo comportamento violento e soverchiante. Tuttavia nel finale arriva un ribaltamento inaspettato perché è Caino a essere ucciso. quindi la vittima dall'Abele, del buono, del puro del tuo racconto. Da cui nasce una riflessione. E se fosse stato Abele a uccidere Caino? Ad ucciderlo per mantenere intatta la purezza del suo mondo? E questo mondo preservato dalla violenza colla violenza sarebbe stato diverso, pacifico, sereno, aperto? Oppure il seme del male, quel peccato originale insito nell'omicidio, si sarebbe trasmesso tramutando Abele in Caino e il mondo di Abele in quello di Caino? La domanda la lasci sospesa. Indipendentemente dall'essere Caino o Abele credo che la nostra Natura (Natura e Destino un bel saggio di K.Lorenz) ci porti dove le leggende bibliche ci mostrano. Siamo questo non può essere altrimenti.
Un bel racconto metaforico con un'ambientazione futuristica e distopica. Io avrei approfondito i motivi dello scontro tra i due protagonisti proprio per rendere la metafora più potente e il finale più coinvolgente. 
Bel tentativo

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Mon Aug 04, 2025 6:43 pm
by Alberto Tosciri
Ciao @Modea72

Questo racconto mi ha trasmesso un’ansia crescente, un senso di tensione e disagio che cresce man mano che si va avanti, e credo che questa reazione così forte sia proprio uno degli obiettivi del racconto.
All’inizio sono rimasto affascinato da questo mondo in cui tutto sembra basato sull’accoglienza, sulla fiducia, sulla condivisione.
Un’utopia realizzata. Ma poi arriva Richard, e con lui un’ondata di violenza, egoismo, razzismo, prepotenza. 
È come se portasse dentro di sé tutto ciò da cui quella società aveva cercato di fuggire: arroganza, razzismo, superiorità economica, violenza.
Ho fatto fatica a leggere certi passaggi, soprattutto quando lui insulta, tocca con arroganza, o peggio ancora fa del male. Il momento con Zahra mi ha  sinceramente disturbato.
Il finale mi ha spiazzato. Mi sono chiesto: può esistere un limite alla tolleranza? La non-violenza può sempre funzionare, anche davanti all’abuso? La scelta del protagonista è durissima, ma – emotivamente parlando – comprensibile. Questo mi ha lasciato un grande senso di inquietudine, e anche una riflessione sul fatto che perfino un luogo "perfetto" può essere messo in crisi da un solo elemento tossico.

Però ritengo sia meglio che non mi addentri troppo su questo argomento: è un campo minato. Il limite alla tolleranza ai soprusi, intendo. Meglio non giudicarlo alla luce dell’oggi, con tutte le sue mistificazioni ideologiche. Dal punto di vista della scrittura, ho apprezzato molto il ritmo: incalzante, quasi teatrale nei dialoghi, con immagini vivide e forti che non permettono mai al lettore di restare distaccato. Lo stile è asciutto ma emotivo, diretto, molto efficace nel farci “sentire” le emozioni dei personaggi senza bisogno di troppe spiegazioni.
Mi sono chiesto: io, al posto del protagonista, cosa avrei fatto? Fino a che punto si può essere pazienti, pacifici, comprensivi? C’è un limite oltre il quale anche la non-violenza non basta più? È una domanda scomoda, ma molto reale. Da un lato ho sentito una rabbia condivisa, dall’altro anche un senso di sconfitta, come se quel gesto avesse distrutto qualcosa di prezioso anche nel protagonista.
Credo che questo racconto sia una metafora: ci parla di chi arriva da un mondo distrutto (fisicamente e moralmente) e non riesce a cambiare, anche se gli viene offerta una possibilità. Ma ci parla anche di quanto sia fragile la pace, e di quanto sia difficile mantenerla quando il dolore supera ogni misura.
È un testo che scuote, e anche se lascia molte domande aperte, credo che questo sia un segno della sua forza.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Mon Aug 04, 2025 10:46 pm
by Modea72
Grazie @Alberto Tosciri per questo bel commento, hai centrato esattamente quel che volevo trasmettere, mi fa veramente piacere che ti abbia colto appieno le mie intenzioni.
Sono certa che nel mondo la maggior parte delle persone sia incline a vivere nel rispetto reciproco, un'umanità degna del senso pieno del termine, ma una netta minoranza avida senza limiti, aggressiva, individualista, proprio per la cattiveria che gli appartiene, prevale sulla maggioranza.
Alberto Tosciri wrote: Mon Aug 04, 2025 6:43 pmFino a che punto si può essere pazienti, pacifici, comprensivi? C’è un limite oltre il quale anche la non-violenza non basta più? È una domanda scomoda, ma molto reale.
Credo sia valido il paradosso di Popper anche per la tua riflessione:

"Ma, paradossalmente, una società aperta, tollerante, deve imporre un limite alla sua stessa tolleranza, pena la sua autodistruzione. La tolleranza infatti deve terminare laddove inizia la minaccia dell’intolleranza."

