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Re: Situazione Ucraina-Russia

bestseller2020 ha scritto: Forse dimentichi che nel lontano 1917 un certo Lenin confidò apertamente sulla crudeltà del popolo russo. Lenin affermò che gli Zar avevano lavorato bene sul popolo tanto da renderlo pronto e risoluto per la rivoluzione. Quella crudeltà fu il frutto della stessa crudeltà dei sovrani. Cosa voglio dire?
Che la storia racconta di un popolo succube delle tirannie e che ha combattuto per liberarsene. Ancora vi consiglio qualche buona lettura sul tema.
Il fatto che il popolo russo sotto gli zar fosse oppresso e arrabbiato è certo, ma è un po' diverso dal dire che un regime monarchico cattivo l'aveva reso altrettanto cattivo. È più probabile che Lenin intendesse che erano arrabbiati e incattiviti per la loro situazione, non per carattere.
Sul ribellarsi alle tirannie potrei fare l'esempio di molti altri popoli, come quello francese. Anche in quel caso si è trattato di una rivolta sanguinaria, ma col passare degli anni i francesi per primi si sono stufati di avere gente come Robespierre al comando e li hanno fatti fuori. In Russia hanno fatto fuori lo zar (e tutta la sua famiglia), ma poi hanno lasciato che prendessero il potere dittatori e autarchi (dietro l'illusione del "potere al popolo"), e io di lotte per liberarsene sinceramente non ne ho sentito parlare. Ci sono sempre stati i dissidenti, ma non hanno mai organizzato rivolte tali da fare notizia.

Quanto all'accenno a Stalin, non sono un'esperta di storia russa, ma le persecuzioni, gli assassinii politici e i gulag sono continuati anche dopo di lui. Adesso, Putin sta perseguitando chiunque metta in dubbio la sua grandiosa visione personale, e come altri suoi predecessori ha tra le priorità quella di falsificare la storia. È recente la chiusura di Memorial (avevo segnalato l'articolo tempo fa) un'associazione che raccoglie testimonianze sull'Unione sovietica e sui suoi crimini.
Ripiegare sulla figura di Lenin, tanto da erigere subito statue nell'Ucraina invasa (prima ancora di aver seppellito i morti), è in qualche modo come metterci una pezza, perché una delle poche figure-simbolo russe che non si è macchiata, almeno direttamente, di crimini.
Io stento un po' a immaginare questi militari mortalmente seri che caricano sui camion armi e provviste, e poi qualcuno chiede: "L'hai presa la statua di Lenin?" "Oh, cavolo, quasi me la dimenticavo".

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Prova a immaginare la stessa cosa in Ucraina. Immagina una lunga guerra e occupazione russa e poi un ritiro nel momento in cui c'è una forte instabilità che fa magari salire al potere un partito di estrema destra, cosa penserebbe la gente? 
Sinceramente non riesco a immaginarlo. La brutalità di quest'invasione ha prodotto una quantità tale di odio verso i russi che secondo me non si esaurirà nemmeno tra vent'anni, e la maggioranza accoglierà con favore qualunque cambiamento (basta vedere l'ondata nazionalistica che ha seguito la caduta dell'Unione Sovietica, nonostante le incertezze per il futuro). Ma questa è solo la mia opinione
ivalibri ha scritto: Anzi, c'è stata una recrudescenza di bombardamenti e violenza proprio nel 2021
Sei di certo più informata di me in proposito, ma immagino che quei bombardamenti fossero contro i talebani o i terroristi, non rivolti specificamente contro la popolazione afghana

ivalibri ha scritto:
Allora, a me va bene discutere se questo sia vero attualmente, cosa che non possiamo appurare con certezza e che sapremo probabilmente a guerre finita, ma leggere che sarebbe una loro caratteristica intrinseca, vi prego, no, non si può sentire. Non abbassiamo il livello della discussione. Certe affermazioni sulla seconda guerra mondiale sono illeggibili.
Credo quel che @Cheguevara intende (e che intendevo anch'io) non sia un'intrinseca cattiveria dei russi come popolazione (ci mancherebbe). Mi pare di aver specificato che questo tipo di orrori rientra nella loro strategia di guerra, non sono eccezioni di singole mele marce. E come molte altre strategie militari russe, anche se ormai obsolete, non è mai cambiata.

Non è questione di caratteristiche intrinseche e tantomeno di genetica, sono decisioni prese a livello dei vertici militari, che incoraggiano i soldati in questo senso facendo loro una sorta di lavaggio del cervello: si sminuisce il popolo nemico, o si nega il suo diritto a esistere, rendendo accettabili crimini che alle persone normali fanno ribrezzo.

ivalibri ha scritto: Nella seconda guerra mondiale sono morti 26 milioni di russi tra soldati e civili, una cifra ai limiti dell'immaginazione
Il numero è il totale dell'Unione Sovietica, non della Russia. Tra questi, otto milioni (quasi un terzo) erano ucraini. E degli altri molti erano di altri popoli e minoranze, mandati a combattere spesso con equipaggiamento scadente e poca formazione (un po' come oggi)
ivalibri ha scritto: Tanto per cominciare in qualsiasi guerra passata gli uomini arruolati non potevano certo rifiutare di combattere e se lo facevano venivano fucilati. Ma non solo in Russia, dappertutto. 
La diserzione era punita ovunque, ma solo i soldati sovietici avevano battaglioni dell'NKVD che seguivano la loro avanzata, e sparavano a chiunque cercasse non dico di disertare, ma anche solo di arretrare. I prigionieri russi, alla fine della guerra, furono gli unici che non volevano tornare in patria, perché il solo fatto di essersi fatti catturare anziché morire era considerato un reato. Molti di loro sono stati liberati dai lager tedeschi per finire nei gulag...
Erano altri tempi, certo, ma la loro mentalità di guerra secondo me non è cambiata poi molto, ed è diversa dalla nostra (si dovrebbero accettare le diversità in positivo così come in negativo)
ivalibri ha scritto: Se citi il Nicaragua forse vuol dire che non ne conosci la terribile storia recente.
In realtà mi è venuto spontaneo il Nicaragua perché proprio ieri ho letto di un accordo con la Russia che permette alle loro truppe di accedere al Paese (dove pare ci sia già una base di controllo russa sul mare e il territorio circostante). Le truppe russe andranno lì in teoria per "esercitazioni congiunte" ma ormai si sa che è un eufemismo per tutt'altro, quindi ho trovato preoccupante la notizia.

M.T. ha scritto: Questo, oppure stupida obbedienza agli ordini: sono persone che possono scegliere e se un ordine è sbagliato, possono rifiutarsi di eseguirlo. Se non lo fanno o è perché sono d'accordo o per codardia oppure perché provano piacere nella violenza.
In questa guerra in particolare, ci sono stati migliaia di soldati russi che hanno rifiutato di andare in Ucraina, e ora sono difesi da un avvocato. L'unico rischio che corrono è di essere buttati fuori dall'esercito e perdere lo stipendio. Non essendoci uno stato di guerra, nessuno li può costringere (in questo senso Putin si è legato le mani da solo). Allo stesso modo, anche quelli che sono partiti, non sono obbligati a obbedire a ordini che non condividono. Possono disobbedire rischiando molto poco (perché non è una vera guerra). Quindi non ci sono scusanti per i crimini commessi, e di cui abbiamo una valanga di testimonianze
Cheguevara ha scritto: guarda caso, non mi è mai capitato, da quando ne ho acquisito la capacità, di leggere di violenze sulla popolazione civile da parte delle truppe americane. Le truppe marocchine erano francesi e il bombardamento di Dresda la vendetta degli inglesi. Ma, pur di sostenere il punto che la Russia e l'Occidente sono sullo stesso piano, tutto fa brodo (ora qualcuno tornerà a parlare delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, me lo aspetto).
Be', io in realtà ho letto cose poco edificanti sugli americani durante la Seconda guerra. Tipo l'opuscolo distribuito da Patton alle truppe prima dello sbarco in Sicilia, dove si descrivevano gli italiani come scimmie, o sub-umani (non ho trovato il testo integrale, ma ho trovato in più fonti questa notizia), e ho letto di esecuzioni sommarie di prigionieri sia tedeschi che italiani, il bombardamento di Montecassino, le violenze sui civili in Italia e Germania. Lo sterminio di Dresda aveva più a che fare con la propaganda e il seminare il panico che con la vendetta, e mentre le bombe del primo giorno erano inglesi, il secondo giorno sono stati gli aerei americani a passare a bassa quota sulla città per mitragliare i pochi superstiti che arrancavano tra le rovine. Gli orrori ci sono stati eccome, ma come parte di una guerra già piena di orrori altrui, per cui forse a molti sembravano quasi scusabili, al fine di terminare in fretta il conflitto. Niente del genere sarebbe scusabile ai giorni nostri, mi auguro.
Detto ciò, sono d'accordo che russi e americani non sono mai stati sullo stesso piano quanto a metodi. Come giustamente hai detto, i civili e i militari tedeschi superstiti si sono diretti verso ovest con ogni mezzo possibile, perché lì c'era almeno una speranza di salvezza e di rispetto delle convenzioni.
Si parla di tempi lontani, ma, come ho detto più sopra, per quanto riguarda i russi le loro strategie di guerra si sono evolute poco

