Cheguevara ha scritto: Visto che @bestseller2020 non mi ha risposto sul tema, ribadisco che invece per me, per i motivi già detti, ha fatto bene, e che chiamare cretina una cretina e coglioni due soggetti per i quali l'aggettivo rappresenta un complimento non è sbagliato, e che andarsene non potendone più di partecipare, con la sua presenza in studio, alla legittimazione della beceraggine, sia stato ben fatto.
Sottoscrivo. Sallusti mi era del tutto indifferente, sapevo a malapena chi fosse, ma dopo aver visto un pezzo della sceneggiata messa su da Giletti, che pretendeva di farla passare per "intervista", ho pensato le stesse cose. Magari non le avrei dette così, perché sono più diplomatica, ma in effetti "quando ci vuole, ci vuole".
ivalibri ha scritto: dichiaravano il loro malcontento per l'invasione americana e allo stesso tempo esprimevano la paura che se ne sarebbero andati, lasciando il paese distrutto e in una situazione di mancanza di controllo.
Ecco, bisognerebbe evitare di pensare che il malcontento per l'abbandono del paese da parte dell'occidente significhi che la popolazione abbia apprezzato l'invasione.
Certo, penso che nessuno sia contento di essere invaso o bombardato. Ma già l'ambiguità del condannare l'invasione e al tempo stesso temere che l'invasore se ne vada mi pare meno scontata. Significa che perlomeno si è creata una certa stabilità (cosa che l'Afghanistan non aveva mai avuto negli ultimi decenni) e che la presenza occidentale era ritenuta un male minore.
Da quel che ho letto mi pare poi che bombardamenti e morti di civili siano avvenuti soprattutto nei primi anni, quindi tra un'intervista fatta dieci o vent'anni fa e una fatta l'anno scorso i pareri possono essere cambiati.
Niente di ciò che ho scritto comunque era volto a giustificare in qualche modo la guerra o i crimini commessi.
ivalibri ha scritto: Io sinceramente non vedo differenze con le stragi fatte dai russi in Ucraina. Forse vi riferite al numero di civili morti?
Di solito tengo in poco conto numeri e statistiche. Non è certo al numero che mi riferivo, ma leggendo i link che hai postato io trovo sì crimini su civili da parte americana, ma la maggior parte delle volte (non dico tutte, ci saranno eccezioni) mi pare che siano conseguenza di bombardamenti, come danni collaterali, non intenzionali. Questo ovviamente non li scusa, e non cambia il risultato finale.
Ma è diversa l'implicazione morale, e forse anche giuridica. Si definisce crimine di guerra l'uccisione di civili avvenuta volontariamente, o comunque come conseguenza della violazione delle norme (per esempio l'uso delle bombe a grappolo, che hanno alte probabilità di uccidere chiunque sia nei dintorni). Non dico che gli americani siano stati immuni nemmeno da questo, o dal maltrattamento di prigionieri, ma non l'hanno fatto in modo sistematico.
Sulla difficoltà di punire i loro crimini di guerra sono d'accordo con te, ma tu e io abbiamo potuto almeno leggere quell'articolo, abbiamo il diritto di parlare e condannarlo, cosa che nei regimi dittatoriali non avviene: di crimini semplicemente non ne esistono, perché di solito sono approvati, se non ordinati, dal governo.
Però la differenza principale coi crimini russi (e non solo in questa guerra, ma in tutte quelle passate, da decenni) sta nel fatto che loro lo fanno non per sbaglio o per noncuranza, ma
apposta. I bombardamenti di edifici civili (tra cui anche scuole, ospedali o sedi della croce rossa), le torture, gli stupri, i saccheggi, gli attacchi ai corridoi umanitari, sono parte integrante della loro strategia di guerra. Seminare il terrore, e causare una fuga di persone, aumenta il caos e i problemi logistici e umanitari per il paese invaso, oltre a minarne il morale e la resistenza. Aggiunto a ciò, nella guerra in Ucraina c'è la componente ideologia, per cui oltre a uccidere le persone fisicamente, o deportarle, si cerca di cancellare l'identità e la cultura di quelle rimaste.
Potrei sbagliare, ma non ricordo che la Nato abbia mai usato strategie del genere.
Non può esistere una guerra giusta e pulita, ma si dovrebbero fare dei distinguo almeno sulle intenzioni.
In ogni caso condannare le aggressioni russe non significa giustificare quelle americane. Purtroppo per noi, c'è spazio per imperialisti, affaristi, cinici e sociopatici di ogni parte del mondo. Oggi Putin sta invadendo l'Ucraina, e io ce l'ho con lui. Se domani Biden decide di invadere il Nicaragua, mi rivedrai qui a prendermela con gli americani.
ivalibri ha scritto: La gente scende il piazza di solito per protestare contro l'operato del proprio governo o di quello dei propri alleati, su cui l'opinione pubblica può avere un potere contrattuale. A cosa serve scendere in piazza per protestare contro la Russia? A cosa può importare a Putin.
Ora non ricordo l'articolo, ma qualche associazione per la non-violenza proponeva una marcia della pace che arrivi fino a Mosca, e che raccolga milioni di persone. Mi pare molto irrealistico, ma se dovessero farla andrei. Sono d'accordo che manifestare contro Putin qui ha poco senso, ma manifestare a favore (sì, ci sono stati cortei a favore), sebbene altrettanto inutile, è peggio. Vale anche per le manifestazioni pacifiste contro il nostro governo, che non può fare niente per imporre a forza la pace. Manifestare solidarietà all'Ucraina però mi pare utile, può aiutare almeno a far sì che questa guerra non finisca dimenticata, come purtroppo avviene con tutte, prima o poi