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Re: [MI147] Il primo giorno di primavera

Ciao. ti commento per pubblicare quindi farò del mio meglio.
«Per te si incantano gli elementi:
la pioggia si trattiene dal bagnarti,
al vento piace scompigliarti tiepido i capelli,
al sole carezzarti il viso,
al cielo sorvolarti, scostando nubi per vederti meglio,
alla terra spianarsi sotto i tuoi passi.»
Sempicemente bellissima!
Con la luce in obliquo che dava un’aria di mistero all’immagine, la signora Margherita fissava lo sguardo del marito e ripercorreva i momenti salienti del loro rapporto
immagine molto nitida, e anche avvolta in un pò di mistero che invoglia la lettura
Quel giorno, lungi dal vedere in lei una sconosciuta, le aveva confidato cose intime del suo vissuto, che Margherita non aveva mai rivelato ad alcuno.
Che in seguito margherita non rivelò a nessuno. Per collocare meglio la frase nel tempo.
C’erano dieci anni di differenza di età. Lei era dipendente postale e lui faceva il giardiniere in proprio. Le ferie le facevano sempre in montagna. Lui ogni tanto scriveva poesie, anche per lei, la Margherita del suo “campo”.
Non capisco, però, se è lei a essere più piccola di dieci anni. Sarebbe meglio specificarolo subito.
Un figlio, Andrea, che lavorava all’estero, in una banca d’affari, che tornava a trovarli appena poteva e li aveva resi nonni. Ultimamente, parlava di tornare a casa. “Faccio trasloco da te” le aveva detto.
il figlio è di entrambi? se si, perchè le dice da te? nel caso tornerebbe con entrambi i genitori?
Avevano superato le nozze d’argento senza abissi di luce o di ombre. Quand’è che avevano smesso di giocare insieme? Però lo conosceva bene! Quando le nascondeva qualcosa, appena un attimo prima di risponderle, anche se solo evasivo o parziale, un lampo di allarme gli perforava la rétina. Lei lo vedeva, non le sfuggiva nulla…
Credeva fosse così. Adesso, troppo tardi, la verità le arrivava come un schiaffo in pieno viso e le sembrava di stringere ortiche tra le mani, invece dei suoi fiori.
Fu un lampo: una revisione istantanea dei momenti di maggiore vicinanza, i culmini del loro amore, i momenti romantici rivisti alla luce di quei lampi di allarme che aveva trascurato di vedere e che adesso rivedeva al rallentatore nella luce diretta e crudele della consa
Troppi lampi e troppa luce. Ripetizioni inutili che possono essere sostituite
Purtroppo, con quel che aveva davanti, aveva pochi dubbi sulla veridicità della sua lucida retrospettiva.
semplificherei il senso di questa frase. termini più diretti giovano al racconto.

Per il loro "ultimo trasloco", chiosava lui, aveva scelto in un condominio all’ultimo piano: “Basta giardini da curare” aveva detto.
Non ho capito bene, hanno fatto più traslochi?
chiosava lui
Stessa cosa di prima. Termini meno ricercati per una fruizione chiara.
Un brivido la colse e le fece volgere lo sguardo all’altra immagine, della sua bella e sorridente vicina, alla sinistra di suo marito, che certo non pensava di essere raggiunto prima dall’amante che dalla moglie, alla quale aveva riservato il loculo a destra, nell’attico della colombaia.
Non avevo capito di quale trasloco estremo si stesse riferendo il marito. A una più attenta lettura ho capito anche se rimango dell'opinione che tutto il periodo sia un pò arzigolato.
Alla fine ho compreso, credo male , che lui dopo l'incidente in bici confessa un tradimento.
Lei ripercorrendo i ricordi si rende conto di essere stata tradita e di aver sottovalutato i segnali.
non ho capito se lui muore nell'incidente in bici o dopo.
Devo dire che il racconto è pieno di immagini poetiche molto belle, ma l'arco narrativo mi sfugge. I personaggi soffrono di una scarsa personalizzazione.
L'introduzione del figlio all'estero per esempio, non è utile alla trama.
Queste sono le mie considerazioni, spero possano esserti utili @Poeta Zaza
alla prossima (y)

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