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Visto che @bestseller2020 non mi ha risposto sul tema, ribadisco che invece per me, per i motivi già detti, ha fatto bene, e che chiamare cretina una cretina e coglioni due soggetti per i quali l'aggettivo rappresenta un complimento non è sbagliato, e che andarsene non potendone più di partecipare, con la sua presenza in studio, alla legittimazione della beceraggine, sia stato ben fatto.
Sottoscrivo. Sallusti mi era del tutto indifferente, sapevo a malapena chi fosse, ma dopo aver visto un pezzo della sceneggiata messa su da Giletti, che pretendeva di farla passare per "intervista", ho pensato le stesse cose. Magari non le avrei dette così, perché sono più diplomatica, ma in effetti "quando ci vuole, ci vuole". 
ivalibri ha scritto: dichiaravano il loro malcontento per l'invasione americana e allo stesso tempo esprimevano la paura che se ne sarebbero andati, lasciando il paese distrutto e in una situazione di mancanza di controllo. 
Ecco, bisognerebbe evitare di pensare che il malcontento per l'abbandono del paese da parte dell'occidente significhi che la popolazione abbia apprezzato l'invasione. 
Certo, penso che nessuno sia contento di essere invaso o bombardato. Ma già l'ambiguità del condannare l'invasione e al tempo stesso temere che l'invasore se ne vada mi pare meno scontata. Significa che perlomeno si è creata una certa stabilità (cosa che l'Afghanistan non aveva mai avuto negli ultimi decenni) e che la presenza occidentale era ritenuta un male minore.
Da quel che ho letto mi pare poi che bombardamenti e morti di civili siano avvenuti soprattutto nei primi anni, quindi tra un'intervista fatta dieci o vent'anni fa e una fatta l'anno scorso i pareri possono essere cambiati.
Niente di ciò che ho scritto comunque era volto a giustificare in qualche modo la guerra o i crimini commessi.
ivalibri ha scritto: Io sinceramente non vedo differenze con le stragi fatte dai russi in Ucraina.  Forse vi riferite al numero di civili morti?
Di solito tengo in poco conto numeri e statistiche. Non è certo al numero che mi riferivo, ma leggendo i link che hai postato io trovo sì crimini su civili da parte americana, ma la maggior parte delle volte (non dico tutte, ci saranno eccezioni) mi pare che siano conseguenza di bombardamenti, come danni collaterali, non intenzionali. Questo ovviamente non li scusa, e non cambia il risultato finale.
Ma è diversa l'implicazione morale, e forse anche giuridica. Si definisce crimine di guerra l'uccisione di civili avvenuta volontariamente, o comunque come conseguenza della violazione delle norme (per esempio l'uso delle bombe a grappolo, che hanno alte probabilità di uccidere chiunque sia nei dintorni). Non dico che gli americani siano stati immuni nemmeno da questo, o dal maltrattamento di prigionieri, ma non l'hanno fatto in modo sistematico.
Sulla difficoltà di punire i loro crimini di guerra sono d'accordo con te, ma tu e io abbiamo potuto almeno leggere quell'articolo, abbiamo il diritto di parlare e condannarlo, cosa che nei regimi dittatoriali non avviene: di crimini semplicemente non ne esistono, perché di solito sono approvati, se non ordinati, dal governo.
Però la differenza principale coi crimini russi (e non solo in questa guerra, ma in tutte quelle passate, da decenni) sta nel fatto che loro lo fanno non per sbaglio o per noncuranza, ma apposta. I bombardamenti di edifici civili (tra cui anche scuole, ospedali o sedi della croce rossa), le torture, gli stupri, i saccheggi, gli attacchi ai corridoi umanitari, sono parte integrante della loro strategia di guerra. Seminare il terrore, e causare una fuga di persone, aumenta il caos e i problemi logistici e umanitari per il paese invaso, oltre a minarne il morale e la resistenza. Aggiunto a ciò, nella guerra in Ucraina c'è la componente ideologia, per cui oltre a uccidere le persone fisicamente, o deportarle, si cerca di cancellare l'identità e la cultura di quelle rimaste.
Potrei sbagliare, ma non ricordo che la Nato abbia mai usato strategie del genere.
Non può esistere una guerra giusta e pulita, ma si dovrebbero fare dei distinguo almeno sulle intenzioni.
In ogni caso condannare le aggressioni russe non significa giustificare quelle americane. Purtroppo per noi, c'è spazio per imperialisti, affaristi, cinici e sociopatici di ogni parte del mondo. Oggi Putin sta invadendo l'Ucraina, e io ce l'ho con lui. Se domani Biden decide di invadere il Nicaragua, mi rivedrai qui a prendermela con gli americani.
ivalibri ha scritto: La gente scende il piazza di solito per protestare contro l'operato del proprio governo o di quello dei propri alleati, su cui l'opinione pubblica può avere un potere contrattuale. A cosa serve scendere in piazza per protestare contro la Russia? A cosa può importare a Putin.
Ora non ricordo l'articolo, ma qualche associazione per la non-violenza proponeva una marcia della pace che arrivi fino a Mosca, e che raccolga milioni di persone. Mi pare molto irrealistico, ma se dovessero farla andrei. Sono d'accordo che manifestare contro Putin qui ha poco senso, ma manifestare a favore (sì, ci sono stati cortei a favore), sebbene altrettanto inutile, è peggio. Vale anche per le manifestazioni pacifiste contro il nostro governo, che non può fare niente per imporre a forza la pace. Manifestare solidarietà all'Ucraina però mi pare utile, può aiutare almeno a far sì che questa guerra non finisca dimenticata, come purtroppo avviene con tutte, prima o poi

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Voglio proprio vedere chi dirà che dipendere dalle terre rare cinesi è stato un errore tra qualche anno. Ma ragionare prima di fare le cose per i governanti europei è un optional?
Io ci scommetterei che tra qualche anno, quando magari avremo avviato questo benedetto passaggio alle energie rinnovabili, sorgeranno problemi con la Cina e si bloccherà tutto. E a quel punto qualcuno davvero si lamenterà che dovevamo pensarci prima... Questo perché non impariamo mai niente
ivalibri ha scritto:
Questa informazione da dove l'hai presa? Non è una domanda retorica, vorrei sapere da quale fonte. Che io sappia gran parte della popolazione ha sviluppato invece un forte risentimento e anche una forte posizione anti-americana.
Ultimamente le notizie sull'Afghanistan che leggo sono soprattutto brevi trafiletti sul sito dell'ansa. Non saprei ritrovare gli articoli, perché non li ho salvati, ma riportavano le opinioni di membri delle poche ong ancora presenti, di associazioni femminili e di cittadini che prima vivevano lavorando per gli occidentali, o ricevevano aiuti umanitari poi interrotti. Tutte queste persone in un modo o nell'altro hanno visto la loro vita peggiorare (o addirittura essere a rischio) col ritorno dei talebani. Molti di loro hanno cercato di partire e non sono riusciti, o sono stati bloccati dalle nostre lungaggini burocratiche. Il mio non può essere un dato scientifico (nessuno, credo, ha fatto un sondaggio) ma è l'impressione che mi sono fatta da queste testimonianze. La situazione femminile è quella che aveva beneficiato di più dalle nuove libertà e diritti, e almeno un paio di donne, che mi ricordi, si scagliavano contro gli occidentali perché se ne sono andati, lasciandole ad arrangiarsi.
ivalibri ha scritto: Sono intervenuta sull'Afghanistan perché qualcuno ha negato che vi siano state torture e stragi di civili e che la popolazione non è risentita per l'invasione. 
Spero proprio che non ti riferisci a me, perché io ho detto solo che parte della popolazione stava oggettivamente meglio nel ventennio dell'invasione ed è risentita per essere stata abbandonata (in Afghanistan c'è una situazione umanitaria disastrosa in questo momento). Non ho mai negato stragi o torture. Le do per scontate, anche senza bisogno di fonti specifiche, perché avvengono in ogni guerra.

Io comunque la differenza con l'occupazione russa dell'Ucraina la vedo eccome. Sono certa che in Afghanistan nessuno ha ucciso o torturato civili per indifferenza o apposta per seminare il panico, o ha affamato la popolazione bloccando gli aiuti umanitari. E se qualcuno ha commesso violenze private, se scoperto, sarà stato punito. Tempo fa ho letto che l'unità di stanza a Bucha che avrebbe commesso vari crimini sarebbe stata premiata in Russia. Così, giusto per mettere le cose in prospettiva.
Dietro la guerra in Afghanistan c'erano motivi di interesse, ma non ideologici. Nessuno ha mai pensato di annettersi il paese, o di convertire a forza i suoi abitanti alla cultura occidentale. Un esercito straniero che si arroga (a torto) il diritto di intervenire in un territorio politicamente instabile e un esercito straniero che invade uno stato per cancellare la sua stessa esistenza non possono essere, per me, messi sullo stesso piano morale.
Entrambi hanno sbagliato, ma io non ho mai sentito, all'epoca, gridare: "Viva gli USA". Anzi, in molti si opposero o si astennero da giudizi.
ivalibri ha scritto: Mi dispiace ma a me che gli USA siano degli imperialisti buoni o migliori di altri non mi convince per niente. È come pensare che le bombe americane non ammazzano nessuno. 
È un'opinione che in parte condivido: non ci dovrebbero essere gli imperialismi, punto e basta. Io per prima non amo affatto l'ingerenza americana nel mondo. L'avevo già detto, ma lo ripeto, perché di questi tempi la chiarezza è importante. Ciò che mi dà fastidio, negli schieramenti creatisi a livello mediatico, è che questa antipatia, se non odio vero e proprio, verso gli americani venga spesso diretta di riflesso verso l'Ucraina, solo perché la sostengono. Mi risulta anche incomprensibile il ragionamento di chi, per attaccare l'imperialismo americano, finisce indirettamente per approvare quello russo. È un controsenso. L'Ucraina è un paese autonomo, e trovo ingiusto che venga tirata in mezzo a cose di cui non ha colpa, come appunto il comportamento passato degli americani

Re: Situazione Ucraina-Russia

M.T. ha scritto: Le regole che seguono i russi sono quelle che fanno loro e che interpretano e applicano secondo il loro tornaconto.
Lo so. Ma è chiaro che risulta difficile trattare in qualsiasi modo con persone che interpretano le leggi come gli pare, a seconda del vantaggio del momento. Come si fa a fidarsi?
dyskolos ha scritto: Sinceramente non ne capisco il motivo, anzi per me più avanti si va, meno sono i motivi del "proputinismo". Sui social ho osservato una linea di evoluzione dell'individuo "pro-Putin". Nella prima fase, dice di essere il detentore della Verità (con la V maiuscola) e che tutti gli altri sono vittime della propaganda
Accanto a questa evoluzione, io ho notato purtroppo molte persone apertamente pro-Putin, senza alcuna maschera o scusante. Spesso hanno la bandiera russa o la Z nel profilo (cosa di cui sono grata, così li riconosco subito). Nel caso a qualcuno rimanessero ancora dubbi, scrivono cose come "Viva Putin". Questo per me va molto al di là dei dubbi sull'invio di armi, della critica all'occidente o agli errori ucraini. È un'aperta presa di posizione a favore di un'aggressione criminale, e di un sistema fascista (e non uso il termine a caso, è un giudizio che viene spontaneo se si esaminano le azioni e l'ideologia russe degli ultimi mesi).
I "detentori della Verità" di cui parli, che magari sono più defilati ma altrettanto dannosi, si possono riconoscere dal modo in cui rispondono alle provocazioni: se metti in dubbio le loro affermazioni portando dei fatti o dei ragionamenti logici, non trovano argomenti per controbattere, quindi in genere ricorrono agli insulti personali. Come se le Verità in cui credono fossero piovute dal cielo, e non avessero mai pensato di approfondirle, prima di sostenerle a gran voce.
È preoccupante in senso generale, perché dà un'idea del numero spaventoso di persone che danno giudizi (e purtroppo votano) ma non pensano.
dyskolos ha scritto: Forse Medved è nella seconda fase (ma lui nella prima credo non ci sia mai, nemmeno lontanamente, passato), quando dice che odia gli Occidentali. E certo! :-) Finché gli comprano il gas vanno bene, poi basta.
Medvedev è uno degli oligarchi più ricchi. E si è arricchito proprio facendo affari con l'occidente. A quanto pare i soldi non fanno mai schifo, da qualunque parte provengano...  O_-
M.T. ha scritto: Qualcuno dirà che sono provocazioni, che fa parte del gioco e compagnia bella, e si cercherà ogni tipo di argomentazione o giustificazione, ma non è da paese civile parlare di come uccidere dei prigionieri di guerra, arrivando a parlare di squartamento, come si faceva ai tempi del Medioevo.
Non sono solo provocazioni. Stanno cercando in ogni modo di alimentare l'odio verso i paesi occidentali, così quando le sanzioni inizieranno ad avere effetto il popolo russo avrà già un nemico certo da incolpare. Questa cosa comunque mi ricorda le simulazioni di attacchi atomici, con gli ospiti che ridevano. In entrambi i casi per me è un comportamento infantile oltre che antisociale (e non è una buona accoppiata)
Cheguevara ha scritto: Possiamo aggiungere che quelli che i russi si ostinano a chiamare "mercenari" sono persone residenti in Ucraina, che hanno scelto di combattere per il Paese in cui vivevano.
Sì, molti hanno un legame di qualche tipo con l'Ucraina, ma ci sono anche stranieri che ci vedono una buona causa per cui combattere. Ieri ho letto la testimonianza di un volontario italo-americano, che aveva preso parte a missioni in Iraq e in Afghanistan, per le quali si sentiva in colpa. Per questo è partito volontario per l'Ucraina, ritenendola (per una volta) una causa giusta. Lascio il link all'intervista: https://amp.ilgiornale.it/news/mondo/chi-lupo-nord-che-difende-l-europa-intera-2041438.html
Non possiamo sapere quanto di vero ci sia, ma può dare un'idea della varietà di motivazioni che ha portato anche stranieri a combattere lì. Il termine mercenari, per i russi, è usato con la stessa noncuranza di altri termini spregiativi, a indicare qualunque straniero che combatta contro di loro (non possono ovviamente ammettere che qualcuno possa farlo perché lo ritiene giusto) 

