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Re: [Lab3] Transizione

@ivalibri forse nella frase “pov” è il verbo guardava che fa confusione. Il ragazzo guardava. È comunque in intervento del narratore, esterno al focus interno sul protagonista  che avevi tenuto fino a quel momento.

Re: [Lab3] Transizione

ivalibri ha scritto: Lugo aveva guardato il messaggio sul quadrante dello smart watch più volte. Non aveva battuto ciglio, ma una punta di delusione gli aveva stretto la bocca dello stomaco.
Un incarico vale l'altro, si era sempre detto. Più che altro la questione era averlo o no un incarico. 
Guardò l'orologio: le 19.35.
Solo per segnalarti la consecutio. Inizi col trapassato prossimo e proseguì col remoto. Mi stona un po’.
ivalibri ha scritto: La parte traslucida del ragazzo si staccò dal corpo seduto al posto di guida e si fece prendere per mano. Guardava Lugo negli occhi mentre si dissolveva in minuscole particelle simili a vapore acqueo. E continuava a guardarlo estasiato mentre evaporava via.
Cambio di pov. Perché? Finora stavi su Lugo. Perché portarci sul ragazzo?  (Non so se mi sono spiegata)
ivalibri ha scritto: Di quel fuoco cieco che come una fiaccola li guidava nella notte, nel buio di un destino sconosciuto.
Questa è un po’ troppo “carica” 
ivalibri ha scritto: Tutto il contrario di quello che accadeva a lui, essere impastato di luce ma privo di destino e di morte, fatto di carne e piume sensibili al dolore ma indifferenti alle emozioni. Dotato di ali maestose che si potevano asportare, ma destinate a ricrescere come le code delle lucertole, a cui, sapeva bene, era maggiormente imparentato che agli esseri umani. Nella speciazione evolutiva, dai rettili si erano generati gli uccelli e poi gli angeli, ultimo ramo inerte di un albero genealogico che lo rendeva più simile alla fredda natura di un serpente che a quella di un qualsiasi mammifero superiore.
Questa la taglierei tutta. Guarda che si capiva benissimo tutto anche senza questa spiegazione. Anzi, l’immagine iniziale delle ferite dovute all’asportazione delle ali era già molto potente. Non avevi parlato di ali ma tutto era chiarissimo. Perché non dare fiducia al lettore? Perché questo infodump?
ivalibri ha scritto: Il letto matrimoniale in noce
A che serve specificare il materiale del letto?
ivalibri ha scritto: Una ragnatela di crepe gli restituì l'immagine scomposta di quello che era stato un angelo.
Di nuovo… precisazione inutile secondo me.
ivalibri ha scritto: Doveva fuggire. Fuggire e lottare. Aveva un destino anche lui, finalmente. Il prezzo da pagare perché la transizione fosse completa.
La chiusa finale davvero non l’ho capita. Adesso però cerco di spiegarti perché.

ciao  @ivalibri

Racconto riuscito a metà, come la trasformazione del tuo angelo. Ho apprezzato moltissimo tutta la prima parte, quando, in effetti, mostri molto senza raccontare. Si crea un’atmosfera di attesa e viene voglia di proseguire la lettura. Il fatto che siamo di fronte a un angelo che si è fatto asportare le ali è ben chiaro. Il desiderio che lo ha spinto a una decisione simile è quello di riuscire probabilmente a provare emozioni, ma la trasformazione è ancora incompleta. Cosa deve fare per affrancarsi dal proprio destino?
Dal momento in cui si reca nel luogo dell’incidente per accompagnare il ragazzo morente, tutto diventa didascalico. Quel cambio di pov che ti ho segnalato destabilizza un attimo durante la lettura. Iniziano ad arrivare le spiegazioni e il testo si appiattisce. 
il gesto finale di rompere lo specchio e (decidere di non curarsi le ferite?) cosa porta? Cosa succede all’Angelo? Perché i morti vengono a cercarlo? 
Non trovo una spiegazione che mi soddisfi. Provo a ricostruire in base a quello che ho capito.
L’angelo si è fatto asportare le ali immagino, come ti ho detto poco fa, per il desiderio di riuscire a provare le emozioni che gli sono precluse da sempre.
Nonostante l’operazione fatta, l’angelo continua a svolgere la propria mansione “celeste”. (Accompagna i morti da incidenti stradali)
L’angelo decide di non curarsi le ferite e getta via lo smart watch oggetto col quale comunica “col cielo” . Questo è un elemento di disturbo, cioè il fatto che un oggetto così terreno serva per le comunicazioni divine. Lo cambierei in qualcos’altro.
Gettare lo smart watch è l’ultimo atto di ribellione, quello che sancisce la sua trasformazione in un altro essere. Ma non diventa umano… vede i morti. Però prova paura e sa che deve scappare per salvarsi. Mah… Resto coi miei dubbi fino a quando non mi spiegherai. 🌺🌼

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