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[CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Mon Apr 21, 2025 7:36 pm
by Poeta Zaza
[CPQ 25] Cambiamenti
Rinascita

In un mondo statico, la vita scorre lenta,
Tra le pieghe del tempo, la speranza si smorza,
Difficile è vedere oltre la polvere densa,
Quando il presente si aggrappa al passato con forza.

Ma nel cuore di ogni notte, un barlume risplende,
Come stella solitaria nel cielo della mente,
E mentre il vento sussurra, il destino si prende,
Le sfide dell'oblio, l'anima si fa corrente.

Difficile che le cose cambino, è vero,
Ma nell'oscuro labirinto, la via si fa chiaro,
Basta un seme di sogno, per far fiorire il desiderio,
E nella danza dell'incerto, il cambiamento è mistero.

Così nell'ombra dell'incertezza, ci si perde e si ritrova,
Tra le pieghe del destino, si tessono nuove trame,
Difficile che le cose cambino, ma la vita si rinnova,
E nell'eterna danza dell'esistenza, nulla resta uguale.


James Green

"Vai a lavorare! Mica credi che ti teniamo gratis, eh?"
La voce di zia Carla, la sorella del padre, gli risuonava monocorde e crudele nella mente, ripetuta ogni giorno dalla data della morte dei genitori. Ed erano mesi, ormai.
Giorgio aveva dovuto smettere di andare a scuola, dove frequentava la quinta, e lavorare duramente nella fattoria degli zii che lo avevano accolto, ammirati per questo dalla comunità rurale del paese. Lui era uno dei tanti orfani di guerra (per il padre) e della povertà (per la madre morta di parto col fratellino di Giorgio).
Pur nella sua limitata esperienza, il ragazzo sentiva l'ingiustizia di non poter studiare e giocare, frequentare i suoi coetanei. Rimpiangeva l'amore di una famiglia che aveva perso di colpo, per essere catapultato in un'altra che vantava solo legami di sangue vicini ma freddi: di più, lo sfruttavano al lavoro sino a farlo crollare, in cambio di una minestra e un pezzo di pane. Non era il loro caro nipote, come lo presentavano agli altri.
Così aveva deciso di scappare: da solo, perché non aveva amici nelle sue condizioni, anzi, non ne aveva più perché non usciva dalla fattoria.
Nella notte, abbracciato a un fascio di paglia, umida delle sue lacrime, si era poi assopito, vinto dalla fatica del giorno e del tempo, nel fienile in cui aveva trovato riparo la prima sera. Aveva sognato la mamma che lo teneva dolce tra le braccia e lo accarezzava.
Il mattino seguente, rinfrancato, aveva ripreso il cammino verso sud, una direzione scelta per andare nel clima più caldo, dove almeno avrebbe avuto almeno il sole per scaldarsi, dato il niente che possedeva.
Seguiva, quel mattino, lo stesso torrente che gli dava acqua fresca dalla partenza, le sponde su cui crescevano alberi da frutto che gli riempivano la pancia, quando vide un ragazzo aggrappato a un masso che si lamentava. Era caduto malamente mentre attraversava in orizzontale le sponde, e non riusciva a rimettersi in piedi. "Ti aiuto io" gli aveva gridato, mentre si guardava intorno a cercare un bastone, un ramo, una corda. 
Con una liana legata al tronco di un albero e come cintura, si era immerso con l'acqua alle cosce e aveva raggiunto il ragazzo in difficoltà. Lo aveva liberato da un masso sulle gambe.