Grazie per il tempo dedicato.
Alla prossima fase!

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Tue Aug 05, 2025 11:24 am
by Modea72
Scusami @Simona M.,
avevo scritto una lunga risposta, stavo finendo, ho risposto a mia figlia su Wa ed è sparito tutto  :bash:
Ci riprovo!
Innanzitutto grazie per avermi letto e commentato, sinceramente non avevo minimamente pensato al riferimento biblico e la tua lettura in quest'ottica mi ha affascinata.
Sono molto scossa dagli avvenimenti di attualità a carattere mondiale, anche se in più parti del mondo orrori più o meno grandi ci sono sempre stati, con minore attenzione mediatica.
Ci si abitua veramente a tutto?
Scrivo con il classico rospo in gola.
Il mio racconto nasce dalle mie riflessioni quotidiane. 
Le persone "buone" saranno sempre sopraffatte dagli avidi, individualisti, prepotenti... Penso di poter sintetizzare dicendo da coloro che non hanno rispetto per l'altr@?
Probabilmente sì, proprio perché sono "buone", per sintetizzare tutte le caratteristiche di chi vive nel rispetto degli altri esseri viventi e dell'ambiente, per chi non vede confini, per chi sa riconoscere che siamo semplicemente un ingranaggio della natura.
E allora come si può capovolgere questo sistema?
Nel racconto ho scelto che la violenza ponesse fine alla violenza.
Ma abbassandosi ad un livello così basso, l'atto in sé ti rende estraneo ai "buoni".
Mi sono permessa di citare "1984" di Orwell, nel quale uno degli slogan era 
"La violenza è pace".
Non è forse quello che ha detto Testa Rossa in uno dei suoi deliri?
La differenza sarà forse per chi si arroga questo compito di portare per sé il pesante fardello, non farlo diventare a sua volta uno strumento di potere.
Ma così ognuno diventa giudice e decide delle altrui vite?
Implicitamente diamo il bene placido alla pena di morte, che, per inciso, mi vede contraria?
Vivo di riflesso un profondo conflitto e in qualche modo ho provato ad esorcizzarlo con questo racconto.
Grazie ancora

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Tue Aug 05, 2025 5:16 pm
by Albascura
Ciao, @Modea72 
Comincio dal titolo, L'errante non si collega in modo immediato alla struttura o ai temi principali del racconto.  Anche se arrogante e inconsapevole, Richard è di fatto un uomo sbalzato fuori dalla sua rotta, giunto per caso in un luogo che non capisce. Non vaga per scelta, ma per disastro. È l’emblema dell’uomo fuori luogo, che non appartiene. Se poi dai alla parola errante un significato diverso mi rimangio tutto.

Il racconto ha un tono potente con un messaggio sociale forte e una tensione narrativa che cresce parola dopo parola, fino al colpo di scena finale. Richard è l’archetipo dell’arroganza coloniale che si scontra con una comunità pacifica che ha trovato un equilibrio, e hai gestito il  contrasto on cura e intensità.

Un piccolo appunto sull’incipit: l’ingresso del personaggio di Richard è così immediato e brusco che mi ha disorientato. Manca una breve cornice iniziale che permetta al lettore di capire dove siamo e con chi. Basterebbe una frase per contestualizzare, magari con una piccola descrizione ambientale o del gruppo riunito, per rendere l’impatto ancora più incisivo.
Per il resto, è una storia che resta addosso. Il finale è di quelli che si leggono due volte per capire se davvero è successo. Ottima prova!

