La ricerca ha trovato 4 risultati

Torna a “Visibilità limitata = vanity press?”

Re: Visibilità limitata = vanity press?

Mid ha scritto: [li]Trovare tutte le competenze necessarie. Tutti possono fare correzione di bozze, un po' meno possono fare editing, pochi sanno (o vorranno) fare grafica. Le competenze più scarse faranno da collo di bottiglia. E siccome non sarà un'azienda, non si potrà cercare quelle competenze sul mercato del lavoro.[/li]
[li]Non ci sarà modo di obbligare nessuno a lavorare per bene, perché non sarà un'azienda. Se gli editor decidono di sparire e scompaiono con tutte le loro annotazioni, non si potranno costringere a tornare o a restituire il testo annotato. Se il grafico se ne va, non è che lo si può minacciare col licenziamento per evitare di bloccare tutte le pubblicazioni.[/li]
Io faccio l'editor e correttrice di bozze, gratis, per una rivista e una piccola Ce (fondate da una ragazza che ho conosciuto sul forum). Non mi è mai venuto in mente di dirle: "Sai cosa? questo mese ho seri problemi in famiglia" o "ho poco tempo". È chiaro che la cosa può funzionare solo con persone che credono in uno scopo comune, o perlomeno si sostengono. Altrimenti non vale la pena neanche pensarci.
ElleryQ ha scritto: Poi i progetti sono naufragati per vari motivi, proprio perché la maggior parte delle persone impegnate nello Staff hanno un altro impiego, come lavoro principale, e talvolta non c'è la possibilità di investire una o due intere ore giornaliere in attività volontarie, che richiedono anche un livello di professionalità almeno medio.
Per me i progetti naufragano perché (in generale, non dico dello staff) alle persone non importa mai abbastanza di niente.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

Cheguevara ha scritto: ma dovrebbe essere gente disposta a lavorare a tempo quasi pieno in un progetto che, se andrà bene, potrà remunerarli fra anni.
Chi scrive già lo fa al di là di un altro impiego (salvo rari casi). E spesso fa cose come partecipare a riviste, blog o altro a titolo gratuito. Una o due ore al giorno si possono ritagliare, non è un grosso sacrificio, specie se c'è uno scopo. Ma il punto, di nuovo, non è la remunerazione (che di rado c'è) quanto farsi conoscere, e cercare di cambiare le cose. 
ElleryQ ha scritto: per avere un reale impatto pubblico e un'attenzione mediatica, dovrebbe contare al suo interno almeno 3 o 4 autori già piuttosto noti (
Avere autori noti sarebbe un di più, ma ne conosco molti che hanno pubblicato con big e spesso non ne sono stati entusiasti. Non sono famosi, ma qualcuno li ha letti, quindi ci sarebbe una base da cui partire, e una garanzia di qualità (se volessero partecipare). È un progetto che potrei iniziare io da sola, se avessi le capacità informatiche per creare un sito, un logo e una promozione decente. Anche per questo sarebbe necessario un collettivo, per le capacità condivise, il sostegno, la motivazione, ecc.
Mid ha scritto: l problema di questo approccio è che comunque non garantisce la qualità,
La può benissimo garantire, se solo una o due persone si fanno carico di leggere chi vuole entrare. È in pratica una CE, solo che non vende i libri ma li regala dietro precise regole, suggerimenti e incentivi alla donazione. Quello che è illeggibile non passa. Quello che ha bisogno solo di una sistematina nella forma passa (dietro correzione di bozze). Distribuire un libro gratis con dietro un controllo e una forte motivazione è molto più incisivo che farlo da autore sconosciuto. Siamo centinaia su questo forum, di sicuro si possono trovare tutte le competenze richieste. Non è un'utopia, è una cosa fattibile.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