Teresio sta scappando anche lui da una vita grama peggio della sua. Ha dodici anni come Giorgio, ma è più alto e muscoloso. Lasciato in un orfanotrofio all'età di un anno circa, crescendo, le suore lo hanno via via "affittato" alle aziende agricole del posto, dove, nel periodo estivo, riceve anche vitto e alloggio. Ma quella vita gli va stretta, e la voglia di avventura ha prevalso.
Mentre camminano, si riconoscono, da subito sulla stessa onda di pensieri: le loro solitudini vanno d'accordo. 
Si trovano a costeggiare un muretto che fa da recenzione a una villa circondata da prati con alberi da frutta. Adocchiano delle pere  e si arrampicano, tramite le fessure nelle pareti del muretto, sino in cima. Da seduti comodi, spiccano una pera dal ramo e la consumano sul posto.
"Non ci sono cani da guardia" fa notare Teresio.
" La casa è abitata, però" replica Giorgio, che indica una finestra aperta al primo piano.
"Il padrone deve essere buono, visto che non ha messo i vetri qui in cima ai muretti".
Nello stesso momento, proprio da quella si affaccia un uomo calvo, con barbetta grigia e occhiali, appoggiato a un bastone:
"Volete guadagnarvi un pasto più ricco? Scendete da lì e aspettate che vi apro".
I due saltano dal muretto e in un attimo sono davanti alla porta della villa. Non ricca all'apparenza, ma ben tenuta, come vedono anche entrando, ricevuti dal proprietario, presentatosi come Attilio Barra, storico di professione. 
Il divano dove li fa accomodare il padrone di casa è di pelle, ricoperto da un copridivano di stoffa azzurra, in un salone-libreria le cui pareti sono tappezzate di libri, su mensole a muro o in scaffali di legno. Ovunque volgano lo sguardo, libri: libri vissuti, sfogliati più volte perché amati.
Arriva una signora che si presenta come Anna, e li accompagna in cucina dove offre loro una tazza di latte con due fette biscottate e un grande sorriso.
Il signor Barra si appoggia alla credenza e, mentre mangiano, felici dell'inaspettato dono, racconta di sé ai ragazzi che gli hanno fatto una buona impressione.
Lui ha insegnato nelle scuole superiori, poi si è dedicato alla pubblicazione di saggi storici: "Roba noiosa" ride strizzando l'occhio.
Da qualche anno, ha un problema alla vista che gli impedisce, di fatto, di dedicarsi alle sue passioni letterarie, o anche semplicemente di leggere.
"Purtroppo" spiega meglio "andrà sempre peggio, finché diventerò cieco, immagino.
Giorgio e Teresio lo guardano tristi mentre finiscono il pasto.
La signora Anna sorride ai loro ringraziamenti, mentre il signor Arrigo li riaccompagna nel salone, dove troneggia un mappamondo tra i libri.
Lui domanda ai ragazzi che scuole hanno fatto e se a loro piaccia leggere.
"Io andavo bene a scuola, finché sono stato costretto a smettere in quinta: a parte quelli di scuola, libri da leggere in casa  non ne ho mai avuto, ma mi piacciono tanto le storie e so che ce ne sono di belle!" dice Giorgio.
"Io sono stato cresciuto dalle suore (mai piaciute)  che mi hanno insegnato a leggere e a scrivere e a fare di conto fino in terza, e poi hanno cominciato a mandarmi a lavorare nelle fattorie: me la cavo a leggere perché ci sono i manifesti sui muri e così non perdo l'abitudine e me la cavo." risponde Teresio.
"Parlatemi meglio di voi" chiede il padrone di casa con un sorriso. Messi a loro agio in quella confortevole casa, di fronte alla benevolenza dell'uomo, a turno Giorgio e Teresio si raccontano, e coi gesti, con le espressioni del viso, con gli occhi umidi, esce dai loro cuori la tristezza di una vita difficile, ma anche la voglia di riscatto e di avventura che li ha accomunati in una diversa fuga che li ha portati entrambi in quella casa, quella mattina.
Il signor Attilio si alza e va a cercare tra i libri del settore "Avventura".
Torna con "La tigre di Mompracem" di Salgari, e indica ai ragazzi di portargli il mappamondo girevole e con le ruote.
"Dov'è la nostra Italia? In che continente?  Bene. Adesso l'Asia... Sì... l'India sembra un triangolo, hai ragione, Giorgio. Sotto l'India, qui, nel mar della Malesia, ci sono tante isole: quella che ci interessa qui è solo un puntolino, l'isola del Borneo. Qui vicino, fra tante piccole isole vere, lo scrittore Salgari si è inventato l'isola di Mompracem, un covo di pirati dove si svolge questa avventura, a metà del 1800.
Leggi, Giorgio."


