Mafra ha scritto: È proprio questo l'aspetto più grave della questione: che non sempre conta la qualità del testo ma contano le conoscenze dell'autore o della CE. È avvilente. E ancora più avvilente è il fatto che lo consideriamo normale e nessuno si indigna più.Vero, è avvilente. Ma non è che non ci si indigna, anzi, è che non c'è modo di cambiare le cose (almeno io non riesco a trovarlo). È un po' il sistema che vige in ogni impresa commerciale, di cercare di favorire gli amici, in modo che prima o poi ricambino.
Sapere come funziona il sistema però è già qualcosa, ed evita di farsi il sangue cattivo perché libri non eccelsi vengono favoriti mentre altri buoni invece faticano a farsi conoscere e vengono scoperti solo per caso.
Io per principio diffido dei bestseller di cui tutti parlano, perché secondo me hanno un effetto condizionante: "il tal giornale, o il tal critico, o i lettori lo esaltano, quindi dovrebbe piacere anche a me, altrimenti i miei gusti sono sbagliati". Questo, secondo me, è il pensiero inconscio che generano.
Ma siccome io me ne frego di avere gusti diversi, li leggo solo se parlano di un argomento che mi interessa davvero, anche anni dopo l'uscita.
Ad ogni modo, dovendo avere a che fare con la logica dell'editoria e con tutti i compromessi che comporta, mi pare il minimo evitare almeno di pagare.