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Eppure le auto elettriche potrebbero essere un rimedio peggiore del male:
https://www.limesonline.com/notizie-mon ... are/128174
Su questo avevo già sentito qualcosa. Purtroppo c'è poco da discuterne: le auto elettriche non sembrano la soluzione, e neppure i pannelli solari. Tutto ha comunque un costo di produzione (economico o ambientale) e per questo tipo di risorse dovremmo dipendere dalla Cina, inaffidabile quanto la Russia. Io non riesco a vederci una via d'uscita, e sono piuttosto pessimista a proposito. Come dice @Cheguevara, siamo semplicemente troppi, e non ci sono abbastanza risorse per tutti, o almeno non sostenibili. A meno di non rinunciare a quasi tutto: auto, tecnologia, allevamenti animali, e tornare a un modo di vita pre-rivoluzione industriale. Oppure smettere di fare figli  :P (Emil Cioran sarebbe d'accordo)
Cheguevara ha scritto: ma consiglierei di recuperare sul web la puntata di ieri di "Atlantide" su La 7, dedicata alla brigata "Wagner" impiegata dai Russi, oltre che in Ucraina, nelle guerre che la Russia sta conducendo in mezzo mondo, dalla Siria al centro Africa.
Ne ho vista una parte, ma niente che già non sapessi (la stranezza delle accuse russe contro l'Ucraina, avendo tra le sue stesse fila dei mercenari neonazisti, mi ha indotta ad approfondire fin da subito la questione). È doppiamente preoccupante perché, a differenza dei battaglioni nazionalisti ucraini, combatte in quasi tutti i peggiori scenari di guerra, e in genere sostiene dittature per conto dei russi. Ora che la guerra in Europa sta concentrando gran parte dell'attenzione mediatica, queste milizie fanno un po' quel che gli pare, in Africa o altrove. E lì non c'è la stampa internazionale o le ong che controllano.
Cheguevara ha scritto: Mi risulta, invece, che nei vent'anni in cui gli USA, dipinti come i padroni della NATO, sono stati in Afghanistan, quel popolo abbia vissuto una libertà prima sconosciuta, al punto di aggrapparsi agli aerei in partenza quando Biden, in esecuzione di decisioni prese da Trump, ha abbandonato quel disgraziato Paese.
Bisognerebbe avere il coraggio di dirlo: gli USA in Afghanistan hanno fatto i loro sbagli, ma c'è una buona parte della popolazione che non è risentita per l'invasione, ma per l'abbandono. Le donne, ad esempio, cercano in ogni modo di non farsi dimenticare. Le ragazze più giovani, cresciute negli ultimi vent'anni, hanno difficoltà ad adeguarsi a una cultura retrograda che sentono estranea. Mi ha fatta sentire in colpa un appello letto tempo fa di un'associazione femminile che diceva "siamo state dimenticate". Qualcosa di buono lì si è fatto, che fosse nelle intenzioni o no. La vera colpa in questo caso sarebbe lasciarlo all'oblio, anziché continuare a dare aiuto in qualunque modo possibile. Di nuovo, magari tendo a semplificare, ma la geopolitica e la realtà delle persone e dei loro bisogni per me si discostano troppo.
M.T. ha scritto: https://www.today.it/mondo/mercenari-in ... morte.html
Io mi auguro che sia un  po' come le altre minacce russe, e che alla fine non se ne farà niente. Non sono mercenari, ma combattenti stranieri volontari (gli daranno almeno vitto e alloggio, ma non significa essere mercenari). Arruolare mercenari è un reato, che io sappia, e l'Ucraina, posta al centro dei riflettori mondiali, non può certo permetterselo. Dovrebbero essere protetti dalle convenzioni, sempre che i russi decidano di seguirne qualcuna...

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Apprendo ora che in Russia è stato depositato presso la Duma un disegno di legge in cui si dichiari illegittima l'indipendenza a suo tempo accordata alla Lituania.
Ho letto anch'io la notizia, e ho cercato conferma altrove perché non ci credevo. È una delle cose più assurde che ho sentito ultimamente. Si sono posti il problema dopo trent'anni!? Ora comunque capisco meglio le preoccupazioni della Lituania. Mi pare di aver postato un articolo tempo fa, sulle loro milizie volontarie. Avevo compreso le loro paure, ma le avevo giudicate un po' eccessive (in fondo sono membri della Nato, e non riesco a credere che la Russia sarebbe tanto folle da attaccarla) invece pare che avessero ragione. Non potendo invadere direttamente, i russi stanno provando a trovare cavilli legali per dichiarare nulla la loro indipendenza. Non credo che troveranno appoggio altrove, ma è comunque preoccupante
ivalibri ha scritto: Preservare una cultura, fatta di letteratura, arte, scienza e altre belle cose che l'essere umano ha fatto e sa fare dovrebbe prescindere dal difendere un confine e dal versare (o far versare ad altri) il sangue.
Sono d'accordo, però nei fatti è così: gran parte degli stati nazionali si è creato in seguito a guerre.
ivalibri ha scritto: Le terre di frontiera dovrebbero godere delle diverse lingue e culture con cui sono a contatto, senza discriminazioni né rigidità verso le persone che le abitano. Una terra plurilingue e pluriculturale è una terra con una ricchezza in più non un luogo in cui fomentare gli scontri e i conflitti. 
Sarà che sono figlia di immigrati e sono sposata con un uomo che viene dall'altra parte del mondo, ma a me hanno insegnato che questa diversità è una ricchezza. Quando ero piccola i figli dei meridionali venivano derisi nelle scuole  del nord, e io non facevo eccezione. Mi prendevano in giro. Non dico che non ne soffrissi, ma ero consapevole di avere qualcosa in più degli altri non in meno. Potevo andare in Sicilia tutti gli anni, sentire parlare in modo diverso e conoscere e fare parte di due culture diverse. Allo stesso modo cerco di educare i miei figli che hanno la fortuna di appartenere a due lingue e due culture diverse.
Credo che sia una questione di impostazione mentale verso la diversità. In questo senso rifiuto con forza l'idea che la cultura debba essere legata alla guerra, alla violenza. Per me è esattamente il contrario. 
La multiculturalità nelle terre di frontiera avviene solo se è spontanea e non imposta con la forza. Quando una lingua o una cultura sono imposte con la forza, si creano rancori che durano generazioni. In Italia in realtà è andata bene, perché non sono rimasti grossi contrasti con le culture tedesche, ladine, slave, sicule, ecc. ma non è frutto di politiche di integrazione, solo del caso.
Verso fine '800 a Bolzano hanno eretto la statua di un poeta austriaco, perciò qualche anno dopo Trento ha eretto quella di Dante. Questa era l'entità del conflitto di culture da queste parti. Nessuno ha mai pensato di prendere le armi, forse perché non c'erano interessi economici di mezzo e neppure un odio radicato.
È vero che abbiamo idee molto diverse su certi aspetti, ma anch'io sono sempre aperta alle altre culture. Di ogni paese che visito, o di ogni straniero che incontro, sono interessata a conoscere la lingua, le usanze, il modo di pensare. Se trovassi un buon lavoro all'estero, partirei senza pensarci due volte. Il fatto di sapere che sono italiana, però, fa la differenza tra l'essere un'italiana aperta alle altre culture o l'essere un'apolide. Avere una terra d'origine, una casa, dà un senso di stabilità, di un qualcosa di certo a cui si può sempre tornare, se o quando si volesse tornare. È qualcosa che in questo momento a molte persone sta venendo portato via, e io fatico a non immedesimarmi e a non provare il loro senso di smarrimento.
ivalibri ha scritto: Da un lato rivendicano la loro diversità, o meglio alterità, rispetto alla Russia di quel tempo, dall'altra però da lì nascono e prendono i loro attuali confini.
Bisogna però dire che sotto l'Unione Sovietica c'è stato in molti paesi un processo di russificazione forzata. Se non ci fosse stata, forse queste rivendicazioni nazionali sarebbero sorte prima. Se poi guardiamo i nostri di confini, vediamo che si sono formati dall'unione di molti staterelli indipendenti, in tempi diversi (e sempre tramite guerre). Non c'è un modo giusto o sbagliato di diventare una nazione, ma di sicuro è sbagliata qualunque ingerenza altrui fatta con la forza e volta a negare la stessa esistenza di un popolo.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Lo spirito con cui è nata l'ONU era quello di creare un organismo di cooperazione internazionale in cui devono far parte tutti i paesi del mondo, altrimenti è ovvio che un'alleanza militare come la NATO si preoccuperà di fare i propri interessi, ossia quelli di una parte del mondo (e, non dimentichiamolo, di una minoranza). Sembra di essere tornati al tempo del colonialismo in cui i paesi europei dovevano "civilizzare" gli altri, una tradizione ben radicata nella mentalità occidentale, a quanto pare. 
Mi pare che le iniziative infelici della Nato e l'impotenza dell'ONU siano state criticate a più riprese. E dovrebbe essere il funzionamento normale di una democrazia: gli errori si notano, e si pagano. Dubito molto che gli USA intraprenderanno altre iniziative come quelle in Iraq o in Afghanistan. Ormai l'opinione pubblica è contraria per principio, nessuno pensa più che sia possibile coprire invasioni mascherandole da "esportare la democrazia". E credo che sia il nostro punto di forza: mentre le dittature ripetono all'infinito le stesse idee e le stesse azioni, le democrazie imparano dai propri errori, si adeguano ed evolvono, non sono statiche. Rimane una forma di colonialismo economica che, secondo me, più che espressione di una democrazia aggressiva è espressione di una guerra fredda mai finita, in cui c'è sempre un avversario con cui competere per l'influenza sui vari paesi. I tentativi di collaborare anziché competere si sono fatti, ma hanno dato pochi risultati, perché, come per la guerra, finché anche l'altro non smette di cercare di prevalere è impossibile tirarsi indietro.
ivalibri ha scritto: Qui di seguito posto invece un articolo di Micromega su nazioni e nazionalismi che riprende il concetto di Hobsbawn e un testo più recente di Giovanni Procacci sull'uso del nazionalismo nei testi scolastici di storia
Ho letto l'articolo, e l'ho trovato abbastanza di parte. Con tutto ciò che si può avere contro il nazionalismo e le sue manifestazioni più estreme, resta il fatto che tutte le nazioni europee negli ultimi due secoli si sono autodefinite appunto come nazioni, e tra esse l'Italia, senza che nessuno ci trovasse qualcosa di male o di oppressivo verso qualcuno.
Io non vado in giro con la bandiera tricolore, ma mi dà comunque un senso di appartenenza conoscere con certezza in quale nazione sono nata e vivo. Se la Prima guerra mondiale fosse andata diversamente, adesso sarei austriaca, e avrei tutt'altri riferimenti storici, letterari e politici.
L'articolo sembra suggerire che gli stessi confini siano sbagliati, ma i confini esistono per un motivo, non solo per causare guerre. Il Trentino è sempre stato a maggioranza italiofono, e quindi immagino di essere finita dalla parte giusta, e che chi lottava per questa inclusione avesse ragione. Ma anche in questo caso si sono versati fiumi di sangue. Ne valeva la pena? Per me sì, perché sono felice di parlare italiano e di poter leggere Dante, ma forse per altri no.
Quelle sull'appartenenza nazionale non sono questioni banali, e non si possono ridurre a un "in fondo gli ucraini sono sempre stati un po' russi, quindi perché mai adesso gli è venuta questa fissa nazionalista?". Solo perché l'Europa orientale è in ritardo (e non per colpa sua) sulla formazione degli stati nazionali non significa che non abbia i nostri stessi diritti.
Quanto agli accenni alle semplificazioni, io non ho mai sentito/letto nessuno mettere la situazione in termini di bene e male. Se davvero Severgnini, che è uno scrittore, ha usato parole del genere, probabilmente si rivolgeva a bambini delle elementari e ha sottostimato la loro capacità di capire ragionamenti più complessi. È sbagliato ma non è un delitto, né una tendenza generalizzata. L'articolo cita tutto ciò che è utile a sostenere la sua tesi, che sia significativo o meno.
M.T. ha scritto: Per quelli che sostengono la Russia, la giustificano e tendono a giustificare tutto ciò che fa: dovrebbero riflettere sulle parole di Medvedev: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2022/06/07/medvedev-odio-chi-e-contro-russia-di-tutto-per-eliminarli_e6d7e4bc-9331-4044-bb6c-6e8424caf0c1.html
Le esternazioni russe bisogna interpretarle, e ho letto anch'io da qualche parte che il suo discorso era rivolto più ai russi che a noi (mi pare che Medvedev speri di succedere a Putin, in caso di una sua dipartita). In ogni caso tra lui, i vari ministri e giornalisti, di minacce e dichiarazioni di odio ne abbiamo sentite abbastanza da non avere dubbi sul loro modo di vederci. Finché sono parole lasciano il tempo che trovano. Mi preoccupano di più le azioni

