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Re: Come (non) scrivere un fantasy classico*

Una domanda a chi sta scrivendo o ha scritto un fantasy: viene anche a voi naturale iniziare a pensare ad un prequel e a spin-off vari?
Io ho scritto una serie in quattro volumi, ma prima di tutto il resto ho scritto il prequel. Poi ho pensato a un secondo prequel (su fatti ancora più antichi, che vengono richiamati nella serie), che prima o poi vorrei scrivere. Mi piacerebbe anche un sequel. Molto dipende se la serie principale avrà successo, sarebbe un incentivo in più.
Credo che sia normale: scrivendo un fantasy si crea un intero mondo, dove trovano posto moltissime storie. Siccome creare mondi richiede tempo ed energia (e su questo forum ne sanno qualcosa :asd: ), è più facile inserire una storia in un mondo già pronto che inventarne un altro

Mi conforta invece vedere di aver schivato molti cliché. Anche se i miei protagonisti sono orfani, e c'è una ricerca e una profezia di mezzo... :lol:
ogni genere ha i suoi cliché. Sfruttarli non è un male in sé, dipende da come lo si fa.
Sono d'accordo: bisogna distinguere cliché (che derivano da pigrizia) e archetipi (che sono la base di una storia). Un romanzo fantasy deve per forza avere un eroe. Può non essere orfano o predestinato, ma deve esserci. Nel mio caso, gli eroi sono orfani (era necessario) e sono gemelli. Uno dei due è dalla parte "cattiva" ma non è cattivo, il che cambia un po' il cliché. La profezia c'è ma è un pretesto, perché è stata cambiata e occultata. È parte della ricerca, e alla fine si scoprirà che comunque c'era qualcuno a manipolarla. Deve poi esserci un "cattivo" da sconfiggere. Io ho reso ambigui i confini tra bene e male, quindi un cattivo c'è, e sbaglia, ma non ha tutti i torti (anche i buoni infatti sbagliano). I "cattivi" sono solo apparentemente un ostacolo, ma in realtà il loro apporto è necessario nella ricerca della verità.
Insomma gli archetipi vanno tenuti, il lettore deve avere la sensazione di un'impresa epica e necessaria, che alla fine lasci un senso di ordine e soddisfazione, ma all'interno di ciò si può spaziare, si possono invertire i ruoli, renderli più sfumati, instillare il dubbio. Le possibilità sono infinite, anche restando dentro i confini della storia tipica.
Consiglio la lettura di un romanzo di qualche anno fa: "Il libro segreto del signore oscuro". È sia parodia dei cliché del genere (da sbellicarsi, in alcuni punti. un esempio su tutti: la ricerca della vergine che darà alla luce l'eroe, salvo scoprire che le ragazze incinte che si proclamano vergini, in quella zona, sono più d'una) che vero romanzo, con una sua storia: un'impresa quasi impossibile. Io l'ho adorato.

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