Cheguevara ha scritto: quel che non costa, non vale
Sì, è un meccanismo psicologico automatico. Ma è anche vero che spesso si sfrutta un meccanismo simile e opposto: molti (specie chi si autopubblica) fanno promozioni gratuite o a poco prezzo durante il lancio di un libro. Così come autori di saghe mettono gratuito il primo volume (per invogliare poi a comprare gli altri). È come quando al supermercato qualcosa è in offerta: l'occhio si sofferma in automatico. Per far soffermare quell'occhio su un libro gratuito, basta dargli un valore intrinseco prima.
L'idea di @Mid mi ha suggerito un sacco di nuove idee, come ad esempio creare un collettivo di autori (potremmo chiamarlo "Comitato di liberazione dei libri") che si propongono come scopo di opporsi alle ingiustizie editoriali, e quindi facciano parlare di sé ancora prima dei suoi libri (che potrebbero avere un marchio collegato). Libri che potrebbero essere controllati ed approvati (almeno nella forma) dal comitato prima di essere proposti. Una sorta di crociata contro l'editoria tradizionale, dove i libri che escono sono gratuiti ma buoni, e si invita chi li ha apprezzati a fare una donazione. Sostenere una causa può essere una buona motivazione per i lettori. Ognuno nel comitato avrebbe un ruolo: chi è esperto di grafica può occuparsi delle copertine, chi di editing/correzione bozze della forma, chi si intende di social della promozione.
Non ci sarebbe un guadagno immediato, ma sarebbe una cosa nuova, che molti siti e blog a tema riprenderebbero come curiosità, pubblicizzando indirettamente anche i libri. È un'idea un po' folle, ma per me potrebbe funzionare.
Mid ha scritto: Un modo è quello di distribuire il proprio lavoro con diversi livelli di prezzo: una versione basica gratuita, una versione con elementi cosmetici
Ecco, questa è un'altra idea ottima. Molti probabilmente si accontenteranno del prodotto gratuito, ma già mettere la possibilità di bonus extra a pagamento lo rende più appetibile. Come dire: il lettore si sentirà fortunato ad avere accesso gratuito almeno alla versione di base, come se avesse fatto un affare. Ci sarebbe molto da riflettere sulla tua idea, comunque, perché apre nuovi mondi.

Re: Visibilità limitata = vanity press?

Mid ha scritto: Se mediamente le nostre idee valgono poco più di zero, e hanno una distribuzione che supera di poco lo zero, perché non lasciarle invece libere di circolare e ricevere magari contributi volontari da parte di chi le ha realmente apprezzate?
Per me è un'idea assolutamente fantastica, e a suo modo geniale nella sua semplicità. Hai ragione: anche pubblicare con una CE (perfino una big come Harper Collins) non permette di viverci (a meno di non essere famosi, cosa che di solito succede per motivi che non c'entrano con la capacità di scrivere). Con le piccole CE è ancora peggio: non si paga niente per pubblicare, ma il lavoro che ci si è messo non è mai ripagato, neanche lontanamente. Lasciare i nostri lavori liberi, contando sul fatto che siano buoni, e che qualcuno potrebbe voler dare un contributo volontario, avrebbe un doppio guadagno: sapere quanti l'hanno effettivamente apprezzato e avere magari più lettori (e si scrive per lo più per essere letti, non certo per il misero profitto, che non risarcirà quasi mai il tempo speso). Un altro benefit non indifferente sarebbe iniziare un trend che finisca per affossare tutte le CE micro poco serie o poco motivate.
Mid ha scritto: Spendere sei mesi della propria vita su un'opera per poi venderne 200 copie e ricevere 300 euro (lordi) dopo un anno... non è forse anche questa "vanity press"?
Su questo no, non sono d'accordo. Non è vanity press, nella misura in cui non si può prevedere il successo di un libro (che l'autore spera sempre galattico), così come a volte non si può prevedere la serietà di una CE nel pagamento delle royalties. Quando si firma un contratto si hanno sempre grandi aspettative. Che poi in genere non si realizzino è un altro discorso.
Concordo invece sul fatto che la visibilità è tutto. Un libro può essere bellissimo, ma se nessuno lo promuove resterà sconosciuto. Anzi, mi azzardo a dire che la promozione è più importante della pubblicazione. Si possono vendere benissimo banalità, se ben promosse. O si può pubblicare con buoni risultati anche in self, ma bisogna sapersi promuovere da sé, e non è facile.
Mid ha scritto: In altre parole: dovendo scegliere tra pubblicare 200 copie con una CE tradizionale e ricevere 200-300 euro di royalties, e distribuire un'opera gratuitamente a 2.000 persone e ricevere "mance di appezzamento" per 10-20 euro, che opzione scegliereste? E per quale motivo?
La seconda. Duecento euro non ti cambiano la vita, qualcuno che crede nel tuo libro abbastanza da fare una donazione volontaria invece potrebbe farlo.

Torna a “Visibilità limitata = vanity press?”