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Volevo proprio dire quello che ho detto, nel senso che perfino il regime imposto da Hitler era motivato, in origine, dalla necessità di risollevare il popolo tedesco dai tragici esiti della prima guerra mondiale; Stalin aveva l'obiettivo di far progredire il popolo russo dalle condizioni in cui versava dai tempi degli Zar, e poi di scacciare l'invasore nazista; entrambi, all'origine del loro comportamento criminale, potevano vantare il movente di un ideale politico.
E non è inutile ricordarlo, perché ci troviamo in una situazione molto simile: abbiamo avuto due anni di pandemia, e adesso c'è una guerra. Molte riforme necessarie (come l'adeguamento dei salari) sono state rimandate, e adesso chi era già povero si trova a fare i conti con l'inflazione e i costi di benzina ed energia. E la situazione peggiorerà, inutile indorare la pillola.
In tutto ciò la Le Pen è stata fino all'ultimo in corsa per la presidenza francese, e i sondaggi italiani danno la Meloni in testa. Corriamo seriamente il rischio che la maggioranza dei cittadini (che ovunque guarda prima ai propri bisogni primari) scelga di affidarsi all'estrema destra in cerca di salvezza.
Ho sentito molti biasimare i popoli che hanno permesso l'ascesa dei vari dittatori criminali (cosa che per qualche motivo non si può fare con i russi senza diventare russofobi), ma la verità è che se ne arrivasse uno oggi, qui, nemmeno noi riusciremmo a riconoscerlo e fermarlo in tempo. Questo è quel che colgo guardandomi in giro. Decenni di democrazia ci hanno resi ciechi ai pericoli veri (stiamo a discutere stupidamente sulle armi offensive e difensive, mentre i populisti guadagnano voti e la propaganda putiniana prospera).

ivalibri ha scritto: Tuttavia rimane lo stesso inconcepibile ciò che è accaduto. Vi è una parte di grande irrazionalità e di indicibile in ciò che non solo è il comportamento di chi era al potere ma anche di una grande parte della popolazione dell'epoca.


Io trovo inconcepibile l'assassinio deliberato di qualunque essere umano, non importa chi sia il colpevole o il motivo, quindi nella mia lista di crimini e criminali rientra una grande varietà di regimi e paesi. ll genocidio degli armeni, o quello dei tutsi in Ruanda non sono meno importanti di quello degli ebrei soltanto perché i numeri erano leggermente inferiori, o le motivazioni erano diverse. Se si inizia a fare graduatorie dei crimini e delle vittime, per me si alimenta l'odio anziché cercare di capire le motivazioni profonde per evitare che l'orrore si ripeta.
Ogni singolo sterminio appare irrazionale alle persone normali, ma non per questo deve diventare un tabu che non si può indagare né cercare di capire o paragonare ad altre situazioni.
In questo momento, nelle zone occupate dai russi, la lingua, la cultura, e l'appartenenza ucraina stanno venendo cancellate. Anche questo dovrebbe risultare inconcepibile, eppure vedo gente fregarsene, o addirittura dare la colpa alle vittime. Prova a pensare se qualcuno desse la colpa agli ebrei per il loro sterminio, perché in fondo potevano arrendersi subito ed emigrare, o magari cercare di trattare pacificamente.
È una provocazione voluta, ma credo che sia necessario abbandonare i falsi buonismi. La verità è che si giudicano le situazioni in modo diverso a seconda delle ripercussioni che hanno su di noi. La Shoah è passata da tempo e non ha niente a che fare con le nostre bollette o i soldi in più che lasciamo al distributore o al supermarket, mentre gli ucraini che testardamente vogliono mantenere la loro cultura e il loro paese sono una spina nel fianco.
ivalibri ha scritto: Altrimenti si cade nelle considerazioni che mi capita di leggere di qualche opinionista. Ossia che Putin è cattivo e che i russi sono pure loro cattivi. Di dittatori che perseguitano il loro stesso popolo è pieno il mondo, non mi sembra una sua esclusiva. 
Qui il problema non è che Putin è cattivo, ma che sta distruggendo uno stato indipendente e la sua popolazione, e sta danneggiando anche tutti gli stati europei. Dire che è cattivo sarebbe infantile e inutile. Ma le sue azioni sono una minaccia per tutti, compresi i russi (anche se molti probabilmente non se ne rendono conto) quindi vanno contrastate subito. Non possiamo aspettare i tempi della Storia per dare un giudizio e reagire.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: La NATO nasce come alleanza difensiva sulla carta ma non ha quella vocazione. Nasce su iniziativa statunitense per far sì che si mantenga un certo ordine mondiale e che si costruisca l'egemonia di una parte, i paesi atlantici, sull'URSS e successivamente sui paesi del patto di Varsavia. 
Non va assolutamente confuso il suo ruolo con quello dell'ONU, questo sì ruolo internazionale che avrebbe dovuto garantire la pace e la cooperazione tra i popoli. 
Dalla pagina ufficiale:

La sicurezza nella nostra vita quotidiana è fondamentale per il nostro benessere. Scopo della NATO è garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri attraverso mezzi politici e militari.

POLITICA - La NATO promuove i valori democratici e consente ai membri di consultarsi e collaborare in materia di difesa e sicurezza per risolvere i problemi, creare fiducia e, nel lungo termine, prevenire i conflitti.

MILITARE - La NATO si impegna a risolvere pacificamente le controversie. In caso di fallimento degli sforzi diplomatici, ha il potere militare di intraprendere operazioni di gestione delle crisi. Tali operazioni devono essere condotte in base alla clausola di difesa collettiva presente nel trattato fondativo della NATO - Articolo 5 del Trattato di Washington o dietro mandato delle Nazioni Unite, da soli o in collaborazione con altre organizzazioni internazionali.


È evidente che tra le intenzioni e la pratica possono esserci discrepanze, ma lo scopo dei suoi fondatori era mantenere la pace, e in buona misura ci è riuscita, anche solo fungendo da deterrente per nuove guerre in Europa.
ivalibri ha scritto: L'attacco della NATO su Belgrado viene giustificato come risposta alle violenze interetniche ma è stato condotto al di fuori della giurisdizione dell'ONU e non è in alcun modo giustificabile.
Non sono io a giustificarlo (ho specificato che per me si doveva agire molto prima e con altri mezzi). L'esempio serviva a illustrare i problemi che la Nato non riesce a risolvere, perché non ha una linea standard di intervento, finendo per agire a volte troppo tardi e a volte in modo sbagliato e contrario ai suoi stessi principi.
L'ONU, come ha già detto qualcuno, è anche per me sempre più inutile. Ma era scontato: se ne fanno parte praticamente tutti (e i principali pericoli per la pace mondiale hanno addirittura diritto di veto) il suo campo d'azione e la sua autorità si restringono.
ivalibri ha scritto: È vero che una parte della popolazione ha visto con favore l'arrivo dei tedeschi nei territori dell'attuale Ucraina, ma hanno fatto presto a cambiare idea e non certo perché i tedeschi non incoraggiassero la loro indipendenza, ma più che altro per il trattamento disumano a cui li hanno sottoposti.
Non parlavo tanto della gente comune, che di certo avrà fatto presto a cambiare idea, ma delle associazioni nazionaliste, che hanno visto nell'invasione tedesca un'opportunità per la loro causa. Dal momento che una delle cose che viene spesso rinfacciata all'Ucraina è di avere Bandera come eroe nazionale, non mi pare inutile capire perché Bandera e la sua associazione nazionalista abbiano ritenuto accettabile allearsi con il nazismo, anche a costo di sorvolare sui suoi aspetti peggiori.
Cheguevara ha scritto: La peggiore delle democrazie è sempre meglio della miglior dittatura,
Sottoscrivo. E aggiungo che chi ha avuto la fortuna di crescere sotto una democrazia, per quanto difettosa o traballante, spesso dà certi diritti per scontati, faticando a scorgere le minacce. Siamo in un paese in cui la classe politica è spesso oggetto di scherno o di critiche, ma possiamo criticare e possiamo deridere, ed è molto più di quanto possano fare tanti altri nel mondo
Cheguevara ha scritto: Per prendere il potere, non ha esitato a organizzare attentati contro il suo stesso popolo, per poterli attribuire ai Ceceni e poi distruggerli presentandosi come salvatore della patria. Tutto senza un ideale che non fosse il suo interesse personale
Vista così, sono d'accordo. La cecità fanatica di fronte a un ideale è condannabile (specie se causa vittime) ma il banale perseguimento dei propri interessi, a scapito dei tuoi stessi cittadini, e di chiunque altro ci vada di mezzo, è moralmente peggiore.