"La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo."

Basta così. Vi piacerebbe leggerlo tutto, a turno? Due teste dagli occhi scintillanti annuiscono. 
Vanno avanti per un capitolo, coinvolti nella trama.
Ma il tempo corre, e il signor Arrigo chiude il libro e spiega:
"Posso offrirvi un patto: io vi faccio conoscere tante grandi storie di avventure e ci guadagno il piacere di riviverle. Come vi ho spiegato, la mia vista sta calando e il piacere della lettura diventa ogni giorno più difficile da raggiungere".
I due giovani applaudono dal piacere, ma sono anche timorosi:
"E gli zii? Prenderò cinghiate e punizioni" fa Giorgio
"Le suore mi staranno cercando da due giorni e mi aspettano solo guai..."
Intanto, parlerò con le tue suore, Teresio, e coi tuoi zii, Giorgio, per vedere se posso aiutarvi a farvi trattare meglio e a finire gli studi fino alla sesta."
I due ragazzi sono entusiasti della doppia offerta. Il signor Attilio, addirittura, li riporta col suo calesse, guidato dal suo fac totum Geremia, il marito di Anna, alle loro rispettive destinazioni in due paesi vicini al suo, fermandosi appunto il tempo necessario a presentarsi e a concordare un appuntamento per la causa dei suoi amici.

E fu così che, qualche tempo dopo, si poteva udire riecheggiare dal frutteto quest'altro uragano, in quest'altro incipit.


"Durante il terribile uragano che imperversò sul Pacifico dal 18 al 26 marzo del 1865, e che devastò foreste, città, spiagge, lungo le coste d’America, d’Asia e d’Europa, un pallone si librava in balìa del ciclone, sopra la vastità tempestosa del Pacifico.
Pareva una festuca, sbattuto spaventosamente da ogni banda, in balìa d’una tromba d’acqua marina turbinosa.
Una leggera navicella di vimini pendeva dalla sua appendice inferiore e recava a bordo cinque passeggeri, le cui vite oramai potevano dirsi perdute.
— Il mare è sotto di noi!
— Il mare! il mare! a non più di duecento piedi!
— Giù la zavorra!
— Presto!
— Il pallone si risolleva?
— No!
— Sì!
— Buttate giù tutta la zavorra e che Dio ci guardi!"


letto nell'alternarsi di due giovani voci sicure e appassionate.

spoiler
Jules Verne - L'isola  misteriosa

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Mon Apr 21, 2025 7:42 pm
by Poeta Zaza
I link dei miei commenti ad altrui testi per postare:

viewtopic.php?p=73563#p73563

viewtopic.php?p=72139#p72139

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Tue Apr 22, 2025 5:43 pm
by bwv582
Ciao, @Poeta Zaza, piacere di incontrarti da queste parti. Non so quanto tempo è che non leggo qualcosa di tuo in prosa, azzardo un ferragosto d'inchiostro nel vecchio forum.
Comunque ritrovo lo stesso stile piacevole che ricordo e mi fa piacere. Non ho visto refusi da segnalarti o cose specifiche da questo punto di vista anche se ammetto di aver cercato il verbo "spiccare"
Poeta Zaza wrote: Mon Apr 21, 2025 7:36 pmspiccano una pera dal ramo
perché, dalle mie parti, si usa (in dialetto) per indicare l'atto di prendere qualcosa di appeso in precedenza e, forse per questo, non mi suonava in italiano. Ma niente, ho imparato qualcosa. :P 