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Tue Aug 05, 2025 7:14 pm
by Modea72
Grazie @Almissima,
sono davvero felice per il tuo commento e sicuramente prendo nota del tuo consiglio per una futura revisione, pensavo fosse un buon escamotage iniziare dal suo arrivo per risparmiare caratteri, ma in effetti, manco sempre nelle descrizione dei luoghi che invece apprezzo molto quando le leggo.
La tua nota sull'incipit è un colpo al cuore.
Prima di questo racconto ho sempre scelto il titolo dopo aver finito di scrivere. Questo mio rientro dopo credo un anno è stato per me abbastanza sofferto, scelta la traccia, ho vagamente pensato cosa volessi trasmettere nel racconto e mi sono impuntata sulla scelta del titolo prima di scrivere una sola riga.
Una sorta di sfida stupida: se trovo il titolo mi cimento, altrimenti vuole dire che non è cosa.
Dopo quasi due giorni, l'illuminazione: Errante
In primis perché erra, sbaglia in tutto, nella visione del mondo, nella percezione di ciò che lo circonda, soprattutto nelle scelte, ma anche perché vaga; quando si ritrova un un posto diverso da quello immaginato, è effettivamente confuso. Vero che questo secondo significato è un po' stiracchiato come mi hai fatto notare, ma trovavo fantastico il termine che mi permettesse di unire i due significati.
Grazie davvero per il tempo che mi hai dedicato e il bel commento.
Alla prossima tappa.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 11:26 am
by NanoVetricida
Se ho ben interpretato, ho apprezzato molto l'elegante commento di @Simona M.
Diciamo che è molto difficile leggere, e anche commentare, questo racconto, decontestualizzandolo dall'attualità

In generale il ritmo del racconto è sempre alto, il racconto è scorrevole e godibile dall'inizio alla fine, 
ti segnalo che di punto in bianco appare una Sara, forse non ho capito, ma è sempre Sofia?
Mi permetto di dire che il finale, forse, meriterebbe un conflitto interiore del protagonista più intenso, più profondo

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 11:51 am
by Modea72
Grazie @NanoVetricida, ma come sarà uscita fuori Sara!?! Sì, intendevo Sofia  :facepalm:
Per la parte finale, hai assolutamente ragione, ho voluto rimanere entro gli 8.000 caratteri, mi insegna molto a potare lungaggini e a migliorare il ritmo, oltre a prenderla come sfida personale, tuttavia, spesso divento avara nelle contestualizzazione e abbastanza ermetica nei finali  :angelo:
In questo contest mi rincuora che c'è nel mio racconto moltissimo spazio per prequel e sequel.
Grazie per avermi dedicato del tempo.
Alla prossima tappa.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 4:11 pm
by bwv582
Ciao @Modea72, buon divertimento con il contest.
Sono contrastato nel darti un'opinione, ma ce la metto tutta per darti un pensiero approfondito e un parere che può esserti utile, da lettore.

La superficie del racconto mi ha messo in difficoltà. A livello di forma c'è una valanga di eventi riassunti nel dialogo iniziale: un ottimo espediente, secondo me, ma poi resta un po' difficile collegare tutti i fili. Questo dialogo occupa gran parte del racconto, per poi lasciare spazio a un finale molto breve, quasi improvviso, dove si risolve il tutto. In questo caso, magari scoprendo l'acqua calda ( :asd: ), potrei dirti semplicemente di dare più ampiezza all'idea perché, comunque, è una buona idea.
Al di là della forma, però, è una buona idea perché hai sviluppato in modo molto interessante il tema del migrante climatico, creando una storia al di là di questo - ho pensato all'immagine scolastica che abbiamo dei conquistadores - in cui l'arrogante nuovo arrivato si arroga, in base al proprio status, il diritto di fare il bello e il cattivo tempo.
Cito questo passaggio del tuo commento
Modea72 wrote: Wed Aug 06, 2025 11:51 amIn questo contest mi rincuora che c'è nel mio racconto moltissimo spazio per prequel e sequel
perché, al di là dello stesso svolgersi del cambiamento climatico (per un prequel), nel tuo racconto c'è questo finale molto interessante. Il nuovo arrivato, in un certo senso, ha portato il male in questo piccolo paradiso e uno degli abitanti è stato in grado di farlo fuori, appropriandosi di questo male, come se fosse una cosa naturale
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmNon credevo ci volesse così poco tempo a strangolare una persona.
perché in fondo ha risvegliato un proprio istinto, sopito in quel mondo paradisiaco. Qui, infatti
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmDumaka e Murowa gli si avvicinano offrendogli dolci e frutti, sorridono speranzosi, turbati da toni e posture.
c'è chiaramente la purezza del comportamento degli abitanti di questa piccola oasi, almeno finché Richard non ha portato il proprio male. Qui, secondo me, di sequel ce n'è un mondo. :libro: 