Re: Situazione Ucraina-Russia

M.T. ha scritto: https://www.ilsole24ore.com/art/le-sett ... m-AEmYCHWB
Su questi casi avevo già letto qualcosa, e sinceramente mi ha fatto sorridere che qualcuno sollevasse dei dubbi sul fatto che siano omicidi.
Quel che invece mi sarebbe piaciuto sapere è in che modo queste persone erano diventate traditori, o comunque "scomode" agli occhi del Cremlino. La faccenda è stata passata molto in secondo piano, come se ormai agli assassinii di regime dovessimo essere abituati...
Cheguevara ha scritto: Gli stralci che hai postato mi sembrano sufficienti a confermare tesi che avevamo già fatto nostre, cioè che le ferite generate da questa insana aggressione richiederanno decenni per rimarginarsi, e che non è affatto scontato, come invece affermano molti finti pacifisti, che le popolazioni russofone dell'Ucraina si sentano russe.
In realtà l'articolo andava un po' oltre, definendo la differenza tra nazionalismo etnico-linguistico e nazionalismo civico. È una separazione che non avevo mai trovato, e che getta sulle rivendicazioni nazionali ucraine una luce più positiva: a differenza, ad esempio, delle repubbliche baltiche, l'Ucraina dopo l'indipendenza ha dato la cittadinanza a chiunque si sentisse ucraino, indipendentemente dalla lingua o dalla provenienza. Una scelta molto più complicata e rischiosa (ne vediamo purtroppo le conseguenze in negativo) che secondo me merita però di essere apprezzata negli intenti.
Nello stesso articolo è utile anche capire la diffusione delle lingue russa e ucraina, rispettivamente nelle città industriali (che hanno attirato l'immigrazione dei russi nel secolo scorso) e nelle campagne (che rimanendo più isolate hanno mantenuto la lingua locale ucraina) e come hanno finito per mescolarsi con il trasferimento di molti ex-contadini nelle città.
Si spiega anche il motivo per cui gli ucraini, nel 1941, hanno accolto i tedeschi come liberatori (io stessa ho visto foto di soldati della Wehrmacht insieme a contadini sorridenti, che offrivano loro il tradizionale pane e sale). Dopo l'oppressione sovietica, la collettivizzazione
delle terre e lo sterminio di milioni di persone, gli ucraini hanno pensato che qualunque altro regime fosse migliore. Senza che tutto ciò si sia mai tradotto in simpatia aperta per il nazismo: c'era solo un popolo che cercava di sopravvivere. Una volta resisi conto che i nazisti non incoraggiavano affatto l'indipendenza dei territori invasi, hanno ben presto cambiato opinione.
Cheguevara ha scritto: L'ucraina, ad onta di quello che auspicano in molti nel nostro Paese, continua a resistere, contrattaccando dove e quando può, per cui pare che il macello durerà ancora a lungo
Leggendo l'articolo credo si possa averne la certezza: gli ucraini non si arrenderanno. Hanno già perso troppe lotte per la libertà, ma stavolta sanno di essere dalla parte della ragione, e di avere l'attenzione e l'appoggio di tutti i paesi liberi (almeno per ora). Se possano davvero vincere questa guerra non posso dirlo, ma nemmeno escluderlo. Molto dipende dall'appoggio che riceveranno. Già riuscire a bloccare gli invasori e costringerli a trattare sarebbe un buon risultato.
Il macello che si svolge giorno dopo giorno non è certo un motivo per mollare, anzi, è un motivo in più che impedisce di arrendersi o di cedere territori. Chi ha sofferto questi tre mesi di guerra vuole pensare di averlo fatto almeno per uno scopo. I soldati vogliono che la guerra finisca per tornare dalle loro famiglie, ma non vogliono sentirsi dire di aver combattuto, e aver guardato morire amici e conoscenti, per niente.
Cheguevara ha scritto: A meno che la notizia, sempre più insistente, del cancro di Putin non porti a radicali cambiamenti nella conduzione del Cremlino: peggio che con Putin non può andare.
Peggio probabilmente non può andare, ma resta da vedere se ci sia qualcuno della sua cerchia con gli attributi necessari per fare una totale marcia indietro e ammettere l'errore

Re: Situazione Ucraina-Russia

Segnalo altri due articoli, entrambi piuttosto lunghi (uno è in pratica un breve saggio), ma se avete tempo per leggere sono interessanti.
Uno è di Valigia blu, e riassume un po' la situazione bellica e le varie posizioni prese fino a ora, senza tralasciare il paragone con altre guerre e genocidi (come l'Iraq o il Ruanda) e il sostegno ai giornalisti dissidenti russi: https://www.valigiablu.it/ucraina-guerra-pace/
Ne riporto uno stralcio:
La pace non può che essere un obiettivo sul lungo termine, ora. Un risultato politico complesso che richiederà un impegno duraturo e specifico. Ci attenderanno in futuro dei processi di pacificazione per evitare che due popoli si considerino eterni nemici per faide senza fine - pensiamo ai processi di pace nel Sudafrica post-apartheid, al già citato Ruanda, alla Ex Jugoslavia. Lo stesso popolo russo dovrà elaborare, in un modo non troppo dissimile dalla Germania di Hitler, un senso di colpa collettivo per ciò che il proprio Stato ha inflitto ad altri paesi. Servirà mettere mano alle ferite che la guerra provoca fuori, dentro e tra le persone.

Qualcosa certo può essere fatto già ora. Mettere in prospettiva che finito questo conflitto sarà doveroso trasmettere la lezione del disarmo, in particolare quello nucleare. Spezzare i muri delle politiche che impediscono l'accoglienza, denunciare i fascismi che vorrebbero distinguere profughi "veri" e "finti". Mettere gli ucraini al centro del dibattito come interlocutori, e non al servizio dell'industria che produce contenuti. Evitare che nel mondo i russi e la cultura russa diventino untori per colonne infami, cercare il più possibile di aiutare chi vuole defezionare dal regime, mettere a disposizione programmi speciali per ospitare ricercatori, intellettuali, artisti. Ricordare dall’esterno, per chi vive entro le mura di quella dittatura, che non tutti sono a favore dello sterminio, non tutto coincide con quello che la propaganda di regime propugna come unica verità. Aprire crepe, lasciare in vita possibilità, anche solo come sussurri.

L'altro articolo è un breve (si fa per dire), ma esaustivo, riassunto della storia del nazionalismo ucraino, fin dall'800. L'ho trovato molto utile, per chi non ha tempo o voglia di leggersi un intero libro di storia, perché racconta solo gli eventi essenziali, che però spiegano anche la situazione presente: https://www.eastjournal.net/archives/125620 Riporto solo il finale:
Viceversa nella popolazione andava emergendo un “nazionalismo civico” che non faceva distinzione tra parlanti russo o ucraino, e che vede nell’appartenenza nazionale qualcosa che comprende le diverse identità culturali. L’elezione a presidente di Volodymyr Zelensky, ebreo russofono, capace di raccogliere consensi a est come a ovest del paese, dimostra una volta di più il carattere civico, e non etnico, del nazionalismo ucraino.

L’appartenenza linguistica non coincide necessariamente con l’identità etnica. Già il censimento del 2001, l’ultimo realizzato, fotografava come ben il 15% dei russofoni si definiva di “nazionalità ucraina” mentre studi più recenti pongono l’accento sulla porosità delle identità etniche in Ucraina e di come l’autodefinizione di “ucraino” o “russo” dipenda da molti fattori. La costruzione di uno stato ucraino non etnico, ma multiculturale, avviata nel 1991, è proseguita negli anni malgrado le contraddizioni.

La guerra in corso modificherà ulteriormente questi equilibri, poiché molti russofoni – a Mariupol, Odessa, Kharkiv, Slovian’sk, Dnipro – stanno sperimentando un senso di appartenenza allo stato ucraino alimentato proprio dall’aggressione russa. Solo uno sguardo più attento alla storia della questione nazionale ucraina, come all’identità etnica del paese, può consentirci di non cadere nelle trappole della propaganda, restituendo complessità a un paese che oggi tutti si affrettano a spiegare con chiavi di lettura ideologiche, semplicistiche o faziose.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Come ricorda giustamente @Cheguevara la Turchia non è uno stato canaglia solo da poco tempo, ma si è macchiata in passato del genocidio degli armeni, genocidio da cui ha tratto ispirazione Hitler per i suoi noti misfatti. Nel '52 non era certo un tempo in cui non si sapesse.
Vero. Del genocidio si sapeva, ma se non sbaglio è stato riconosciuto ufficialmente dagli USA solo in anni recenti. Come al solito quel che conviene viene prima di qualunque verità storica. Niente di nuovo. Può darsi che tu abbia ragione sull'opportunità della Turchia nella Nato come fattore di equilibrio (io personalmente, da privata cittadina, avrei guardato le sue credenziali e detto "Vuoi entrare nella nostra alleanza difensiva? Col cavolo").
ivalibri ha scritto: La NATO d'altronde è un'alleanza militare le cui azioni non sono sempre state difensive.
Il problema è che si interpreta la parola "difesa" in troppi modi. Anche la Russia sostiene di aver iniziato una guerra per difendere una minoranza.
In molte situazioni, in effetti, il confine tra difesa e aggressione è molto labile. Nel caso di Belgrado, il bombardamento era giustificato col difendere le minoranze aggredite, e non si può dire che non fosse vero. Si può dire solo che si doveva intervenire prima, e in modo meno drastico.
Il problema di fondo della Nato è proprio questo: nasce come alleanza difensiva, ma non ha alcun protocollo da seguire sui casi per cui non ha giurisdizione, ma che comunque minacciano la pace e la stabilità europea o globale.
ivalibri ha scritto: Non si è mai visto che un membro venga espulso perché si comporta male. 
Male. Un qualche limite dovrebbe essere stabilito. E non una sciocchezza come quella imposta alla Turchia "non ti mandiamo le armi di ultima generazione finché non ti metti in regola". Ci vogliono deterrenti seri: se non segui le regole, sei fuori.
ivalibri ha scritto: A me pare lampante il collegamento. Svezia e Finlandia vogliono entrare nella NATO come conseguenza della guerra in Ucraina e siccome portano avanti una politica di appoggio al PKK, la Turchia se ne vuole approfittare per negoziare con loro. Senza la guerra in Ucraina non potrebbe farlo.
Questo sì, ma è un caso di cui ha approfittato. Non credo che la Turchia abbia interessi diretti in questa guerra. Avendo buoni rapporti con entrambi i paesi, dovrebbe avere tutto l'interesse a farla finire presto
ivalibri ha scritto: Viviamo in un mondo estremamente interconnesso e ciò che smuove gli stati sono gli equilibri, o disequilibri, di forza e di potere geopolitico ed economico. Altrimenti rimaniamo imbrigliati in una visione parziale ed ideologica delle cose. Non a caso si usa il termine scacchiere geopolitico
Lo so, e lo capisco a grandi linee, ma quando sento di ospedali bombardati o di civili uccisi mentre cercano di fuggire, la mia attenzione tende a concentrarsi su questi fatti concreti e a mandare a quel paese gli astratti equilibri geopolitici. È un limite di cui sono consapevole, e che mi impedirebbe di intraprendere una carriera politica (per la quale comunque sarei in ritardo)
ivalibri ha scritto: Il contenuto è per gli abbonati ma anche solo dallo stralcio di articolo di libera lettura si intuiscono i forti legami.
Io capisco più che altro che gli Usa hanno messo da parte la Siria (e fa davvero impressione vedere come chi comanda può mettere da parte un intero stato a favore di una questione più attuale) ma anche che questa guerra è scomoda, perché c'erano in ballo altre cose importanti che si sono dovute rimandare. Che la Turchia ne abbia approfittato, con spirito di sciacallaggio, non sorprende.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Posto questo articolo sulle "operazioni" turche in Siria e Iraq. Nonostante sia del febbraio scorso fotografa bene quanto sta ancora accadendo. È bene tenere presente la situazione tra Turchia e Medio Oriente se si vuole avere un quadro più completo e chiaro per capire meglio la crisi ucraina. Non dimentichiamo che la Turchia fa parte della NATO dal 1952 ed è un membro fondamentale nell'equilibrio geopolitico dell'Europa
In pratica quel che fa la Turchia da anni è la brutta copia di quel che fa la Federazione russa, solo con meno risonanza mediatica. E, come la Russia, chiama terroristi quelli che lottano per il semplice diritto a esistere.
Ma non direi che ci sia indifferenza da parte occidentale. Le notizie di un rinnovato attacco contro i curdi, e dell'opposizione all'entrata di Svezia e Finlandia nella Nato sono state date nei TG. Purtroppo, passano in secondo piano perché non toccano direttamente gli interessi USA o europei, ma chi vuole informarsi ha la possibilità di farlo. Mi risulta comunque che in passato siano state mandate armi anche ai curdi, ma in quel caso nessuno ha protestato.
Quanto al fatto che la Turchia non faccia parte della Nato per sbaglio, non sono convinta, perché al momento del suo ingresso la situazione era molto diversa da oggi. Oggi di certo non entrerebbe.
Secondo me nella Nato non ci dovrebbe stare, oppure si dovrebbero studiare delle regole per stabilire cosa fare se è uno stato Nato ad aggredire qualcuno (e varrebbe tanto per la Turchia che per gli sfortunati interventi degli USA). Ci vorrebbe anche una regola che permetta di espellere i membri quando fomentano conflitti, o hanno scopi politici in evidente contrasto con lo spirito difensivo dell'Alleanza. Altra cosa che cambierei è il voto all'unanimità (anche nella UE): quando hai una trentina di stati membri diventa molto difficile avere un'unanimità, cosa che porta a ricatti o trattative infinite anche per reagire a crisi che richiedono invece un intervento immediato.
Non sono un'esperta di geopolitica, quindi non capisco il collegamento di ciò con la guerra in Ucraina, se non che in entrambi i casi è portata avanti da paesi semi-dittatoriali, a scapito del diritto a esistere di altri popoli, per lo più nell'indifferenza del resto del mondo. Capisco anche che la Turchia si offre continuamente come mediatore proprio per far dimenticare quel che nel frattempo combina altrove. Più in là non arrivo.