Se posso lasciarti un breve pensiero sul racconto, volendo darti uno spunto di riflessione, credo che l'unico neo di questo racconto sia una sproporzione tra la storia pregressa (vita dei due protagonisti e incontro fortuito con il sig. Barra) e la successiva "rinascita" della loro vita. Secondo me il racconto si risolve presto, c'è un po' di vuoto tra loro che trovano il proprio benefattore (diciamo così) e il finale. Avrei aggiunto qualche fatto intermedio, un ampliamento di questo passaggio
Poeta Zaza wrote: Mon Apr 21, 2025 7:36 pmper vedere se posso aiutarvi a farvi trattare meglio e a finire gli studi fino alla sesta.
che si risolve in positivo, ma che ha dentro di sé tante situazioni intermedie che si possono solo immaginare e che, secondo me, è un peccato dare per scontate. Che so, i due che iniziano ad ambientarsi, che superano le proprie difficoltà negli studi grazie all'impegno, il sig. Barra che è felice di aver visto qualcosa in loro e/o di averli aiutati a realizzarsi (come fossero figli suoi), loro che ottengono un proprio riscatto. Non troppo, giusto qualcosa che arricchisca un po' questa rinascita.
Interessante concludere il racconto con la citazione dell'incipit di un romanzo d'avventura, un po' come l'inizio di una nuova avventura.

Alla prossima lettura. :libro:  

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Tue Apr 22, 2025 5:58 pm
by Poeta Zaza
bwv582 wrote: Tue Apr 22, 2025 5:43 pm Ciao, @Poeta Zaza, piacere di incontrarti da queste parti. Non so quanto tempo è che non leggo qualcosa di tuo in prosa, azzardo un ferragosto d'inchiostro nel vecchio forum.
Comunque ritrovo lo stesso stile piacevole che ricordo e mi fa piacere. Non ho visto refusi da segnalarti o cose specifiche da questo punto di vista anche se ammetto di aver cercato il verbo "spiccare"

perché, dalle mie parti, si usa (in dialetto) per indicare l'atto di prendere qualcosa di appeso in precedenza e, forse per questo, non mi suonava in italiano. Ma niente, ho imparato qualcosa. :P 

Se posso lasciarti un breve pensiero sul racconto, volendo darti uno spunto di riflessione, credo che l'unico neo di questo racconto sia una sproporzione tra la storia pregressa (vita dei due protagonisti e incontro fortuito con il sig. Barra) e la successiva "rinascita" della loro vita. Secondo me il racconto si risolve presto, c'è un po' di vuoto tra loro che trovano il proprio benefattore (diciamo così) e il finale. Avrei aggiunto qualche fatto intermedio, un ampliamento di questo passaggio

che si risolve in positivo, ma che ha dentro di sé tante situazioni intermedie che si possono solo immaginare e che, secondo me, è un peccato dare per scontate. Che so, i due che iniziano ad ambientarsi, che superano le proprie difficoltà negli studi grazie all'impegno, il sig. Barra che è felice di aver visto qualcosa in loro e/o di averli aiutati a realizzarsi (come fossero figli suoi), loro che ottengono un proprio riscatto. Non troppo, giusto qualcosa che arricchisca un po' questa rinascita.
Interessante concludere il racconto con la citazione dell'incipit di un romanzo d'avventura, un po' come l'inizio di una nuova avventura.

Alla prossima lettura. :libro:  
Hai ragione, Giovanni, ho fatto la sinossi di un romanzo in abbozzo. Non mi hai più letto da tempo, ma io sono quella dei racconti brevi, e andare oltre gli 8000 caratteri per me è una rarità e uno sforzo. Ho sperato che si capisse che il Signor Barra diventasse un tutore dei due ragazzi nei quali ha riconosciuto del potenziale e dei valori morali, nonché due "luci" per il suo futuro e non solo per la sua vista che declina. 

Grazie del passaggio, @bwv582, e spero che tornerai ancora nei Contest del CdM, per la qualità dei tuoi scritti e per essere di più.  :hug:

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Thu Apr 24, 2025 6:20 pm
by Claire1987
@Poeta Zaza piacere di rileggerti dopo tanto tempo  :love:

Ti segnalo giusto un paio di cose:
Poeta Zaza wrote: Mon Apr 21, 2025 7:36 pm
Ed erano mesi, ormai.
Qui, a mio parere, la frase è un po' troppo colloquiale rispetto al resto della narrazione. Suggerirei "Ed erano passati mesi, ormai"
Poeta Zaza wrote:dove almeno avrebbe avuto almeno il sole

Ripetizione.

