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Re: [Lab1] Gli altri dentro

Otta ha scritto: Sono d'accordo con aladicorvo quando dice che la trattazione della semplice contrapposizione buono/cattivo è piuttosto semplicistica.
E sono d'accordo anch'io ma, vedi, quando una personalità si frantuma dopo essere stata vittima di un abuso così atroce, non c'è più un buono e nemmeno un cattivo. Io ne ho tirate fuori solo due: uno svalvolato, e uno un pò tonto, di buoni o cattivi nel senso comune non ce ne sono nel racconto; sono solo pezzi di un uomo che potrebbe aver avuto il suo carattere unico e personale se avesse avuto un'infanzia.
Billy Millighan ha dormito per anni, è stato il dottore a svegliarlo, a lavorare sulle ventiquattro personalità. Ogni diverso alter usciva per agire all'esterno, secondo le necessità del momento che il corpo di Billy stava vivendo.
Io ho creduto che nella situazione in cui è finito lo svitato, dovesse uscire fuori la personalità più accondiscendente verso le cure e la medicina, prendere il posto del pezzo svitato a tutti i costi e la scusa che ho trovato è Marina e la sua promessa di tornare da lei.  

Otta ha scritto: Anzi, per essere sincera ho percepito che ci fossero solo dialoghi solo alla seconda lettura, perciò brava! Significa che sei riuscita a esporre bene la situazione senza far uso di parti spiegate.
Ecco, di questo sono molto felice. Mi sono concentrata molto su come fargli vivere una storia senza poter usare le azioni, i verbi che di solito si usano nei dialoghi o l'ambientazione in cui si trovano a dialogare i due. Non c'è nulla intorno mentre si parlano.

Grazie @Otta  mi ha fatto molto piacere il tuo commento, presto passerò a commentare il tuo. Mi sembra che ne ho ancora quattro da commentare.


Pulsar ha scritto: Marina, ma non sembra che lei se ne fosse accorta o che fosse interessata alla profferta. Una promessa, a senso unico, diciamo; d'altro canto, sempre una promessa è.
Infatti, @Pulsar, ci hai preso: Luigi si è fatto un sacco di film, la ragazza, ho immaginato una vicina di casa, o la barista, insomma, una che lui si è ficcato nella mente (almeno il pezzetto che gli spetta) quella donna e ne ha fatto la sua fidanzata; promessa, amore, matrimonio, tutto inventato naturalmente.
Pulsar ha scritto: A parte le parolacce è troppo fiacca. "Ah, ma sei proprio un tipo cazzuto; quasi quasi mi metti paura.
E ci credo che è fiacca!, gia ho fatto fatica a fargli dire tutte quelle parolacce, insulti razzisti ecc. La prossima volta dovrò immedisimarmi in Jack Torrance. Mi riuscirà sicuramente meglio.
Grazie per essere passato a leggere.

 

Re: [Lab1] Gli altri dentro

Almissima ha scritto: e ho identificato almeno quatto personalitá del paziente. 
:aka: E come hai fatto! le personalità che dialogano sono solo due, una vuole andare da Marina e una se ne strafrega di lei, della cura e del suo coinquilino. Nient'altro.
Forse è tutta colpa dello spoiler. Mannaggiamme.

Re: [Lab1] Gli altri dentro

@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 amIl fatto che tu abbia messo in spoiler la chiave di lettura mi ha consentito di leggerlo senza pregiudizio già imbeccata sul tipo di storia. Non so, se tu non avessi dichiarato le intenzioni prima cosa ne avrei tratto.
Buongiorno Monica. Mi dispiace che tu abbia letto prima il contenuto nascosto sotto la tendina dello spiler. Non pensavo che qualcuno lo avrebbe letto prima del racconto. Dopotutto è spoiler.
Mi scuso con te e con tutti quelli che lo leggeranno prima. Forse dovevo metterlo alla fine? O magari dovevo evitarlo proprio.

@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 am
L’introduzione della frase di Benito, l’infermiere di colore, per esempio non trovo che sia funzionale.  Come pure il dialogo col medico che interrompe il ritmo. 
Questa frase non la dice Benito, Benito è un paziente in attesa della terapia.


@Monica ha scritto: dom mag 15, 2022 8:16 am
 
In totale il racconto funziona, forse alcuni passaggi avresti potuto ometterli, sopratutto gli interventi esterni. 
Qesta è sempre dell'infermiere che, finito il giro arriva da loro. Lo introduce una delle voci qui:

Alba359 ha scritto: ven mag 13, 2022 10:22 pm«Zitto, sta arrivando, ricordati che se rifiuti la terapia andrà sempre peggio per noi. Io non rinuncerò a Marina.»
Grazie, mi ha fatto piacere il  tuo commento.
PS. quando faccio l'anteprima sparisce una parte deltuo commento citato da me, spero che comprenderai lo stesso il senso.