Tornando sulla questione linguistica, ho trovato ieri quest'articolo: https://www.linkiesta.it/2022/05/ucraina-lingua-russia/
Mentre nelle zone occupate si porta avanti una russificazione forzata, molti che prima erano russofoni (e non si erano mai posti il problema) stanno ora cercando di perfezionare l'ucraino, proprio in reazione alla guerra. Dimostrando una volta di più che la lingua e il senso di appartenenza non necessariamente coincidono.

Segnalo anche due siti di Fact-cheking (cioè controllo delle notizie in rete). I più navigati magari li conosceranno già, ma a chi se ne intende poco possono tornare utili (anche solo per farsi una risata ogni tanto, constatando l'assurdità di certe bufale che girano):
https://www.open.online/c/fact-checking/
https://www.butac.it/

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: L'incremento delle forniture di gas Russo in Italia mi pare che fu deciso da uno dei governi Berlusconi al tempo in cui l'amicizia fraterna con Putin era esibita come una medaglia, mentre per la Germania ci pensò la Merkel
Grazie. Io questa discussione politica non me la ricordo, o forse non se ne discusse affatto, e nessuno se ne lamentò...
Cheguevara ha scritto: Forse allora l'attenzione dei vari Orsini, Di Cesare e Travaglio si rivolgerà altrove
Sarebbe l'unico lato positivo. Magari si reinventeranno virologi, grazie al vaiolo delle scimmie  :lol: 
ivalibri ha scritto: Ma come? La nostra non era un'informazione libera fatta da giornalisti veri?
Da quando? Io i giornalisti veri li devo cercare col lanternino
ivalibri ha scritto: Ora invece non va bene se andiamo a leggere articoli sul conflitto in Donbass perché quello che narrano non corrisponde all'idea che vorremmo confermata, ossia di un conflitto di buoni contro cattivi.
L'articolo riportato più sopra sceglie di raccontare alcune cose e ne omette deliberatamente altre. Non vi è accenno alla strage di Odessa, che pure è legata al conflitto in corso in Donbass.
Si può crederci o no, perché non può esibire prove a sostenere la sua versione (come d'altronde qualunque altro articolo). Ho specificato che aveva dei toni secchi, cioè non infarcisce le frasi di "sembra" "pare" "forse", ecc. ma ha una presa di posizione netta. Non ci vedo però una divisione in buoni e cattivi: sarebbe come dire che bisogna mantenere a tutti i costi una neutralità, quindi se uno è veramente il cattivo della situazione non si può scriverlo, perché è troppo semplicistico...
L'articolo serviva anche a fare chiarezza su certe bufale che girano e che danno la colpa della guerra principalmente agli ucraini. Possono essere state omesse delle cose, probabilmente perché non c'entravano con lo scopo dell'articolo: illustrare la situazione nelle zone contese dal 2014 in poi, e di conseguenza le origini della guerra (che ritengo essenziali se si vuole trovare un modo di fermarla).
La pagina Wikipedia è stata la prima che ho letto, ma in essa le informazioni sono molto lacunose ed è impossibile farsi un'idea della situazione reale. 
  ha scritto:Per questo è utile sapere quanta credibilità può avere nelle proprie dichiarazioni e nella propria posizione un paese come gli USA o i portavoce NATO. In questo senso è bene non dimenticare i recenti conflitti ed evitare di scorporarli da quello in corso.
Certo, ma non possiamo nemmeno credere alle dichiarazioni russe, quindi su questa linea non dovremmo credere a nessuno (e forse faremmo meglio :s )
ivalibri ha scritto: Molti post fa ho cercato di fare una riflessione sulla guerra in Siria (i cui ultimi bombardamenti risalgono a gennaio 2022!) e sui tanti altri interventi USA e NATO che ricalcano le modalità imperialiste russe, ma sono cadute nel vuoto o quasi. Derubricate ad affari del passato su cui non vale la pena riflettere.
Non è così, ma io ad esempio sulla guerra in Siria so troppo poco per dare giudizi. In parte per la minore attenzione mediatica e in parte per la distanza geografica e culturale, che mi costringerebbe a studiare da zero la storia di un paese che non conosco quasi per niente, solo per poter capire davvero la situazione.
Lo faccio per l'Ucraina perché è qui a due passi, ne conoscevo già a grandi linee la storia e ha subito un'aperta invasione, una cosa mai vista da queste parti da decenni. Negli anni scorsi ero meno attiva sia sui social che in generale, quindi molte guerre e ingiustizie (con mia colpa) me le sono perse

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: L'articolo entra nei dettagli di ciò che era noto agli informati: che i cosiddetti separatisti del Donbass non avevano agito autonomamente e la guerra-guerriglia era iniziata e proseguita per otto anni perché Putin così aveva deciso.
Io ho avuto difficoltà a trovare anche solo quei due-tre articoli che riportassero le cause remote della guerra, in mezzo a una massa di altri che riportano una versione completamente diversa, oppure si limitano a commentare questo o quel fatto. Ricordo otto anni fa quando si parlò dell'annessione della Crimea, ma dopo un po' anche i media avevano perso interesse e non ho mai pensato di fare ricerche per conto mio, fino a ora.
Temo che gli informati siano una minoranza, perché i più ripetono quello che hanno sentito in questi mesi dalle fonti italiane che riprendono la propaganda russa.
Cheguevara ha scritto: Sono più di vent'anni, dal suo insediamento, che Putin invade e distrugge altri paesi insediandovi governi-fantoccio alle sue dipendenze.
Infatti mi riesce ancora ostico capire come si possa credere a qualsiasi cosa di quel che dice. Mi pare che ripeta sempre lo stesso schema: corrompere i governanti, sobillare un'opposizione interna, intervenire militarmente con la scusa di difendere le minoranze minacciate, accusare chi si oppone di essere un terrorista, un bandito o un nazista (termini e mezzi che usava già Stalin, e che sono rimasti pressoché gli stessi) e infine distruggere tutto e creare uno stato-fantoccio.
Per me se c'è una cosa da rimproverare all'Europa e alla Nato non è di aver "minacciato" Putin, ma di non aver fatto niente di concreto per impedire che ripetesse impunemente questo schema altrove. Le sanzioni, mi pare di capire, sono servite a poco, specie perché nel frattempo paesi come Italia e Germania hanno continuato come niente fosse ad aumentare gli scambi commerciali (io vorrei davvero sapere chi ha deciso di dipendere da un paese sotto sanzioni per buona parte della nostra energia, quello sì era un momento in cui si doveva protestare).
Questa guerra andava fermata sul nascere, adesso è tardi per qualunque cosa: non possiamo intervenire direttamente e non riusciamo ad accordarci nemmeno su delle sanzioni serie. Mandiamo armi agli ucraini, e mi pare il minimo, ma loro sono in netta inferiorità numerica e sarà molto difficile che vincano, il massimo che possono sperare è contenere un'ulteriore espansione russa. I territori persi temo che non li recupereranno più, diventeranno altri minuscoli stati-fantoccio mantenuti dalla Russia (e se lo può permettere solo grazie ai miliardi che le mandiamo comprando gas e petrolio). Oppure la guerra tornerà a diventare cronica, e andrà avanti per anni lungo i nuovi confini, finché il mondo non se ne scorderà di nuovo.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Allora erano più progrediti di adesso, laddove si impongono le lingue per stabilire delle gerarchie di potere e si intendono le identità nazionali come dei contenitori rigidi suddivisi da altrettanto rigidi confini territoriali. 
È una discussione interessante questa sull'influenza delle lingue sull'identità di un popolo. Sicuramente la società spagnola antica che riporti aveva i suoi meriti, ma non direi che fossero più progrediti. Lasciando stare tutti gli altri ambiti, anche solo nella questione delle lingue. La maggiore apertura a quelle straniere derivava spesso da una necessità: per avere scambi con altri paesi serviva conoscere le lingue (non come oggi che, almeno in ambito economico, ci si capisce ovunque con l'inglese). E questa convivenza di lingue diverse valeva solo per la corte, gli studiosi, gli ecclesiastici, ecc.
Ancora oggi, in certi posti fuori mano d'Europa (in tutti gli stati che ho visitato), se parli un'altra lingua (italiano, inglese) ti guardano storto.
È vero che era meno forte il senso di "nazione", ma solo perché un territorio non veniva percepito come appartenente alle persone, ma al re che lo governava. Quelli che vivevano ai confini di due regni spesso vedevano cambiare la propria appartenenza più volte in una vita, ma la loro preoccupazione principale era che i nuovi padroni non gli portassero via il pezzo di terra o la bottega. C'è anche il fatto che le comunità erano molto più piccole. Quelli della città accanto già erano estranei, perché molti non si muovevano mai da casa e non c'erano giornali, libri e tv a dare l'idea di appartenere a una comunità più ampia, in cui riconoscersi grazie a caratteristiche e valori comuni.
ivalibri ha scritto: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... 0h_e505-K0
Purtroppo neanch'io riesco a vederlo.
ivalibri ha scritto: Gli accordi di Minsk non sono stati rispettati.
Da nessuno dei due, aggiungerei. Non puoi cessare il fuoco finché non lo fa anche l'altra parte, è un circolo vizioso da cui era evidente che non si sarebbe usciti. Bisognava intervenire prima, anziché mettere sanzioni pressoché inutili.