Poeta Zaza wrote: mentre attraversava in orizzontale le sponde


Qui la parola "orizzontale" mi sembra superflua. Dalle nostre parti si dice "saltavamo i fossi par lungo", ma ovviamente è un eufemismo  :asd: quindi direi che la frase funziona anche senza specificarlo
Poeta Zaza wrote:muretto che fa da recenzione a una villa

Refuso.

Il testo nel complesso mi è piaciuto, dà una ventata di speranza e a lungo andare diventa come una coperta durante il gelido dell'inverno: confortevole e tanto desiderata. Avrei voluto solo leggerne di più, ecco. Qualche approfondimento che rompa un po' la superficie dei personaggi, le loro paure, i loro dubbi, in particolare quelli dello storico che accoglie i due ragazzi.
Avrei voluto assaporare qualcosa delle sue motivazioni e dei suoi pensieri, ma mi rendo conto che in un racconto breve non si possa mettere tutto. Però credo che arricchirlo con quel punto di vista avrebbe dato un quid in più al racconto.
Forse, comunque, questa impressione mi è data un po' da ciò che ha rilevato anche @bwv582 e cioè che il tempo del racconto è molto rapido e si perde un po' la riflessione intermedia.

In ogni caso complimenti anche per l'interpretazione delle tracce! La chicca finale con "L'isola misteriosa" l'ho adorata.

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Thu Apr 24, 2025 6:30 pm
by Poeta Zaza
@Claire1987  :rosa:

Grazie della segnalazione refusi.  :facepalm:
Poeta Zaza wrote: Tue Apr 22, 2025 5:58 pmHo sperato che si capisse che il Signor Barra diventasse un tutore dei due ragazzi nei quali ha riconosciuto del potenziale e dei valori morali, nonché due "luci" per il suo futuro e non solo per la sua vista che declina. 
Come ho detto a Giovanni, io prediligo i racconti brevi, anche da lettrice, perché bastano poche pennellate per fare un paesaggio.
Certo, a volte i tocchi di colore mi riescono meglio. Non ho reso al meglio le sfumature...

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Thu Apr 24, 2025 10:10 pm
by Kasimiro
Ciao @Poeta Zaza    
L'ho letto tutto d'un fiato. La scrittura è sempre piacevole. Ha un inizio di romanzo d'avventura, appassionante. Forse mancano delle descrizioni più particolari che facciano sentire maggiormente il dramma dei ragazzi. Il loro disagio scorre via senza provocare troppi turbamenti nel lettore.
Forse anche la fine si risolve senza troppe discrepanze. Il fatto che gli zii e le suore accettino senza nulla a dire la proposta del professore risulta un poco sbrigativa. Un po' di dramma in più prima del lieto fine, secondo me avrebbe arricchito. Uno di quei testi che si presterebbe a molte, molte pagine, anche se, come dici, non è nelle tue corde un testo lungo. Secondo me invece ti riuscirebbe benissimo.
Piacevole lettura
Alla prossima

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Fri Apr 25, 2025 10:06 am
by Poeta Zaza
Kasimiro wrote: Thu Apr 24, 2025 10:10 pmCiao @Poeta Zaza    
L'ho letto tutto d'un fiato. La scrittura è sempre piacevole. Ha un inizio di romanzo d'avventura, appassionante. Forse mancano delle descrizioni più particolari che facciano sentire maggiormente il dramma dei ragazzi. Il loro disagio scorre via senza provocare troppi turbamenti nel lettore.
Forse anche la fine si risolve senza troppe discrepanze. Il fatto che gli zii e le suore accettino senza nulla a dire la proposta del professore risulta un poco sbrigativa. Un po' di dramma in più prima del lieto fine, secondo me avrebbe arricchito. Uno di quei testi che si presterebbe a molte, molte pagine, anche se, come dici, non è nelle tue corde un testo lungo. Secondo me invece ti riuscirebbe benissimo.
Piacevole lettura
Alla prossima
Ti ringrazio del gradito passaggio, @Kasimiro, Solo al passo che evidenzio posso obiettare che non era mia intenzione fare immaginare che tutto sia filato liscio nella trattativa sul benessere dei due ragazzi coi loro tutori. Mi sono concentrata sul finale positivo, dando per assodato che una persona positiva e propositiva come il Signor Attilio, e di certo stimata nel circondario, sia riuscita nel suo intento, senza turbare le parti in causa e convincendole su cosa fosse meglio per tutti.

