La ricerca ha trovato 12 risultati

Torna a “La sorprendente semantica dello strafalcione”

Re: La sorprendente semantica dello strafalcione

Questa discussione è diventata quasi autoreferenziale, ma pazienza, mi servirà da blocco degli appunti per non dimenticare certe perle.

Quello di oggi è uno strafalcione la cui poeticità può essere colta solo da chi conosca bene sia l’italiano che il francese, ma è di livello quasi sublime. 
Da un annuncio Facebook:
«Vendo tapin roulant
No elettrico
Mai usato»
Ora, forse è colpa del correttore malizioso, ma quel « tapin » scritto al posto di « tapis » in francese significa « battere il marciapiede, prostituzione » e quindi l’annuncio, senza nemmeno un bollino vietato ai minori, tenta di vendere un sex toy di nuova generazione: un/a prostituto/a elettrico, di cui ignoro aspetto e funzionamento, ma in ottimo stato perché mai usato. 
La tecnologia al servizio dell’umano :asd:

Re: La sorprendente semantica dello strafalcione

L'altro dì mi sono imbattuta in un medico che raccontava lo sforzo per restare serio e professionale davanti a una paziente che gli aveva detto "Tutti gli esami sono buoni, dicono che non c'è nulla che non va. Pensa che sto solo sodomizzando questa brutta situazione?"
Quello della signora più che un errore era un lapsus: questa situazione è molto "dolorosa" e ci ha sorpreso tutti alle spalle, diciamocelo :)

Re: La sorprendente semantica dello strafalcione

Letizia Badioli ha scritto: sab gen 09, 2021 12:32 pm Io avevo un amico la cui moglie, incinta, soffriva di diabete gravitazionale.
Poraccia.
ma quindi la poverina si alzava in volo? o era irresistibilmente attratta dalla massa dello zucchero? :asd:

@Vincenzo Iennaco mi hai fatto venire in mente una tipa che chiamava il marsupio, o K-way, il kiwy. "Sta per piovere, fortuna che ho con me il kiwy!" :lol:

Re: La sorprendente semantica dello strafalcione

Riporto anche un paio di miei post successivi, invito chi vuole a recuperare i propri o aggiungere nuovi esempi.

– "Una tandem": una volta ogni due? evento straordinario in bicicletta?
– Questa mattina ne ho letto uno che ancora non mi era mai capitato di vedere: "apposta" invece di "al posto di" (e tralascio il fatto che già l'espressione "al posto di" non mi piaccia particolarmente). Che fosse un errore umano o dovuto al correttore, mi sembra interessante: rivela una volontà di errare, uno strafalcione voluto e compiaciuto, la fierezza del maltrattare la lingua. Potrebbe persino diventare il mio preferito, apposta di "in cinta" (io questa cintura di procreazione prima o poi devo capire dove la vendono).
– E cosa dire di chi è "obeso di lavoro"? Licenziati e dimagrirai?


Un breve testo sui “falsi errori": a parte la diatriba su se stesso o sé stesso, cui non riesco ad abituarmi, gli altri non mi avevano mai fatto venire dubbi. E voi?
https://www.ilgiardinodellacultura.com/ ... er-errori/

La sorprendente semantica dello strafalcione

Riapro qui, perché anche se non l'aggiorno non averla mi rattristerebbe, questa discussione. Copio e incollo il prolisso predicozzo con cui l'inaugurai il 10/10/20 (e niente, una data così bisogna ribadirla):

«Ho esitato ad aprire questa discussione in "Lingua & Affini" ma non volevo essere accusata di attentare al buon nome e alla serietà della Lingua, così ho optato per la cara vecchia Agorà che accoglie tutto e tutti senza snobismi o discriminazioni.

La mia idea è di raccogliere qui un florilegio dei più strani o divertenti, o addirittura forieri d'inventiva, strafalcioni in cui ci siamo imbattuti, che siano essi scritti o, più frequentemente parlati. Che li abbiamo sentiti spesso o una sola volta, o addirittura che siano usciti dalla nostra bocca (resterà tra noi, possiamo sempre attribuirli al classico e salvifico "un mio amico"). Non mi riferisco, per intenderci, agli ahimè sempre più diffusi apposto, affianco, in cinta e compagnia bella, ma a errori molto più artistici, di quelli che, prendendoli alla lettera, danno vita a immagini e situazioni pittoresche, grottesche, esilaranti, immaginifiche.

La smetto con i preamboli e inizio col primo esempio, lontano nel tempo ma rimasto indelebile nella mia mente anche dopo ventiedehmehm anni.



"Questo mio amico è molto efferato in architettura": per contestualizzare, la frase fu pronunciata da una ragazza sul treno che riportava mandrie di noi studenti pendolari dalle facoltà universitarie bolognesi alle nostre cittadine di provincia, ma ciò che conta è la potenza dell'immagine: ancora oggi, ripetendola, mi immagino questo giovanotto, ormai quarantenne, con gli occhi carichi di odio e brama di sofferenza altrui, mentre malmena, anzi massacra, poveri malcapitati a colpi di capitelli ionici o corinzi, o li scaglia attraverso finestre ad ogiva o dall'alto di cupole brunellesche.



Un altro esempio, più recente nel tempo e letto su un qualche social, è meno romanzesco ma mi pare comunque degno di nota:

"è stato fatto a doc" (purtroppo non ricordo il contesto né il soggetto, forse una legge o un decreto) qui la formula è ambigua: trattasi di cosa, decisione, provvedimento, fatta secondo le regole della denominazione d'origine controllata? Trattasi dunque di un'azione di tipo regionale certificata, ben radicata nel territorio? O allora doc indica un dottore e quindi trattasi di cosa fatta secondo le raccomandazioni della medicina? O ancora tratasi di Doc quello di ritorno al futuro e qui addirittura potrebbe trattarsi di decisione anacronistica o precorritrice dei tempi? Solo l'audace innovatore della lingua autore della formula potrebbe illuminarci, ma non ne ho ahimè conservato i dati.

Di questo strafalcione ho letto anche la variante "fatto a d'oc" che fa chiaramente riferimento a qualcosa d'origine provenzale o occitana: maledetti francesi, non gli basta la Gioconda, vogliono arrubarsi anche la lingua italiana!


Invito chiunque ne abbia voglia ad arricchire questa discussione con altre perle neoliguistiche, e ringrazio chi ha letto fin qui (ma anche gli altri, mica è obbligatorio arrivare fin qui, ci mancherebbe.) »

Torna a “La sorprendente semantica dello strafalcione”