A proposito di sanzioni, oggi ho trovato un breve documento pdf dell'Osservatorio di politica internazionale del 2018 che ne spiega l'uso e lo scopo, anche entrando nello specifico del caso Russia. Da esso si capisce come la minaccia fosse stata ben recepita, ma molto sottovalutata: https://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/PI0142_App.pdf?fbclid=IwAR07kKkVzKmpNznwQHD6C16oBOTBPpE9yXTeFMI48dDt4FQk_vS7iYz65kA

Ho trovato anche un articolo esauriente sulle origini della guerra in Crimea e Donbas, che usa toni abbastanza secchi, ma più o meno conferma quel che avevo già colto da brevi accenni trovati altrove: https://www.eastjournal.net/archives/124088?fbclid=IwAR3V_U4_Pes0tZBCCn6KfQNHbOzULmvmXXS1zxHR06eOSD1tWIL2IDiSp1g
Se si vuole credere all'articolo, allora la verità è stata completamente ribaltata, e la propaganda russa è meno innocua di quel che pensavo. Non userà grandi finezze, ma ha raggiunto il suo scopo, perché sento ripetere in Italia gli stessi stravolgimenti dei fatti.

Re: Situazione Ucraina-Russia

bestseller2020 ha scritto: Biden dice che è ora di smettere con le armi. Per questo le manda in Ucraina? 
Io non ho colto nessuna ironia in questa frase. Solo un ribadire la contrarietà all'invio di armi in Ucraina, usando un fatto di cronaca che per me c'entra poco.
È indubbio che gli americani abbiano un problema con la legge sul possesso di armi. Una legge ormai obsoleta, da far-west, che permette di comprare armi a chiunque sia maggiorenne, e non controlla che non ci siano precedenti penali o di problemi mentali, né prevede un corso per imparare a usarle. Ogni tentativo di abolirla è però bloccato dalla lobby delle armi e dai repubblicani che la sostengono (qualcuno ha letto gli ultimi deliri di Trump? Tipo mettere un poliziotto armato in ogni scuola?)
ivalibri ha scritto: La politica delle armi facili viene applicata anche in politica estera. Forse in questa discussione non tutti saranno d'accordo, ma è una mentalità che li caratterizza.
Gli americani sono senz'altro più disinvolti di noi, in fatto di armi. Per molti è come possedere un banale elettrodomestico, con l'unica differenza che un frigorifero non ha mai ucciso nessuno (a meno che non lo lanci dal terzo piano su chi passa di sotto)
Ma l'invio di armi a un paese aggredito è tutt'altra questione, per niente facile né scontata. Molti lì sono preoccupati per l'invio massiccio di armi all'Ucraina, per paura di restare senza in caso di attacco (eventualità improbabile, ma da qui si capisce il senso di sicurezza che ruota attorno alle armi, almeno per le persone comuni).
L'evidenza del fatto che raramente le armi personali tornino utili per l'autodifesa, e vengano spesso usate da squilibrati per compiere massacri, dovrebbe pian piano cambiare la mentalità, e di conseguenza le leggi

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Non ho capito bene cosa vuoi dire. Ti riferisci all'epoca dell'annessione? Perché è dal 1948, mi pare, che l' Alto Adige insieme ad altre quattro regioni è una regione a statuto speciale che gode di una certa autonomia. La questione linguistica è stata normata in seguito, ma sono garantiti i diritti delle minoranze linguistiche, nell'istruzione e in altri ambiti della sfera pubblica. 
Sì, mi riferivo all'annessione. Tra il 1919 e il 1948 sono passati quasi trent'anni. Nei primi anni era vietato insegnare il tedesco in qualsiasi ambito, anche privato (si sono formate scuole clandestine, e chi veniva scoperto veniva esiliato). Lì c'è stata davvero una grossa ingiustizia, ma l'Austria è uscita dalla prima guerra in rovina, e gli altoatesini da soli non hanno mai pensato seriamente di prendere le armi e ribellarsi.
In questi giorni ho letto la notizia di una donna ultracentenaria che rivendica la cittadinanza austriaca, perché è nata pochi mesi prima dell'annessione. Al di là dell'utilità o meno della cosa, credo renda l'idea degli strascichi che lasciano questo genere di imposizioni: https://www.ansa.it/trentino/notizie/2022/05/06/a-103-anni-sudtirolese-chiede-cittadinanza-austriaca_a4203496-0af2-4209-9a08-69c1ff91b4e2.html
I diritti adesso sono garantiti, ma conoscere l'italiano è obbligatorio. Uno può fare le scuole in tedesco, ma deve ottenere comunque un attestato di bilinguismo. Allo stesso modo, un italiofono che vuole lavorare lì deve avere la conoscenza del tedesco. Mi pare del tutto equo.

Lo stesso scenario si poteva avere in Ucraina, con un passaggio graduale al bilinguismo e alla maggiore autonomia di alcune regioni (che in parte c'era già: la Crimea se non sbaglio aveva un suo Parlamento) se la Russia non fosse intervenuta, prima con collusioni nel governo e poi con l'invio di agenti provocatori e soldati.
La situazione lì comunque è differente, perché nessuno ha mai impedito l'uso o lo studio della lingua russa nei territori contesi, si è solo cercato di favorire l'ucraino come lingua ufficiale di stato, declassando quindi il russo a lingua secondaria. Ma, come già detto altrove, io credo che la lingua non abbia niente a che fare con la guerra
ivalibri ha scritto: Così come è una forzatura creare un'identità nazionale ad hoc, sicuramente forzata, quando si impone lo studio di una presunta storia o letteratura di queste lingue che per questioni storiche, politiche e di tempo non hanno avuto davvero modo di formarsi. 
Non sono sicura di aver seguito il discorso, ma immagino che qui non parli della lingua e della cultura ucraina, che esiste da secoli, pur sovrapponendosi spesso a quella russa, a causa del mutare dei confini (e delle varie invasioni e oppressioni). L'identità ucraina c'è, lo stiamo vedendo in questi mesi, e non ha solo la lingua: ha la sua letteratura e la sua storia, ha le sue feste nazionali, le sue tradizioni, ecc.
Quello che si sta facendo adesso nei territori occupati (nel Donbas, dalla mappa che hai segnalato, la percentuale di chi si sente e parla ucraino è vicina ai due terzi) tentando di abolire un'intera identità nazionale e di imporre la propria lingua, i propri manuali scolastici, la propria televisione (Mariupol è ancora in macerie, ma i russi hanno piazzato come prima cosa dei maxi schermi sparsi per la città che trasmettono propaganda) e la propria moneta, è un'aperta violazione di ogni diritto civile o morale. Però non vedo gente scendere in piazza infuriata, non vedo i paladini della cultura indignarsi come hanno fatto in altre occasioni, e come mi sarei aspettata.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Infine un articolo sulla legge sulla lingua unica del 2019. Da notare l'iniziale opposizione alla legge dal neoeletto Zelensky, intenzionato anche a pacificare il Donbass. 
I primi due articoli più o meno li conoscevo, per aver letto altrove sulle divisioni etnico-linguistiche (molto complicate).
Quest'ultimo l'ho trovato interessante, perché conoscevo la legge in questione, ma non nei dettagli. A essere sincera non ci vedo niente di draconiano (tranne il fatto delle università esclusivamente in ucraino, o dei giornali russi con obbligo di traduzione).
In fondo è quel che succede ovunque, anche in Italia, quando si riunisce un paese sotto un'unica lingua. In AltoAdige hanno i cartelli bilingui, ma non possono usare i toponimi in tedesco negli atti pubblici. Hanno l'obbligo di conoscere l'italiano, quindi sono tutti bilingui.
Da notare che la percentuale di etnia e lingua tedesca al momento dell'annessione era circa l'85%, 13% erano ladini (una lingua che in pratica è stata cancellata) e solo il 2% italiofoni. Non c'era alcun motivo valido per annetterlo, se non forse la posizione strategica del passo del Brennero in caso di invasioni da nord (mai arrivate: l'unico esercito straniero passato di là l'abbiamo invitato noi...).

Dall'articolo si capisce che il tentativo di restaurare la lingua ucraina è iniziato già negli anni '90, e poteva secondo me procedere in modo lento e pacifico, se non ci fosse stato il governo Janukovič, che oltre a essere filorusso era anche populista: per crearsi un bacino di voti sicuro ha fomentato lo scontento in Donbas (la sua regione natale) e ha promesso ogni sorta di benefici, tra cui appunto questa legge sulle "lingue regionali".
C'era un articolo di Valigia blu che, parlando delle origini della guerra in Donbas, citava proprio Janukovič e il suo partito, che si era creato una sorta di piccolo regno (dove per ottenere qualunque cosa dovevi essere iscritto al partito).
Lo stesso articolo che citi ammette che la legge è stata giudicata incostituzionale da molti. Ma una volta entrata in vigore, abolirla era un rischio. In ogni caso la guerra è iniziata molto prima che venisse abolita, quindi le concessioni linguistiche c'erano state e non avevano portato alcun miglioramento, anzi, avevano acuito le tensioni e le divisioni.
Ho letto anche della storia di Zelensky, quindi so che ha provato a rimediare sia alla guerra che alle questioni linguistiche, ma un uomo da solo (per di più disprezzato da molti altri politici e dai militari, che fino a tre mesi fa lo consideravano poco più di un ex attore che giocava a fare il politico) posso capire che non sia riuscito a fare miracoli.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Oggi non sono più né l'uno, né l'altro, perché la vita ti dà da riflettere, ma antifascista lo sono rimasto, senza se e senza ma.
Io in gioventù non ho vissuto grandi eventi. Mi sono sempre sentita a sinistra solo perché lo erano i miei migliori amici (tra l'altro non ricordo nessuno al liceo che si professasse di destra), ma se avessi avuto il diritto di voto avrei votato i Radicali, solo per certe liberalizzazioni che sostenevano... Nello stesso anno ho fatto la tessera dell'Arci, senza neanche sapere di preciso che fosse, solo perché organizzava una gita a un prezzo molto basso. In pullman alternavamo le canzoni Bandiera Rossa con L'oselin de la comare (è in dialetto veneto, credo, ma è una canzonaccia da taverna), e io non vedevo la differenza, ero solo contenta di essere in viaggio e di avere amici con cui cantare. Questo riassume un po' la mia idea della politica di allora...  :lol: 
Poi crescendo, e soprattutto facendo ricerche storiche, ho maturato delle idee un po' più serie, che non hanno però cambiato la mia impostazione generale, che era in qualche modo spontanea. Alla base della mia idea politico-sociale ci sono sempre stati libertà, giustizia e uguali opportunità per tutti, quindi l'opposizione al fascismo va da sé, non ha nemmeno bisogno di agganci storici. Sono valori che, come dicevo più su, per come sono cresciuta ho sempre dato per scontati (sbagliando).
Cheguevara ha scritto: Non mi stupisce che Putin nei territori ucraini occupati imponga lo studio di una storia riveduta e corretta, visto che in Russia lo fa da vent'anni: dovrebbe stupirsene chi lo ha osannato in passato e continua a cercare di tirare, sottotraccia, acqua al suo mulino, perché i debiti vanno, in qualche modo, pagati.  
Non stupisce neanche me, ma mi preoccupa. Non voglio usare paragoni storici (che a qualcuno mi pare non piacciano) ma bruciare i libri di storia e letteratura vuol dire cancellare il passato e un intero popolo. Che i libri di storia russi raccontino una storia tutta loro si sa (e se ne vedono i risultati) ma che cerchino di imporre queste idee a un popolo che in teoria dovevano "liberare" è un controsenso che dovrebbe avere più visibilità.
Questo però sì, mi sorprende: che chi ieri si mostrava indignato per la cancellazione di un corso su Dostoevskij (poi annullata) non abbia niente da dire su questo scempio.
M.T. ha scritto: Il fascismo non se n'è mai andato, c'è sempre stato. E si cerca in tutti i modi di non vedere i segni del suo tornare in auge; non è un caso che si lasci sempre correre tutte le volte che viene inneggiato a Mussolini, che si fa il saluto romano e compagnia bella (anzi, brutta).
Il fascismo per me è morto. Non tornerà in auge, di sicuro non qui. Inneggiare a Mussolini, tatuarsi una svastica, sono gesti ormai morti anch'essi, senza alcun impatto sulla realtà. Credo di averlo detto altrove, ma a me non preoccupano i simboli, solo le azioni concrete, e finora non ne ho viste. C'è gente che indossa ai raduni magliette con la faccia di Stalin (si sono visti di recente) ma non per questo penso che tornerà l'Unione Sovietica. Se uno vuol essere nostalgico di regimi criminali defunti (magliette, gesti, bandiere, tatuaggi), peggio per lui. Non sarà mai amico mio, ma di certo non mi preoccupo.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Negli anni della mia prima adolescenza, in una cittadina della provincia di Latina, un ragazzino che volesse dilettarsi nel calciobalilla (bigliardino), bigliardo o flipper, aveva due scelte: l'Azione Cattolica o la Giovine Italia. In quest'ultimo circolo, si tenevano periodicamente lezioni di partito, cioè scuola di fascismo, alla luce del sole. A Predappio, in adiacenza alla tomba di Mussolini, c'è sempre stato un fiorente commercio, alla luce del sole anch'esso, di gagliardetti, mezzibusti e immagini del Duce, con adunanze e commemorazioni condite da inni del ventennio e saluti romani.
Io sono di una generazione successiva, forse per questo non ho mai notato questo genere di cose. È anche il motivo per cui apprezzo sempre i tuoi interventi storici, perché sono cose che a scuola non ci hanno insegnato (quando andava bene il programma arrivava all'immediato dopoguerra, mai agli ultimi decenni o alla situazione contemporanea). Conosco i fatti e i protagonisti principali ma non l'atmosfera o la vita quotidiana.
Bisogna anche dire che il Trentino, per la posizione geografica e la sua autonomia, è rimasto un po' al margine di certe diatribe politiche e storiche.