Alla prossima lettura.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 6:50 pm
by Modea72
Ciao @bwv582
ti ringrazio per questo commento, soprattutto perché mi auguri buon divertimento, ne abbiamo sempre bisogno  :love3:

Sono consapevole di avere messo dentro questo racconto una trama abbastanza complessa, grazie a questo forum cerco di correggermi quando parto con gli spiegoni ma, affidandomi ai dialoghi intervallati dai pensieri del narrante, necessariamente conto molto sull'immaginazione del lettore.
Non sei il primo a farmi notare che il finale è troppo veloce, quasi immediato.
Tendo spesso a farlo, con l'idea che, dando maggiori dettagli prima, poi il lettore avrebbe abbastanza indizi per farsi un'idea di cosa abbia portato al finale, mi sembrava un finale che poteva creare spunti di riflessione per spiegare il gesto ma dal momento che me lo fate notare, dovrò rivedere e dare maggiore spazio a questa parte, quando e se riuscirò a rimetterci mano.
Grazie ancora.
Alla prossima tappa.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 8:13 pm
by bestseller2020
Ciao @Modea72 ti lascio la mia impressione sul lavoro in generale, ma prima devo fare una premessa. Io e te, al momento, siamo quelli che hanno scelto la traccia "Il migrante". A cosa conduceva la traccia in fin dei conti? A mettere in evidenza una reazione a una certa situazione. Qualcosa che non capita nel nostro mondo attuale, dove se vuoi qualcosa devi dare anche tu qualcosa. Ma questo migrante, cattivo e ingrato, accetta la ospitalità che gli viene elargita: perché? Questo è il fulcro della traccia. Abbiamo ideato una storia molto diversa, io e tu. Però, tornando al tuo racconto, mi domando quale sia stata la reazione del tuo protagonista a tanta cordialità. Lui rimane sospettoso da subito, certo, ma ha una storia di troppo benessere alle spalle, al punto che gli appare tutto dovuto. Questo mi pare di capire. Quindi questa sarebbe la tua soluzione al conflitto generato da questa situazione.
Per il resto, a parte qualche punto che ti è sfuggito, ho trovato poco azzeccata la scelta di puntare a un piano di scena così complesso. Troppi nomi difficili da ricordare, da inquadrare nella giusta era temporale.. E poi, il finale. Questo omicidio mi pare forzato, considerato che è il protagonista e che la traccia aveva solo il requisito sopra descritto. Forse il finale andrebbe cambiato in qualcosa che stia dentro la morale che essa attinge dalla storia del protagonista e di chi lo ospita, a cui hai anche dato il compito di voce narrante. Perché così mi pare che la morale si sposti da un piano a qualcosa di diverso. Hai descritto un mondo gentile e pacificato ma che non ha rinunciato alla vendetta. Anche lo stupro appare una forzatura, anche se potrei anche pensare che la troppa gentilezza abbia posto le basi per tale libertà orribile da parte di Richard, e quindi rientrare in un effetto collaterale.
Anche l'idea dell'eterna giovinezza non mi pare ben rappresentata e non si capisce da cosa provenga. Ti riconosco però, a questo punto, se mi dirai che non mi sarei addentrato bene nell'atmosfera che hai inscenato, dandoti pure ragione :D, ma comunque sono troppi particolari di difficile arrivo per il lettore. Avresti dovuto usare tutti i 18k per organizzarli bene. Per il resto, penso che non hai avuto remore a cimentarti con un pezzo futuristico, ma penso pure, che il futuristico non può essere solo un insieme di nomi fuori dal comune, di altri mondi, ci vuole altro. Il pezzo era molto difficile e ci hai provato, ed io premio sempre il coraggio. Ciao a presto. <3