Grazie della lettura.  :)  

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Fri Apr 25, 2025 6:02 pm
by Ippolita
Cara @Poeta Zaza, hai scritto una favola d'altri tempi, sia per l'ambientazione sia per il registro linguistico.
Un dolce, commovente, moraleggiante racconto che può far tornare alla memoria il Cuore di De Amicis.
A mio parere, il "difetto", se così si può chiamare, è sempre quello su cui molte volte abbiamo avuto modo di confrontarci in questo nostro forum: il lettore si trova di fronte a un testo che può apparire un riassunto, una sinossi. 
E intendo sinossi proprio nel senso etimologico: siamo di fronte a uno "sguardo d'insieme", in cui non si va dal particolare all'universale, ma in cui tutto, ogni aspetto che avrebbe potuto e dovuto essere scrutato con la lente d'ingrandimento, viene narrato con la pacata semplicità delle favole. Che sono bellissime, sia chiaro.
Forse, allora, non si tratta più di difetto, ma di stile. Questo è il tuo stile, e va bene così.
Grazie e un saluto!

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Fri Apr 25, 2025 8:22 pm
by Poeta Zaza
Ippolita wrote: Fri Apr 25, 2025 6:02 pm Cara @Poeta Zaza, hai scritto una favola d'altri tempi, sia per l'ambientazione sia per il registro linguistico.
Un dolce, commovente, moraleggiante racconto che può far tornare alla memoria il Cuore di De Amicis.
A mio parere, il "difetto", se così si può chiamare, è sempre quello su cui molte volte abbiamo avuto modo di confrontarci in questo nostro forum: il lettore si trova di fronte a un testo che può apparire un riassunto, una sinossi. 
E intendo sinossi proprio nel senso etimologico: siamo di fronte a uno "sguardo d'insieme", in cui non si va dal particolare all'universale, ma in cui tutto, ogni aspetto che avrebbe potuto e dovuto essere scrutato con la lente d'ingrandimento, viene narrato con la pacata semplicità delle favole. Che sono bellissime, sia chiaro.
Forse, allora, non si tratta più di difetto, ma di stile. Questo è il tuo stile, e va bene così.
Grazie e un saluto!
Grazie del tuo passaggio, cara @Ippolita :flower:

Però devo obiettare: non tutti i miei racconti sono strutturati così, a mo' di sinossi.
Credo di variare nella costruzione. Nella maggioranza dei miei testi c'è un finale a sorpresa, che capovolge le premesse. 
Quello dell'effetto sorpresa stavolta è mancato, anche a me. 
Quasi sempre, c'è una poesia all'inizio o alla fine del brano in prosa, che richiama l'argomento del racconto. Questa volta c'è ma non è mia.
Però è tanto che non partecipi (e io ho sempre partecipato) e quindi ti sei persa tanti miei racconti "diversi" che ti sarebbero piaciuti di più.
:)

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Sat Apr 26, 2025 3:55 am
by Sienna
Ciao @Poeta Zaza 
Intanto è davvero un peccato tu sia il tipo da "racconti corti", ma lo posso capire se la tua principale vocazione è la poesia. 
Il racconto presenta uno spaccato delle condizioni di molti bambini, ante e dopo guerra, in un contesto rurale, senza la drammaticità o le retrospezioni che il tema avrebbe facilmente portato a focalizzare.
Un racconto alla Mark Twain? Non li ricordo molto, ma è l'associazione che mi è venuta di getto  :)
Devo essere onesta: sono dovuta arrivare quasi alla fine per convincermi che Arrigo era davvero un brav'uomo, perché mi aspettavo un qualche "colpo di coda" che ribaltasse il senso del racconto. Non c'è stato, ma va più che bene: il lieto fine è quello che non ti lascia altro amaro in bocca. Basta e avanza quello quotidiano  :P