[Lab1] Gli altri dentro

Qualche tempo fa ho letto la storia di Billy Milligan. Una storia vera che mi ha impressionato. 
Ventiquattro personalità completamente diverse hanno convissuto e dialogato nella stessa mente. Allucinante! Avevo cominciato questo racconto per capire come gestire un dialogo senza ambientazione, tag di dialogo o verbi di azione, tipo sorrise, si grattò la testa o alzò gli occhi al cielo. Niente di tutto questo può avvenire tra gli alter che abitano una mente. Volevo usare solo dialoghi e farne un racconto.
Spero di essermela cavata più o meno bene.
«Che diavolo, neanche da fumare. Questo posto fa schifo, questi matti, queste pareti, perfino le tapparelle mi fanno schifo, qui dentro tutto mi da il vomito. Ah, ma io lo so di chi è la colpa: il giorno che mi mettono fuori gliela faccio pagare a quella troia.»
«Non puoi fumare adesso, stiamo aspettando la terapia. E poi, hanno dovuto legarti alla sedia, dove vorresti andare? Lascia che sia io a prendere le pillole, se vuoi che ci dimettano. Lo sai, con me sono più comprensivi.»
«Non rompere, non fai altro che parlare della terapia, non voglio prendere quelle pillole, mi fanno stare male, mi fanno venire i vuoti di memoria. Prima eri tu quello che dormiva tutto il giorno, adesso, io sto via sempre di più. Che cazzo succede quando non ci sono? E poi, sempre a dire il dottore qui, il dottore lì; ci sta fottendo! Sei sempre il solito scemo.»
«Te lo chiedo per favore, dobbiamo fare la cura. Devo tornare da Marina, le ho fatto una promessa. Fammi tornare da lei. Il dottore dice…»
«Perché vuoi andare da quella rompipalle che stava sempre a criticare, non me ne frega niente di lei. Se riusciamo a uscire da qui, te lo faccio vedere io, voglio ammazzarla di botte, anzi prima la scopo e poi l'ammazzo.»
«Lei mi amava, ci amavamo. Aveva paura di te... Non aveva fatto niente e tu? L'hai picchiata. È stata colpa tua se mi ha lasciato, sei crudele, mi hai scavalcato mentre ero con lei. Hai infranto le nostre regole. »
«Tutti abbiamo infranto le regole, qui dentro. Tu dormivi quasi sempre, gli altri venivano fuori a ogni piccolo cambiamento esterno. Ho dovuto lottare per ogni problema che creavano la fuori, ma sono io il più forte: li ho confinati tutti. E tu vorresti confinare me? Te lo scordi mio caro.
«Non ti credo, che vuoi dire. Io avverto la tua presenza e basta. Il dottore me lo avrebbe detto. Gli ho parlato di te, lui sa che tu ci sei, mi ha chiesto di te e di nessun altro.»
«Il dottore, certo. Sei diventato il suo amichetto vero? Ora l'ho capito, vuoi farmi sparire per fare il tuo comodo con lui, scordatelo, non potrai mai liberarti di me.»
«Io...io non credo, non sono più un bambino. Prima mi bastava spostare l'attenzione, ti ricordi? Quando papà ci faceva quelle cose, io non potevo sopportarlo ma tu sì. Io non meritavo le cose che ci faceva papà....io gli volevo bene, ma non avevo scampo, per questo sei arrivato, perché tu eri…ma  ora sei diventato come lui, io no, io voglio sposare Marina, le ho promesso che sarei tornato e lo farò.»
«Papà non ti voleva bene, nessuno ti vuole bene. Non fare lo scemo e scordati quella stronza. Dammi una mano, cerchiamo di liberarci da queste cinghie prima che entri l’infermiere.»
«Il dottore ha detto che ora dipende soltanto da me. La cura sta funzionando e tu dovrai andartene, non possiamo sopravvivere insieme. Vuoi farti punire? Ok, soffrirò anch'io, ma non andrò via. Tra poco tempo sparirai, io uscirò da questo posto e andrò da Marina, mi perdonerà e la sposerò; Prendi la pillola e non ci pensare»
«Mi avete rotto le palle, tu, la tua cura e quella stronza che, per due schiaffi, ha chiamato la polizia; ci avessi combinato qualcosa almeno tu. Amore platonico del cazzo. Mi avessi dato retta, noi…
«Zitto, sta arrivando, ricordati che se rifiuti la terapia andrà sempre peggio per noi. Io non rinuncerò a Marina.»
«Buongiorno signorine, vi avverto, oggi mi girano. Il primo che fa storie finisce in isolamento prima che se ne renda conto.»
« Eccolo quel maiale nero, scommetto che si caga sotto se comincio a dar di matto. Dai, divertiamoci un po', mettiamogli paura; gli voglio saltare addosso e prenderlo per il collo. Ti ricordi quella volta che papà ci ha legato in cantina? Ci hai messo un minuto a uscire dai nodi, fallo ancora, ti prego, quanto vorrei cavargli gli occhi. Tanto non la prendo la pillola, non ci penso proprio ad andarmene a dormire.»
