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Re: [Agenzia] Laura Ceccacci

Wanderer ha scritto: A me non sembra molto serio che questa agenzia utilizzi Facebook ads con su scritto "Cerchiamo autori", stile Eap. È una questione di immagine, prima di tutto.
Non ho visto queste pubblicità, quindi non sapevo. In effetti dà una bruttissima immagine. Quel che intendevo per "serietà" è che effettivamente l'agenzia rappresenta autori che hanno firmato con CE medio-grandi, non con micro sconosciute, a cui si può arrivare benissimo da soli.
La serietà totale (cioè un'agenzia che fa solo scouting, guadagnando a percentuale, e non vende servizi vari o speranze) è molto difficile da trovare. Sul momento non mi viene in mente nessuno.
Cheguevara ha scritto: Eppure, per normalizzarlo, basterebbe la volontà del legislatore.
Sì, ma sarebbe da rifare tutto il sistema. Se facessero leggi per impedire le Eap o l'offerta di servizi a pagamento da parte delle agenzie solo per poter proporre i manoscritti, con modalità che somigliano alla pubblicità ingannevole (quella sì illegale), tantissimi chiuderebbero i battenti. Il che non sarebbe un dramma, dal mio punto di vista, ma potrebbe causare problemi all'economia. In ogni caso gli ultimi governi hanno avuto enormi difficoltà a occuparsi di cose essenziali come sanità, immigrazione o educazione, credo che l'editoria sia più o meno in fondo alle priorità.

Re: [Agenzia] Laura Ceccacci

Wanderer ha scritto: Questo tipo di agenzie fanno leva sulla possibilità di rappresentanza solo per indurre ad acquistare un servizio editoriale
La Ceccacci non fa parte delle agenzie poco serie, mi risulta che sia buona. Che poi abbia dei canali per reclutare autori a cui proporre servizi editoriali a pagamento, o che si affidi a lettori esterni privi di qualifiche, non mi sorprende, perché lo fanno tutte le agenzie più famose. Tutte hanno un canale attraverso cui, apparentemente, accettano invii, spontanei o a pagamento (dietro ricezione di una scheda che molto spesso è poco utile).
Anche senza avere esperienza diretta, il trend (scusate l'anglicismo) è questo. Ma è normale che chi è poco esperto non lo sappia, spesso anche chi ne sa di più è tentato di provare lo stesso (perché l'esca che viene lasciata sospesa è che ci sia sempre una piccola possibilità).
Bardamu ha scritto: Provare significa che se credi in cosa hai scritto e non trovi uno sbocco…a un certo punto le tenti tutte. 
Esatto. Tutti qui abbiamo tentato strade che sembravano poco incoraggianti dal principio, solo per il bisogno almeno di provare. È normale. Ciò che non è normale è il funzionamento del mondo editoriale italiano.

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