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Wed Aug 06, 2025 9:15 pm
by Modea72
Grazie @bestseller2020, apprezzo sempre i tuoi commenti, perché io e te spesso ci troviamo ai poli opposti nella modalità di narrare, ma anche di interpretare le tracce, quindi le tue considerazioni le ritengo particolarmente interessanti.
bestseller2020 wrote: Wed Aug 06, 2025 8:13 pmLui rimane sospettoso da subito, certo, ma ha una storia di troppo benessere alle spalle, al punto che gli appare tutto dovuto.
Ti confermo che è così.
bestseller2020 wrote: Wed Aug 06, 2025 8:13 pmQuindi questa sarebbe la tua soluzione al conflitto generato da questa situazione.
In realtà non è una soluzione, si genera un nuovo conflitto.
bestseller2020 wrote: Wed Aug 06, 2025 8:13 pmQuesto omicidio mi pare forzato, considerato che è il protagonista e che la traccia aveva solo il requisito sopra descritto. Forse il finale andrebbe cambiato in qualcosa che stia dentro la morale che essa attinge dalla storia del protagonista e di chi lo ospita, a cui hai anche dato il compito di voce narrante. Perché così mi pare che la morale si sposti da un piano a qualcosa di diverso.
In realtà il racconto, per come lo avevo pensato, per i risvolti nella trama, non aveva finali alternativi, ovviamente per me che l'ho ideato, capisco però, che possa non piacere. Nella traccia non ho letto morali sinceramente, solo un invito a costruire infinite possibilità.
bestseller2020 wrote: Wed Aug 06, 2025 8:13 pmAvresti dovuto usare tutti i 18k per organizzarli bene.
Hai assolutamente ragione, ma auto limitarmi agli 8.000 è per me un vero esercizio di scrittura e anche una sfida.
Devo migliorare ancora tanto con il racconto più breve, spero in un prossimo futuro di riuscire a gestire bene anche il massimo consentito.
bestseller2020 wrote: Wed Aug 06, 2025 8:13 pmpenso pure, che il futuristico non può essere solo un insieme di nomi fuori dal comune, di altri mondi, ci vuole altro.
:disco:

Grazie per le annotazioni e per l'apprezzamento nonostante tutto.
Alla prossima tappa.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Fri Aug 08, 2025 4:01 pm
by Kasimiro
Ciao @Modea72 un racconto che ho fatto un po' fatica a seguire per le dinamiche e il contesto. Anche se il messaggio è chiaro.
Si sente l'amarezza, l'impossibilità dell'essere umano di vivere in armonia, perché questa viene inesorabilmente rotta da egli stesso. Mi ha trasmesso dolore e angoscia. Sensazioni che immagino volevi comunicare.
Sono un po' tardo, ma mi è sembrato di capire che sono in qualche parte dell'Africa e che nessuno va da più di cento anni perché sono stati fatti degli esperimenti scientifici di cui hanno occultato le conseguenze? E ora vietano la possibilità di andarci?
Il finale risulta plausibile, non meraviglia a mio avviso. Tragico. Inevitabile che finisca così.
Solo un'ultima cosa: il protagonista deve avere tipo 130 anni? Come fa a strangolare Richard?
Può darsi che non abbia capito qualcosa. Pardon nel caso.
Comunque una lettura molto interessante.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Fri Aug 08, 2025 4:46 pm
by Modea72
Grazie @Kasimiro per avermi dedicato del tempo.
Molti passaggi non sono stati spiegati, lasciati alla fantasia del lettore, posso dirti quel che avevo in mente io.
Con gli esperimenti fatti sull'Africa, la stessa agli occhi del mondo, anche tramite riprese satellitari, non esiste più, sembra essere una grande isola rocciosa senza vita, che sprigiona radiazioni, inoltre, chi ha provato inizialmente ad andare per verificare e aiutare, è sparito.
In realtà si è creata un'area indefinita, un luogo che i superstiti da tutto il continente africano hanno raggiunto seguendo una luce e in questo luogo si sono ritrovate solo alcune persone degli equipaggi che erano partiti. Non ho dato in questo breve racconto spiegazioni, ma chi è riuscito ad arrivare degli equipaggi, attraversando le radiazioni, ha fermato il proprio tempo biologico, nello specifico il protagonista è rimasto ai suoi ventotto anni.
C'è tantissimo da inserire e aggiungere, spero sia una buona partenza per il prequel o sequel.
Il messaggio è proprio quello che hai indicato.
Contenta che tu l'abbia trovato interessante, grazie.
Alla prossima tappa.

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Sat Aug 09, 2025 2:39 pm
by Poeta Zaza
Contenta che tu sia qui al Contest d'Estate!  :)
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmTraccia 3 “Il migrante”
Nel 2133 un migrante climatico arriva in un paese dove la gente sembra sorridere sempre e dove ogni cosa è in condivisione. Il migrante, con le sue esperienze di avidità e cattiveria sulle spalle, è incredulo e molto sospettoso, ma non può fare altro che accettare l’ospitalità che gli viene offerta
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“Sei tu al comando? Capisci quello che dico? Perché non parlate Maskan! Dove è il mio astrel? Non sapete con chi avete a che fare!”
Con un breve incipit, hai tracciato l'identikit di questo errante! Mi hai fatto ridere!  :D
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmNon pensavo di ricordare il Maskan, le parole fluiscono con poche incertezze.