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Sat Apr 26, 2025 9:54 am
by Poeta Zaza
Sienna wrote: Sat Apr 26, 2025 3:55 amCiao @Poeta Zaza 
Intanto è davvero un peccato tu sia il tipo da "racconti corti", ma lo posso capire se la tua principale vocazione è la poesia. 
Il racconto presenta uno spaccato delle condizioni di molti bambini, ante e dopo guerra, in un contesto rurale, senza la drammaticità o le retrospezioni che il tema avrebbe facilmente portato a focalizzare.
Un racconto alla Mark Twain? Non li ricordo molto, ma è l'associazione che mi è venuta di getto  :)
Devo essere onesta: sono dovuta arrivare quasi alla fine per convincermi che Arrigo era davvero un brav'uomo, perché mi aspettavo un qualche "colpo di coda" che ribaltasse il senso del racconto. Non c'è stato, ma va più che bene: il lieto fine è quello che non ti lascia altro amaro in bocca. Basta e avanza quello quotidiano  :P
Grazie del tuo parere, @Sienna  :flower:

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Sat Apr 26, 2025 4:02 pm
by Simona M.
@Poeta Zaza 

Il racconto è gradevole ed è carino il controcanto con la lettura di Salgari e i due ragazzini che si danno il cambio.
Messaggio positivo, racconto nel complesso scritto bene e senza sbavature.
Certo, l'incipit di Salgari è quello lì. A pensarci però dava una serie di informazioni errate in meno di due righe.  In Asia orientale gli uragani si chiamano tifoni. Conrad ci scrisse pure un romanzo.  Non c'è dubbio, il fenomeno metereologico è lo stesso, ma uragano mi pare derivi da un termine arawak, e quindi si usa per i cicloni, quelli americani. 
Senza contare che tra l'equatore e i dieci gradi di latitudine i tifoni, o uragani, difficilmente scendono, o salgono. Perché il fenomeno ha qualcosa a che fare con la forza di Coriolis. E il Borneo è proprio sulla linea dell'Equatore. Il tempo equatoriale è in realtà piuttosto stabile: sole di giorno, pioggia la notte, poco vento, le ben note bonacce equatoriali. Ma va beh, era così tanto per scrivere. 

Re: [CPQ 25] Cambiamenti

Posted: Sat Apr 26, 2025 6:14 pm
by Poeta Zaza
Simona M. wrote: Sat Apr 26, 2025 4:02 pm @Poeta Zaza 

Il racconto è gradevole ed è carino il controcanto con la lettura di Salgari e i due ragazzini che si danno il cambio.
Messaggio positivo, racconto nel complesso scritto bene e senza sbavature.
Certo, l'incipit di Salgari è quello lì. A pensarci però dava una serie di informazioni errate in meno di due righe.  In Asia orientale gli uragani si chiamano tifoni. Conrad ci scrisse pure un romanzo.  Non c'è dubbio, il fenomeno metereologico è lo stesso, ma uragano mi pare derivi da un termine arawak, e quindi si usa per i cicloni, quelli americani. 
Senza contare che tra l'equatore e i dieci gradi di latitudine i tifoni, o uragani, difficilmente scendono, o salgono. Perché il fenomeno ha qualcosa a che fare con la forza di Coriolis. E il Borneo è proprio sulla linea dell'Equatore. Il tempo equatoriale è in realtà piuttosto stabile: sole di giorno, pioggia la notte, poco vento, le ben note bonacce equatoriali. Ma va beh, era così tanto per scrivere. 
Grazie, @Simona M. :flower:

del tuo gradito e istruttivo commento!