Cambiando argomento (ma neanche tanto) oggi ho trovato quest'articolo allarmante: https://amp.ilgiornale.it/news/mondo/niente-storia-e-letteratura-cosa-succede-nella-citt-occupata-2037165.html 
"Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini" diceva Heine. Qui sono partiti dagli uomini, ma credo che il principio non cambi...

Credo che dia un'idea abbastanza esaustiva di cosa succederà in Donbas se i russi avranno la meglio, o se l'Ucraina sarà costretta a cederlo: non ci sarà  la pace, si moltiplicheranno misure oppressive di questo tipo, fino a costringere chi si sente ucraino, e vuole parlare e studiare nella sua lingua, o seguire le proprie tradizioni, ad andarsene.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: vanno aggiunti i crimini nescosti per decenni nell' "armadio della vergogna", col beneplacito delle istituzioni e col pretesto di pacificare il Paese.
Sai già come la penso: per me i crimini impuniti non hanno nazionalità o ideologie, ne sono stati responsabili un po' tutti, chi più chi meno e con motivi più o meno validi, ma il risultato non cambia (specie per le vittime innocenti e le loro famiglie). Il fatto è che proprio perché in Italia c'è la tendenza a nascondere lo sporco sotto il tappeto e fingere che non esista, ci trasciniamo dietro problemi, ambiguità e recriminazioni per decenni. Poi pretendiamo di dare lezioni di pace e convivenza ad altri paesi, che giustamente ci ridono in faccia
Cheguevara ha scritto: Così non abbiamo mai fatto i conti col fascismo, i fascisti ce li siamo ritrovati ai vari livelli nelle istituzioni e oggi rischiamo una fascista premier. 
Be', io sinceramente non  vedo la Meloni come fascista. Non la vorrei al governo, ma solo perché le sue idee sono molto diverse dalle mie. In ogni caso, mi pare che la crescita del suo consenso, specie di recente, sia dovuta, più che a forti tendenze di destra degli italiani, alla magra figura che fanno spesso i leader degli altri partiti, cambiando bandiera al cambiare del vento. Lei rimane sempre ferma sulle sue posizioni (giuste o sbagliate che siano, almeno è coerente), quindi posso capire perché molti italiani la trovino più affidabile (specie in tempi di crisi come questi, ed è qui il grande rischio con le destre). La gente vuole un politico che dia almeno l'idea di sapere quel che sta facendo, non che ogni giorno cerca di creare diatribe per mettersi in mostra e accattare qualche voto in più.

Ad ogni modo (non è rivolto a te, è solo una riflessione generale, a cui mi ha fatto ripensare la tua frase) mi pare che il termine fascismo sia ormai stato usato talmente tante volte a sproposito che è diventato difficile capire che significhi di preciso.
Come accennavo altrove, a me hanno dato della fascista per aver detto in un commento che la Russia ha mantenuto lo stesso atteggiamento imperialista e xenofobo (si parlava di persecuzione di minoranze) fin dai tempi degli zar, siamo noi che abbiamo finto di non vedere perché ci conveniva. È chiaro che quell'insulto era buttato lì da un sostenitore russo (magari solo perché sono italiana), non aveva alcuna attinenza con ciò che avevo scritto. Però ho cominciato a far caso a quante volte, in quei commenti, i termini fascista o nazista venissero usati come un insulto qualsiasi, privo di contesto.
Penso che la tendenza che vedo in giro a banalizzare o strumentalizzare termini del genere possa diventare un problema: i russi ad esempio parlano di denazificazione, basandosi su una manciata di miliziani con idee e tatuaggi neonazisti, gli ucraini associano Putin a Hitler e l'invasione russa a quella nazista del '41. Ma in entrambi i casi è propaganda. Putin per me è un dittatore, imperialista, sociopatico, quel che si vuole, ma esiterei a definirlo fascista. Servirebbe una definizione nuova e adatta (che ci liberi anche dai fantasmi del passato).

Re: Situazione Ucraina-Russia

M.T. ha scritto: Questo dà da pensare. Se mi venissero a dire che, essendo italiano, sono responsabile dei danni fatti dal governo Berlusconi anche se non l'ho votato e ho criticato il suo operato e le sue scelte
Io mi ricordo ancora la primavera del '94. Ero in gita a Berlino e un negoziante, saputo che la nostra comitiva era italiana, ha detto "ah, italiener... Berlusconi" ridacchiando. Eravamo tutti minorenni, quindi nessuno di noi l'aveva votato, ma mi sono sentita in imbarazzo lo stesso.
È molto brutto, quando qualcuno ti giudica solo per la tua nazionalità. Io sono per la responsabilità individuale: chi ha sbagliato risponde per se stesso, non è giusto ritenere responsabili i suoi parenti, amici, concittadini o connazionali.
M.T. ha scritto: ondata d'odio che è rimasta e vive ancora, come se quella generazione l'abbia trasmessa a quelle successive.
È rimasta, secondo me, non tanto perché si trasmetta con le generazioni, ma perché a livello di istituzioni non si è mai affrontata la storia con onestà e coraggio. Ma anche perché troppe ingiustizie sono rimaste impunite. L'ho sentito dire da qualcuno in questi giorni, ma avrei potuto pensarlo io: se non c'è giustizia non può esserci pace.
ivalibri ha scritto: Per alcuni storici hanno posto le basi per il futuro assetto della Guerra fredda. Per me sono del tutto ingiustificabili.
Anche per alcuni che ho letto io la Guerra Fredda sarebbe iniziata già durante la Seconda guerra mondiale, perché i rapporti tra alleati anglo-americani e sovietici sono stati da subito difficili, e ci sono stati diversi motivi di attrito (come la rivolta di Varsavia del '44).
Alcuni sostengono che il bombardamento di Dresda fosse, almeno in parte, una dimostrazione di forza a beneficio dei sovietici che sarebbero passati di là a breve, una sorta di monito. Lo stesso per la bomba atomica. Difficile dire con sicurezza se sia vero o no, ma di certo furono crimini di guerra (mai giudicati). Ingiustificabili anche per me.

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Questo è un giudizio ingeneroso. Molti artisti e letterati in epoca sovietica hanno scritto, riuscendo a passare attraverso le maglie della censura.
Sicuramente mi sono espressa male, perché è esattamente quello che intendevo: non ho detto che in quell'epoca non siano nati esponenti della cultura degni di nota, ma che la loro espressione non è certo stata incoraggiata, tanto che alcuni hanno fatto i salti mortali per evitare la censura e altri sono fuggiti all'estero, o hanno mandato all'estero i loro lavori (come Solženicyn).
ivalibri ha scritto: Non so quali ricerche tu abbia fatto, ma i giudizi sul popolo nazista e sulle sue colpe ed omissioni non sono certo contemporanee all'epoca del nazismo
Già dal fatto che tu scriva "popolo nazista" capisco che non mi sono spiegata affatto. Io non sto parlando dei militari o della dirigenza di Auschwitz, ma della gente comune: contadini, bottegai, operai, impiegati, scrittori. Lo scopo era fare un paragone con il popolo russo di cui si parlava nell'intervista, che sono certa non vuole nessuna guerra e bada a mandare avanti la famiglia (ma alcune intercettazioni telefoniche hanno dato i brividi anche a me come all'autrice).
I tedeschi "comuni" sono stati ritenuti corresponsabili fin da subito, non in senso strettamente legale, ma pratico: intere città rase al suolo, saccheggi, violenze di ogni genere, sono state in qualche modo giustificate con questo tipo di mentalità: che fossero tutti colpevoli a prescindere.
ivalibri ha scritto: Le due situazioni non sono paragonabili. Il tuo ragionamento sa di revisionismo storico, mi auguro non siano queste le tue intenzioni.
Certo che sono paragonabili. Il punto comune è: si dovrebbe ritenere responsabile un intero popolo per ciò che fanno i suoi governanti? Per te il giudizio della Aleksievič sul popolo russo è eccessivamente negativo. Verrebbe da pensare che la tua opinione sia dunque che un popolo non si può ritenere responsabile in toto, e in tal caso sarei d'accordo con te. Cosa c'entri il revisionismo però non l'ho proprio capito
ivalibri ha scritto: In questa discussione ho letto diverse volte che non bisogna tirare in ballo le tante "azioni preventive" perpetrate da USA e paesi NATO, tra cui anche il nostro, perché a detta vostra non sono pertinenti e invece si ritiene accettabile un paragone del genere
A me pare che di queste "azioni preventive" si sia parlato molto e tranquillamente, senza che nessuno lo impedisse. Chi era di opinione diversa l'ha giustamente fatto presente, ma non era certo una censura. Il paragone con la Seconda guerra mondiale è per me spontaneo, perché è quella che conosco meglio, e perché alcune somiglianze ci sono. Si parlava di principi che dovrebbero valere per tutte le guerre e tutti i popoli, e il modo migliore per spiegarlo mi sembrava un paragone. Aggiungerei che proprio per l'ondata d'odio, crimini e distruzione che quella guerra in particolare si è portata appresso, è ancora più utile come pietra di paragone, anche per evitare gli stessi errori.

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