“Non so come tu abbia fatto ad arrivare fin qui, sono quasi cento anni che non arriva nessuno, vuoi dirmi il tuo nome?”

Mi guarda sprezzante, labbra serrate. Continuo con un approccio morbido.

“Immagino tu abbia fame e sete, vieni, potrai riposarti”

Appena traduco i miei intenti alla mia gente, mi vengono restituiti sguardi felici di approvazione.
Lo vedo rigido, infastidito, mentre decine di mani lo riempiono di doni e lo conducono alla sala grande. Portano cibo, bevande, sistemano tavoli, sedie, sofà, per condividere il momento.
Mangia e beve avidamente senza traccia di gratitudine, si scosta malamente quando viene toccato.
Ben tratteggiato l'evolversi del suo soggiorno. 
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pm“Eravamo in venti alla prima missione di aiuto, ci siamo trovati qui in quattro, con un migliaio di africani che hanno raggiunto questo luogo seguendo luci mai viste, dopo tre settimane sono arrivati altri tre ragazzi, erano partiti in sedici, per cercarci, ci hanno detto che eravamo tutti spariti nel nulla Dopo tre anni è arrivata un’altra coppia, erano partiti in quattro, certi che non fosse vero che l’Africa con milioni di abitanti fossero spariti, volevano dimostrare al mondo che era falsa propaganda la trasmissione dai satelliti dove, al posto dell’Africa, c’era un’enorme isola rocciosa piena di radiazioni, secondo loro per sfruttare ancora di più il continente martoriato.
Ora sei arrivato tu.”

Non coglie l’anomalia delle tempistiche con i nostri eterni 28 anni e io non voglio condividere altro con quest’uomo. Dopo un paio di minuti di silenzio si agita e urla:

“Datemi un Sat, devo contattare il mio avvocato, subito.”
Primo: non fidarsi di nessuno. Crede di pararsi le spalle contattando (con presunta facilità) colui che paga per essergli sempre d'aiuto, in ogni caso.
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmNei giorni seguenti la situazione precipita. Richard ormai convinto della bontà della mia gente, vuole imporsi, comanda, segna confini, pretende di essere servito, a volte ci aggredisce verbalmente perché non può accedere ai suoi fondi, mai un pensiero ad un essere vivente.
È una situazione inaccettabile, ma finora non abbiamo mai dovuto ricorrere a punizioni, limitazioni, qualsiasi azione sarebbe una forzatura.
Non si può includere tutti, neanche sforzandosi.  :si:
Modea72 wrote: Sun Aug 03, 2025 3:02 pmSento urla di bambina, vengono dalla casa di Richard, mi precipito.
Zahra corre verso di me piangendo, ha un livido sotto lo zigomo, la veste strappata. Ha tredici anni. Lui ostenta strafottenza:

“E quando le ricapita un bianco pieno di soldi?”

Un lampo negli occhi, l’impulso di massacrarlo, ma Zahra si è accoccolata tra le mie braccia confusa, una cucciola in cerca di protezione.
L’accompagno da Sofia.
Torno all’ appartamento di Richard. Non se ne accorge, steso sul letto a masturbarsi. Sono un sostenitore della pace, del dialogo. Siamo un nuovo popolo, viviamo nel pieno rispetto dell’altro e della natura, la violenza non ci appartiene.
Gli sono sopra in un attimo. Prova a difendersi, inutilmente.

Non credevo ci volesse così poco tempo a strangolare una persona.
Una degna conclusione (per il contesto) che fa meditare sull'accoglienza senza riserve: non può esistere. 
Complimenti e grazie per la lettura, @Modea72   :)

Re: [CE2025] L'Errante

Posted: Sat Aug 09, 2025 6:58 pm
by Modea72
Grazie @Poeta Zaza per avermi dedicato del tempo, sono contenta di ricevere il tuo commento, cominciavo a pensare che non ti fosse piaciuto affatto.
Curioso e interessante come ognuno di noi possa avere una diversa percezione del messaggio insito in un racconto non troppo esplicito.
Per me, la triste conclusione, è l'incapacità per alcuni esseri umani, di condividere e rispettare e ancora più tristemente ho posto (forse, probabilmente no) fine al problema, con un abbruttimento di chi si era invece integrato in un sistema che sembrava perfetto.
Grazie ancora per il passaggio.
Alla prossima tappa