«Sì che la prenderai, lo sai. Lo costringerai alle maniere forti ma, la prenderai. Guarda Benito, nemmeno se ne è accorto; poveraccio mi fa una pena, sembra così solo. Tra poco toccherà a tei»
«Sei sempre stato un rammollito. Ma chissene frega di quello scemo di Benito, io voglio andarmene da qui ora. Guardagli quelle dita grasse e nere, sembrano merda di cane, ti rendi conto? Maledetto schifoso negro, Non voglio che mi passi la terapia, mi fa schifo.»
«Per favore non dire niente, smettila, che ti frega se è nero o giallo.»
«Senti, ti ricordi del mio piano? Facciamolo stanotte, poi andiamo da Marina, la facciamo fuori, prendiamo la sua macchina, i suoi soldi e ce ne andiamo in Spagna, alle Canarie.»
«Ti ho detto di no! Io devo tornare da lei.»
«E ora tocca al nostro Luigi, chi c’è al citofono? Lo svitato o il babbeo? Ma guardati, ti hanno infiocchettato come un salame. Ti conviene non fare storie e aprire la bocca, altrimenti chiamo Oscar, ti faccio tappare il naso e, bada Gige',  se la sputi ti addormentiamo e questa pillola te la mettiamo nel culo.»
«Cazzo vuoi? sei solo una merda in camice bianco, non mi serve quella cazzo di pillola, stramaledetto tu e tutta la tua razza di scimmie schifose…»
«Oscar! Trattamento speciale al numero sette. Subito!»
«No! No, vattene lontano da me, negro di...mmhm schifossmmh..»
***
«Buongiorno Luigi, chiudi la porta e siediti.»
«Buongiorno dottore, bello il suo studio, non ero mai stato qui.»
«Infatti, qui passano solo quelli che se ne vanno. Oggi è il tuo ultimo giorno, no? Stavo controllando la tua scheda. Niente sintomi negli ultimi otto mesi. Ormai posso dire che sei guarito, contento?»
«Sono felice, dottore, gli amici dell'Associazione Diamounamano mi aspettano per pranzo, ci sarà una festa in mio onore. 
«Bene, mi congratulo per la tua determinazione. Sono certo che riuscirai a rifarti una vita.»
« Si, sicuramente, in questi due anni non ho pensato ad altro. Grazie dottore.»
«Ti firmo la ricetta e puoi andare, non scordarti di passare in segreteria per il primo appuntamento di controllo, dovrai continuare con la terapia e farti rivedere ogni tanto.»
«Non lo dimenticherò. Ora la saluto dottore, gliel'ho detto, mi aspettano.»
«Vai, vai e comportati bene.»
***
«È strano, non mi sento poi così diverso, e non è cambiato niente neanche fuori alla fine. Prendo il tram o faccio una camminata? Cammino, mi piace guardarmi la punta delle scarpe che fanno la spola sulla loro ombra»
«Non andiamo a pranzo vero? Stiamo andando da Marina?»
«Io vado a trovare Marina, le faccio una sorpresa.»
«La ammazziamo vero?»
«Questa era la tua intenzione. Lei capirà la mia non appena mi vedrà. Tu capirai piano piano, ma sarà troppo tardi.»
«Cosa? Sono ancora qui nonostante tutto, ammetto che sei diventato bravo, ma ora che siamo fuori io...»
«Non la spaventerai stavolta, non la toccherai, lei non vedrà nemmeno l'ombra di te sul mio viso. Tu non esisti, qui dentro sei solo un ricordo che sta per svanire e per sempre.»
***
«Oooh, sarà davvero un bel volo! Ma tu guarda che cazzo di situazione di merda. Ma davvero ci credevi che ti avrebbe perdonato? Eccola la sotto la tua troia, guardala,  scommetto che non vede l’ora. Di la verità, un po’ tu te l'aspettavi, vero? »
«Sì, ma è solo colpa tua,»
«Dai, ma hai visto che stronza? Invece di perdonarti ha chiamato di nuovo la polizia. Non le importa niente di te, Le hai detto che vuoi suicidarti e lei ti ha detto ammazzati.»
«Le peserà sulla coscienza per il resto della sua vita. Non mi dimenticherà.»
«Oddio, che scemo sei. Pensa che scena: ti raccoglieranno in mezzo a un lago di sangue, le braccia spezzate e la testa spaccata. Dai, fallo! Mi perderò il divertimento ma, a questo punto, il pensiero mi dà perfino sollievo. Bèh, Che aspetti? Cos'è, vuoi mica tornare indietro adesso? Stanno arrivando anche i pompieri, le senti le sirene? Dai! Spicchiamo il volo.»
«Non ci riesco perché tu sei qui, voglio farlo da solo.»
«Lo so, per questo io ci sono sempre stato, per impedirtelo ogni volta che ci hai provato. Risolvevo sempre i nostri problemi: procuravo i soldi, le donne ... ma adesso, vuoi fare di testa tua? Sei tu che comandi?  Allora accomodati, o vuoi restare su questo parapetto tutto il giorno?»
«Aspetto che tu stia zitto.»

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