Cheguevara ha scritto: Mi rendo conto che discutiamo da posizioni diverse: la tua è fondamentalmente ottimistica, al contrario della mia, e per il futuro dei miei figli e nipoti, spero ardentemente che tu abbia ragione.
La mia prospettiva è ottimista perché valuto che se dieci robot faranno il lavoro manuale di raccogliere pomodori, dieci persone (o poche di meno) lavoreranno a controllarli o ad aggiustarli, senza rompersi la schiena e con uno stipendio migliore. Esistono già dei robot simili a zaini che svolgono i movimenti più pesanti al posto di magazzinieri e altri, ma non tolgono loro il lavoro. Non sono ancora diffusi, ma potrebbero esserlo in un futuro vicino.
Lo stesso vale per qualunque dispositivo elettronico, che ha sempre bisogno di supervisione.
Alcuni lavori pesanti, come quelli agricoli, nei magazzini o nei ristoranti faticano sempre più a trovare personale. Se al posto di un cameriere si potesse mettere un robot (ci sono già dei tentativi) a portare e ritirare i piatti, un dipendente umano potrebbe solo controllarlo, o intrattenere rapporti meno frettolosi con i clienti, con un vantaggio per tutti. Non credo che crescerà la disoccupazione, crescerà piuttosto la necessità di avere competenze in più ambiti.
Cheguevara ha scritto: ma sono certo che il passo successivo, cioè programmare un robot in grado di programmare a sua volta, non sia molto lontano, ammesso che non sia già stato fatto
Ma chi si fiderebbe di un robot programmato da un altro robot? Io di certo no (e credo nessuno). È qualcosa che può essere stato tentato, ma che difficilmente funzionerebbe su scala globale. Se comprassi una macchina e sapessi che è stata assemblata da un robot su istruzioni di un altro robot, senza nessun controllo umano, non sarei affatto tranquilla. Le persone hanno già difficoltà a fidarsi di altre persone, figurarsi delle macchine.
massimopud ha scritto: Però è anche vero che l'uso che facciamo di alcune invenzioni è molto spesso ridicolo rispetto alle loro potenzialità.
Possiamo dire che qualcosa non è sfruttato appieno solo se abbiamo in mente uno scopo ultimo e importante per il quale dovrebbe essere usato. Le potenzialità di alcuni mezzi sono quasi infinite, ma non lo sono altrettanto le intenzioni umane. Per fare un esempio banale, la tv può essere usata per propaganda o per insegnamento, ma il più delle volte è solo autoreferenziale, cioè trasmette cose inutili ma gradite al grande pubblico, per aumentare gli spettatori e mantenersi con la pubblicità.
In parte Thoreau aveva ragione: di molte invenzioni non sappiamo sfruttare le potenzialità, ma solo perché non abbiamo ben chiaro cosa vogliamo.
Nel caso dei diritti umani, ad esempio, le invenzioni tecnologiche hanno pochissimo impatto diretto, ma ne hanno in modo indiretto, perché internet è accessibile potenzialmente a chiunque. Moltissime persone oggi sono in grado di sapere ciò che succede nel mondo, di imparare cose nuove, di conoscere altre culture e idee e di mettersi in contatto con altre persone, ovunque siano. Questo a me pare l'uso migliore possibile di una nuova tecnologia.
massimopud ha scritto: di solito dedichiamo ad attività non proprio elevatissime una discreta parte del tempo che trascorriamo su questi dispositivi; se ci aggiungiamo che il 99% di noi non ha idea di come e perché funzioni un pc o un televisore o un cellulare, quindi in effetti lo adopera all'incirca come un oggetto magico
È vero. Io perdo la maggior parte del tempo che sto al PC in attività che si possono considerare inutili. Ma in realtà a me sono utili, perché mi aiutano a staccare dal lavoro o dai problemi, e a essere poi più concentrata. Sul fatto di considerare PC e programmi vari come oggetti magici mi tocca darti ragione, perché non ho un'idea precisa di come funzioni nessuno di loro (se si bloccano di solito provo a insultarli e vedere se si rimettono in riga, e come ultima risorsa spengo e riaccendo...). Ma se non perdessi tempo così lo perderei in altri modi. Forse è una di quelle cose intrinseche all'essere umano: l'idea di dover sfruttare bene il tempo risulta sempre noiosa e pesante, proprio perché sappiamo che ce l'abbiamo contato.